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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    16/02/2015    1 recensioni
Incredibile quanto la guerra e la perdita possano sconvolgere la vita delle persone.
Ellie Nightshade e Henry Faircross lo sanno bene.
Nella prima guerra contro Valentine entrambi hanno perso tutto: la propria famiglia, la propria casa, le proprie certezze...
Quando Magnus Bane li porta via da Idris diretto all'Istituto di New York, sono ben consci che l'unica cosa su cui potranno fare affidamento sono loro stessi.
Per questo decidono di diventare Parabatai.
Perché avere un Parabatai vuol dire proteggersi a vicenda, amarsi incondizionatamente, essere amici, fratelli ed essere pronti a sacrificare tutto per la felicità dell'altro: essere una famiglia.
Quando la guerra mortale minaccerà di distruggere ogni cosa ancora una volta, i Cacciatori dell'Istituto di New York si ritroveranno a combattere non solo contro i Demoni evocati da Valentine e Sebastian - intenzionati a creare una nuova stirpe di Shadowhunters - ma anche contro quelli che si annidano nelle loro anime e dovranno essere pronti a perdere tutto pur di proteggere coloro che amano.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love Turns to Ashes
 
IX
Questione di punti di vista
 
 - Buondì! - dico entrando in cucina. Ero sveglia da un po’, ma non potevo certo scendere alle cinque del mattino: avrei svegliato tutti.
 Jace, Izzy, Alec e Henry sono seduti attorno al tavolo e stanno parlottando tra loro.
 - Com’è andata da Magnus? - chiedo con un po’ troppo entusiasmo. Devo calmarmi o capiranno che è successo qualcosa. Tento di allontanare il pensiero del bacio e mi concentro su Magnus e sul blocco mentale di Clary.
 - Bene. I vampiri hanno rapito il mondano e l’hanno trasformato in un topo. La missione di salvataggio all’hotel Du Mort è stata molto divertente e istruttiva. - ridacchia Jace.
 - Cosa?! E sta bene? - domando allarmata riferendomi a Simon; dev’essersi preso un tale spavento... I vampiri non hanno altro da fare che infastidire chiunque e piantare grane?
 - Sì, benissimo. L’ho lasciato che stava sgranocchiando formaggio in compagnia di Church. - continua.
 - Cosa?! - esclamo. L’ha davvero lasciato con Church?! Ne sarebbe capace, ne sono certa. Ma sarebbe davvero così idiota? Il panico mi assale.
 - Calmati, Ellie. Scherzo. È con Clary, in camera sua. - mi rassicura.
 Gli do un pungo alla spalla e mi siedo accanto a lui. Quando la finirà di comportarsi come un bambino?
 - Magnus ha detto di salutarti. - mi dice Alec, sorridendo. Mi porge una tazza di latte e i cereali e comincio a mangiare colazione osservando Izzy e Jace che si punzecchiano.
 - Grazie. - dico, rivolta ad Alec.
 Per fortuna nessuno ha ancora nominato la mia serata. Spero che non facciano domande, anche se dopo probabilmente racconterò tutto ad Alec.
 Dopo pochi minuti la porta della cucina si apre ed entra Tom. Quando lo vedo gli sorrido e poi abbasso lo sguardo; lui mi sorride e ci saluta con un - Ciao. -
 Gli altri ricambiano e dopo avergli offerto un caffè, decidono di andare ad allenarsi in armeria, Tom è diventato l’avversario migliore per gli allenamenti: è forte e ha una tecnica fantastica. Gli unici a rimanere sono Alec e Henry, che non ha ancora aperto bocca da quando sono entrata.
 Quando siamo soli, Alec si avvicina e si siede accanto a me. - Allora? - chiede.
 - Allora, cosa? - chiedo di rimando.
 - Com’è andata ieri sera? -
 - Oh. - dico - Bene. Mi sono divertita. -
 - Che avete fatto? -
 - Abbiamo mangiato qualcosa e poi abbiamo fatto una passeggiata a Long Island. - racconto, tralasciando il dettaglio del bacio. Spero solo che non sospetti…
 - E vi siete baciati? - sbotta, lasciandomi a bocca aperta.
 Non posso più negare a questo punto.
 Annuisco.
 - Lo sapevo! - esclama Alec sorridendo. Scommetto che lo sa da quando ho varcato la soglia della cucina. Mi conosce bene.
 Vedo Henry irrigidirsi. - Vi siete baciati? - ringhia.
 Mi volto completamente verso di lui e scuoto il capo. - Sì, perché? -
 - Nulla. -
 - Henry, qual è il problema? - chiedo. Ma che gli prende? Capisco che voglia proteggermi, ma così esagera.
 - Te l’ho detto. Quel Tom non mi piace. - pronuncia il suo nome con disprezzo.
 - Smettila, Henry. - lo interrompe Alec - Non fare il bambino. Tom è un bravo ragazzo. -
 - Che ne sai? - chiede il mio parabatai.
 Adesso basta. - Smettila, Henry! - esclamo - A me piace molto. E tu non hai il diritto di giudicarlo… -
 - Solo perché è stato dolce con te cadi ai suoi piedi? Se per questo, anche Alec è carino con te. Sarebbe meglio se ti mettessi con lui. - dice indicando il mio amico.
 Vedo Alec abbassare lo sguardo.
 - Adesso basta. – dico nuovamente, per tentare di deviare il discorso prima che la conversazione volga su Alec e il fatto che non esca con nessuna ragazza. - C’è stato solo un bacio, non intendiamo sposarci domani. Quindi calmati. -
 - Sono calmissimo! -
 - Vedo. - dico con una vena di sarcasmo nella voce.
 - Cerco solo di proteggerti. - spiega.
 - Non puoi proteggermi da ogni cosa. - ribatto - È la mia vita. Sono le mie scelte. -
 - Fai come ti pare, ma se ti spezzerà il cuore non venire a piangere da me. - si alza ed esce.
 Scuoto il capo arrabbiata e poggio la tazza nel lavandino con tanta violenza da sbeccarla. Mi reggo al piano della cucina con le mani e tento di calmarmi per evitare di seguirlo e dargli un pugno. Il suo comportamento mi fa infuriare.
 - Calmati, El. - mi dice Alec cingendomi la vita con le braccia.
 - Perché fa così? -
 - Ha paura che tu possa soffrire. -
 - Non può proteggermi da ogni cosa. -
 - Lo so, ma vuole provarci. Tiene molto a te. - dice - Gli passerà. -
 Mi volto e gli circondo le spalle con le braccia. - Grazie, Alec. - sussurro.
 - Ma adesso raccontami com’è andata la serata. - ovviamente la curiosità ha preso il sopravvento. – Voglio i dettagli. –
 
 Nel pomeriggio decido di andare in biblioteca per leggere un po’.
 Stranamente Hodge non c’è, la sala è completamente vuota e silenziosa, anche perché a nessuno dei miei amici piace leggere.
 Dopo aver trovato un libro abbastanza interessante da distrarmi e da far sbollire la rabbia nei confronti di Henry, mi sdraio su uno dei divanetti e comincio a leggere.
 Le parole mi danno un sollievo che nient’altro riesce a concedermi. Basta qualche pagina e mi sono calmata.
 Sento la porta aprirsi, ma non sollevo nemmeno lo sguardo, dev’essere Hodge.
 Poi quando la figura si avvicina e si siede accanto a me, mi costringo ad alzare gli occhi dal libro per controllare chi è. Incontro due occhi verde smeraldo e non posso fare a meno di sorridere e poggiare il libro sul divanetto, accanto alle mie gambe.
 - Ciao, Ellie. - mi saluta.
 - Ciao, Tom. - dico. Sono felice di vederlo, non abbiamo ancora parlato e devo ammettere che non vedevo l’ora di rivederlo.
 Sta sorridendo e mi sta osservando con il suo sguardo attento e scrutatore. - Come stai? - mi domanda.
 - Bene e tu? - chiedo di rimando.
 - Benissimo, direi. - risponde sorridendo. - Come mai sei qui tutta sola? -
 - Cercavo di far sbollire la rabbia. - spiego portandomi le ginocchia al petto.
 Lui solleva le gambe allungandole accanto alle mie. - Chi è stato a farti arrabbiare? -
 Mi aspettavo questa domanda. Non glielo nasconderò, d’altronde non c’è niente di male a parlare dei propri problemi con qualcuno. - Henry. - rispondo.
 - Perché? - non posso certo dirgli che non sta simpatico al mio parabatai, non sarebbe carino. - Una cosa da nulla. - dico alla fine.
 - C’è qualcosa che posso fare per tirarti su di morale? - mi domanda sorridendo di sbieco.  
 Siamo così vicini che riesco a vedere le sfumature dei suoi capelli e dei suoi occhi.
 Sorrido. - Non lo so. -
 - Mmm… - dice pensieroso. - Avrei un’idea… - si avvicina a me e poggia le sue labbra sulle mie. Mi circonda la vita con le braccia e mi tira a sé. Avvolgo il suo collo con le braccia e muovo le labbra a ritmo con le sue.
 Quando ci separiamo mi sfiora la guancia con una mano.
 - Va meglio? - chiede.  
 Rido. - Molto meglio. - mi avvicino ancora a lui e mi inginocchio sul divano. Lo bacio delicatamente e sento le sue mani scorrere sui miei fianchi per tirarmi a sé. I nostri corpi aderiscono perfettamente e posso sentire il suo petto alzarsi e abbassarsi prima regolarmente e poi sempre più velocemente.
 Qualcuno dietro di noi si schiarisce la voce, costringendoci a separarci.
 È Hodge.
 Mi sembrava strano che non fosse qui a leggere o a riordinare i libri.
 - Ciao, Hodge. - dico allontanandomi da Tom e mettendomi in piedi. Mi sistemo la maglietta e sorrido imbarazzata.
 - Eleanor. Thomas. - ribatte lui a mo’ di saluto. - Questa è una biblioteca, non… -
 - Lo so, scusa. - lo interrompo. - Non succederà più. - prometto.
 Lui rimane in silenzio, osservando sia me che Tom, che intanto si è alzato in piedi e si è fermato al mio fianco. - D’accordo. - concede infine.
 Sorridiamo e dopo averlo salutato, prendo Tom per mano e usciamo dalla biblioteca.
 
ANGOLO DEL MOSTRICIATTOLO CHE SCRIVE
Cucù! Rieccomi qui per la gioia dei miei pochi ma buonissimi lettori!
Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se è solo di passaggio. So che avrete già intuito cosa succederà, ma non anticipo comunque nulla: lo scoprirete leggendo!
A lunedì prossimo.
Kiss kiss, Eli
   
 
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