Quando Nitori si svegliò sorrise nel trovare il piccolo Momotarou vicino a lui, fu un sorriso amaro però quello che gli increspò le labbra; sarebbe stato meraviglioso innamorarsi di Momo, lui che era sempre sorridente anche mentre dormiva, eppure il destino aveva deciso di prendersi gioco di lui e l'aveva fatto innamorare di una persona che probabilmente mai l'avrebbe ricambiato: Rin.
Sospirò e scese dal letto a castello, controllò la sveglia poi si decise a vestirsi prima di svegliare Momotarou che in quel momento stava borbottando nel sonno.

Arrivarono puntuali all'allenamento e come promesso il capitano fece fare al dorsista 10 vasche in più rispetto a tutti gli altri.
“Ai, i tuoi tempi stanno migliorando, ma devi impegnarti di più se vuoi entrare nella staffetta con noi.” La voce di Rin-senpai lo colse di sorpresa, dopo un attimo di confusione l'argenteo annuì vigorosamente e sorrise cercando di non mostrare il suo disagio.
Gli era sempre difficile stare tranquillo quando il senpai gli stava intorno, si era voluto impegnare per se stesso ma soprattutto per rendere Rin fiero di lui.
 

Quel giorno Sousuke fu tranquillo per tutto l'allenamento, la spalla non gli aveva dato nessun problema mentre faceva le sue solite vasche e la cosa lo rasserenò. Era diventato difficile nascondere i dolori o i diversi rossori che a volte gli deturpavano la pelle, doveva sempre inventarsi le scuse più disparate ma Rin era l'unico che stava inziando a dubitare di ogni sua parola.
Quando uscì dalla piscina la sua attenzione fu attirata da delle risate poco lontane da lui: Takuya Uozumi e Kazuki Minami stavano scherzando con il piccolo Mikoshiba che sembrava in imbarazzo in mezzo ai due ragazzi.
Non che a Sousuke la cosa interessasse più di tanto, però vedere il povero ragazzino arrossire ad ogni parola che quei due gli bisbigliavano all'orecchio lo rendeva leggermente nervoso e poi provava un po' di pena per il povero malcapitato.
“Mikoshiba, sbaglio o i tuoi tempi sono calati?” Il moro si era avvicinato al trio interrompendo la loro “amichevole” chiacchierata.
Il dorsista abbassò leggermente lo sguardo arricciando le labbra poi annuì “Ma migliorerò!” Affermò subito alzando lo sguardo senza però guardare in viso il senpai.
“Non preoccuparti Yamazaki, lo aiuteremo noi.” Disse Minami quasi in tono divertito.
“Certo, gli faremo fare un allenamento speciale e vedrai come miglioreranno i suoi tempi.” Aveva aggiunto subito dopo Uozumi.
La mascella di Sousuke si irrigidì, sembrava che quei due lo stessero prendendo in giro, oppure avevano idee molto strane sull'allenamento da far fare a Momotarou.
“Mi allenerò da solo, non ho bisogno del vostro aiuto, senpai!” Aveva borbottato il rosso divincolandosi dal soffocante abbraccio dei due. “Ora vado a studiare dato che domani ho un compito.” Tagliò corto Momo che subito sgattaiolò via dai tre lasciandoli da soli.
“Non so che tipo di allenamento volete far fare a Mikoshiba ma credo che non servirà dato che lui può farcela anche da solo.” Le parole di Sousuke erano uscire con un tono lievemente seccato e persino lui si sorprese.
Uozumi e Minami ridacchiarono “Tranquillo era solo uno scherzo, vogliamo solo sapere di chi è innamorato Momotarou, tutto qui.” Aveva ammesso Takuya scrollando le spalle.
Sul volto di Sousuke si dipinse una maschera di stupore che fece sogghignare i due.
“Dai non dirmi che non te ne eri accorto. Ha sempre la testa fra le nuvole, ogni volta che è rilassato in piscina arrossisce per chissà quale motivo e poi adesso i suoi tempi sono calati a picco, è palese che si sia preso una cotta per qualcuno.” La voce sicura di Kazuki sorprese Sousuke, di certo aveva pensato ad ogni cosa ma la possibilità che al rosso piacesse qualcuno non gli era nemmeno passata per la mente.
Eppure dopo aver appreso quella notizia sentiva il bisogno di sapere chi era il fantomatico ragazzo o la fantomatica ragazza di cui Mikoshiba era innamorato, sentì quasi una strana rabbia ribollirgli dentro ma la scacciò subito via meravigliandosi di se stesso.

Sousuke se ne andò senza dire nulla, la sua direzione era la sua stanza dove avrebbe dovuto studiare per un test, eppure quando fu a pochi passi dalla porta fu attirato da una voce famigliare.
“Neh senpai, per favore non dirlo a nessuno va bene?” Momotarou parlò a bassa voce mentre guardava quasi pregando il suo compagno di stanza.
Nitori gli sorrise poi annuì passando una mano fra i capelli rossi del dorsista “Sarò muto come un pesce.” Aveva detto regalando un dolce sorriso al più piccolo.

Lo sguardo di Sousuke si assottigliò, quei due stavano nascondendo qualcosa e lui voleva sapere di cosa si trattava.