Capitolo sette..
“And if
you feel the fading of the light
And
you're too weak to carry on the fight
And all
your friends that you count on have disappeared
I'll be
here, not gone, forever, holding on, oh
If
there's love just feel it
And if
there's life we'll see it
This is
no time to be alone, alone, yeah
I won't
let you go..”
Suonavo
e non pensavo a quanto poteva essere ingrata la vita, che prima ti dava
qualcosa che non desideravi, mentre quando realizzavi che quel qualcosa poteva
essere parte di te, te lo sottrae con la stessa crudeltà con cui alla madre
viene sottratto il proprio figlio. Mentre il mio cuore scoppiava di tristezza,
la mia voce urlava la mia rabbia, le mie mani straziate dalle pressione sulle
corde della chitarra. Perché stavo così male?!
Stavo
iniziando una nuova strofa, quando la mia voce profonda si bloccò per uno
scricchiolio improvviso. Mi sentivo come…nudo in quel momento, come se fossi
stato privato da ogni indumento, da ogni protezione tanto che temevo che la mia
anima fosse esposta, fosse troppo limpida e che tutti potessero sapere.
Quando
il mio viso si rilassò e assunse uno sguardo meno agitato, anche se ancora
straziato, riconobbi nell’ombra della luce Ben che con la bocca spalancata
cercava qualcosa da dirmi. Aveva richiuso leggermente la porta, la stanza tornò
in penombra e lui lentamente si avvicinò, quasi intimorito dalla mia reazione.
-Scusami…io..-
disse quasi balbettando.. –Io non ho potuto fare a meno di entrare..-
-Non
preoccuparti..- dissi semplicemente mentre lo guardai sedersi sulla poltrona di
fronte a me..
-Justin..-
disse guardandomi per qualche istante, incapace di dire qualcosa d’altro..
Il
suo sguardo fisso, senza parole mi mise in imbarazzo. Trovavo complicato
sostenere lo sguardo di altre persone che ti guardavano con una certa
intensità, come se fosse la prima volta che ti vedono davvero.
-Perché
sei qui?!- mi chiese come trattenendosi dal chiedermi quello che davvero voleva
sapere..
-Sono
stato sfrattato dalla mia stanza..- dico sorridendo e voltandomi altrove, non
volevo che capisse il tormento che provavo.. –Riley è con Pablo..-
-Tipico
di Riley..- disse lui con affetto..
-Già…tipico
di Riley..- dico con un tono quasi secco.. –Gli piacciono sempre i belli senza
cervello?!-
-Beh
diciamo che li sceglie in base all’interesse che gli suscitano..- mi dice con
sguardo concentrato.. –Vorrei chiederti una cosa…-
Sta
combattendo con se stesso, le mani sfregano l’una contro l’altra e mi osserva
incerto come se non sapesse se fosse la scelta giusta.
-È
dal primo giorno che ti ho incontrato che me lo chiedo…- disse lui guardandomi
timidamente..
-Dimmi..-
dico alzando le spalle.. –Abbiamo condiviso
abbastanza per poter soddisfare qualche curiosità!! No?!-
Mi
osserva, un sorriso felice gli attraversa il viso aggraziato e la sua voce
quasi cavernosa mi colpisce come una frustata, non sapevo fosse stato così
acuto da capire più di quanto avessi concesso. Quella parte di me, ben chiusa a
chiave e sigillata nel mio cuore, stava quasi per venire a galla e mi spaventò.
-Herstrass..-
disse pensieroso.. –Ho una teoria..-
-Che
teoria!?- chiedo sgranando gli occhi..
-Stasera..-
mi disse vago.. –Parlavi con Riley come se ti ricordasse qualcuno, come se gli
rimproverassi qualcosa! Ma non è solo quello!-
-Allora
parla..- gli dico con un’alzata di spalle.. –so dove vuoi arrivare..-
-Anthony
Herstrass…il famosissimo violinista..- fa una piccola pausa per scrutare la mia
reazione.. –è tuo padre!?-
Guardo
fuori dalla finestra. Appoggio i piedi sulla poltrona, li ho gelati, ma non ci
penso e raccolgo le gambe in un abbraccio. Le stringo forte, le nocche delle
mani sono così bianche che risplendono quasi come il candore della neve.
-Quando
sono nato, mia madre era felice..- dissi senza nemmeno capire perché dovevo
raccontarmi senza che nessuno me lo avesse chiesto.. –otto anni prima, era nato
mio fratello David! Finché non arrivammo noi nella vita dei miei genitori tutto
andava…bene se così si può dire! Partiva, lei lo raggiungeva quando poteva, ma
lui tornava dopo il periodo di lavoro fuori casa..-
Sospirai
leggermente, Ben, immobile sulla sedia era in religioso silenzio, mi sorrise
leggermente, potevo andare avanti se volevo, o fermarmi e lui non avrebbe avuto
nulla in contrario.
-La
mia nascita per mia madre, doveva essere un motivo per…unire la famiglia,
essere più presenti..- dissi gesticolando e scrollando il capo con diniego..
–Ma dopo cinque mesi Anthony è partito per l’Europa! Ci chiamava all’incirca
ogni sei mesi per sapere come stavamo, se crescevo e se stavo bene, fatto sta
che dalla sua partenza tornò solo dopo quattro anni..-
Ben
era sconcertato, ma non disse nulla e si limitò ad una smorfia di
disapprovazione.
-Quando
tornò, ero euforico all’idea di conoscere mio padre, come l’eroe che torna da
una guerra sanguinosa costretto a stare lontano dalla sua famiglia, perché così
mia madre mi diceva, doveva lavorare fuori casa perché doveva mantenerci..- la
neve scendeva lenta, come lo scorrere delle mie parole.. –E la prima volta che
lo vidi fu come rinascere una seconda volta per me e da lì cominciò veramente
il mio percorso con la musica! David già prima che tornasse mio padre mi aveva
insegnato moltissime cose! Ma il problema fu che dopo tre settimane lui ripartì
e mi promise che sarebbe tornato presto! Io studiavo affannosamente, volevo
dimostrargli che ero migliorato, così mi applicavo furiosamente con tutti gli
strumenti che mi piacevano fino ad averne una grande padronanza!! David veniva
ad ogni saggio per vedermi…ma mio padre non lo rividi più, quando quattro anni
dopo tornò a farci visita..-
-E
anche allora ripartì..- disse lui riuscendo a capire immediatamente il mio
sguardo..
Sorrisi,
intuendo quanto considerasse quell’uomo un immaturo adulto che ancora giocava a
fare il Peter Pan della situazione. Provavo ribrezzo per lui, odiavo con tutto
me stesso l’uomo che mi aveva dato la vita e che me l’aveva rovinata.
-All’incirca
dopo due settimane tornò in Europa..- dissi sbrigativamente.. –Si parlava
moltissimo di lui alla televisione, nessuno parlava della famiglia che aveva
lasciato ma del genio nascente della musica che incantava i cuori delle donne e
gli occhi degli uomini..-
-Ma
io ricordo che lui..- disse con un istante di panico negli occhi..
-Fu
così che scoprii..- dissi con una furia in gola che mi faceva bruciare la
bocca.. –scoprii a quindici anni, dopo sette anni che non lo vedevo, che
affianco al Herstrass, il grande uomo, c’era una grande donna, un’influente
conduttrice televisiva che stava con lui da quindici anni!! E mia madre aveva
sprecato ventotto anni della sua vita dietro ad un uomo che aveva altre donne…e
lei, lo sapeva, lo accettava e lo aspettava…-
Ben
mi guardava con compassione, o forse con comprensione più che altro. Odiavo
ricordare tutte queste cose, ma erano parte della mia vita, se ero diventato il
ragazzo che sono oggi, lo devo anche al mio passato.
-Anzi…lo
sta ancora aspettando..- risposi con acidità e tristezza allo stesso tempo..
–Così due anni fa ho smesso con la musica, ho smesso di aspettarlo, di
giustificarlo e di considerarlo un padre! Da due anni non parlo più con lui al
telefono quando lo fa quella volta all’anno e ho ripreso a vivere, perché la
mia vita non ruota più intorno a lui! Ha scelto di dimenticarsi di noi ed io di
lui…-
Restammo
in silenzio, non sapevo più cosa dire, avevo raccontato tutto con continuità
senza permettermi di fermarmi altrimenti avrei dilagato e detto cose che non
era il caso riferire. Mi sentivo smarrito adesso, non raccontavo mai a nessuno
la verità sulla mia storia, mentre ora sono qui con una persona che fino a
qualche giorno fa era una sconosciuta.
-Credo
sia davvero terribile..- disse lui con incredulità.. –Ora capisco perché non
riesci proprio ad andare d’accordo con Riley..-
-Riley
può farmi rabbia è vero..- dico consapevole.. –Ma è inutile arrabbiarsi con
lui, non potrà mai capire quanto male può fare agli altri! Trovo irritante la
sua insensibilità..-
-Probabilmente
sarebbe diverso se avesse delle responsabilità..- disse Ben con riluttanza..
-Ben..-
dissi scuotendo il capo.. –Certi uomini non possono cambiare, fare il grande
passo per gli altri! Solo se lo fanno per se stessi, solo se sentono che è
giusto così, ma pensi che Riley potrebbe mai arrivarci?!-
Non
mi rispose e questo mi bastò, perché sapeva anche lui che Riley non era certo
l’uomo sentimentale da fare il grande passo per qualcuno. Fu una nuova
consapevolezza, perché forse nessun uomo lo fa, forse nessuno è disposto a
rinunciare alla propria libertà per fondersi con un’altra persona. Rimasi così
ancora per qualche minuto, assorto nei miei pensieri e rendendomi conto che non
sempre c’era chi era disposto ad ascoltarti. Invece Ben era lì, che guardava
scendere la neve e ogni tanto mi sorrideva sereno.
-Vorrei
chiederti di mantenere questo segreto Ben…- dissi con imbarazzo.. –Non voglio
che si sappia!-
-Puoi
fidarti di me!! Posso chiederti una piacere in cambio!?- mi disse riluttante..
-Certo…-
gli risposi con un gran sorriso..
-Mi
suoneresti qualcosa!?- disse con un filo di voce.. –Prima è stato così
emozionante…-
Presi
la chitarra con piacere e non dissi nulla. Ben era un ragazzo gentile e
premuroso, lo si capiva dai suoi tratti addolciti, anche se non aveva un viso
femminile. Forse era la piega dei suoi occhi scurissimi a rendere il suo
sguardo cordiale. Avevo una naturale simpatia per lui, che per primo mi aveva
dimostrato amicizia nonostante non facessi parte del suo gruppo. Non mi
dispiaceva suonare per lui, così impugnai la mia chitarra e cominciai a
pizzicare le corde di essa. Questa era una canzone che amavo particolarmente, malinconica
e dolce allo stesso tempo. Raccontava la
fine di un amore che nemmeno la delicatezza di un fiore poteva ricucire, perché
era arrivata la fine. E proprio mentre ti rendi conto che hai il cuore spezzato
e il giorno sta per finire, l’alba arriva per ricordarti che la vita va avanti
che torneranno cieli azzurri a cui guardare. E quel giorno tu sarai pronto ad
accogliere quel cielo azzurro, per trovare la tua strada, quella che finalmente
ti farà affrontare il mondo, quello vero!!!
“Broken
skies, heartaches that flowers won't mend
Say
goodbye knowing that this is the end
Tender
dreams, shadows fall
Love too
sweet, to recall
Dry your eyes, Face the dawn
Life will
go on…
All day
long thought that we still had a chance
Letting
go, this is the end of romance
Broken
hearts find your way
Make it
through just this day
Face the
world on your own
Life will go on, life will go on..
Le
mie mani scorrono tranquille sulle corde della chitarra e mi sembra che sia
così naturale, le pizzicavo con gentilezza e il suono è così addolcito da
sembrare surreale. La musica sempre più soffusamente va scemando, lo sguardo di
Ben è ipnotizzato e assorto nel piccolo mondo che ho creato. Mi sorride come
ringraziamento e proprio mentre lo vorrei ringraziare per avermi ascoltato, mi
sento osservato e nella penombra della sera vedo scintillare i suoi occhi
furiosi. Ritiro subito la mano che avevo allungato per toccare Ben, per ringraziarlo,
guardo colpevole l’uomo che sulla porta spalancata respirava affannosamente.
Nella foga del momento non mi ero nemmeno accorto che qualcun altro mi stava
ascoltando. Dietro di lui c’erano gli altri che forse imbarazzati, erano muti
dietro Riley in un surreale silenzio innaturale. Mi alzai timidamente, anche
Ben lo fece ma molto più disinvolto di me, lo sguardo di lui mi perforava in un
misto di emozione e di rabbia micidiale, un mix di cui avevo pagato spesso le
conseguenze.
Ben
superò Riley senza dire una parola, lo guardò solo un istante e non appena si
voltò completamente, lui con i suoi occhi di ghiaccio blu, più freddi di un
iceberg, pronunciò una frase di cui non colsi il significato.
-Stanne
fuori…- disse con voce agghiacciante.. –Bada che non lo ripeterò una seconda
volta Ben..-
Ben,
lo stesso Ben che spesso avevo visto sorridente e gentile, si voltò, lo sguardo
furioso e pieno di risentimento tradiva una rabbia contenuta a fatica. Le sue
narici si allargarono nel tentativo di prendere un profondo respiro ma non
disse nulla, passò oltre mentre Riley mi guardava in cagnesco, sembrava
meditare la sua vendetta, pensai.
-Ti
ho cercato ovunque..- disse solo mentre sentivo quella voce alterata..
-Sono
sempre stato qui..- dico con risoluzione, mentre sono tutti scomparsi dietro
Riley…
-Con
Ben…- disse lui con quel suo sorriso tirato..
-Con
Ben si..- rispondo tranquillo..
Cerco
uscire dalla stanza, ma senza toccarmi Riley mi blocca la strada e mi guarda
con quel suo sguardo così duro che mi intimidisce. Mi allontano di un passo e
aspetto che esploda, perché potrebbe anche farlo nonostante tutto quello che mi
stava facendo. Non ne aveva il diritto eppure..
-Non
mi hai mai permesso di vederti così…- disse lui con sguardo tanto arrabbiato
che socchiusi la bocca senza comprendere
fino in fondo cosa intendesse.. –E lo hai permesso a lui..-
Ma
improvvisamente arrivò Micol preoccupata perché non mi vedeva arrivare. Un
sorriso mesto spuntò dal suo visetto, decisi di raggiungerla era meglio per
tutti. Guardai Riley qualche istante, il mio viso non era duro come lo era
stato molte volte, ero dispiaciuto però che non riuscissimo a capirci. Il
nostro rapporto un giorno andava a gonfie vele, se così si può dire, quello
dopo era una scatafascio. Ma quella giornata mi aveva segnato per molte cose,
avevo capito quanto influisse su di me l’essere in pace o meno con lui, sapevo
che qualcosa era cambiato da quando l’avevo incontrato. Non sapevo però se ero
disposto a capire quanto mi aveva cambiato!
Quando
uscimmo nevicava ancora molto, ma era il posto più bello che avessi mai visto!!
La neve luccicava con la luce artificiale dei faretti mentre una marea di gente
vagava per le bancarelle. Tutti si fermavano ad osservare ciò che gli
interessava di più, mentre mi godevo quella bellissima serata di neve
ghiacciata che si fermava sul mio viso. Era così bello quel posto, lo adoravo.
Micol mi trascinava da una parte all’altra, ridendo così felice che mi aveva
completamente contagiato. Riley rideva spensierato assieme agli altri, quindi
ero l’unico a soffrirne di questa continua e assurda lotta tra di noi. Sorrisi
tra me e me, così abbracciai Mico che stupita mi strinse forte.
-Che
succede Jus!?- disse ancorandosi ancora di più alla mia schiena..
-Niente..-
risposi con la voce incrinata dalla tristezza.. –Vorrei chiederti se posso
dormire nella tua stanza..-
-Perché!?-
disse lei esitante..
-Perché
forse tuo fratello ha bisogno di un pò di privacy..- dissi facendo un
falsissimo sorriso.. –Prima era con Pablo..-
-Davvero!?-
rispose lei con tranquillità.. –Allora mi sa proprio che ci sta! Non ti
preoccupare il letto è abbastanza grande per entrambi!!-
Fu
così che girammo ancora per molto, prima che decidemmo di defilarci e chiuderci
in camera di Micol tra risate e divertimenti. Avevo scritto un messaggio a
Riley, non volevo assolutamente vederlo, la sua presenza mi ripugnava e
condividere lo stesso letto farebbe stato qualcosa di blasfemo.
“Non
mi cercare!! Micol ed io stiamo bene!! Non ho voglia di vederti e di
condividere la stanza con te, quindi lasciami in pace..”
A
quel messaggio non ci fu risposta e provai sollievo, mi sentivo alleggerito
perché forse avevo ottenuto quello che avevo desiderato per giorni. Che lui mi
lasciasse in pace.
Allora
perché mi sentivo così male dopo aver ottenuto quello che volevo!? Perché le
lacrime pungevano ai bordi delle ciglia, se non avevo aspettato altro che
questo!?
Semplice…non
lo volevo realmente!! Ed ora dovevo fare i conti con la realtà, che non era
certo meglio della menzogna, ma che era comunque dolorosa. Per Riley ero
davvero un passatempo!! Dovevo rassegnarmi!! Quando entrammo in stanza Micol
sembrava agitata, non volevo metterla a disagio ma lei mi abbracciò stretto e
non capii bene il perché. Le diedi un bacio leggero sulla fronte e lei si
accoccolò stretta, con un sorriso tranquillo sulle labbra. Andai nel suo
armadio e trovai i pantaloni di una tuta che facevano al mio caso, più una
maglia che avrebbe tenuto abbastanza caldo. Quando tornai in camera aveva il
suo pigiama addosso e vedendola incerta gli dissi che avrei dormito sul divano,
ma si fece coraggio e mi disse di venire a letto tranquillamente. Mi misi sotto
le coperte, Micol era bellissima eppure…non provai nulla, il mio cuore era
talmente tranquillo che mi arrabbiai con me stesso. Lei si era avvicinata ma
dopo poco cominciò a respirare con regolarità ed io provai sollievo. Pensavo
continuamente a Riley, insieme a quello, mentre si accarezzavano
vicendevolmente e mi mossi bruscamente nel letto con inquietudine. Fu
complicato prendere sonno, ma dopo poco l’incoscienza prese il sopravvento e
riuscii ad addormentarmi con una certa facilità.
La
mattina seguente quando mi svegliai, mi feci una doccia veloce, presi le mie
cose ed andai a provare insieme a Matt e gli altri. Non potevamo esimerci dal
farlo.
Per
quel giorno avevamo deciso di provare in una sala che Jeffrey ci aveva messo a
disposizione ad Halifax, potevamo occuparla per quanto ci fosse necessario che
nessuno avrebbe reclamato. Alle otto eravamo già pronti per metterci al lavoro.
Avevo avvertito Micol che sarei stato via molto tempo quel pomeriggio ma che se
voleva poteva raggiungerci ad Halifax dove avremmo passato il resto delle ore
che ci rimanevano a visitare la città. Le nostre prove andarono avanti fino
alle tre del pomeriggio, mancavano ancora pochissimi dettagli da mettere a
punto ma ci sentivamo carichi e pronti. Avevamo ancora tre giorni prima della
serata ed eravamo abbastanza sicuri delle nostre capacità. Micol come previsto
mi chiamò e ci incontrammo in centro città per mangiarci le crepes alla
nutella, non avevamo ancora pranzato e morivamo di fame. Stare con Garrett,
Ivan, Stephan, Matt e Gabriel era uno
spasso, la giornata trascorse tra risate, lanci di palle di neve, acquisti di
piccoli pensierini per le rispettive famiglie. Micol stuzzicava tutti quanti,
si nascondeva, faceva grandi palle di neve che la maggior parte gli finivano in
testa più che alla vittima che aveva scelto. Quando decise che era il mio
turno, la rincorsi felice come ai vecchi tempi, la presi per la vita e
stringendola mi buttai un cumulo di
neve. Solo dopo ci spalmammo una bella manciata di neve candida sul volto
ridendo spensierati come semplici ragazzi di diciassette anni. Solo in quel
momento mi accorsi che al di là della strada, un gruppo di ragazzi ci stava
osservando, i suoi occhi mi guardavano da distante e provai una fitta terribile
al cuore. Non mi aveva mai più cercato, esattamente come avevo chiesto. I suoi
occhi non si fermarono ancora molto su di noi, perché all’improvviso la sua
bocca con una smorfia canzonatoria si voltò per guardare cosa diceva qualcuno
lì accanto. L’immancabile Pablo…il “gorilla senza cervello” era sempre alle
costole di Riley. Guardai in basso, verso la neve su cui ero seduto, Micol
gridava agli altri di raggiungerci e poco dopo, forse per decidere il da farsi
si unirono a noi. Riley abbracciò con amore sua sorella e la tenne stretta, non
mi rivolse mai più uno sguardo e tanto meno una parola, forse non meritavo
nemmeno un saluto a quanto pare. Compresi che se l’unica persona che per te
contava di più delle altre non ti calcolava, non ti importava se gli altri ti
rivolgevano la parola, perché quella a cui tenevi di più non ti vedeva affatto.
Ero
totalmente a pezzi, era quella la verità, provavo una gelosia incalcolabile per
i sorrisi che rivolgeva a Pablo, per gli abbracci che dedicava a Micol e per le
parole che spendeva con gli altri e non con me. Il più grande dei tormenti era
Pablo che con la sua improponibile ignoranza si era proposto di farci da “Cicerone”
non sapendo nulla delle cose che ci mostrava. Ci trovavamo nella North della
penisola di Halifax, mentre ci mostrava gli edifici storici più importanti.
-Ed
ecco a voi Napoleone..- disse convinto e guardando Riley con convinzione..
-Stai
scherzando vero?!- dissi schifato.. –Questo è Giovanni Caboto, ha scoperto la
Nuova Scozia nel 1497 e pensare che pure ci sei nato!!! Solo un idiota non lo
sa…-
-Senti
lo so scarafaggio..- mi dice con fare minaccioso, mentre due secondi prima aveva sbarrato gli occhi per la gaffe
appena fatta –Volevo controllare se eravate attenti…-
Non
lo posso sopportare, gli altri gli ridono sonoramente in faccia con le lacrime
agli occhi e lui chiaramente irritato mi fa segno di tagliarmi la gola.
-Guarda
che non è colpa mia se sei ignorante..- gli dico guardandolo con sfida.. –Se
volevi farti bello agli occhi della tua bella principessa potevi sceglierti un
modo migliore! Ora fai solo la figura dell’idiota..-
Riley
fece una smorfia di protesta ma…ne mi parlò per ribattere né tanto meno si
degnò di guardarmi in faccia. Questa vacanza che doveva rivelarsi rilassante,
alla fine divenne un viaggio dentro me stesso. Stavo raccogliendo i pezzi di un
puzzle che sembrava così complicato.
Alla
fine gli altri pregarono il gorilla di fargli ancora da guida ed a ogni
strafalcione era una risata unica nel chiaro tentativo di prenderlo in giro.
Almeno lo scarafaggio, come lui mi chiamava, ignorante non era! Riley rideva
quasi più di tutti gli altri, eppure sembrava proprio che quel ragazzo senza materia
grigia gli piacesse lo stesso. Con mia grande disapprovazione ovviamente.
Rientrammo in hotel verso le sette di sera e quindi decisi di tornare nella
suite per cambiarmi e lavarmi degnamente. Fui il primo ad arrivare e mentre mi
immersi nella vasca da bagno, sentii chiaramente un gran vocio che si immergeva
in stanza con tanto di risate sonore.
Mi
lavai in fretta e furia, avevo dimenticato di portarmi dietro la roba per
vestirmi, così una volta terminato fui costretto ad uscire dal bagno ancora
fradicio e con un asciugamano a coprirmi. Il gorilla mi guardò con occhio
critico per qualche istante ma la sua espressione mutò non appena vide la mia
tenuta…non proprio coprente ecco. Riley si voltò dopo non so quanto tempo che
non guardavo i suoi occhi e fu un sollievo vederli nuovamente.
-Niente
male lo scarafaggio…- disse Pablo mentre si inumidiva il labbro superiore..
Gli
occhi blu di Riley sembravano immensi in quel momento, i suoi capelli neri così
sbarazzini terribilmente sexy, non riuscivo a staccargli lo sguardo da dosso e
involontariamente un brivido mi percorse la schiena. Abbassai lo sguardo
serrando gli occhi e sentendo il rossore salirmi alle guance.
E
pensavo “accarezzami, come fai sempre, sbrigati!! Fammi sentire che sei qui e
che ti manco come tu manchi a me..”. Mi vergognavo a pensarlo, ma aspettavo la
sua mano come una qualsiasi persona che sente il bisogno di una carezza, di un
gesto affettuoso, Riley mi mancava davvero!! Desideravo tanto potergli parlare,
vedere il suo sorriso..
Con
gli occhi serrati, il viso basso, aspettavo quel gesto familiare di quando mi
scompigliava i capelli, non mi era mai sembrato così amorevole come in questo
momento. Quel cenno però non arrivo, aprii leggermente gli occhi e vidi che mi
aveva avvolto con un asciugamano piuttosto grande, ma stava attento a non
toccarmi troppo. Le sue braccia così avvolgenti non mi erano mai sembrate così,
incerte come in quel momento. Rimasi per qualche istante a osservare
quell’istante in cui mi avvolse, mentre le mie guance diventavano rosa e i miei
occhi lucidi, come se avessi perduto per sempre qualcosa.
-Tieni
Justin…copriti..- mi disse con tono comprensivo, mentre il suo sguardo era
inespressivo..
Lo
guardai sorpreso mentre i miei occhi velati stavano quasi trasbordando. Trattenni
il fiato qualche istante, Pablo era a poca distanza e ci osservava incuriosito,
con un sopracciglio alzato. Ero pietrificato al mio posto col cuore
letteralmente in frantumi, mentre pensavo che volevo sentire ancora la sua
voce, volevo sentirmi agitato e confuso come lo ero sempre quando lui era nei
paraggi. Perché in quei momenti mi sentivo vivo, come forse non lo ero mai
stato fino ad allora. Sconsolato tornai a guardare a terra e mi diressi verso
la porta dell’armadio dove avrei preso un cambio pulito e lo avrei indossato.
Mi asciugai in fretta e respirai a fondo, l’odore di Riley era ovunque, mi
venne un groppo alla gola, ma lo scacciai velocemente e non appena fui pronto
tornai in bagno per mettere gli asciugamani nell’apposito cestino della biancheria
da lavare. Non potevo rimanere lì, così decisi di andare via.
Mi
affrettai a raggiungere la porta e riuscii solo ad emettere poche parole, per
la paura di tradire un’emozione che non potevo permettermi.
-Ciao..-
e chiusi la porta dietro di me..
Le
ore passavano ed io stavo sempre peggio.
Non sapevo più cosa dire e cosa pensare. Sapevo solo che una parte di me si
stava spegnendo e mi sentivo solo. Era le stessa sensazione di quando aspettavo
Anthony, mille aspettative mai realizzate, fino a che avevo smesso di farmi
illusioni. Cosa volevo da Riley!?
Questa
era la vera domanda a cui dovevo dare una risposta. Stare senza di lui mi
annientava, quando ero con lui mi sentivo come sulle spine e volevo andarmene,
quando lo vedevo mi esplodeva il cuore, mentre al contrario mi si spezzava.
Quando lo vedevo e lo pensavo con gli altri ragazzi mi sentivo morire, mentre
quando si dedicava a me sentivo un tuffo al cuore.
Forse…mi
stavo innamorando di lui!?
Mi
arrestai in mezzo al corridoio. Il respiro così affannato da risuonarmi
rumorosamente nelle orecchie. Sarebbe stata la prima volta che mi innamoravo,
non poteva essere che fosse proprio successo con lui, con Riley, un uomo per
giunta!! E allora perché sentivo tutte quelle emozioni contrastanti nei suoi
confronti, come se lo odiassi e allo stesso tempo…fosse tutto per me! Una
lacrima scese dalla mia guancia, l’asciugai con il palmo della mano e scrollai
ogni pensiero dalla mia mente. Ero solo deluso, non dovevo lasciare che le
insinuazioni di Riley avessero il sopravvento su di me!!
Scesi
nell’atrio e ci ritrovammo dopo poco tempo tutti insieme a condividere l’ora di
cena, Riley sempre più lontano da me. Più cresceva il divario tra noi più il
mio cuore si spaccava a metà. A cena a malapena toccai da mangiare, avevo lo
stomaco chiuso e a furia di trattenere le emozioni che provavo, mi era venuto
un mal di gola terribile. Il nostro ignorarci a vicenda stava diventando
insopportabile per me, ma non potevo cedere alla tentazione di parlargli o
avvicinarmi, non sapevo se sarei riuscito a trattenermi e ormai la nostra
strada era segnata. Riley si era stancato ed ora ero libero di proseguire la
mia vita, la mia strada. Dire addio a quella piccola parentesi sarebbe stato
necessario e avrebbe alleviato il mio dolore.
Gli
altri avevano organizzato un’uscita ma io ero davvero troppo esausto per cedere
alla tentazione di accontentarli. Il giorno dopo avevo le prove dalla dieci
fino all’una del pomeriggio e poi l’incontro con Ben, volevo prepararmi
psicologicamente a non essere una mummia e a godermi la giornata. Ben lo
meritava, ero certo che la sua contagiosa simpatia mi avrebbe aiutato a
sentirmi grato per quello che avevo in fondo.
Sorrisi
a Ben, salutai gli altri con allegria, dicendogli che ero troppo stanco e che
avevo voglia di rilassarmi un pò. Micol mi disse sottovoce che ci saremmo visti
in camera al suo ritorno dall’uscita assieme agli altri e gli sorrisi
tranquillamente mentre li vedevo allontanare. Avevo perso di vista Riley che
però pensai si fosse rintanato con Pablo. Sospirai rassegnato. Presi la chiave
magnetica e raggiunsi la camera di Micol, entrai e assaporai la dolcezza della
solitudine che mi attendeva. Forse non era il momento migliore per stare soli,
ma volevo sentirmi libero di provare qualsiasi sentimento in tranquillità.
Stavo aprendo le porte a me stesso, qualunque esso fosse.
La
mia chitarra era sempre lì al suo posto, per rilassarmi potevo suonare
qualcosa. Mi sedetti sul letto e iniziai a accennare qualche canzone, anche se
finivo per riflettermi in quelle con motivi struggenti e malinconici. Continuai
a suonare abbandonandomi alla melodia, mischiando musica conosciuta a motivi
che si creavano nella mia mente, con la mia fantasia. Quando sentii bussare
alla porta l’incantesimo si spezzò e guardai con esitazione verso di essa. Non
pensai minimamente a chiedere chi fosse, mi precipitai su di essa e dopo un
istante aprii con un’espressione curiosa sul volto.
Credo
che nello stesso istante in cui aprii la porta, il mio cuore prese a martellare
talmente forte che il rossore si propagò velocemente sulle mie guance. Lui, con
quel suo volto da infarto, la pece dei suoi capelli, il blu del mare dei suoi
occhi mi guardavano con impetuosità, con quella stessa veemenza che tante volte
gli avevo visto nello sguardo. Mi sentii mancare, proprio in quel momento le
mie gambe stavano cedendo nell’attimo meno opportuno. Non volevo mi vedesse
così, totalmente indifeso e distrutto dalla sua indifferenza! Chiusi
velocemente la porta ignorando che il suo piede si era già inserito per metà
nella stanza e mi impediva di serrare la soglia.
-Per
favore..- dico supplicandolo.. –Riley lasciami solo..-
-Apri
questa porta..- mi dice minaccioso.. –Ti giuro che la butto giù Justin..-
-Ho
bisogno di stare solo..- dico con le lacrime agli occhi.. –Ti prego!! Non
voglio..-
-Non
vuoi che ti veda stare male per me!?-
rispose deciso, con ardore..
Cerco
di resistere contro la sua forza, ma è un’impresa titanica pensando al suo
fisico vigoroso e a quelle spalle forti e accoglienti. Sento che questa volta
il mio cuore sta per lasciarsi sconvolgere dall’emozione di sentirlo di nuovo
partecipe nei miei confronti. Gli occhi sono sgranati per quelle parole tanto
difficili da accettare, ma non ho parole per ribattere, sono totalmente muto,
incapace di giustificarmi, mentre capisco che la resistenza è l’unica che può
salvarmi adesso. All’improvviso con uno spintone si fa spazio per entrare e il
contraccolpo mi fa scattare bruscamente indietro, vederlo così con la stessa
prepotenza e veemenza di sempre mi fa
sentire inerme. Mi prende velocemente il braccio con uno scatto e mi trattiene,
evitando di farmi cadere. E finisco tra le sue braccia, come avevo desiderato
tante volte quel giorno.
-Voglio
sapere perché continui ad evitarmi…- disse lui continuando a trattenermi con
forza..
-Sei
tu che mi ignori..- dico irritandomi..
-Devo
ricordarti per caso cosa mi hai detto ieri sera!?- mi disse stizzito..
-E
io te lo devo ricordare!??!?!- gridai con un groppo in gola terribile…
Mi
guardò come se non capisse e mi sentii ancora più stupido, come se ce ne fosse
bisogno! Mi allontanai da lui con passo indeciso e mi ritrovai a respirare
affannosamente, con il petto che si muoveva su e giù vistosamente. Lo sentii
dietro di me, troppo vicino perché la mia razionalità potesse avere la meglio
su di me, non dovevo tradirmi, non volevo farlo.
-Cosa…provi…davvero
per me!?- disse pronunciando lentamente ogni parola.. –Ho bisogno di saperlo..-
-Smettila…non…-
dico con le labbra tremanti.. –non provo nulla per te..-
Mi
stringe, sento quelle sue braccia così calde e affettuose che una parte di me
si sente morire, non voglio, non posso lasciare che mi sconvolga così la vita.
Eppure ho desiderato quel momento con tutto me stesso, con tutta la rabbia e il
fiato che avevo dentro. Volevo urlargli contro che lo odiavo, che mi irritava
il modo in cui mi aveva trattato considerandomi una scocciatura.
-Perché
non vai dal tuo amico...- dico con acidità.. –In fondo io non sono nient’altro
che una seccatura..-
-Ecco
vedi!?- mi dice lui venendomi dietro.. –Justin non sei capace di dire
semplicemente quello che senti!?-
-Ti
detesto..- dico voltandomi verso di lui.. –Ti odio con tutto me stesso, perché
non sopporto quando mi tratti da terzo in comodo per farti bello agli occhi
degli altri!! Ti detesto perché lo fai apposta a provocarmi e soprattutto non
ti sopporto perché fino a pochi giorni fa, la mia vita era esattamente come la
volevo e tu hai rovinato tutto!!!-
-No…non
sono io ad averla rovinata..- mi dice lui con ardore.. –Cos’è che ti fa paura
talmente tanto da costringerti ad evitarmi!? Ti obblighi a non lasciarti andare
anche se io so che mi desideri quanto io desidero te!!-
-Io
avrei paura!?!?- dico urlandogli contro..
-Si…-
mi dice lui con determinazione.. -Perché se così non fosse, ammetteresti con te
stesso che vuoi stare con me come io voglio stare con te!! –
Ci
stavamo affrontando viso contro viso, entrambi affannati con una rabbia negli
occhi che non l’avevo mai vista nelle sue iridi blu. Lo guardavo così da vicino
che potevo vedere anche le piccole sfumature in quello sguardo così
dannatamente seducente. Non riuscivo a dire una sola parola mentre il suo viso
si addolciva, i suoi zigomi fino a poco fa affilati come rasoi si erano
rilassati, stava cercando di dominarsi era evidente.
-Justin...mi
fai così arrabbiare..- disse guardandomi con intensità travolgente.. –oltre
che…a farmi perdere totalmente il controllo!!-
Come
me…quando si trattava di lui perdevo completamente la testa. Come si poteva
evitare tutto questo?! Forse non vedendosi più, cancellando il suo numero di
telefono e costringendomi a smettere di frequentare gli stessi lunghi sarebbe
stato semplice.
Mi
stava trascinando fuori dalla camera ma non ero pronto a stare con lui, non
potevo passare la notte insieme ad una persona che… Stavo dicendo…con una
persona che mi piaceva!? Andai nel panico..
-Riley…non
voglio..- dissi cercando di oppormi.. –Non posso venire in stanza con te..-
-Perché?!-
mi disse con ostinazione… -Non me ne andrò di qui finché non mi avrai dato una
buona motivazione..-
-Perché
non voglio fare la candela tra te e Pablo..- grido resistendo al suo sguardo
affilato..
-Non
ti credo..- mi disse con aria truce.. –Non ho alcuna intenzione di farti
passare la notte qui..-
-Se
ti da fastidio che rimanga qui con tua sorella, posso andare da Ben, o dagli
altri…- risposi con aria innocua..
-NO!!!-
gridò stringendo tantissimo il braccio e tirandomi a un centimetro dal suo
viso.. –Né qui, né da nessun’altro se si tratta di stare lontano da me!!!-
Lo
guardai con sorpresa. Cosa significava!? Provavo così tante cose contrastanti,
cosa voleva da me quel ragazzo così bello e irresistibile. Era completamente
infuriato e percepirlo nel suo viso così distintamente mi fece sentire così
smarrito.
-Justin..-
disse con voce dura.. –Non costringermi a portarti via di peso…-
-Non
lo farai..- dissi con voce strozzata dall’emozione.. –Non ho più paura delle
tue minacce! E poi cosa direbbe il tuo gorilla se ti vedesse?!-
-E
il tuo Ben cosa direbbe se ti vedesse eh?!- disse lui sempre più infuriato..
-Ben
non è come te!!!- gli grido in faccia.. –Non ha mezzi fini, mi dimostra
amicizia e comprensione, proprio quella che tu non hai per nessuno!!-
-Ma
sentilo..- disse con voce sarcastica.. –non mi importa niente di cosa dice il
cameriere se ti porto in camera mia!! Allo stesso modo in cui Ben non deve
ficcare il naso in quello che riguarda
te e me…-
-Bugiardo..-
dissi con le lacrime agli occhi.. –Rigiri sempre la frittata come ti pare!!!
Per volgerla in tuo favore…!!!-
-Adesso
smettila..- dice con fare minaccioso.. –Basta, non è più tempo di parlare..-
Senza
nemmeno pensarci due volte si china su di me e mi ritrovo completamente sulle
sue spalle, con la testa a penzoloni dietro alla sua schiena.
-Riley,
non provare ad uscire da questa stanza chiaro!?- grido con un imbarazzo
terribile.. –Mettimi subito giù…-
-Non
ci penso nemmeno…- rispose lui stizzito.. –Se mi avessi seguito di tua
spontanea volontà non ci sarebbe stato motivo ci convincerti con le maniere
forti..-
-Tu
non mi hai convinto..- dico picchiando i pugni sulla sua schiena.. –Hai fatto
come volevi, come al solito..-
-Beh
almeno uno dei due sa cosa vuole..- dice con aria polemica..
-Che
cosa vuol dire!?- rispondo bloccandomi all’improvviso mentre esce dalla porta e
si avvia nel corridoio..
-Niente..-
dice lui con aria divertita..
-Non
azzardarti…- dico dimenandomi… -Ma ti rendi conto che c’è pieno di gente che ci
guarda!?-
-E
lascia che guardino..- disse ad alta voce.. –Non ho alcun problema a spiegare
loro che sto portando in camera mia il ragazzo che mi piace..-
-Riley!!!-
lo rimprovero.. –Non è il momento di scherzare!!! Verrò in camera…ma lasciami
scendere per favore..-
-Neanche
per sogno…- mi dice deciso.. –Ormai ti sei giocato l’opportunità di scegliere
come tornare in camera da me, quindi ne pagherai le conseguenze..-
Ci
stavano guardando tutti, mi sentivo terribilmente stupido. In braccio ad un
uomo che diceva idiozie senza un minimo di pudore. Guardai alcune ragazze
letteralmente con i cuoricini agli occhi e sentii casualmente i loro discorsi
mentre erano proprio dietro di noi.
-Hai
visto che carini!?- disse la bionda con le mani sul viso.. –Sono
innamorati…sicuramente quello bellissimo lo sta trascinando via da un
ammiratore insistente..-
-Cooosssaaaaa?!?!?!?!??!-
urlai io guardando indietro sconvolto le due tipe sempre più adoranti.. –Senti
brutto cretino che non sei altro…ti rendi conto che stanno dicendo cose assurde
su di noi!??! Mettimi giù SUBITO…-
-E
cosa dicono di così sconvolgente!?- disse lui scuotendo il capo..
-Che
siamo una coppia di innamorati…è scandaloso!!!- dico io urlando..
-Ma
noi siamo una coppia di innamorati..- disse lui ridendo e voltando verso
l’ingresso..
Ovviamente
intorno a noi si aprì una voragine di approvazione, pensavano davvero fosse una
dichiarazione d’amore, mentre era chiaro che Riley stava prendendo tutti per il
naso!!! Ricominciai a scalciare non appena mi ritrovai alla reception,
sconvolto che le tantissime persone presenti e distinte avrebbero avuto di me
il ricordo del “ragazzo in spalla ad un uomo”. Mi vergognai terribilmente
mentre notai che vicino al bancone della reception, c’era Pablo che ci guardava
con occhio sospettoso.
-Per
favore le restituisco la chiave della porta della signorina Mann..- spiegò con
tranquillità.. –Può riferirle che Justin Herstrass è tornato nei suoi
appartamenti?!?-
Immaginai
il sorriso sfavillante di trionfo che poteva avere sul viso e subito, quando si
voltò per tornare in corridoio per prendere l’ascensore, decisi di dire la mia
al pover’uomo che mi guardava con compassione.
-Le
riferisca anche che è stata una decisione del tutto obbligata..- le dissi
mentre sollevavo il viso a fatica per
guardarlo in volto.. –Per favore non se lo dimentichi..-
-Riley!??!-
eccolo gorilla-man arrivava all’attacco..
-Che
c’è..- rispose lui con distacco..
-Pensavo
di passare da te dopo..- disse con entusiasmo.. –Ma che ti serve a fare lui!?
Per caso vuoi coinvolgerlo!?-
Riley
si fermò immediatamente. Non capii la sua titubanza, sentivo solo il suo corpo
che si era irrigidito e la sua risata sottile, come quando voleva burlarsi di
qualcuno.
-Lui
non si tocca..- disse secco e con voce glaciale.. –Lui spetta a me..-
-Cosa!?!?-
dissi io alzando la voce di due ottave.. –Io non spetto a nessuno!!! Non sono
un oggetto…-
-E
allora cosa facciamo con lui tra i piedi!?- disse con impertinenza..
-Forse
non hai capito che lui sta tornando da me..- disse con convinzione.. –Quindi tu
non sei invitato..-
-Sei
tu che mi stai portando di forza in camera…- risposi scocciato.. –Io non ne
avevo la minima intenzione..-
-Riley
aspetta..- disse Pablo venendoci ancora dietro.. –pensavo che poteva funzionare
tra di noi..-
-Ma
perché sono pure costretto a sorbirmi le vostre dichiarazioni d’amore?!- mi
lagnai..
-Ascoltami
bene..- disse con voce seria Riley.. –è lui che mi piace..-
-Che
bugiardo arrivista..- dissi tra me e me mentre si infilava in ascensore e
salutava Pablo..
Cercai
di arrampicarmi con l’aiuto dello specchio, appoggiando sulla superficie
riflettente i palmi della mano e tirandomi su. Ero furioso per la brutta figura
che avevo fatto, mi aveva portato in spalla per tutto l’hotel mentre tutti ci
guardavano. Potevo essere così sfortunato da trovarmi sempre in quelle situazioni imbarazzanti!?
-A
chi hai detto bugiardo arrivista!?- chiese Riley mettendomi giù per terra con
un sorrisetto perfido..
-A
te ovviamente..- dissi riprendendo a fatica l’equilibrio.. –Ti detesto quando
mi usi per discolparti..-
-E
siamo a quattro..- risponde ironico.. –Non credi che odiarmi per così tante
cose sia solo sinonimo di troppo amore?!?!-
L’ascensore
si apre. Imbufalito mi incammino verso la suite. Non è possibile che sia così
insopportabile, assolutamente stupido ed egocentrico!! Mi viene dietro
velocemente mentre molta gente ci guarda con curiosità.
-Dovrò
darti una bella lezione..- mi disse con impeto e malizia..
Sentii
il suo braccio prendermi con ardore, i suoi occhi bruciavano di passione.
Sentivo un fuocherello bruciarmi dentro al cuore e ogni suo respiro aumentava
le fiamme. Inspirava ed espirava velocemente come se non riuscisse più a
contenere un’emozione trasbordante e alla fine, impetuoso come una tempesta, mi
prese il capo e lo spinse contro il suo. La sua bocca completamente appiccicata
alla mia, le sue mani che mi stringevano come non succedeva da un giorno, ma mi
era sembrata una vita. Un silenzio surreale intorno a noi, tutto si era
placato, sentivo solo il mio cuore farfugliare e il suo sapore nella mia bocca.
Mi baciò con una passione diversa che forse non avevo mai sentito davvero fino
ad allora. Quando si staccò da me rimasi imbambolato, il suo sguardo
inizialmente serissimo e poi quel sorriso canzonatore che tante volte mi aveva
fatto fermare il cuore.
-Ti
serva da insegnamento, sono in grado di ottenere quello che voglio dove e
quando mi pare..- rispose con quella faccia da schiaffi presuntuosa che faceva
per prendersi gioco di te, poi prese il bavero della mia camicia e mi tirò
leggermente a se.. –Tu sei mio..-
I
miei occhi si sbarrarono e cominciai ad arrabbiarmi sul serio. Feci per
voltarmi, per raggiungere la stanza, tante persone erano tramortite con la
bocca semi-aperta. Mi sentivo…letteralmente morire!!!
Voleva
dire che quelle tantissime persone avevano assistito al nostro bacio!?
Come
potevo essermene dimenticato!?
Perché
non mi ero opposto!?
Arrabbiato
con me stesso cominciai a percorrere velocemente il corridoio con la testa
china e le guance rosee. Mi sentivo così imbarazzato, così inerme per avergli
permesso un qualcosa di così intimo davanti a tutti. Lo sapevo bene, per lui
era l’ennesimo atto di impetuosità per dimostrare la sua superiorità “maschia”,
ma ora l’avrei volentieri ucciso con le mie stesse mani.
Le
mani mi tremavano, gli avevo strappato la chiave magnetica dalle dita e mi
affannavo per fare leggere la nostra pass, ma non riuscivo a controllare
l’agitazione che all’improvviso mi aveva preso.
Quando
entrai mi coprii con le mani il viso e per qualche istante rimasi in silenzio
per attutire il colpo.
-Non
consideravo che fossi così ansioso di restare solo con me..-
Mi
voltai verso di lui, rendendomi conto che mi stava chiaramente prendendo in
giro, come sempre del resto.
-Ti
rendi conto di quello che hai appena fatto!?- dissi sconvolto..
-Ti
ho baciato..- rispose tranquillo.. –La cosa più naturale del mondo..-
-No..-
dissi spalancando gli occhi.. –Tu hai baciato un ragazzo..-
-Io
ho solo baciato la persona che mi piace..- dice sorridendo con quella sua bocca
magnetica..
-Riley…quelle
persone erano sconvolte..- dissi ragionando.. –Non tutti sono abituati come
te al tuo mondo..-
-Justin
non ti ho portato qui per parlare del dove e quando ti posso baciare!!- mi dice
avvicinandosi con decisione.. –Non mi importa niente di quei stupidi bigotti
rintanati a gridare allo scandalo!! Io ti bacio dove, quando e quanto mi
pare…vorrei che questo ti fosse chiaro..-
-Cosa?!-
rispondo con stizza.. –Quindi decidi tutto tu adesso!? E da quando?!-
-Da
quando ho capito che sei troppo vigliacco per ammettere che vuoi stare con me e
che ti manco quando non mi vedi..- disse con passione..
-Se
non ti cerco è perché posso fare a meno di te..- grido e me ne pento un secondo
dopo..
-Ah
si!?- dice con poco convinzione.. –Allora vediamo un pò…poche ore fa, mentre
ero in stanza con Pablo, hai aspettato con tutto te stesso che ti toccassi!! E
lo desideravi Justin perché io l’ho sentito!!-
Mi
aveva preso per le spalle e cercava di costringermi a guardarlo. Ma io proprio
non ci riuscivo perché.. aveva ragione…in quel momento io desideravo solo che
la sua mano mi accarezzasse come faceva sempre. E non riuscivo ad accettare che
non lo facesse, perché temevo che quelle mani avrebbero toccato un altro uomo
che non ero io!! Dovevo accettarlo…era proprio così per quanto mi vergognassi!!
-Guardami..-
mi disse alzandomi il viso.. –Ogni volta che ti tocco sento un brivido! Siamo
come due calamite che non riescono a stare lontane…siamo i due poli opposti di
due magneti che non possono fare altro se non avvicinarsi! Justin…ascoltati..-
-Presto
fin troppo ascolto a me stesso..- gli dico allontanandomi un pò per riprendere
fiato..
-E
cosa ti dice!?- mi chiede lui
raggiungendomi per non perdere il filo diretto con i miei occhi..
-Che
devo starti lontano..- rispondo con sincerità..
-Non
hai ancora capito che la corazza di perfezione che ti sei costruito è piena di
crepe!?- mi disse con sgomento.. –Justin...non è più tempo per resistere od
opporsi all’inevitabile!!
Lui
si coprì gli occhi con le mani, sembrava disperato. Rimasi per un minuto
immobile incapace di reagire o di dirgli qualcosa. Sentivo il mio cuore battere
furiosamente, i miei occhi pungere.
-Ma…-
dissi allo stremo delle forze, sentendo le lacrime ai bordi delle ciglia.. –non
ci riesco..-
Mi
sembrava di aver ammesso la più grande delle debolezze. Ero così infuriato con
me stesso che iniziai a piangere come un bambino stupido che non ha ricevuto la
caramella quotidiana. Lui mi guarda per qualche istante, sembra sorpreso ma
sorride, quei sorrisi immensi e pieni di emozione che spesso mi riempivano il
cuore. Guardava i miei occhi così intensamente che abbassai leggermente lo sguardo
senza poter immaginare tutto quello che la mia ammissione aveva scatenato.
-Justin…mi
sembrava di avertelo già detto di arrenderti..- mi dice abbracciandomi con
trasporto.. –Sei adorabile…-
La
sua voce ferisce le mie orecchie come un coltello, ma…riesce sempre a sedurmi.
Come ora, che le sue mani toccano la mia pelle e la sfiorano con gentilezza, il
brivido che mi percuote mi strazia il cuore.
Cosa
farò quando si sarà stufato di me?! Quando troverà qualcuno che lo incuriosisce
di più!?
-Riley…non
trattarmi come un ragazzino..- dico cercando di staccarmi da lui..
-Sei
tu che stai piangendo come un ragazzino..- dice cercando le mie labbra...
–Anzi…come un moccioso..-
-Taci…stai
zitto!!- gli dico mentre gli prendo la camicia e la stringo.. –Non trattarmi da
stupido!! Crescerò vedrai..-
-Sempre
più adorabile..- disse attirandomi a sé, appoggiando un bacio veloce sulle mie
labbra..
Mi
diede uno spintone sul letto e inevitabilmente pensai…che l’aveva condiviso con
quella specie di uomo scimmia. Mi sentii così male al pensiero che quando si
avvicinò a me per sfiorarmi mi girai di lato per evitare il contatto. Non
riuscivo a passarci sopra, ero geloso di chiunque finiva per appartenergli e mi
sentii idiota perché sarebbe stato sempre così.
Come
potevo essere geloso di Riley, se sapevo che tra di noi non ci sarebbe mai
stata una storia?!
-Non
ho dormito qui con lui..- mi disse avvicinandosi al mio orecchio.. –Te lo
giuro..-
Mi
abbracciò dolcemente, sentivo il suo petto appiccicato alla mia schiena e le
sue braccia mi stringevano così teneramente che il mio cuore continuava a
martellare sempre di più. Sembrava andarsene via dal petto, non volevo che mi
sentisse così indifeso, così completamente in balia della sua presenza.
-Non
voglio sapere niente..- dissi trattenendo la rabbia..
-Non
mi importava nulla di lui..- disse voltandomi con dolcezza verso il suo viso..
–L’ho fatto solo per farti ingelosire..-
-E
hai fatto male..- dissi voltando lo sguardo..
Ed
io ero stato così male inutilmente?! Ero caduto nella sua trappola come un
moccioso! Quindi lo ero davvero se non ero stato in grado di capire fin
dall’inizio che aveva calcolato tutto per farmi cadere. Tutto per un suo
piacere personale, mentre mi ero sentito morire per il dolore che avevo provato
nel saperlo tra le braccia di un altro.
-Per
te è tutto un gioco vero?!- dissi esausto e affranto.. –Tu non hai la minima
idea di come mi sia sentito! Da quando ti ho incontrato la mia vita si è solo
complicata!! Mi sto trasformando in una persona che non pensavo sarei mai
diventata e tutto perché tu hai deciso di farmi impazzire!! Se solo non ti
avessi mai incontrato ora sarei la persona calma e razionale di sempre!! Perché
dovrei lasciarmi sconvolgere da te…eh?!-
Nervosamente
mi alzai dal letto e feci qualche passo frenetico in direzione della cabina
armadio. Quando mi voltai ero abbastanza lontano da lui per proseguire a
parlare. Stavano cadendo tutte le difese, le maschere che con tanta cura mi ero
costruito, anche se poi, in ogni caso, avevo lasciato trasparire troppo. Adesso
che ero di fronte a lui, spogliato delle protezioni che con tanta fatica avevo
sostenuto fino a quel momento, avrebbe visto un ragazzo ordinario come tanti
altri. E il pensiero che mi buttasse fuori dalla porta, dopo il dolore con cui
ero arrivato a qual punto, mi annientò all’istante. Non volevo che si stufasse
di me, non volevo diventare il ragazzo come tanti altri con cui se l’era
spassata ogni sera! Volevo essere importante e speciale per lui!
Oh
Riley ti prego…non mi abbandonare proprio adesso!!
-Io…-
dissi con confusione.. –Ero…geloso di Pablo! Mi hai umiliato davanti a lui, mi
sentivo totalmente escluso dalla tua vita! Oggi avevo deciso di dirti addio per
sempre, volevo uscire da questo circolo vizioso perché non riuscivo più a
gestirlo! Ogni volta che mi avvicino a te mi sembra che tu sia sempre più
lontano e non comprendo perché ti ostini tanto a provocarmi! È qualche giorno
che ho compreso che stava cambiando qualcosa, ma non trovavo la forza per
starti lontano, desideravo vederti, ascoltarti..-
-Allora
non devi nemmeno provare a farlo..- disse lui con ardore.. –Non farlo Jus
altrimenti mi arrabbierò davvero..-
Lui
mi guardava con quello sguardo serio e intenso che non gli avevo mai visto
dipinto in viso. Si avvicinò, la sua mano protesa asciugò una lacrima e poi
prese la mia mano, la strinse e mi guardò con delicatezza. Quando mi attirò
ancora una volta accanto a se sul letto, mi mise una mano sul capo e mi tenne
ancorato a lui con tanta tenerezza che mi chiesi se era davvero lo stesso Riley
con cui avevo tanto litigato.
-A
volte non si può essere preparati razionalmente a tutto Justin..- disse con
voce comprensiva e dolce.. –Avevo un obiettivo! Volevo che tu capissi te
stesso, volevo che sapessi che eri geloso perché tra te e me c’era qualcosa! E
per favore non smettere di esserlo…-
Lo
guardai con occhi sgranati e lentamente, senza mollare i miei occhi per un
istante, si avvicinò. Posò le sue labbra sulle mie, ma questa volta il baciò
che mi dò fu lento e dolce come lo zucchero filato. Sentivo quella bocca
perfetta muoversi in sincronia con la mia e la cercava sempre di più, sembrava
non essere mai sazio. Le sue mani avevano raggiunto il mio capo e lo attiravano
a sé con ingordigia. Riley non mi aveva mai baciato così prima d’ora, mi sentivo
totalmente incapace di reagire. La sua lingua spesso cercava la mia, ma non ero
in grado di oppormi, dentro di me stava tutto tornando al suo posto, mentre
posai la mia mano sul suo torace e mi sorprese sentire il suo cuore totalmente
nel panico come il mio. Aprii gli occhi stupito, anche lui mi stava guardando
completamente consapevole che il mio cuore stava impazzendo.
Quando
le sue mani arrivarono ai bottoni della mia camicia, mi sentii all’improvviso a
disagio. No…non ero ancora pronto ad arrivare a tanto!
-Shh..-
mi disse Riley dolcemente.. –Non voglio farti del male Justin…voglio solo
sentire il calore della tua pelle..-
Mi
spogliò lentamente, lasciandomi gli slip e lui fece la stessa cosa. Mentre mi
toglieva gli indumenti mi osservava con dolcezza e provai un imbarazzo tale che
avvampai un paio di volte.. Si era trattenuto più del dovuto con me, potevo
capirlo solo ora mentre la sua bocca posava baci sul mio corpo delicatamente
senza spaventarmi.
-Sei
così bello Justin…- mi disse con quel suo sguardo sincero.. –Guardami…e
seducimi sempre di più con il tuo viso..-
Mi
baciava sempre più teneramente mentre tremavo sotto le sue mani, quel corpo
vigoroso e muscoloso poteva prendersi tutto quello che voleva se continuava a
trattarmi in quel modo. Toccava le mie braccia, sentivo sempre di più quanto
quel sentimento, trattenuto a lungo, stesse crescendo sempre più immensamente,
mentre io cercavo le sue labbra. Non riuscivo a smettere di desiderare i suoi
baci. Quando si avvicinò a me con tutto il suo corpo, compresi cosa intendeva
dire quando aveva espresso il desiderio di sentire il calore della mia pelle.
Mi strinse forte con le braccia che si legavano al mio torace, le mani che
completamente aperte aderivano perfettamente alla mia pelle, sentivo
diffondersi un calore che non avevo mai sentito in vita mia e istintivamente mi
accoccolai contro di lui per godermi appieno quel senso di protezione che
sentivo pervadermi il corpo. Avevo il capo appoggiato all’incavo del suo collo
e sapeva di lui, di quel suo odore tanto inebriante che dimenticai qualsiasi
cosa, anche che forse mi sarei pentito dell’intimità a cui mi ero abbandonato
una volta che lui si fosse stancato di me. Al pensiero il mio cuore sobbalzò e
lui se ne accorse perché mi guardò con incertezza.
-Non
ti permetterò di andartene..- disse per chiarire la sua posizione..
-Quando
sarai tu ad andartene, mi pentirò di questa sera..- dissi con voce malinconica…
-E
chi ti dice che io me ne andrò!?- disse teneramente, accarezzandomi la
guancia..
Sorrisi,
eppure dentro di me sapevo che quel giorno sarebbe arrivato! Cercò il mio bacio
con insistenza e quando gli concessi di darmelo, sorrise soddisfatto senza
lasciarmi un istante. E mi baciò ancora a lungo, ridendo di me ogni volta che
tremavo tra le sue braccia per quelle sue effusioni strazianti.
Come
potevo essermi innamorato così tanto di lui!?
Eppure quella era la verità. Mi ero innamorato con la stessa facilità con cui una foglia cadeva dall’albero. Sapevo che Riley era esattamente la persona che mi avrebbe spezzato il cuore. Ma incredibilmente non mi importava. Lo amavo ed ero pronto a correre qualsiasi rischio. Anche quello di perderlo definitivamente dopo avergli dato ogni singola parte di me stesso…
Fine di questo capitolo! Beh a dire la verità non so se la mia storia vi piaccia o no, non ho ricevuto praticamente recensioni e temo che questa non sia una buona notizia!Beh farò sempre del mio meglio per migliorarmi se possibile e spero che continuerete a seguirmi se vi va. :-)
Justin e Riley hanno ancora molte emozioni e avventure da condividere! Nel capitolo ho inserito dei piccoli pezzi di due canzoni, rispettivamente di James Morrison e Chris Isaak, mi sembravano l'ideale.
Un abbraccio Asia...