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Autore: Eris Greengrass in Wilkes    18/02/2015    7 recensioni
[Storia a OC; ISCRIZIONI CHIUSE]
Qualcuno ha avvelenato Zeus, che poco a poco sta cominciando a perdere la propria immortalità e a svanire.
Ventidue semidei.
Una cura.
Il risveglio di un vecchio mostro.
Un nemico misterioso che trama per conquistare l’Olimpo.
Vuoi unirti a noi in quest’avventura?
[Storia scritta a 4 mani con Fiamma Erin Gaunt]
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dei Minori, Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Cap 2

 

 

 

 

Cassandra




 

Oltrepassò la barriera protettiva del Campo con un sospiro sollevato. Quando inizialmente aveva accettato di seguire un paio delle lezioni del corso di medicina che teneva Will, a Nuova Roma, non aveva immaginato che sarebbe stata lontana per due intere settimane. Sospirò nuovamente, ravviandosi una ciocca di lunghi capelli biondo miele che le era finita davanti agli occhi azzurri.

Non c’era un’anima in giro, malgrado fosse mattina inoltrata.

Questo finchè non raggiunse l’ufficio di Chirone, perlomeno.

Persino da dietro la resistente porta in legno di quercia si riusciva a percepire la voce di Katherine, visibilmente alterata.

Era appena tornata e già le toccava affrontare un litigio tra semidei: fantastico.

Aprì la porta con circospezione, trovando riuniti tutti i Capocasa.

C’era Jace, seduto a capotavola e intento a giocherellare distrattamente con il fodero di Cortana.

Raphael se ne stava nell’angolo più remoto, silenzioso e solitario come sempre quando il suo gemello non era nei paraggi.

Cameron sonnecchiava leggermente, la testa appoggiata sul palmo delle mani.

Arya e Tammy stavano sedute vicine, sorridendosi di tanto in tanto e approfittando di qualsiasi scusa per sfiorarsi con la rapidità e la delicatezza che avrebbe avuto il tocco di una farfalla. Stavano insieme da poco e Cassandra aveva sempre pensato che fossero una coppia stupenda.

Jennifer e Kim osservavano erano sedute accanto a Faith e Rebecca e nessuna di loro sembrava perdersi un istante della discussione in atto.

Kevin e Francisco stavano seduti ai lati di Aiden, il primo a ridere sotto i baffi e l’altro a cercare di fare da paciere tra l’amico e Katherine coadiuvato dall’aiuto di Drew, che cercava invano di tranquillizzare la ragazza.

Perché sì, la persona contro cui la figlia di Ares stava inveendo con un linguaggio talmente colorito che avrebbe fatto arrossire persino il Divino Dioniso, era proprio Aiden.

- Sicura di non essere mezza Gorgone, Banks? Perché sai, sei amabile quasi quanto loro. –

- Sicuro di non volere un biglietto di sola andata per gli Inferi, Gray? Sai, potrei risparmiarti il viaggio ombra e spedirtici a calci. –

- Come dicevo, hai una classe invidiabile – rimarcò, beffardo.

- Ah, toglietemelo da davanti o giuro che lo strangolo con le mie mani – esclamò, esasperata, incrociando le braccia al petto.

Sembrava che fosse l’unico modo per impedire alle sue mani di correre sull’impugnatura della daga che portava assicurata al fianco.

Cassandra tossicchiò leggermente, attirando l’attenzione su di sé.

- Io sarei tornata –, disse, - Ma se è un brutto momento ripasso più tardi. –

Jace si alzò di scatto, rivolgendole uno di quei suoi sorrisi folgoranti.

- Bentornata, Alice. –

Gli lanciò uno sguardo piccato. – Non chiamarmi in quel modo – disse, calcando bene su ogni parola.

Da quando aveva messo piede al Campo per la prima volta, il figlio di Zeus aveva preso a chiamarla in quel modo adducendo la scusa che le ricordasse incredibilmente la protagonista del “Paese delle meraviglie”.

- Cassie! – esclamò per tutta risposta la Capocasa di Hermes.

- Becca! –

Si strinsero in uno di quei leggendari abbracci spaccaossa che erano un po’ il marchio di fabbrica di Cassandra.

Rebecca Mason aveva un anno in meno di Cassandra, naso all’insù e occhi color ambra da cerbiatta, incorniciati da una massa di boccoli castani perennemente scompigliati. Dire che avesse le lentiggini non rendeva giustizia alla cosa. Quasi ogni centimetro del suo viso magro e dalla carnagione perennemente abbronzata era ricoperto da piccole efelidi. Esuberante e amante degli scherzi, aveva in comune con Cassandra il fatto di estraniarsi dal mondo talvolta e dare l’impressione che fosse tra le nuvole.

Quando si separarono, la figlia di Apollo rivolse un’occhiata incuriosita in direzione del resto dei semidei.

- Che mi sono persa? –

A risponderle fu Kim, la figlia di Chione che in molti al Campo paragonavano a una regina per  via dei suoi modi aggraziati e sensuali. Gli occhi color ghiaccio erano freddi e controllati, e ciò faceva presagire problemi all’orizzonte.

- Ieri l’Oracolo ha pronunciato una delle sue profezie. Il Divino Zeus si sta spegnendo e alcuni di noi sono stati scelti per prendere parte a un’impresa. –

- Ci siamo riuniti per decidere il da farsi - aggiunse Arya, lanciando un’occhiata eloquente ai presenti, - Ma alcuni di noi preferiscono punzecchiarsi come bambini. –

Katherine non diede segno di aver raccolto la frecciata, mentre Aiden si limitò a stringersi nelle spalle e a ribattere: - Ehy, fa parte del mio fascino. –

Cassandra annuì, assimilando rapidamente tutte le informazioni. Era stata via solo per due settimane e al Campo era successo il putiferio.

- Credete che anche Cassandra sia coinvolta? – domandò Rebecca, curiosa.

Per tutta risposta, un fascio di luce investì la ragazza. Non era una sensazione spiacevole; era calda, avvolgente, e carica d’affetto. Insomma, era un po’ ciò che gli abbracci scatenavano in lei.

- A giudicare dal fatto che brilla come un lampadina, direi di sì – osservò Jace.

Poi si rivolse verso l’alto, come se volesse parlare direttamente ad Apollo, - Abbiamo capito, ti spiacerebbe diminuire un po’ l’intensità? O quantomeno fammi avere un paio di occhiali da sole e un po’ di crema, non sono attrezzato per prendere il sole in sala riunioni. –

Katherine gli rifilò una gomitata nelle costole, tuttavia era evidente che si stesse sforzando di non ridere, - Non essere blasfemo. –

Arya tossicchiò, riportando l’attenzione su di sé.

- Vi dispiacerebbe concentrarvi sul nocciolo  della questione? Quando partiremo per l’impresa?

- Da quando sei stata nominata a capo dell’impresa? –

- Da quando tu sembri troppo impegnato a fare battute stupide per svolgere il tuo compito – lo rimbeccò.

Tammy alzò le mani, esclamando: - Okay, abbassate le penne tutti e due. E, comunque, non possiamo partire questa sera. Punto primo perché non è saggio lanciarsi in un’impresa mortale in piena notte. –

Venne interrotta dallo sbuffo di Kevin.

- Visto che non tutti siamo figli di Nyx -, continuò piccata, - E poi perché questa sera ci sarà la partita di Ruba bandiera d’inizio anno. –

Un mormorio si diffuse tra i presenti. Sembrava stupido preoccuparsi di una cosa futile come quella, ma era una tradizione e come tale andava onorata.

- Giusto. Allora … - dissero all’unisono Jace e Arya.

Tacquero, folgorandosi a vicenda con un’occhiataccia.

Tammy fece scivolare sotto al tavolo la mano, intrecciando le dita con quelle della fidanzata. Strinse appena, in un muto invito a lasciar perdere.

Davanti a quel cambio d’umore improvviso, Cassandra sorrise.

Sì, le sue due amiche formavano una gran bella coppia.

 

 

 

 

 

 

 

Jace








- Allora partiremo domani all’alba. Adesso dedichiamoci a formare le squadre per stasera – riprese Jace, per poi aggiungere: - Io prendo il blu. –

Jennifer sbuffò. - Che cosa strana, non succede mai. –

- È un problema, sirenetta? –

- Dico solo che magari per una volta potresti cambiare, visto che il blu è il mio colore preferito. –

- Già, ma non ti sta bene neanche la metà di quanto sta bene a me. –

La figlia di Poseidone sgranò gli occhi verde scuro, indignata: - Ma ti senti quando parli? –

- Certo che sì, la mia voce è fantastica. –

Roteò gli occhi. 

- Dicevamo … il capitano dell’altra squadra? –

Arya fece svettare la mano in alto.

- La Casa di Apate non guida una battuta di Ruba bandiera da un po’ … oltretutto il rosso mi sta bene – concluse, in un’evidente frecciatina.

- Bene. Fate la vostra scelta, Capocasa – concluse formalmente il figlio di Zeus.

 Una decina di minuti più tardi, dopo aver contato e diviso i foglietti su cui i vari semidei avevano segnato la loro preferenza, venne fatto l’annuncio.

- Squadra rossa, capitanata da Arya: Apate, Borea, Apollo, Ade, Nyx, Poseidone, Eros e Afrodite. Squadra blu, con il sottoscritto: Zeus, Ares, Lissa, Dioniso, Hermes, Chione ed Efesto. –

Jace si stiracchiò come un gatto, emettendo una serie di schiocchi allarmanti.

Le contratture che si portava dietro da ormai otto anni, da quando cioè era un ragazzino spaurito che aveva messo piede per la prima volta al Campo, gli davano il tormento più o meno ogni giorno. Qualche volta, quando era particolarmente fortunato, lo lasciavano in pace per mezza giornata.

- Mio nonno fisicamente sta meglio di te … e lui è del ’33 – lo informò Katherine, ironica.

- Uhm, e tuo nonno saprebbe fare questo? – chiese, sollevandola come se non pesasse nulla e caricandosela in spalla. Bloccata in quella morsa micidiale, non le rimase altro che subire un attacco particolarmente intenso di solletico.

Jace la lasciò andare solo quando era ormai a corto di fiato.

Katherine si ravviò un’onda scura, arricciando il labbro inferiore in un lieve broncio.

- Ti odio – asserì, ma le parole vennero rovinate dal sorriso divertito che le increspava le labbra.

- No, tu mi adori. Hai il fratello adottivo migliore del mondo … di gran lunga meglio di quei tipi che ti girano per la Casa. –

Rise, annuendo. – Sì, ed è anche il fratello adottivo più modesto che si sia mai visto sulla faccia della Terra dai tempi di Achille. –

- La modestia è per le persone brutte o incapaci, quando si è belli e incredibili è assolutamente sprecata. –

Lo spintonò. – Ma falla finita! –

Insieme raggiunsero l’Arena, allestendo un piccolo incontro di scherma. Un’ora più tardi, entrambi si lasciarono cadere sulla sabbia con un gemito esausto.

- Direi che è stato un pareggio – borbottò, tirandosi su e allungando una mano verso di lei. Katherine la prese, alzandosi in piedi e spingendolo nuovamente giù. Puntò la lama della spada contro di lui, poco sotto il mento, sorridendo vittoriosa: - Io direi che ti ho appena battuto. –

- Sei sleale – bofonchiò, scostando la lama con un braccio e alzandosi nuovamente.

Katherine si strinse nelle spalle. – In amore e in guerra è tutto lecito. –

Jace arricciò il naso, in una comica espressione di disgusto, - Ti prego, risparmiami le frasi stile Afrodite. –

- Sì,certo, cambia discorso. Tanto ti ho battuto lo stesso. –

 

 

 

 

 

 

 

Katherine








Mentre si dirigeva verso il campo da gioco, venne affiancata da Nicole e Clare. Gabriela aveva fatto un pezzo di strada con loro, ma poi si era limitata a rivolgere loro un piccolo cenno del capo e a raggiungere i membri della sua squadra. Mentre si predisponevano intorno a Jace, la figlia di Efesto le diede di gomito.

- Quanta gente ha fatto arrabbiare di recente? –

- Escludendo te? -, contò mentalmente per una frazione di secondo, - Più o meno metà Campo. Esattamente tutti quelli in rosso. –

Nicole sospirò.

Magnifico, ci mancava solo una schiera di semidei decisi più che mai a farli neri.

- Abbiamo anche la Cacciatrice con noi – aggiunse poi, indicando Alyssa che si teneva a distanza da tutti i ragazzi presenti.

Certe abitudini dovevano essere dure da mettere da parte.

Come se si fosse sentita chiamata in causa, la ragazza si avvicinò a passo lento e studiato.

Le sorrisero tiepidamente, mentre Clare rompeva gli indugi e le porgeva amichevolmente una mano: – Clare, figlia di Chione. Loro sono Katherine, figlia di Ares, e Nicole, figlia di Efesto. Benvenuta in squadra. –

- Alyssa … non c’è molto da dire, non ho parentele divine. –

- E di dove sei? –

- Sono nata a Corinto, da una famiglia di nobili origini. –

Clare stava per aggiungere qualcosa, ma Katherine le diede di gomito. C’era solo un motivo se una comune mortale si univa alle Cacciatrici di Artemide: aveva avuto una vita difficile e probabilmente non le andava di affrontare il discorso.

- Chi è a capo della squadra? – chiese poi Alyssa, rompendo il silenzio imbarazzante che era sceso tra loro.

- Jace. Lo riconoscerai tra tutti perché è quello con l’espressione tronfia e arrogante – replicò Nicole.

- Il biondo con quel corpo … beh, divino – chiarì Clare.

- Figlio di Zeus? – chiese, assottigliando lo sguardo per osservarlo meglio. In tutta la progenie del padre degli Dei c’era qualcosa di simile, e quel ragazzo per certi versi le ricordava Talia.

Clare annuì.

- Magnifico – borbottò. Non sembrava affatto contenta di dover prendere ordini da un ragazzo.

Jace scelse proprio quel momento per raggiungerle.

Aveva già indossato l’elmo e gli occhi blu luccicavano al di sotto del bronzo celeste.

- Volete un the e dei pasticcini o vi date una mossa? –

- Non costringermi a farti finire di nuovo con il sedere per terra, Jace – lo rimbeccò Katherine.

Tuttavia indossò anche lei l’elmo dal pennacchio blu e fece roteare l’elsa della sua spada tra le dita sottili.

- Andiamo a umiliarli – decretò con ferocia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aiden


La partita andava avanti da quasi un’ora quando la vide. Camminava con andatura furtiva e teneva la spada ben stesa davanti a sé. Non c’era traccia di altri suoi compagni, quindi probabilmente era andata in avanscoperta.

Si ammantò nell’ombra, apparendole davanti senza il minimo rumore.

Katherine trasalì, puntandogli contro la spada.

- Non dirmi che ho spaventato la feroce figlia di Ares – la schernì.

- Fottiti, Gray. –

- È una proposta? – la rimbeccò.

Era una sua impressione o era avvampata al di sotto dell’elmo?

- Neanche se fossi l’ultimo semidio sulla faccia della terra. Ho gusti migliori. –

- Già, tipo Strongold, no? –

Non sapeva neanche lui perché l’aveva detto, ma il fatto che le voci su di loro potessero essere vere lo irritava.

- Che accidenti c’entra Jace? È il mio migliore amico. –

- E lui questo lo sa? –

Katherine gli rivolse un’occhiata corrucciata.

 – E a te perché dovrebbe interessare? –

Si strinse nelle spalle.

- Infatti non m’interessa. –

- Perfetto. Se non c’è altro, togliti dai piedi. –

- Hai paura di batterti con me, Banks? –

Scoppiò a ridere, sinceramente divertita.

- Ho paura di farti troppo male, Gray – lo corresse.

Aiden fece baluginare la sua spada, incrociando le lame. Menarono un paio di fendenti lenti, per poi intensificare gli scambi.

Era rapida, più veloce di quanto avesse mai immaginato. Tuttavia era in grado di reggere lo scontro almeno per un po’. Quando finalmente la vide sbilanciarsi un po’ in avanti, tese la gamba e la fece cadere.

Non aveva considerato la sua reazione, però, perché si ritrovò ad essere trascinato a terra con lei.

Sopra di lei a voler essere precisi.

Gli elmi erano volati via nell’impeto della caduta così la chioma nera come la notte della ragazza era sparsa a terra. La osservò per una manciata di secondi che parvero interminabili. Era bella, si sorprese a notare.

Insopportabile, arrogante e impetuosa, certo … ma così tremendamente bella.

La voce di Katherine lo riscosse dai suoi pensieri. - Che ne dici di toglierti di dosso, Gray? Mi stai schiacciando. –

Rotolò di lato, liberandola dal suo peso.

La osservò raccogliere l’elmo, calcarselo nuovamente in testa e toccarlo con la punta della spada.

- Per la cronaca, ti ho appena ucciso. –

Sì, ma di certo non nel senso che credeva lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

No, non siamo sparite, tranquilli! È solo che con la sessione d’esami siamo immerse nei libri fino al collo e il tempo da dedicare alla scrittura purtroppo è davvero poco. Abbiamo presentato un altro paio di OC che speriamo di aver reso nel migliore dei modi - questo giudicatelo voi ;) – e nel prossimo capitolo finiremo finalmente di presentare in modo degno tutti gli altri.  Abbiamo un piccolo sondaggio da proporvi:

1.       Finora quali sono i vostri semidei preferiti?

2.      C’è già qualche coppia che shippate?

Al prossimo – che giuriamo arriverà presto – aggiornamento.

Baci,

Eris & Fiamma

 

  
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