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Autore: Balla sulle nuvole    19/02/2015    5 recensioni
Yukio Kasamatsu è un brillante e tenace giovane ispettore in carriera.
Un uomo retto ed inflessibile che non ha mai infranto le regole.
Per questi suoi meriti, nonostante la giovane età, toccherà proprio a lui cercare d’incastrare la banda di ladri più famosa del Gippone: la Kiseki no Sedai.
Un gruppo di ragazzi particolarmente dotati che per noia ed adrenalina rubano tutto quello che sembra al sicuro.
Tra loro c’è anche Kise Ryota, un modello affermato in grado d’imitare chiunque.
Un ragazzo fin troppo sicuro di se, sempre in cerca di nuovi stimoli.
E cosa c'è di più stimolante del sedurre chi cerca di metterti dietro le sbarre?
[ KiseKasa, KagaKuro, MidoTaka, AoMomo, MuraMuro]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Kiseki No Sedai, Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4:

Quando il ladro risponde alle domande tappatevi le orecchie, altrimenti persino il significato della domanda stessa verrà distorto dalle sue parole:



 
 

“Tu?” domandò l’ispettore incredulo.
Non poteva crederci, o meglio non voleva farlo.
Dopotutto era  impossibile che tra le milioni di persone che abitavano Tokio,  il suo testimone fosse proprio quel ragazzo.
Era assurdo, eppure sembrava proprio che le cose stessero così.
Da qualche parte, in un universo parallelo, un Dio o forse uno spirito si sta divertendo alle mie spalle pensò irritato.
Kise allargò il sorriso che gli era rimasto incollato in faccia da quando era comparso sull’uscio della porta. “ Non sei contento? Almeno possiamo continuare la conversazione dell’altra sera”.
Poi, senza aspettare nessuna risposta o istruzione, si accomodò con disinvoltura sulla morbida sedia che aveva occupato poco prima per essere truccato.
Kasamatsu lo fulminò con lo sguardo e si schiarì la voce con un colpo di tosse.
“ Si metta qualcosa addosso per favore”  disse cercando di mantenere un tono distaccato e professionale per mascherare la vergogna.
Il modello scoppiò a ridere. “ Non dirmi che ti metto in imbarazzo? E poi perché ora mi dai del lei?”.
Yukio si passò una mano sul viso, massaggiandosi le tempie. “ Questo è un interrogatorio quindi per favore si vesta e cerchi di collaborare”.
“Agli ordini detective” commentò Kise, indossando con calma l’accappatoio che aveva trovato appeso alle sue spalle. “ Penso che questo, tra i vestiti che ci sono qui, sia quello che mi copre di più, o preferisci che mi metta qualcos’altro?”
Il detective lo ignorò. Voleva concludere quello scambio di battute il più velocemente possibile.
“ Mi dica nei  minimi dettagli quello che ha visto”.
“ Vediamo un po’… da dove potrei iniziare?” domandò il biondo col solo scopo d’innervosire ulteriormente il suo interlocutore.
Kasamatsu  gli lanciò un’ultima occhiata d’avvertimento. “Dall’inizio”
“ Allora” cominciò a raccontare Ryota, ruotando il collo per farlo scrocchiare. “Direi che l’inizio è quando il fotografo ha annunciato la pausa.
Ne avevo proprio bisogno,  non ce la facevo più.  Per questo sono stato il primo a togliermi il collier  che portavo al collo e a dirigermi qui, esattamente su questa sedia. Avevo i capelli fuori posto e poi ovviamente c’era il cambio d’abito così l’entourage mi ha praticamente trascinato e  ho dimenticato la mia bottiglietta  sul set. Di norma non ci avrei badato, posso aspettare qualche minuto per un goccio d’acqua, oggi però mi serviva perché volevo prendere la pastiglia per il mal di testa. E’ da questa mattina che mi scoppia e lavorare in certe condizioni è un’agonia.  Quindi sono andato a prenderla. Non ho chiamato un assistente perché visto come stavo non vedevo l’ora d’allontanarmi dalla bolgia dei camerini e prendere un po’ d’aria.”
 Kise parlava a briglia sciolta, con la stessa parlantina  che aveva esibito qualche sera prima al bar.
Kasamatsu lo ascoltava senza interrompere. Aveva imparato che durante gli interrogatori le informazioni più importanti si rivelavano lasciando le persone libere di parlare, di dire tutto quello che veniva loro in mente.
Ovviamente se l’interrogato apriva bocca senza bisogno di un sollecito.
“ All’inizio non ci ho fatto caso, dopotutto di solito nessuno bada ai gioielli durante il cambio d’abito, e poi ero indaffarato a prendere l’antidolorifico.  Mentre stavo deglutendo però, per puro caso, ho alzato lo sguardo verso la teca e la maschera che il ladro indossava ha catturato la mia attenzione.
Una maschera davvero bellissima: da gatto, fatta a mano,  la tintura azzurra sembrava quasi un acquarello.
Non era un modello da quattro soldi, ma direi una di quelle  antiche, costose ed estremamente lavorate nei minimi dettagli.
Lo so perché nel mio lavoro, ogni tanto, mi capita di posare con delle maschere e quindi, oramai, so riconoscerne una preziosa da una comprata ad una bancarella.
Comunque  non ho capito subito cosa stesse facendo, poi ho visto il sacco che stringeva tra le mani e ho urlato in automatico. Ho dato l’allarme e subito le luci si sono spente, buio totale”.
Yukio annuì, la penna che scorreva sulle pagine immacolate del taccuino.
“ C’è qualcos’altro che l’ha colpito del ladro? Oltre la maschera?”
Kise chiuse gli occhi, fingendo di riflettere.
Sono un attore nato pensò orgoglioso.
 “ Fisicamente direi che era molto più basso di me, e ad occhio e croce anche di te. Magrolino, piccolo ed asciutto.  Sembrava sicuro di se ma allo stesso tempo sull’attenti, pronto a cogliere ogni minimo rumore.
Inoltre era completamente vestito d’azzurro. Per il resto non saprei: non ho avuto abbastanza tempo e la mia attenzione è stata catturata dalla maschera.”
“Capisco” commentò l’investigatore, addolcendo un po’ il tono della voce.
Dopotutto  Ryota si stava comportando davvero bene. Aveva raccontato l’intera vicenda perfettamente, senza divagare e con precisione.
Stava collaborando e Yukio gli era grato per questo, per un attimo aveva pensato al peggio, di non riuscire a  combinare nulla, buttando via l’intero interrogatorio, visto la strafottenza del giovane modello che l’aveva sorpreso e fatto ricredere completamente.
Forse non è così immaturo come pensavo. Forse c’è di più dietro a quest’idiota.
 “ E prima della pausa non ricordi di averlo visto da qualche parte? Magari tra l’entourage ? Un ragazzo completamente vestito d’azzurro salta agli occhi”  chiese, giocherellando con la biro.
“ Finalmente mi ridai del tu. Comunque non saprei, ero abbagliato dai flash e concentrato sul lavoro, poi avevo quel cavolo di mal di testa. Dovresti chiederlo ai parrucchieri o ai truccatori, sono sempre attenti a queste cose” rispose Kise, stiracchiando le braccia verso l’alto come un gatto.
Non importa a chi chiedi, Kurokocchi è un ombra e nessuno può vederlo se lui non vuole. Figuriamoci quei pagliacci sempre troppo presi ad ammirare noi modelli come se fossimo dei  pensò divertito, gli occhi fissi sull’ispettore che cercava in ogni modo di non incrociare il suo sguardo.
“ Lo farò sicuramente”.
Ryota scoppiò a ridere. “ L’ho capito subito che sei un uomo diligente”.
“ Mi stai prendendo in giro?” chiese Yukio dubbioso. Con Moriyama  gli succedeva spesso di non capire i velati punzecchiamenti del amico, soprattutto quando l’oggetto delle derisioni era lui.
“ Per niente…Questa volta però sono stato bravo anch’io, vero ispettore?” mormorò divertito Kise, sporgendosi in avanti per accorciare le distanze.
Yukio deglutì imbarazzato, sentiva le guance tingersi di rosso. Cosa diavolo passava per la mente di quel ragazzo?
“ Sei stato bravo” borbottò a disagio, cercando di concentrare la sua attenzione sul block-notes  che gli stava davanti, fallendo miseramente.
Kise  gli sorrise lascivo. “ Quindi mi merito una ricompensa: una bella cenetta andrà benissimo. A che ora passi a prendermi?”.
Kasamatsu sgranò gli occhi: quel tipo aveva la brutta abitudine di sorprenderlo ogni volta.
“ Io veramente non…”.
Stava per disdire il tutto, quando una ragazza spalancò la porta dello stanzino: in mano teneva ben tre cellulari e un palmare, mentre tra le orecchie spuntava l’asticella di un microfono portatile.
“ Kise, dobbiamo andare.” Tuono imperiosa, con l’aria di chi non ammetteva repliche nemmeno da un poliziotto.
Il ragazzo annuì,  poi velocemente sfilò la biro dalla mano del detective e scarabocchiò qualcosa sul taccuino.
“ Ci vediamo dopo Zazà”  salutò allegramente, seguendo la ragazza che trafficava dietro al palmare.
Yukio sbatté le palpebre più volte. Era successo tutto così velocemente da lasciarlo inebetito.
L’unica cosa certa in quel momento e che risaltava tra i suoi appunti era l’indirizzo del modello ed un  altro semplice messaggio che non gli lasciava scelta: ti spetto lì per le 20.00.
 


********************
 
 
 
Kuroko se ne stava comodamente seduto su una seggiola del solito fast food, tra le mani un bicchiere di frullato alla vaniglia: il suo preferito.
Aveva consegnato la refurtiva ad Aomine subito dopo il colpo: come programmato l’amico  l’ aveva aspettato qualche isolato più in là rispetto al luogo del furto con la macchina accesa pronta per la fuga.
Quindi, dopo che tutto era andato a buon fine e i suoi servigi non erano più richiesti, aveva deciso di premiarsi come al solito, concedendosi un po’ di riposo e qualche frappé.
In silenzio, assaporando quel dolce premio di cui andava ghiotto, osservava con  attenzione le persone che lo circondavano.
Da quando era diventato l’ombra della Kiseki no sedai, aveva preso l’abitudine d’analizzare i passanti.
Capire l’animo umano era fondamentale per un illusionista e ancora di più per un ladro.
Ben presto la sua attenzione  venne attirata da un giovane coi capelli rossi che gironzolava  tra i tavoli sovrappensiero.
O almeno così voleva far credere agli altri, mentre le sue mani si muovevano agili da una borsa all’altra rubando i portafogli.
Kuroko sembrava l’unico ad essersene accorto in quel via vai di gente.
E’ bravo. Sceglie solamente quelli che hanno già pagato e che quindi si accorgeranno del furto una volta lontani si stupì, continuando ad ammirare il ladruncolo all’opera.
Soddisfatto del suo bottino, il ladro acquistò un numero esorbitante di hamburger.  Poi con passo deciso si diresse al tavolo dove stava  Tetsuya e con la grazia di un pachiderma si sedette sulla seggiola che gli stava di fronte.
Non mi ha notato pensò l’altro ragazzo, senza rancore ma divertito dalla strana situazione. Be, dopotutto è ancora un novellino e certe volte anche i miei compagni fanno fatica a vedermi. Ad Akashi non piacerà ma…
“ Vorresti diventare un vero ladro?” chiese a voce abbastanza bassa da essere udito solamente dal suo interlocutore.
Kagami Taiga sobbalzò sorpreso, rischiando seriamente di  strozzarsi col panino che stava divorando.
Non poteva ancora saperlo, ma quello era solo il primo di una lunga serie di spaventi che avrebbe avuto per colpa di Kuroko.

 
 
 





 Note dell’autrice folle:
 
Mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo.
Ultimamente ho ritrovato la serenità mentre scrivo e questo è fantastico.
Sull’interrogatorio non ho molto da dire, sperò di non aver fallito nell’impresa ma sono abbastanza soddisfatta.
Riguardo all’arrivo di Kagami sentivo il bisogno di un po’ di KagaKuro e così finalmente taiga ha fatto la sua comparsa.
Piano, piano compariranno anche Takao, Momoi e Himuro.
Perché anche se la long è una KagaKuro mi piace che ci siano tutte le mie otp, anche se sicuramente non saprò gestirle.
Ringrazio le due fantastiche ragazze che hanno recensito e chi ha messo questa storia tra le seguite/preferite/ ricordate.
Mi rendete davvero felice.
Al prossimo capitolo
Un bacio ed una chiacchiera di carnevale
Mary


 
 
  
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