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Autore: pace    20/02/2015    0 recensioni
"Quella ragazza è ancora lì in piedi che guarda a destra e sinistra, sorridendo a tutte le macchine, ridacchiando e toccandosi i capelli. Si morde il labbro e se lo accarezza lasciva, sbattendo le palpebre ma rimanendo instabile sui tacchi.
Il suo nome è ‘Bella’. E lo è davvero. La conosco perché io quella prostituta non posso dimenticarla."
Penso che basti questa introduzione
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Emmett dice che ho bisogno di "una sana scopata".
Emmett è il mio migliore amico, ci conosciamo dai tempi dell'asilo eppure, per chissà quale motivo, non gli ho detto nulla di Bella. Cosa può dirmi? "Sono così contento che tu abbia trovato una bella prostituta tutta per te! Sei sicuro che non abbia qualche malattia?". Sono quasi certo che direbbe così.
Emmett è un tipo cazzutto... non so se mi spiego. E' un misto tra Rocky Balboa e un orsetto gommoso. Lo adoro per questo. E perché non mi fa pagare nel suo ristorante.
Quel giorno, giovedì mattina, avevo solo un'oretta per raccontargli di Bella e per farmi dare dei consigli, prima che arrivasse l'ora di andare da lei, come tutti i giovedì daltronde. Di solito quando lo andavo a trovare al suo ristorante, il mio migliore amico lasciava la sua figura di capo, si sedeva al tavolo con me e diventava semplicemente mio amico. Sapevo che potevo contare su di lui, anche su questo. Non mi avrebbe giudicato. Forse ero io, ero io che mi giudicavo. Ero impazzito di una prostituta che non mi calcola di striscio?
-Amico! Come va?
Seduto al tavolo, mi sono sentito la spalla spezzata da una manona che senza ombra di dubbio apparteneva al mio grosso amico.
-Emmett...
I suoi occhi vivi di storie raccontate col passare del tempo, mi rassicurarono e al contempo stesso mi fecero frenare. Ma poi parlai. -Emmett, mi sono innamorato.

-Dov'è questa tipa?
-E' lì.
-Lì dove?
-Lì, Emmett, davanti ai tuoi occhi!
-Non la vedo...
-Abbassa lo sguardo! La stai fissando da un'ora, abbassa lo sguardo!
-Ma io non la vedo...
-Abbassalo!
Fece come gli avevo gridato/ordinato di fare e non la smise di sorridere.
-Perché ridi?
-Ha delle belle tette.
Alzai lo sguardo verso di lui, trucidandolo.
-Avevi detto che non l'avevi vista!
-Intendevo in faccia!
Rise sguaiatamente e fece girare quasi tutti nel bar di Jack. Mi misi la mano in viso. -Dio, Emmett, abbassa la voce...
-Dimmi com'è 'sta tipa.
Sospirai. -E' molto dolce. Credo sia stata ferita, in tutta la sua vita, molto spesso. Come tutti del resto.
-No no, dicevo, come sono le sue tette?
Non stava scherzando. Più lo fissavo, più capivo che l'espressione del suo volto era di sincera curiosità.
Sospirai, di nuovo. -Non lo so.
Strabuzzò gli occhi e quasi si strozzò con la birra. -C-come "non lo so"? Come "non lo so"? Come fai a sapere di amarla se non sai come sono le sue tette!!?
Credeteci oppure no, davanti alla sua espressione estereffata e scandalizzata, non sapevo come controbbattere.

-Quindi oggi...?
Emmett mi fissa con un sorriso malizioso e fa il gesto con la mano. 
Alzo gli occhi al cielo. -No, Emmett.
-Uff, perchè?
-Perché non credo... Ma fatti gli affari tuoi, scusa!
-Ti limiterai a mandarle i fiori finchè non ti si alzerà più?
Lo guardai truce. -E anche se fosse?
Mi guardò stralunato. -Ci pensi pure!
Tornai a mangiucchiare la cheesecake. Dio se Emmett era irritante! Mi faceva venire stupidi complessi, come se quelli miei non bastavano!
-Cacchio, ma quanti fiori ci mandi a quella tipa? Per un po' di...
Emmett si mise a borbottare cose molto carine sulle donne e su quello che gli uomini fanno per loro ma dopo un po' non lo ascoltavo più. Bella aveva in mano un tulipano, con un bigliettino.
Non era il mio. Non le davo mai tulipani ma solo rose.
-Emmett...
-Mh?
-E' un tulipano quello?
Forse annuì.
Scossi la testa, senza fiato. Qualcuno gli mandava delle rose. Qualcun altro. 
Quel qualcun altro che mi aveva anche copiato idea.
Bella sorrise. Perché sorrideva? Perché cazzo sorrideva?
Come se lo conoscesse! Come se era abituata a quei tulipani.
-Qualcuno ti sta rubando la ragazza?
Sospirai. Ecco il punto.
-Non è la mia ragazza, Emmett, non lo è.

-Edward mi spiace cosi tanto. Lo so che è il nostro giorno oggi ma ho un appuntamento.
Bella era di fronte, con un faccino triste e dispiaciuto, e si abbracciava per il freddo. Eravamo in macchina ed era primo pomeriggio. Aveva gli occhi gonfi, le labbra rosse e io volevo baciarla. Ma lei aveva un appuntamento.
Un apputamento. Con chi? No, non potevo saperlo. Non dovevo saperlo.
Non mi apparteneva. Non era la mia ragazza.
E non dovevo dimostrarmi dispiaciuto.
Fissai il manubrio e dopo cinque minuti abbondanti, la guardai. -Okay.
Mi rivolse un sorriso di scuse e andò via. E come lei anche il suo profumo.
La stavo perdendo ogni giorno e ogni secondo di più. E la parte peggiore era che non l'avevo mai avuta.

 
  
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