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Autore: Crystal25396    20/02/2015    2 recensioni
Erano passati 5 anni dall'ultimo contatto delle Ojamajo con la magia. Da allora, non avevano più avuto contatti con nessuno dei loro magici amici, la piccola Hana compresa. Ma qualcosa di inaspettato stava per succedere. Presto sarebbero tornate ad avere a che fare con la magia. Non tutto, però, andrà come previsto...
Dal capitolo 6:
"Non era mia intenzione origliare. Volevo solo tornare in classe per prendere il quaderno di matematica che avevo dimenticato. Non volevo ascoltare la loro conversazione, lo giuro! [...] Però... Cosa significava? Chi erano Eufonia e Malissa? E poi c'era il mondo delle streghe, la magia e una certa Regina. Cosa c'entrava il Maho, il negozio dove Doremi e le altre avevano lavorato ai tempi delle elementari? Dovevo vederci chiaro. A tutti i costi."
Storia momentaneamente sospesa. Riprenderà probabilmente in primavera.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Doremi Harukaze, Hana-chan, Tetsuya Kotake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VISITA MEDICA
 

Ero convinta di trovare Tetsuya sul tetto di casa sua ad aspettarmi, invece lo vidi da lontano che si dirigeva verso il Maho. In volo.
Inizialmente credetti di aver visto male e mi stropicciai gli occhi con il dorso della mano. No, era davvero lui.
Aumentai la velocità e in un batter d’occhio mi affiancai a lui.
-Ehi Dojimi!- mi salutò sorridendo trionfante. –Allora? Non dici nulla?
-Come diavolo hai fatto?- domandai ignorando volontariamente l’orribile nomignolo che aveva usato.
-Non era esattamente ciò che intendevo…
-Come diavolo hai fatto?- ripetei sconcertata.
-Mi sono trasformato, sono salito sulla scopa e ho preso il volo?- tentò di ironizzare.
-E’ ovvio che non intendo questo, idiota. Come fai ad essere ancora seduto sul manico di scopa se fino a ieri non facevi che schiantarti a terra?
-Beh, grazie mille. Comunque è tutto merito di Hana. E’ stata lei a capire dov’è che sbagliavo.
Gli lanciai uno sguardo stupefatto.
-Hana?- ripetei
-Si, Hana. Hai presente quella bambina esuberante con i capelli biondi e gli occhi color nocciola che ha avuto la sfortuna di averti come mamma? Ecco, lei.
-Mi stai prendendo in giro?
-Però Dojimi, stai migliorando.
Non risposi. Continuai a volare accanto a lui senza degnarlo di uno sguardo e lui fece lo stesso.
 
-Sei nervoso.- dissi dopo qualche secondo di silenzio
-No, per niente.- rispose lui prontamente.
-Guarda che non era una domanda.
Con la coda dell’occhio mi accorsi che il suo volto passò rapidamente dal serio allo stupito, per poi tornare esattamente com’era prima.
-Ti conosco Tetsuya- continuai –Quando mi prendi in giro non fai altro che lanciarmi occhiate divertite perché sai che mi da fastidio, specialmente quando scherzi sul mio nome. Invece prima ti sei irritato troppo facilmente, non mi hai degnata di uno sguardo e ti stai mordendo il labbro inferiore.
-Cosa?
-Lo fai sempre quando sei nervoso.- conclusi con un sorriso soddisfatto.
Si fermò a mezz’aria, con lo sguardo esterrefatto fisso su di me.
-Che ti prende ora? Guarda che la dottoressa Maya non è un tipo paziente, non ci conviene tardare.
Scosse la testa come per svegliarsi e dopo aver annuito riprese velocità.
 
Atterrammo nel giardino del Maho due minuti dopo. Eufonia e Lalà erano lì ad aspettarci. Haru era in braccio ad Eufonia e appena ci vide atterrare cominciò a lamentarsi e ad allungare le braccia verso Tetsuya, che appena mise piede a terra corse verso di lui.
-Ehi piccolo, ti sono mancato?- disse toccandogli il nasino con la pinta del dito e ricevendo come risposta una risata cristallina.
Era incredibile come Tetsuya avesse accettato in fretta l’idea di fare da padre a un bambino così piccolo. Si era anche affezionato a lui. A scuola faceva una fatica tremenda a non mettere Haru in mezzo a qualunque discussione. Una volta gli era scappata un’affermazione su quanto sia bello essere padre con la signorina Takawa e lei per poco non chiamava lo psicologo. In effetti non è che fosse totalmente esagerata la sua reazione perché dalle parole di Tetsuya sembrava che lui fosse diventato davvero papà. Se io e Lullaby non trovammo strana la sua affermazione, per gli altri era stata una cosa davvero scioccante. Specialmente se la persona in questione fino a poche settimane prima considerava i bambini come “mocciosi”.
 
Tetsuya mise Haru in un cestino che gli porse Lalà e lo agganciò alla scopa, subito dopo entrammo nel Regno delle Streghe. Eufonia e Lalà non vennero con noi, ma come al solito approfittarono dell’occasione per andare a fare spese.
Lungo la strada spiegai per l’ennesima volta a Tetsuya come si svolgeva una visita medica e una volta arrivati ci ritrovammo circondati da streghe con in braccio i loro piccoli.
Inutile dire che il nostro arrivo non passò inosservato. Non capitava tutti i giorni di vedere un apprendista mago nel mondo delle streghe. Quando entrammo in sala d’aspetto le stanza si riempì di bisbigli e sussurri.
-Perché mi guardano tutti così?- mi domandò Tetsuya sedendosi su una sedia in un angolo e poggiando il cestino con Haru sulle sue gambe.
-Non capita tutti i giorni di vedere un mago nel mondo delle streghe, figurati un apprendista alle prese con un neonato. Faceva scalpore la notizia di quando io e le altre ci siamo prese cura di Hana, puoi immaginare la tua.
-Mi sento fuori posto.
-In effetti lo sei.- affermai sicura.
-Grazie impiastro, molto gentile da parte tua.- replicò prima che scoppiassimo entrambi a ridere.
 
-Salve a tutte le mamme presenti- esclamò all’improvviso una voce appartenente a una giovane donna vestita da infermiera.
-Mettetevi in fila e vi daremo il vostro numero.- concluse un’altra comparendo all’improvviso accanto alla collega. Iniziarono a girovagare per la stanza e assegnarono ad ogni strega un numero. A noi vene assegnato in numero 11 e subito la dottoressa maya ci fece accomodare nella stanza delle visite. Quando arrivò in nostro turno, Haru venne prima di tutto pesato e subito dopo registrata la sua altezza. Ricordavo che Hana era molto più piccola di quello che sarebbe dovuta essere alla sua prima visita pediatrica, ma Haru era diverso. Il suo peso era niente male e l’altezza nella norma.
-Meno male, il primo test è passato.- disse Tetsuya facendo un sospiro di sollievo. –Ora che si fa?
-C’è la prova di volo.- risposi avvicinandomi alla culla messa a disposizione dall’ospedale per l’occasione.
-V-Volo hai detto?- balbettò raggiungendo improvvisamente una tonalità cadaverica.
-Si, perché?- domandai perplessa.
-Mi avevi detto che venivano misurate le capacità magiche, non avevi mai parlato di volo!
-Scusa, mi spieghi qual è la differenza?- domandai non riuscendo ancora a cogliere il problema.
-Dì un po’, hai mai visto Haru volare? Lievitare anche solo di pochi millimetri?
 
O cavolo… Non ci avevo pensato. Haru aveva dimostrato di avere grandi poteri, ma in effetti non aveva mai volato.
-Ora che si fa?- domandai nel panico.
-E lo chiedi a me? Non eri tu l’esperta?-
-Il numero 10 ha terminato. Il prossimo!- tuonò la voce della dottoressa Maya.
-Ok, manteniamo la calma e vediamo di inventarci qualcosa- sussurrò Tetsuya stringendo Haru e avvicinandosi all’infermiera che doveva testare le capacità del piccolo.
-E cosa?- domandai preoccupata.
-Cosa vuoi che ne sappia io?-concluse poggiando Haru nella cesta. Il piccolo lo guardò coni suo grandi e profondi occhi color mandorla senza fare un solo lamento. Tetsuya avvicinò il volto al suo le disse:
-Va bene piccolo, è arrivato il momento di far vedere cosa sai fare. Vediamo se la mia idea funziona.
Premette alcune note sul suo Jingle Set e fece apparire la sua scopa.
-Che diavolo stai facendo?- domandai accertandomi di tenere il tono di voce il più basso possibile.
-Fidati di me.- rispose strizzando l’occhio destro.
Salì sulla scopa e volò sopra la cesta dov’era sdraiato Haru, poi allungò le braccia verso di lui.
-Avanti Haru, vieni da papà. Facciamo vedere quanto sei bravo con la magia.
Fu un attimo. La spilla sul petto di Haru si illuminò e lui volò tranquillamente fra le braccia di Tetsuya ridendo soddisfatto.
-Accipicchia, ben due metri di altezza! Complimenti, secondo controllo superato!- ci comunicò l’infermiera prendendo nota dei risultati. Tetsuya tornò a terra e così passammo alla terza fase della visita: la poppata.
Probabilmente la prova più facile di tutte. Haru scolò il suo biberon fino all’ultima goccia senza fare la minima fatica. Poi arrivò l’ultima prova: la nanna.
 
-Vorrei sapere perché anche lui.- sbuffai china sulla culla di Haru. –Anche Hana al momento nella nanna era sveglia come non mai.
-Che si fa?- domandò Tetsuya provando a cullare il piccolo.
-Quella volta Lullaby cantò una ninna nanna per far addormentare Hana.- riflettei a voce alta.
-Devo cantargli una ninna nanna?
-Senza offesa Tetsuya, ma conoscendo le tue capacità canore rischieresti solo di far piangere tutti i bambini della sala.
-Senti chi parla, anche tu non hai mai preso lezioni di canto. Lasciamo perdere, mi è venuta un’idea.
Premette nuovamente alcuni fasti del Jingle Set e fece apparire il suo musichiere.
-Magia della musica, diffondi la caparbietà! Una sedia a dondolo ora di colpo apparirà.
E a queste parole, con un sonoro pop, accanto alla culla apparve una sedia a dondolo. Tetsuya prese in braccio Haru e si sedette sulla sedia. Adagiò la testa del piccolo sul suo petto ed iniziò a dondolarsi lentamente, accarezzando piano la schiena di Haru, che poco a poco iniziò a chiudere gli occhi e a sprofondare in un sonno profondo.
Haru si era addormentato. Tetsuya continuava ad accarezzargli la schiena e a guardarlo. I suoi occhi brillavano di una luce che non avevo mai visto. Stringeva quel bambino come se fosse stata la cosa più preziosa del mondo e l’avrebbe protetta a qualunque costo. Haru era diventato tutta la sua vita e io potevo capirlo bene perché lo stesso era stato per me, quando ero diventata la mamma di Hana. E quando vedi il tuo bambino che dorme fra le tue braccia, ti sembra che tutto vada bene e vieni invaso da una sensazione di pace e tranquillità.
 
Haru passò la visita pediatrica senza problemi e la dottoressa Maya pose il primo timbro sul diario di Haru e disse di essere rimasta molto colpita da Tetsuya e che se la stava cavando benissimo come papà. Era incredibile come quella strega avesse cambiato opinione su noi esseri umani.
Richiusi il diario e mi voltai verso Tetsuya. Era ora di tornare a casa.
 


 
 
***
Angolo dell’autrice
In ritardo di quanto? Un paio di mesi? Mi dispiace, ma purtroppo era un ritardo che avevo previsto. Spero di essermi sdebitata con questo capitolo. Non l’ho riletto, quindi spero non ci siano errori.
Nel prossimo capitolo ci sarà il famoso esame di nono livello, ma premetto che non so quando potrò pubblicarlo. Mi dispiace, ma lo studio viene prima di tutto.
 
Tra l’altro ho anche un altro progetto in mente, una storia che ho iniziato a scrivere ma che non so quando inizierò a pubblicare. No, non riguarda questa sezione, e non voglio fare troppi spoiler, ma vi posso dire che è una crossover e che riguarderà Harry Potter e… Qualcos’altro ;)
 
Come sempre ringrazio tutti voi che leggete, che recensite e che continuate ad aggiungere questa storia fra le seguite o le preferite. E’ una grande soddisfazione sapere che la storia vi abbia appassionato tanto.
 
Aspetto i vostri commenti, critiche, dubbi, pareri, insomma, tutto ciò che vorrete dirmi riguardo questo capitolo.
Alla prossima!
 
-Crystal-
   
 
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