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Autore: Jecchan92    23/02/2015    1 recensioni
Jess e Nick si sono lasciati da due mesi.
Lei decide di cambiare casa, il dolore è insopportabile.
Lui vorrebbe che rimanesse, ma non ha il coraggio di dirglielo.
Ma accade qualcosa, qualcosa a cui nessuno era preparato.
Qualcosa che cambierà le vite di tutti i coinquilini.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cece Meyers, Jessica Day, Nick Miller, Schmidt, Winston Bishop
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Jess si svegliò il mattino dopo con un mal di testa tremendo: aveva come l’impressione che un trapano le stesse martellando il cervello, non lasciandole un attimo di respiro.
Provò ad aprire gli occhi, ma la luce, seppur fioca, del mondo esterno non faceva altro che peggiorare la situazione, così decise di concedersi qualche altro minuto nella sicurezza del buio, e provò a ripensare alla serata appena passata.
Aveva bevuto, e parecchio anche, non si sbronzava così da quando aveva diciotto anni, ma non era mai stata così male in tutta la sua vita.
Ricordava che, dopo aver bevuto molti shot superalcolici, si era avvicinata ad un tizio con cui, ricordava bene, aveva flirtato.
E se ci fosse finita a letto insieme?
Lentamente, sempre ad occhi chiusi, allungò un braccio accanto a sé, e sentì una massa che si muoveva impercettibilmente.
“Oh mio Dio, sono una sgualdrina e un’alcolista”, pensò Jess.
Dopo ancora qualche minuto, si fece coraggio e, voltando la testa verso il leggero russare, aprì gli occhi lentamente.
Nick Miller dormiva profondamente, a pochi centimetri da lei, il suo alito caldo le spostava impercettibilmente la frangia.
La ragazza non si ricordava più l’ultima volta che aveva avuto la possibilità di guardarlo dormire, e non se la sentiva di svegliarlo.
Sapeva bene quanto male le avrebbe fatto dopo, ma in quel momento voleva osservarlo dormire: osservava il labbro inferiore fremere ogni volta che espirava, osservava la mascella seminascosta nel cuscino, osservava le mani vicino al viso, quelle mani che l’avevano fatta innamorare, che sapevano prenderla e lasciarla. Jess non seppe quanto tempo sarebbe potuta rimanere lì a fissarlo, fatto sta che, ad un certo punto, Nick parlò, ancora con gli occhi chiusi.
-Le vecchie abitudini non muoiono mai, eh?-
Lei non rispose, pensando che stesse parlando nel sonno, ma poi lui aprì gli occhi e sorrise mestamente.
-E’ una cosa irritante, scoprire che mi osservi dormire, mi sento come se fossi al Grande Fratello- proseguì lui, facendo perno sul gomito e tirandosi su.
-Stavo solo cercando di ricordare se avessi fatto la più grossa cazzata della mia vita-
Lui si rabbuiò, ovviamente senza sapere che lei si riferisse all’altro ragazzo.
-Tranquilla, non abbiamo fatto sesso. Anzi, sinceramente non sei mai stata meno sexy come ieri sera-
Nick si stiracchiò a lungo, ma rimase a sedere sul letto, e la fissò a lungo.
Lei distolse lo sguardo, e trovò le proprie mani improvvisamente interessanti.
-Volevo solo bere e passare una bella serata con Cece- tentò lei.
-Credimi, vederti rotolare nel tuo vomito non è proprio la mia idea di “bella serata”, e sono convinto che non sia nemmeno la tua-
Lei annuì, nervosa. Voleva solo che lui uscisse dalla sua stanza, voleva stare sola.
-Ora mi vado a fare una doccia e poi mi cambio. Posso chiederti..-
Nick alzò le mani.
-Non dire altro, ho capito. Ci vediamo dopo-
Si alzò e si avviò verso l’uscita, ma una volta all’ingresso, venne chiamato da Jess.
-Perché eri qui, nel mio letto? E perché non sei al lavoro?-
Lui sorrise.
-Non la smettevi di vomitare, credevo fossi preda di un esorcismo. E per quanto riguarda il lavoro, diciamo che mi sono preso un giorno di ferie-
Detto ciò, si chiuse cautamente la porta alle spalle, lasciando una Jess più confusa che mai.
Dopo aver trangugiato un toast abbrustolito che si trovava sul suo comodino, aver bevuto un succo d’arancia ghiacciato ed essersi fatta una doccia, si sentiva rinata. Rimase in bagno qualche minuto, a godersi la sensazione dell’asciugamano morbido e profumato sulla sua pelle, poi se lo lasciò cadere ai piedi e si infilò le mutande. Un rapido sguardo allo specchio, però, la lasciò di stucco: era ingrassata! Ok, forse era un po’ la pancia alcolica che ancora non era andata giù, e un po’ era l’alimentazione sbagliata degli ultimi mesi, ma non pensava di aver perso il controllo del proprio corpo in questo modo.
Si toccò la pancia, dichiarandole guerra, ed improvvisamente, Nick entrò nel bagno.
Giusto qualche secondo per ammirare quel corpo che aveva avuto e aveva amato così intensamente, quelle curve perfette e quella pelle pallida di cui aveva baciato ogni centimetro, prima che un oggetto non ben identificato, ma che nel giro di qualche minuto gli avrebbe lasciato sicuramente un bernoccolo, si fiondò su di lui.
-Non si bussa?- urlò lei, correndo a chiudere la porta a chiave.
Lui non riuscì a dire nulla, si limitò a prendere la porta in faccia e rimase lì, come inebetito.
Avrebbe dovuto dire qualcosa, qualsiasi cosa, eppure il dono della parola l’aveva abbandonato.
In quel preciso momento, avrebbe voluto averla, avrebbe voluto amarla.

Due giorni dopo la serata al bar, Jess decise che era arrivato il momento di rimettersi in forma.
Diminuì drasticamente le dosi di caffeina, preparò pranzi ricchi di vegetali e di fibre da portarsi a scuola, e la sera si limitava a farsi un piatto di pasta e un tozzo di pane. Si svegliava ancora alle sei del mattino, ma invece di andare da Cece, come faceva prima, si metteva la tuta, l’ipod e andava a correre al parco dietro casa.
Certo, questo voleva dire tornare a casa a cambiarsi e vedere Nick appena sveglio, con il viso assonnato, la barba da fare e quei boxer troppo grandi per lui, ma ormai pensava di riuscire a sopportarlo.
Per darle sostegno morale, Schmidt decise di andare a correre con lei: quel giro del parco era diventato un piccolo rituale a cui nessuno dei due avrebbe rinunciato.
Una mattina, dopo un paio di chilometri nel silenzio assoluto, finalmente Jess e Schmidt decisero di fermarsi a riprendere fiato.
-Però, fai sul serio con questa storia della dieta! Nemmeno quando pesavo cento chili avevo la tua forza di volontà- si complimentò lui, facendo stretching.
Jess appoggiò le mani sulle ginocchia, il sudore le colava dalle tempie al collo.
Non riuscì a rispondere, provò a prendere un paio di lunghi respiri per riprendere fiato.
Ma il fiato non tornava, e il respiro le veniva a mancare sempre di più.
Ebbe appena il tempo di chiedere un aiuto silenzioso a Schmidt con lo sguardo.
-Jess, tutto bene?-
Ma lei non lo sentì, perché proprio in quel momento perse conoscenza.

Jess si risvegliò dopo aver ricevuto qualche schiaffetto da un assoluto terrorizzato Schmidt.
-Cos’è successo?- chiese lei.
-Sei svenuta. Dio santo, Jess, mi sono spaventato a morte-
La aiutò a mettersi seduta e, quando vide che era tornata in sé, la prese in braccio.
-Che fai, Schmidt?- chiese debolmente la ragazza.
-Ti porto all’ospedale, naturalmente. E se fosse solo il preludio di qualche malattia incurabile? Non me lo perdonerei mai- ribatté risoluto.
Lei sorrise e non disse più nulla, lasciò che il suo amico la portasse al pronto soccorso: si sentiva così debole.
-La colazione- disse ad alta voce.
-Come?- chiese lui col fiatone.
-Non ho fatto colazione stamattina, deve essere per questo che sono svenuta-
Lui tirò un sospiro di sollievo.
-Sì, ecco quale sarà la causa-

-Jess! Schmidt mi ha chiamato in preda ad una crisi di panico, ha detto che stavi per morire! Cos’è successo?-
Cece entrò come un tifone nella sala d’aspetto in cui avevano messo in attesa Jess: al braccio, le avevano attaccato una flebo.
La ragazza notò che la sua amica osservava l’ago, e minimizzò.
-Mancanza di vitamine. Ho esagerato con questa storia della dieta, non mi sono presa cura di me-
Cece si sedette e prese la mano dell’amica.
-Quando ti chiameranno per i risultati?-
-Dovrei essere una delle prossime-
Appena finì di dire questa frase, un’infermiera la chiamò.
-Jessica Day-
Lei si alzò, seguita a ruota da Cece.
-Prego mi segua. Ma, la sua amica..-
-Non ho assolutamente intenzione di lasciarla andare da sola- ribatté la ragazza scuotendo la testa.
L’infermiera si avvicinò, abbassando la voce.
-Ci sono notizie riservate, signorina Day. Forse vuole la sua privacy-
Jess si preoccupò: perché aveva bisogno di parlare col dottore in privato? Prese subito la mano di Cece.
-Lei viene con me-
Subito, l’infermiera sorrise.
-Molto bene. Il dottore la attende dietro quella porta-
Jess deglutì a fatica, mentre varcava la soglia.
Si presentò un dottore molto sorridente, con una fila di denti bianchissimi, e le strinse la mano con calore.
-Buongiorno, signorina Day. E lei è?-
-Cecilia, sono la sua migliore amica- rispose lei.
-Molto bene. Se volete sedervi- disse indicando due sedie davanti ad una scrivania.
Le due ragazze si sedettero rigide come stoccafissi.
Cosa avrebbe detto? Sarebbe stato tanto grave? Ci sarebbero state delle cure? Oppure non aveva più scampo?
Lui diede un’occhiata alla cartella clinica di Jess, e sorrise ancora.
-Lei non si è presa molta cura di sé stessa ultimamente, vero?- Jess sorrise timidamente.
-Se n’è accorto? Volevo solo fare una dieta-
Lui tolse gli occhiali dal viso.
-Sa che esistono diete specifiche per le gravidanze? Se ha paura dell’aumento di peso, può sempre chiedere consiglio ad un dietologo!-
Seguì un silenzio tra i più lunghi a cui il medico avesse mai preso parte.
Le due ragazze lo fissavano, come se da un momento all’altro si aspettassero che sarebbe scoppiato a ridere.
Ma la continua serietà del medico ed il suo sguardo perplesso fecero uscire le ragazze dalla catalessi in cui erano cadute.
-Può ripetere, per favore?- chiese Cece.
-Dicevo che la sua amica può benissimo seguire una dieta che non metta a rischio la gravidanza-
-Quale gravidanza?- chiese Jess in tono catatonico.
-La sua, signorina Day. Non sapeva di essere incinta?-
La ragazza ebbe come la sensazione che la mascella si fosse tranquillamente accomodata sul pavimento, seguita a ruota da quella di Cece.
-Evidentemente no- si rispose da solo il dottore.
-Di quanto?- sussurrò Jess.
-Dunque, stando a questi esami, il feto non dovrebbe avere più di due mesi, due mesi e mezzo al massimo-
-Maledetto Nick- riuscì solo a dire la ragazza, la mano ancora stretta in quella di Cece.
Dopo aver tolto la flebo dal braccio ed aver saluto il dottore, Jess e Cece si avviarono verso l’uscita, trovando all’ingresso Schmidt e Nick.
-Allora? E’ curabile? E’ contagiosa?- chiese subito il primo dei due, beccandosi un’occhiataccia dalla sua ragazza.
-Non mi sono curata molto. Una bella flebo di vitamine ed eccomi come nuova! Ora vado al lavoro-
Schmidt la fermò.
-Ho chiamato io la scuola, e gli ho raccontato cosa è successo. Hanno detto di non preoccuparti di riprenderti presto-
Jess lo fulminò con lo sguardo.
-Chi ti ha dato il permesso di chiamare la mia scuola? Me la posso cavare anche da sola!-
Non degnò Nick di uno sguardo: prese Cece per un braccio e marciò a passo di carica verso l’auto.
I due amici si guardarono con espressione perplessa, e mestamente le raggiunsero.
In macchina regnò un silenzio glaciale, e Nick ebbe come la sensazione di aver fatto qualcosa di molto brutto, a giudicare dagli sguardi di fuoco che si sentiva lanciare da Cece e Jess.
Una volta a casa, le ragazze si chiusero in camera, e i ragazzi si sedettero sul divano.
-Devi averla combinata grossa- disse Schmidt, passandogli una birra.
-L’hai notato anche tu?- chiese, tracannando il primo sorso nello stesso modo in cui un disidratato beve dopo settimane un bicchiere d’acqua.
-Eccome, se avesse potuto, la macchina sarebbe andata a fuoco-
Schmidt si stiracchiò.
-Bene, amico mio, è ora. Dobbiamo andare a lavorare-
Di malavoglia, Nick finì in due sorsi la sua birra, consapevole che stava per andare a lavorare sbronzo, e si alzò.
L’idea di lasciare Jess in quello stato lo distruggeva, ma non aveva scelta: si chiuse la porta alle spalle, con la promessa di indagare quella sera stessa.




NdA Buon pomeriggio!
Sono una persona cocciuta, e continuerò comunque ad aggiornare la storia, anche senza commenti.
Capisco che "New girl" non sia una serie TV tra le più viste, quindi la pagina delle fanfiction è poco battuta.
Ma comunque, grazie a chi ha letto anche solo il primo capitolo.
Buona lettura ^^
Jecchan

 
  
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