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Autore: kazuha89    24/02/2015    1 recensioni
Temari è sempre stata una ragazza seria, risoluta e ben nota per il suo spietato cinismo e per la sua aurea gelida da principessa del deserto. E allora..come ha fatto a finire nella situazione imbarazzante in cui si trova? l'unica cosa certa è che tutto ha avuto inizio a causa di una sola persona..Shikamaru!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Si, più ci ripenso, più credo che se potessi tornare indietro, andrei dalla me stessa del passato e le romperei anche una gamba pur di impedirle di incrociare il suo cammino con quello di Shikamaru Nara..
Bene che, a voler essere onesta, se quella volta non ci fosse stato lui contro Kujaku, oltre a non essere qui ad aspettare di fare la figura peggiore della mia vita, non sarei stata più in nessun altro posto, dato che quella mi avrebbe spazzato via come polvere dai mobili..
E anche durante la guerra, sebbene fosse con me solo perché entrambi usiamo tecniche che prediligono l’attacco a distanza, mi ha rincuorato averlo vicino in quei giorni d’inferno. Forse, tutto sommato, se potessi tornare indietro, non credo che impedirei alla me stessa del passato di avere a che fare con Shikamaru Nara. Anzi, forse sarei io stessa a spingerla verso di lui..
Però se mai l’avessi incontrato, ora non sarei qui ad attendere l’umiliazione suprema, quindi forse sarebbe meglio se non l’avessi mai conosciuto..
No, mi ha salvato la vita, e mi ha dimostrato che esistono ancora uomini di sani principi, è un bene che l’abbia conosciuto..
No, io odio quel suo fare da macho del cavolo, e odio avere un debito con lui..
Però è la prima persona che cerco quando vengo a Konoha..
Beh, odio anche questa cosa, a volerlo dire..
E non vado d’accordo con gli altri ragazzi di qui come con lui. Spesso la gente mi prende per la sua ragazza, tanto tempo passa con me, quando sono in città..
E anche questa cosa, giuro, mi manda ai matti..
Lo odio in diversi contesti, ora che ci penso..
Anche in questo momento lo odio, tanto per fare un esempio, e pure parecchio. Sapeva che sarei arrivata stamattina, gli ho mandato un messaggio ieri sera, e lui ha usato persino il falchetto reale dell’Hokage, il messaggero più veloce, per rispondermi e confermare l’avvenuta ricezione del mio messaggio. Eppure.. alla fine mi ritrovo qui, imbarazzata oltre ogni dire, e lui.. chissà dove diavolo è andato a ficcarsi..
“Cara, mangi le noci? Ho fatto dei dolcetti da mangiare col tè, ma mi sono scordata di chiederti se ti piacciono le noci!”
“Ah..si, le mangio..grazie..signora Nara..”
Ecco, ora sapete dove sono finita. Stamattina, mister Genio Svogliato ha avuto un violento attacco di “pelandronite acuta”  e non è venuto a prendermi all’ufficio Hokage dove avevamo fissato di incontrarci una volta che fossi arrivata a Konoha. Shizune, che passando mi ha vista fuori sotto il sole cuocere come un uovo, mi ha spiegato che quella mattina non si era ancora visto, così mi ha spedita a casa sua a vedere se era lì. La porta era aperta, quindi in casa doveva esserci per forza qualcuno, e sapendo che il povero Shikaku non c’era più, ho automaticamente concluso che ci fosse lui, e che probabilmente dormisse ancora. Dopo averlo chiamato più volte e non aver ricevuto risposta, mi sono infuriata e ho deciso che sarei salita al piano di sopra a svegliarlo io, il bell’addormentato..
Ma prima che potessi salire il terzo gradino che portava al piano di sopra..mi sono sentita prendere per un polso alle mie spalle. Sicura che fosse lui, invelenita al massimo, mi sono voltata..e mi sono imbattuta in sua madre!
Ora, non so che tipo di idea si sia fatta su di me e suo figlio, fatto sta che sa dio come sono finita nel salotto di casa Nara ad aspettare il tè coi pasticcini. E l’unica cosa che volevo fare..era scavalcare il cornicione della finestra e darmi alla fuga.
Ma qualcosa mi diceva che indispettire quella donna non avrebbe portato nulla di buono. Ricordavo che Shikamaru, il giorno che gli salvai la buccia contro Tayuya, avesse commentato la cosa dicendo qualcosa tipo: “Fai quasi più paura di mia madre..”
Allungai il collo per vedere dentro la cucina, dove Yoshino Nara copriva di glassa al cioccolato dei paffuti e profumati muffin alle noci, canticchiando allegra. Beh, vero che l’apparenza inganna, ma.. di per se a me non pareva l’anticristo che Shikamaru millantava. Sembrava..una semplice casalinga.
“Eccomi qui! Scusa, ma io amo il dettaglio, se le cose non sono fatte bene..”
Posò sul tavolino davanti alle mie gambe un bel vassoio carico di una caraffa di freschissimo tè ambrato con tanti cubetti di ghiaccio e qualche fiorellino, e una decina di dolcetti appena sfornati. Wow..dove devo firmare, per una mamma cosi?
“Grazie..” mormorai, e accettai il bicchiere che mi porgeva. Il te mi rinfrescò anche l’anima.
Lei sorrise amabile, osservandomi. Credevo che Shikamaru fosse lo sputo di suo padre, ma rimasi sorpresa di quanto vedessi di lui nei tratti di quella donna. La fronte spaziosa, la pelle chiara, la forma della bocca, il taglio degli occhi, quelle iridi nere e profonde. Era davvero bella. E Shikamaru.. era identico a lei.
“Allora..se non sbaglio il tuo nome dovrebbe essere Temari, giusto?”
“Si, esatto.” Risposi, riscossa dai mie pensieri. Lei sorrise più apertamente, ma in modo quasi enigmatico. Dio.. anche il loro sorriso era lo stesso..
“E sei la sorella maggiore del quinto kasekage, se non sbaglio..” continuò poi, porgendomi un dolce. Io annui, e diedi un morso al pasticcino appena tiepido. Mi si sciolse in bocca, assolutamente divino!
“Si, mio marito mi ha parlato di lui. Beh.. sono contenta che ora stia bene. Povero piccolo, deve aver sofferto molto..”
Avvertì una fitta alla bocca dello stomaco. Odiavo parlare del passato della mia famiglia. Lei parve capirlo, e tese le mani verso di me, prendendo il mio viso.
“No solo lui, vero cara?”
Quel tocco leggero mi tramutò in uno dei dolcetti disciolti nella mia bocca. Avvertì un calore nuovo, avvolgente, intenso. Avevo dimenticato cosa si provasse..ad avere l’affetto di una madre. Yoshino aveva il dono innato di far sentire le persone a loro agio.. persino io che a malapena..riuscivo ad esserlo con me stessa. Il calore delle sue mani sulle mie guance era come un balsamo sulle ferite della mia anima.
“Sta tranquilla, cara, d’ora in poi andrà tutto bene..”
Si, sentivo che davvero da lì in poi, sarei stata davvero meglio..
“D’ora in poi, potrai venire da me ogni qualvolta ne sentirai il bisogno..”
Oh, sarebbe stato meraviglioso, se così fosse stato per davvero..
“Le suocere, in fondo, sono come vice mamme, no?”
Si, senz’altro..S..SUOCERA!
Schizzai a ritroso contro lo schienale del divano, in preda al panico. Di nuovo..un’altra vittima degli equivoci! Ma perché accidenti la gente deve sempre saltare alle conclusioni prima del tempo!?
“Amh..io apprezzo molto le sue parole, mi creda..” Dissi, mantenendo un tono calmo. Tatto..occorreva tatto.. “Però..io temo che..lei abbia frainteso la situazione. Vede..io..e Shikamaru..non..”
Mi sentivo come se fossi seduta su un gomitolo di carta-bombe. Storsi la bocca aspettando il botto. Ma con mia sorpresa, Yoshino Nara non fece una piega. Si limitò a sospirare mantenendo il suo sorriso cordiale, e prese un sorso di tè freddo. Avrei pagato a peso d’oro, per sapere in realtà, cosa stesse frullando sotto i suoi bel capelli neri.
“Capisco..” se ne usci pochi istanti dopo, il tono inespressivo. “Dunque.. tra te e mio figlio..non c’è nulla, eh?”
Mi fissò intensamente.
“Ah..no..siamo..solo amici.” Risposi, rimettendomi seduta composta. Buffo..avevo provato un non so che di forzato, nel dire quelle parole. Forse era colpa degli occhi di quella donna. Avevo la sensazione che mi stessero frugando fin dentro il cuore solo stando piantati su di me. Stesso dannato vizietto del suo caro pupillo. Mentire a Shikamaru, era come ignorare un prurito allucinante. Non resistevi più di tanto, e prima di capire come, eri lì che spiattellavi tutto..
Yoshino Nara annui, serena e imperscrutabile. Scostò una ciocca dei lunghi capelli corvini dal viso e la sistemò dietro all’orecchio con un gesto elegante, e mi si avvicinò. Anche l’eleganza dei suoi movimenti era stata trasmessa al suo erede.
“Capisco..” ripeté di nuovo, sempre fissandomi. “Senti, cara..posso chiederti una cosa?”
Mi prese in contro piede, e mi ritrovai ad annuire.
“Certo..dica..” mormorai, nervosa. Dannate quelle iridi nere, mi sentivo messa all’angolo. Yoshino annui.
“Bene. Dimmi, Temari.. tu odi mio figlio, vero? Non parlo di odio carnale come quello che provavi per tuo padre o per l’organizzazione alba. Parlo di un odio..più simile al fastidio, alla disapprovazione. Come posso spiegarmi.. non odi lui di per sé, ma.. odi il modo in cui è fatto, e il modo in cui stai tu quando lui è vicino a te, ecco..”
D’istinto, i miei occhi saettarono verso la caraffa di tè ghiacciato. Controllai più che altro se fosse ancora li..perché per un secondo, credetti davvero che qualcuno me l’avesse rovesciata giù per la schiena. Come..come sapeva tutto questo? E come.. come aveva fatto a capirlo cosi bene solo dopo avermi osservato bere tè freddo? Era la prima volta che vedevo quella donna in vita mia..come aveva saputo leggermi cosi chiaramente?
“Allora, ho ragione?” chiese dopo un po’. Io la guardai. Forse era questo il suo modo di “fare paura” pensai. Mi persi nel nero intenso di quelle iridi..e annui.
Yoshino Nara, a quel punto, allargò un sorriso dolcissimo, e si lasciò cadere contro lo schienale della poltrona dov’era seduta, annuendo soddisfatta come se avesse risolto un rebus su cui lavorava da mesi.
“Come ha fatto a sapere tutto questo?” le chiesi, ancora ubriaca dallo shock. Lei rise fra sé e sé.
“Non ho usato trucchetti, se è questo che stai pensando..” rispose lei, prendendo un dolcetto, e staccando una noce per mangiarla. “Mi sono semplicemente limitata a farti la stessa domanda che la bellezza di vent’anni fa mi fece la nonna di Shikamaru..mia suocera.”
“Sua suocera le chiese..la stessa cosa? Ma com’è possibile? Shikamaru non era ancora nato, venti anni fa!”
“Ma non me la chiese rivolta a Shikamaru, sciocchina!” rise lei, leccandosi via la glassa da un dito. “Me la fece..rivolta al mio Shikaku.”
Contrasse appena gli occhi, e per un attimo vidi un sottile velo di tristezza opacizzare il bel nero delle sue iridi. Poi però si riprese subito, e mi sorrise.
“Vedi, cara, gli uomini della famiglia Nara vengono fatti come i biscotti: con lo stampino. Tutti uguali. Guarda..”
Si alzò, e si diresse verso un mobiletto in legno, da dove estrasse un grosso album di fotografie con la copertina in legno. Inciso sul davanti, lo stemma della famiglia Nara. Si sedette accanto a me sul divano, e me lo mise in grembo, per poi aprirlo. In primo piano, una foto sbiadita appartenente a occhio e croce al secolo scorso. Ritraeva una giovane donna con un tipico abito giapponese e i capelli raccolti. Accanto a lei, un uomo dall’aria severa molto simile al padre di Shikamaru.
“Eccola qui, mia suocera, e questo è suo marito..” Mi spiegò Yoshino. “Vedi? Il nonno di Shikamaru è identico a suo padre. Ecco..guarda qui..”
Voltò pagina, e mi ritrovai davanti la foto di una giovanissima Yoshino che cingeva con le braccia le spalle di..Shikamaru? No, impossibile, sua madre era una ragazzina in quell’immagine. E poi guardando meglio, il ragazzo della foto era diverso da Shikamaru, seppure molto simile.
“Io e il mio Shikaku, il giorno che lo fecero jonin. Ah, quanti ricordi!” commentò Yoshino, commossa. “Quella sera mettemmo in cantiere il piccolo Shikamaru, se non sbaglio..”
Mi sentì avvampare. Dettagliata, la signora..
Lei però non parve fare caso al fatto che stavo andando a fuoco, e voltò pagina tranquilla. Ecco una bella foto di nozze dei genitori di Shikamaru. Non sembrava passato molto, dalla precedente foto.
“Pochi mesi dopo la foto che hai appena visto.  Mia suocera l’ha saputo dopo..ma qui ero già incinta!”
Rise sotto ai baffi con aria maliziosa. Venne quasi da ridere anche a me. Era quasi toccante, l’ingenuità con cui mi diceva quelle cose. Voltò di nuovo pagina..e non trattenni una risatina. Eccolo la, in tutto il suo machismo..Shikamaru appena nato!
“Guarda che fagottino!” Chiocciò sua madre. “Era bellissimo, da piccolo, con quel suo broncetto..”
Si, effettivamente era adorabile! Eccolo che gattona in quello stesso salotto, che mangia la pappa nel seggiolone imbrattandosi tutto il faccino, che fa il pisolino sullo stesso divano dove ora ero seduta io e..al momento del bagnetto!
Quasi quasi, avrei voluto che rincasasse in quel momento. Riuscivo quasi ad immaginarmelo diventare di tutti i colori, mentre si rendeva conto che avevo davanti una sua foto a due anni mentre era nella vasca da bagno, col sederino che spuntava dalla schiuma..eh eh.
Yoshino, con le lacrime agli occhi dal ridere, voltò pagina, e vidi uno Shikamaru che conoscevo già. Magro, dinoccolato e con un espressione annoiata, seduto alla scacchiera con suo padre, undici, forse dodici anni. Il periodo in cui l’avevo conosciuto. Yoshino sospirò, nostalgica.
“Quando vedo questa foto, a volte mi confondo e non so dire chi sia chi. Quanti pomeriggi, da bambina, ad annoiarmi mentre Shikaku e suo padre stavano ingobbiti davanti a quella scacchiera. E morire se facevano partecipare anche me. No, non sia mai, non esiste che..”
“..Una donna possa giocare a scacchi, è uno sport da uomini.” Conclusi io, per lei. Yoshino mi guardò, e ci scambiammo uno sguardo complice, per poi scoppiare a ridere.
“Ah, figlio mio, buon sangue non mente. E immagino che una perla simile sia arrivata anche quel giorno che avete combattuto per l’esame dei Chunin, vero?”
“Oh si, se ci ripenso mi sale il sangue al cervello..” risposi, osservando una foto di Shikamaru che tentava di fuggire da un abbraccio di sua nonna. “Io non sto accettando di combattere con te perché voglio diventare Chunin. Lo faccio solo perché..”
“,,mai nella vita permetterei a una donna di battermi.” Concluse Yoshino per me. Io annui, ringhiando. Yoshino scosse il caso, esasperata. Poi mi guardò intensamente. “Eppure..nonostante questi piccoli ma taglienti affronti alla tua persona, nonostante quelle implacabili e continue manifestazioni di machismo mirate a dimostrare che le donne sono creature mere e inutili..tu oggi ti trovi qui.”
La osservai, spiazzata.
“Cosa intende dire?” chiesi.
“Se ci pensi, ci arrivi da sola, cara..” rispose lei, posandomi  le mani sulle spalle. “Tu disapprovi mio figlio, l’hai ammesso poco fa. Trovi irritante la sua indolenza, la sua pigrizia, l’indifferenza con cui trascura il suo talento..”
“Si, questo è vero, ma non capisco..”
“Non sopporti l’idea di venire associata a lui perché lo disapprovi, e non ti piace nemmeno sentirti inferiore a lui, né di averne bisogno, perché sai che ciò vorrebbe dire ammettere che lui è superiore a te come sostiene, cosa che tu non accetteresti mai..”
“Si, lei ha ragione su tutta la linea, ma.. non capisco ancora cosa c’entra il fatto che oggi sono qui.”
Yoshino Nara socchiuse appena gli occhi, esattamente come faceva suo figlio quando stava per dare il colpo di grazia alla sua preda.
“Non attaccarti ai dettagli. Con “oggi sei qui” intendo che, nonostante il tuo disprezzo per tutto ciò che rappresenta mio figlio e tutte le volte che l’hai sentito dire frasi umilianti nei confronti delle donne..tu sei comunque tornata da lui.. ogni volta.”
La guardai. O mio dio.. era vero! E lei..lei sapeva anche il perché lo avevo fatto? Se era cosi, doveva dirmelo.
“Il giorno del vostro combattimento, lui ti ha sconfitta..” continuò la donna, mentre io pendevo letteralmente dalle sue labbra assetata di risposte. “Però poi ti ha lasciata vincere, e immagino che tu l’abbia preso come un affronto, un umiliazione.
Io annui, avvertendo ancora la collera di allora sottopelle.
“Però sono sicura che poi, Shikamaru se ne sia uscito con una frasetta da cioccolatino tipo: A una donna mai andare incontro con un pugno..”
“..valle incontro con un fiore.” Conclusi io, sbalordita. Lo conosceva davvero bene, accidenti!
Yoshino rise di gusto.
“Scusi..ma ancora non capisco. Perché, secondo lei, se lo odio..continuo a tornare? Se lei lo sa perché ci è passata prima di me, me lo dica, per favore!” dissi io. Lei mi sorrise.
“Mia cara..per quelle altre cose, ovviamente.” Rispose lei. Evidentemente lesse la confusione nei mie occhi, perché continuò. “Come spiegarmi..beh, come abbiamo appurato, tu odi quando ti ritrovi a doverti far proteggere da lui, giusto?”
“Ovviamente..” ringhiai.
“Ma provi comunque un senso di protezione, quando lo fa, vero? Ti senti bene, quando indietreggiando davanti al pericolo, senti la tua schiena urtare contro di lui, no?”
Io riflettei. In effetti, quel giorno contro Kujaku, mi sono sentita salva, quando Shikamaru è intervenuto..
Yoshino annui, sorridendo compiaciuta.
“Tu odi quel maschilismo convinto, vero?”
Io annui, con una smorfia schifata.
“Ma quando lui ti ha lasciato vincere perché trovava ingiusto trattarti male..tu hai pensato a qualcosa tipo: Caspita..esistono ancora cavalieri a questo mondo!”
Rimasi a bocca aperta . Era esattamente cosi!
Lei sorrise ancora.
“E’ questo, bambina mia..” commentò pizzicandomi una guancia. “E’ questo, che ti spinge a tornare sempre all’ovile. Vedi, loro possono sbraitare quanto credono e sparare tutte le idiozie che credono. Ma la loro vera natura..è nascosta in questi piccoli gesti che nascono spontanei dal loro cuore. Perché il loro vero io non è quella roba che loro ti sbattono in faccia ogni santo giorno..ma in queste prove che danno ogni tanto. E noi che facciamo parte delle loro vite..ne rimaniamo ammaliate e rapite. Li odi, è vero, ma..lo stesso è impossibile per te fare a meno di loro. Ed è, ti assicuro per esperienza, una tela di ragno da cui è impossibile uscire. Anche se.. in fondo non credo che tu lo voglia davvero, in fondo. Io per prima ero come te, sai? Detestavo il modo di fare di Shikaku. Eppure..anche ora che non c’è più..lo amo come non mai.”
Detto questo si alzò, mi sorrise e fece per uscire. Io mi alzai per seguirla, ma lei mi fermò.
“E’ in camera sua, se vuoi. Anzi, sarebbe ora che si svegliasse, ormai. Buona giornata, cara, spero di chiacchierare ancora con te, in futuro..”
Prese la porta, e usci. Io me ne restai lì, senza parole. Pazzesco. Neanche mezz’ora, e mi aveva rivoltata come un calzino. Misericordia..fa davvero paura quella donna!
Ma mi chiedevo, salendo piano le scale di casa Nara per dirigermi nelle stanze da letto..aveva davvero ragione? Ero anche io come lei, legata a quei fili di ragno? Anche io come lei..odiamo e, senza saperlo..amavo?
La porta della camera di Shikamaru era socchiusa, cosi entrai piano. La stanza rispecchiava l’essenza del suo padrone: Asettica e amorfa.
Le pareti erano di un color crema molto sbiadito, e i mobili erano di legno scuro. L’arredamento era molto minimal, e consisteva in un armadio, un comodino, un letto e un tavolinetto basso con dei cuscini. Sul comodino, una lampada e una sveglia. Sul tavolinetto, una scacchiera tutta in disordine. L’unica fonte di luce della stanza dall’esterno era una finestra aperta sopra il letto, da lui pendevano delle tendine bianche mosse dalla leggera brezza estiva e una piccola campana a vento in legno.
Shikamaru stava disteso supino sopra le lenzuola bianche, vestito di tutto punto, un libro sulle strategie militari sul petto. Evidentemente si era svegliato troppo presto, quella mattina, e aveva deciso di aspettare l’ora del mio arrivo leggendo un po’, finendo per riaddormentarsi. Dunque..non si era dimenticato di me, in fondo.. Mi avvicinai al letto, e osservai la sveglia sul comodino. Era regolata alle 5. Ma..gli avevo detto che sarei arrivata verso le 8, perché svegliarsi tre ore prima?
Poi capì. Si era messo la sveglia per paura di non riuscire a svegliarsi, e per avere tempo di organizzarsi, si era preso tre ore di tempo. Che razza di scemo..
Mi sedetti sul bordo del letto, e lo osservai. Era molto cambiato da quando ci eravamo conosciuti. Ormai, di quel mucchietto d’ossa con l’aria contrita che avevo combattuto, non era rimasto nulla. Ormai, davanti a me c’era un giovane uomo, maturato dal tempo e dai colpi della vita..proprio come me.
Non seppi resistere, e mi avvicinai un po’, posando i gomiti sul letto per sorreggermi, e tirai su le gambe, lasciandole dondolare per aria. L’aria innocente che aveva mentre dormiva che avevo visto nelle foto da piccolo, in fondo gli era rimasta.
Posai piano un dito sul suo mento. Che cos’è, un accenno di barba? No, il pizzetto di suo padre, no!
Senza accorgermi, mi ero avvicinata un bel po’ col viso al suo. Che strano.. non ricordavo di averlo mai guardato attentamente in viso. Era davvero identico a sua madre.. ed esattamente come lei.. era molto carino.
Improvvisamente, mentre lo guardavo parve ridestarsi dal sonno, facendomi venire un colpo. No..non doveva trovarmi li!
Ma fu un falso allarme, perché dopo aver fatto un paio di smorfie, riprese a respirare profondamente. Ma prima di riprendere a dormire profondamente, storse la bocca, e borbottò piano: “Te..Temari..”
Il mio cuore prese un battito. E mi ritrovai a sorridere. Ecco, ora capivo cosa Yoshino intendesse..e maledizione..aveva ragione. Piccoli gesti.. che rivelano la vera natura. Piccoli gesti..che ti rapiscono e ti legano a loro. E aveva ragione anche sulla tela di ragno. Io..non avevo la benché minima intenzione di uscirne.
Un attimo dopo, Shikamaru si mosse di nuovo, ma stavolta i suoi occhi neri si aprirono. Io lo guardai, cercando di trattenere un sorriso. Parve non capire se mi vedeva davvero o se stava ancora dormendo.
“Ciao..” mormorai, restando faticosamente seria. Era cosi tenero con quell’aria allucinata!
“T..Temari! cosa..cosa fai in camera mia..sul mio letto!” esclamò schizzando in piedi. Io mi sdraiai al suo posto, e mi stiracchiai, trattenendo ancora il riso.
“Sono salita svegliarti, brutto bradipo! Ormai sono le undici passate, mi sono arrostita là fuori, ad aspettarti..”
Lui sbarrò gli occhi, e corse alla sveglia sul comodino. Imprecò mestamente.
“Mi sono riaddormentato, dannazione. Scusami tanto! Ok, senti, per sdebitarmi, ti offro il pranzo, ok?
Io lo guardai.
“No, caro mio, so io cosa puoi fare..”
Lui mi guardò, sospirando esasperato.
“Ah, fantastico, eccola che parte con le torture, che palle..su, sentiamo, quale sarà la mia punizione, stavolta?
Io sorrisi, e mi avvicinai a lui. Odiavo la testa bacata di Shikamaru Nara da sempre, come molti altri lati del suo carattere. Ma in cuor mio, pensai anche mentre lo cingevo con le braccia e posavo la mia bocca alla sua..lo amavo lo stesso da morire.
Lui rimase lì fermo per un paio di secondi, poi sentì le sue mani afferrarmi in vita. Restammo cosi per un tempo indefinito, poi lo lasciai andare. Mi osservo un po’ sorpreso, ma decisamente compiaciuto.
“Beh..” mormorò, guardandomi. “Se sapevo così..ti ci lasciavo prima ad aspettarmi sotto il sole. Sei decisamente piena di sorprese, ragazza mia..”
“Già..” risposi io, sciogliendo il nostro abbraccio e dirigendomi verso la porta. ”Anche tua madre lo è..”
Lo vidi sbarrare gli occhi.
“Hai..hai parlato con mia madre? Quando? Per quanto?e.. di cosa?”
“Ah non sono affari tuoi..” risposi, voltandogli le spalle. Ma mentre uscivo dalla stanza con lui che mi seguiva allarmato, mi voltai e, dopo averlo baciato di nuovo, gli mormorai nell’orecchio: “Carino il neo che hai sulla schiena..”
E come avevo immaginato, mentre scendeva le scale inveendo contro un album di foto e sua madre..Vidi il mio Shikamaru cambiare colore almeno sei volte!
  
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