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Autore: _a K u M u_    24/02/2015    1 recensioni
"Perchè stai piangendo?"
Tutto iniziò da una domanda,detta per caso. Una mano tesa verso di lui. Una speranza.
Certi ricordi ti rimangono impressi nella mente,non importa quanti anni siano passati. Magari è stato solo per un secondo,una cosa da niente,potrebbero dire gli altri:ma per te non è così,vero?
Il ricordo di quando qualcuno chinò lo sguardo su di te,quando porse la sua mano per aiutarti a rialzarti...
Questa..ehm,è la mia prima fanfiction ed è dedicata alla mia coppia preferita dei Vocaloid,ovvero la Gumi x Len! ^^ Spero vi piacerà!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gumi, Ia, Len Kagamine, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano quasi le tre del pomeriggio e Gumi era stesa sul suo letto a leggere la serie manga che adorava: azione e horror,questi erano i suoi generi preferiti. Aspettava Ia, la sua migliore amica. Era una ragazza abbastanza riservata, ma non troppo timida, riflessiva ed estremamente altruista soprattutto verso Gumi; un lato che la verdolina adorava della sua amica solitaria era il fatto che sapeva ascoltare(e dava sempre buoni consigli): non importava se ci avresti messo minuti,ore,giorni,lei sarebbe rimasta lì ad ascoltare i tuoi problemi,le tue ragioni ,pazientemente. Inoltre era una ragazza che sapeva mantenere la calma in qualsiasi situazione,anche se a volte le venivano i 5 minuti di pazzia che sorprendevano sempre quelli che la conoscevano. Il campanello di casa Megpoid trillò allegramente,segno che Ia era arrivata. Gumi si precipitò giù per le scale e andò ad aprirle la porta:
                                                        
“Ciao Ia-chan! Sei arrivata puntualissima,come al solito!”
 
“Ciao! Invece con te,di puntualità..non ne parliamo..” rispose Ia in tono scherzoso.
 
“Eh già!” rise Gumi grattandosi la testa imbarazzata
 
“Allora,cosa facciamo?”
 
“Lo so io.”
Disse Ia in tono paurosamente severo
 
“C-cosa?” chiese Gumi sorpresa
Ia,che ormai conosceva quella casa come le sue tasche,la prese per un braccio e la portò in camera sua. Gumi notò che l’amica aveva una sporta in mano. Una volta arrivate di sopra,Ia annunciò:
 
“DOBBIAMO DECIDERE COME VESTIRCI PER STASERA!” disse con tono trionfante e una mano alzata
 
“Iniziamo da te..”. Fece un sorriso inquietante e lentamente si girò verso la verdolina che indietreggiò preoccupata.  Quando Ia aveva questi momenti di pazzia,Gumi lo sapeva bene,bisognava stare attenti perché diventava imprevedibile ogni sua mossa.
La ragazza coi capelli albini aprì l’armadio di Gumi;dopo aver guardato all’interno per un po’ disse:
 
“Non vedo niente di adatto per una serata…e soprattutto,non hai niente che possa fare colpo su Len!” disse in tono di rimprovero
 
“L-Len?? Che cosa c’entra Len?!?!” disse Gumi rossa come un peperone
 
“Oh,non fare la finta tonta:sappiamo benissimo entrambe che ti piace da morire”
 
“Eeeeh?! Ma cosa stai dicendo,non è vero!!”

Gumi teneva sul suo comodino,incorniciata,una foto di lei e del suo grande amico biondo da bambini nel loro posto segreto mentre Len le faceva una coroncina con le foglie e i fiori di ciliegio. Per lei era molto importante quella foto perché ogni volta che la guardava pensava a quanto si fosse mantenuta salda la loro amicizia anche se erano passati più di dieci anni.
 
“Invece si,sei cotta a puntino,e si vede!” ribattè Ia,e poi,dopo aver preso la foto dal comodino e averla schiaffata in faccia all’amica,aggiunse: “ E poi,se è vero che Len non ti piace,perché tieni una foto di voi due sul comodino?”.
 
“Smettila,siamo solo buoni amici!”
disse Gumi riprendendo la foto dalle mani della ragazza,la quale era fermamente convinta che la sua amica,vivace ma facilmente imbarazzabile quando si parlava di amore, provasse qualcosa per il suo migliore amico,il  tipo più affascinante della scuola.
 
“Comunque,cosa c’è dentro quella sporta?” chiese Gumi,che voleva cambiare argomento. Ia sospirò:
 
“Dato che conosco il tuo scarsissimo interesse nel vestire bene per una determinata occasione,immaginavo che non avresti avuto niente di adatto nel tuo guardaroba. Così eccomi qui in veste di salvatrice delle povere pecorelle smarrite!” disse con tono trionfale
 
“Ecco,ti ho portato questi vestiti:a me non vanno più bene,quindi te li regalo se vuoi.” continuò Ia prendendo fuori dalla borsa di plastica vestiti di ogni genere:si andava dal rock al casual,dal colorato e vivace all’elegante.
 
“Caspita,sono davvero belli!” disse Gumi passandosi capo per capo fra le mani
 
“E non è tutto..tieni,ti ho comprato questo. Si tratta di un regalo,quindi non azzardarti a rifiutarlo!”
concluse la ragazza coi capelli color neve,e tirò furori dalla sporta l’ultimo vestito: si trattava di un grazioso vestito azzurro cielo,non troppo vaporoso,senza spalline,con una cintura blu oltremare all’altezza della vita. In abbinato,c’era anche una giacca di jeans la cui lunghezza non superava i fianchi,da mettere sopra. Un look semplice e comodo ma,allo stesso tempo, che faceva la sua bella figura,proprio come piaceva a Gumi. Quest’ultima fissò per un po’ il regalo ricevuto,poi i suoi occhi si fecero lucidi:
 
“Ia-chan..grazie..!”esclamò abbracciando l’amica
 
“Ehi ehi,ora non piangere!” disse Ia ridendo
 
“Forza,facciamo qualcos’altro. Hai già letto l’ultimo capitolo del manga che ti ho prestato, ‘La rosa bianca fra le mille rosse’?”
 
“Ah,sì,l’ho finito proprio ieri sera! Non è molto il mio genere,però mi è piaciuto davvero un sacco!! Posso restituirtelo ora.”
rispose la verdolina asciugandosi gli occhi e restituendo il manga all’amica.
 
“Lo adoro soprattutto per il fatto che questo gruppo di amici ha….”
Trascorsero il pomeriggio guardando anime,come ogni otaku che si rispetti, a disegnare,a gossippare sugli amori e sulle coppie nella loro classe,a provare vestiti e,infine,si prepararono per la serata; Ia rincorse Gumi per la casa(i pericolosi momenti di follia dell’albina) perché voleva che l’amica si truccasse almeno con un filo di matita,ma per la nostra verdolina mettersi un vestito era già molto e quindi rifiutò subito la proposta.
Ormai le due amiche erano pronte ed era già l’ora di andare, quindi uscirono di casa e percorsero il lungo vialetto che portava al centro della città, illuminata dalle lucine delle vetrine dei negozi lungo i portici. Gumi adorava la sua città, perché c’erano un sacco di negozi e altre strutture per svagarsi e non era troppo caotica. Percorsero il porticato e svoltarono dopo vari incroci e rotonde.
 
“Ti confesso che sono un tantino nervosa”
rivelò Gumi all’amica quando erano ormai vicine al luogo d’incontro “Insomma, non porto vestiti da quando ero piccola e sarà molto imbarazzante farmi vedere conciata così, soprattutto per quanto riguarda Len. Ah,e poi ci sarà Neko che mi fisserà per tutto il tempo! Quello lì mi mette a disagio di suo,se poi mi vede così..!”
 
“Eddai,non essere così pessimista! Stai molto bene con questi vestiti,sono sicura che se fai un bel respiro ti sentirai meglio: prova,su!”
Ia inspirò e fece gesto all’amica di imitarla; il suo modo di fare ricordò alla verdolina quello di Len,che era pressoché uguale. Gumi seguì il suo consiglio e chiuse gli occhi: avvertì che, effettivamente, la cosa funzionava. Finalmente giunsero al karaoke: erano già arrivati tutti,a eccezione di Len.
 
“Ehi,ciao ritardatarie! Ce ne avete messo di tempo!” disse Luka con tono scherzoso
 
“Gumi-chaan! Ia-chaan!” Miku corse incontro alle due arrivate e le abbracciò
 
“Ehi,Gumi,stasera cantiamo anche Matryoshka?” chiese Miku con il suo faccino puccioso
 
“Con piacere Miku!” Non si poteva resistere al quel visino,e poi Gumi era certa che sarebbe stato divertente
 
“Uh? Gumi è arrivata?! GUMI-CHAAN!” dal fondo della sala,un ragazzo con i capelli biondi solcati da una mesh rossa e con un sacco di orecchini e piercing cominciò a correre e si gettò su Gumi,facendola quasi cadere.
 
“Oh…ciao Neko, vedo che sei già arrivato”. Kurone Kou era un compagno di classe di Gumi, ma tutti lo chiamavano Neko. Era un ragazzo particolare: amava il rock e aveva un forte spirito ribelle e aveva quasi un’ossessione per Gumi; si era interessato a lei sin dal primo giorno che l’aveva vista: era rimasto molto colpito dal suo altruismo e dal suo fare vivace e coinvolgente nei confronti degli altri.
All’improvviso si staccò da lei e cominciò a guardarla: dall’alto verso il basso,dal basso verso l’alto. Poi,sfoggiando un ghigno compiaciuto disse:
 
“Oh,ma guarda un po’: come mai stasera indossi un vestitino? Lo sai,è abbastanza corto..” si avvicinò all’orecchio della verdolina,già rossa d’imbarazzo, e socchiudendo gli occhi le sussurrò sensualmente “..come piacciono a me..”. Adorava stuzzicarla. STOCK! Gumi gli assestò un colpo dritto alla nuca,facendolo leggermente barcollare.
 
“Hhehe..” rise lui
 
“Certo che sei proprio un cretino fratellone” commentò Oliver,il fratello di Neko: era il più piccolo del gruppo dato che aveva due anni in meno, talvolta però si dimostrava molto più intelligente di suo fratello. Erano completamente diversi.
 
“Ehilà!” Gakupo e Kaito salutarono le ragazze con la mano. Non molto lontano da loro, Meiko, l’ubriacona del gruppo, agguantò delle bottiglie di birra e saltellò verso le due:
 
“Ehi ehi ehi! Come va ragazze? Che ne dite di stappare qualche bottiglia per iniziare bene la serata?!” Questa volta fu Ia a prendere la parola:
 
“Meiko, se cominci a ubriacarti ora è la fine. E poi non è ancora arrivato Len.”
In quel preciso istante Len aprì la porta del locale:
 
“Ragazzi, vedo che ci siete tutti…sono arrivato in ritardo,scusate” Tutti quanti lo salutarono, e quando Gumi gli venne incontro per ‘rimproverarlo’ Len non potè fare a meno di notare il suo grazioso vestito. Quando Gumi capì che il biondino stava guardando il suo look, subito disse imbarazzatissima:
 
“Ah, ehm, è stata un’idea di Ia..e…hum…”
 
“Sei davvero stupen-cioè, sì, ti sta bene…”
rispose Len leggermente imbarazzato: poi il suo sguardo si posò sulle gambe della verdolina, graziose,lisce e…scoperte..non ci era abituato, di solito un pantalone le copriva sempre. Len divenne rosso come un peperone.
 
“Perfetto,ci siamo tutti: diamo il via alla festaa!!” gridò Meiko iniziando a stappare le bottiglie. La serata era iniziata tranquillamente, i ragazzi e le ragazze avevano cantato le prime canzoni: ognuno aveva la voce diversa dagli altri, ognuno aveva la propria unicità. Grande successo fu riscosso da Ia con Children Record mentre Kaito e Gakupo, nell’intento di imitare l’albina, perdevano sempre il filo delle parole, data la velocità della canzone; Oliver aveva cantato una delle sue solite canzoni commoventi e Miku si era unita a lui: la loro canzone aveva fatto commuovere gran parte delle ragazze; Gumi, Luka, Len e Neko avevano rallegrato la serata con una loro versione di Happy Synthesizer e tutti si erano alzati per ballare; Meiko invece per colpa dell’alcool si era dimenticata temporaneamente il testo di ogni sua canzone, così aveva dovuto inventarsene una(e il risultato non fu neanche niente male!). Poi, la stessa Meiko aveva iniziato a stappare più bottiglie del dovuto: allora divenne il caos.
 
“Meiko, sei ubriaca marcia, siediti un attimo..” le diceva Kaito a distanza di sicurezza
 
“K-Kaito..sstaai zzitto, sstaaai zzitto…!”
Meiko cominciò a tirare delle bottiglie addosso a Kaito che cominciò a correre per la stanza. Allora intervenne Gakupo cercando di calmare la situazione, ma non servì a molto: Meiko gli prese la lunga coda di capelli viola,lo fece cadere in ginocchio e si mise a cavalcioni su di lui, come se fosse un cavallo
 
“Aww, i capelli..!! Che maleee!!”
 
“Eehi, Gakuupo..pperchè hai le oreecchie da caane? Abbaaia,sùù! Woof woof”

Dall’altra parte della stanza, Neko e Gumi, ubriachi, stavano ballando una danza(?) simile ad un valzer, anche se non si capiva bene cosa stessero facendo perché barcollavano un sacco. Ad un certo punto, i due si lasciarono e dopo aver gironzolato per un po’ per la stanza caddero; Len corse subito da Gumi per vedere se stava bene:
 
“Gumi,ehm..tutto ok? Vieni, andiamo un attimo a riposarci sul quel divanetto lì” Len le prese un braccio e se lo mise attorno al collo con una mano,con l’altra le reggeva i fianchi. Si sedettero e il biondino sospirò  guardando l’amica mezza tramortita. Improvvisamente Gumi prese la mano di Len e in un batter d’occhio si mise sopra le sue ginocchia, il suo petto premeva contro quello del biondo; ora Len sembrava più un pomodoro che un ragazzo imbarazzato ed era immobile, non si aspettava questa reazione da parte della verdolina
 
“G-Gumi?!” disse con un filo di voce
 
“Len..” Gumi lo guardò dritto negli occhi, il viso arrossato dalla  sbornia “Io..non sono sola vero?”
 
“Gumi..no, non sei sola. Guarda,qui ci sono tutti i tuoi ehm..amici e hai una famiglia che ti vuole bene. Inoltre..ci sono anche io”
 
“E tu ci sarai sempre, mi proteggerai vero?”
Len guardò la verdolina stupito, poi sorrise e la guardò dolcemente: anche se sapeva che era ubriaca, voleva che lei lo sapesse:
 
“Certo. Se tu avrai bisogno, ci sarò sempre per te.” Gumi ricambiò il sorriso, rassicurata, poi chinò la testa e si accoccolò contro il petto di Len: chiuse gli occhi e si addormentò.
Neko, che intanto si era ripreso, gironzolava ancora urlando e dando baci a caso a tutti.
Miku invece era saltata addosso a Kaito e in un momento di sfogo aveva dato di stomaco sull’amico che ne era rimasto traumatizzato.
 
“Siamo nel delirio totale” commentò Oliver
 
“Lo sapevo che andava a finire così..la prossima volta le nascondo le bottiglie” disse Luka, l’unica che insieme a Oliver,Len e Ia non aveva toccato alcolici.
Dopo che la situazione si fu calmata abbastanza(per calmare Meiko, ahimè, ci volle un sacco di tempo), il gruppo di amici riordinò il locale e pian piano iniziarono a salutarsi e ad andarsene; Len si offrì di accompagnare a casa Gumi, dato che stava ancora barcollando . Stavano ripercorrendo i portici della città, le luci ora erano spente.
 
“Len, passiamo per il parco?” chiese Gumi, in parte conscia, in parte no: normalmente per arrivare al vialetto che li conduceva a casa avrebbero dovuto camminare per qualche metro, svoltare a un paio di incroci e infine imboccare il marciapiede che conduceva a quella strada, tuttavia ci si poteva arrivare anche attraversando il parco.
 
“Sono stanca,voglio fermarmi un po’…”
 
“Va bene,andiamo.”

Il parco sembrava così malinconico: era buio e vuoto, niente urla o piagnucolii di bambini scalmanati, niente rumore dei piedi che corrono frenetici, niente continuo viavai da un gioco all’altro. Pace, irrealistica pace. Si sedettero su una panchina alla luce di un lampione, uno dei pochi presenti lì, e Len cominciò a parlare:
 
“Ehi...come mai mi hai fatto quelle domande prima?” Come si dice, in vino veritas, e il ragazzo era curioso di sperimentare la validità di questo detto.
 
“Bah,una sciocchezza.” rispose Gumi con un mezzo sorriso: poi quel sorriso lasciò spazio a uno sguardo pensieroso.
 
“Solo che…non so, certe volte ho la sensazione che attorno a me ci sia il buio…e il vuoto…” Len la guardò colpito, e anche la sua espressione divenne assorta:
 
“Penso che a tutti gli esseri umani capiti di pensare almeno una volta nella vita a queste cose…però, sai, è importante quando ci si pensa ricordare che ci sono un sacco di persone che ogni giorno ci sostengono e ci fanno andare avanti. Inoltre, credo che nessuno sia solo. Insomma, c’è sempre qualcosa o qualcuno che ti fa dire: ‘Vado avanti,dopo tutto il dolore che ho sopportato e che dovrò sopportare’, a mio parere.” Non si accorse che la verdolina lo stava fissando, gli occhi brillanti pieni di ammirazione; quando se ne accorse, si grattò la testa con fare imbarazzato e arrossì
 
“B-beh, non so, probabilmente sto dicendo un mucchio di sciocchezze..”
 
“No, non è vero. Anzi, hai detto qualcosa di molto profondo e sensato!”

I due stettero in silenzio per qualche istante, poi Len invitò Gumi a incamminarsi verso casa. Infine quando arrivò il momento di separarsi, si salutarono e Len ricordò a Gumi di stare attenta a dove metteva i piedi dato che era ancora un po’ sballata.
Appena Gumi entrò in casa, i genitori la accolsero bruscamente:
 
“Ehi signorina! Ti sembra questa l’ora di tornare a casa?”
 
“Si si..ora sono stanca,ne riparliamo domani ok? Notte.”
La ragazza si precipitò al piano di sopra per evitare di dar segni di sbornia; fortunatamente, reggeva l’alcool abbastanza bene.
Sdraiata sul suo letto, Gumi si sforzò di ricordare i dettagli della serata; le tornò in mente ciò che le aveva detto Len.
 “Tu non sei sola”

 

~Note dell'autrice
Bene,siamo finalmente arrivati al  3° capitolo della fanfic! Yeppi! *lancia dei coriandoli* \(^w^  /)
Mi è piaciuta troppo l'idea dei vocaloid ubriachi, quindi scusate ma non ho resistito!! XD Inoltre Kurone Kou è troppo stupendo da ubriaco anche se già lo è caratterialmente nella mia fanfiction e poi Meiko da ubriaca...è il delirio X3 Comunque non vedevo l'ora di fare un capitolo dei vocaloid ubriachi  mi sono divertita un mondo a scriverlo, spero piaccia anche a voi! E ricordate..se avete domande sull'origine dell'universo, sul perchè esistiamo o se esistono gli spiriti, beh, basta mangiare un dolce e dopo non ve ne fregherà più niente così vi sentirete in pace col creato. Sayonaraa!
 
   
 
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