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Autore: Magaskawee    24/02/2015    0 recensioni
Un libro che parla di una storia vera, accaduta anni fa, ai tempi di una Konoha sotto la guida del Quinto Hokage.
Un evento irripetibile travolgerà tutti in un'esperienza dalle mille sfaccettature, un'occasione più unica che rara per crescere e conoscere nuovi ragazzi simili a loro ma con realtà e culture molto differenti.
Konoha avrà l'onore di aprire le porte a tre nuove squadre ninja, provenienti da paesi lontani sparsi per il mondo. Uno scambio culturale ricco di tradizioni, mistero, magia.
Questo fresco vento di novità, quanto sconvolgerà le vite dei ninja? Queste tre squadre, avranno dei segreti? Verità celate? Loro, figli della notte, troveranno quel raggio di luna, pronto a guidarli? O rimarranno smarriti nel buio?Immergetevi nel loro mondo e, forse, lo scoprirete ;)
[Fic momentaneamente sospesa]
Genere: Fantasy, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Naruto prima serie, Contesto generale/vago
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Capitolo I

 
L’ufficio del Quinto Hokage era a soqquadro: la scrivania era irriconoscibile, sommersa da pergamene, libri, lettere, piccole tracce di riso su un vassoio in bilico sopra a una pila instabile di fogli; alcune piante erano state spostate per lasciare posto ad altrettante cianfrusaglie, gli armadietti erano stati svuotati e il loro contenuto si trovava sparpagliato sul pavimento. Dopo mesi, Tsunade aveva deciso – o meglio, era stata persuasa dalla sua segretaria di fiducia – di riordinare vecchie pratiche e gettare quelle cose inutili che occupavano inutilmente posto sugli scaffali. Doveva anche finire di archiviare vecchi documenti e terminare i piccoli lavoretti burocratici che si erano accumulati dalla morte del Terzo Hokage. In quell’ufficio sembrava viverci un tornado, sempre pronto a vorticare e buttare all’aria qualsiasi cosa capitasse sotto tiro.
   «Non ne posso più» brontolò, sedendosi sulla sedia girevole dietro la scrivania – l’unica a non essere ancora stata sommersa da carte e cartine – e girandosi per osservare il bellissimo panorama che si ergeva dalla finestra. Il sole era alto nel limpido cielo azzurro, si poteva udire qualche uccello cantare di buona lena; quanto avrebbe voluto rilassarsi anche lei, con una fumante tazza di tè matcha per scioglierle i nervi!
   «Signorina Tsunade», la interruppe Shizune, con le mani piene di fogli che accuratamente stava riordinando, suddividendoli per data e mese. «Non è il momento per prendersi una pausa, abbiamo ancora parecchio da fare».
   «Lo so, Shizune, lo so» borbottò cupa, massaggiandosi le meningi con le dita laccate di rosso. Diede un ultimo e veloce sguardo al paesaggio di fronte a lei prima di girarsi sul posto con la sedia; poteva sentire gli schiamazzi e le risa dei bambini nel cortile dell’accademia, le urla degli insegnanti per richiamarli all’attenzione e il frusciare lieve delle foglie al passaggio delicato e silenzioso del vento.
   «Rimettiamoci al lavoro, allora». A volte rimpiangeva la vita che faceva fino a poco tempo fa, prima di accettare l’incarico di Hokage. Slot machine, giochi d’azzardo scommesse… bei tempi. Non che essere Hokage le dispiacesse, certo, ma quando si trattava di faccende burocratiche, archivi e quant’altro, essere capo villaggio era proprio una tortura psicologica.
La porta della stanza fu aperta di colpo, sbattendo forte contro la parete e buttando giù una pila di fogli lì accanto.
   «Vecchia Tsunade!», urlò Naruto, mentre si avvicinava a passo svelto verso la scrivania.
A quel punto, tutto l’autocontrollo della donna – che già faticava a tenere a bada – finiva in mille briciole, mentre una vena pulsante era visibile sulla tempia.
   «Naruto! Incivile che non sei altro! Ti sembra il modo di entrare?», gli sbraitava con tutta la voce che aveva.
   «Mi scusi, forse ho esagerato un pochino» rispose imbarazzato, grattandosi la nuca. Solo in quel momento notava in che condizioni si trovava lo studio: sembrava essere scoppiata una carta bomba, spargendo fiumi di fogli in ogni angolo; salendo le scale, però, non aveva udito nessuna esplosione e non c’era il minimo odore di bruciato o tracce di fumo. Scartò quindi quell’idea.
La donna sedeva tenendosi la testa fra le mani, cercando di recuperare un minimo di autocontrollo e tentando di ricacciare indietro il mal di testa che le tamburellava freneticamente nel cranio.
Nel frattempo Shizune era andata a preparare del tè, sapendo che avrebbe aiutato Tsunade a calmarsi un po’. Posò la tazza fumante sulla scrivania e ne diede un’altra a Naruto, che accettò volentieri.
   «Spero tu abbia un valido motivo per essere entrato senza bussare». Mentre beveva, si lasciava coccolare dal dolce vapore che le solleticava le narici, sentendo la bevanda amarognola e calda scenderle giù e riscaldarle lo stomaco. Forse era una sua impressione, ma già si sentiva meglio.
   «Veramente no», ammise, sentendosi addosso uno sguardo contrariato. «O meglio, inizialmente avevo intenzione di chiederle se aveva qualche missione da affidarmi», cercò di reprimere una smorfia di disgusto mentre beveva il tè, troppo amaro per i suoi gusti. Si era dimenticato che la vecchia Tsunade amava i tè pregiati e dai gusti forti, ma quello era in assoluto il peggiore che avesse mai saggiato. Forse un tè veniva scelto secondo il carattere della persona, se era così allora quell’infausta brodaglia si accoppiava perfettamente al caratteraccio della donna, seduta di fronte a lui. «Ma poi ho incontrato uno strano tizio che la cercava».
   «Uno strano tizio?» ripeté, mentre riportava la tazza alle labbra.
   «Sì, ha detto che vorrebbe avere un colloquio con lei. Sembra essere uno di quegli uomini vestiti in giacca e cravatta, quelli ricchi da invidiare». I documenti che Shizune stava riordinando davano un piacevole sottofondo frusciante. Tsunade temeva che qualcuno la cercasse per saldare uno degli innumerevoli debiti, accumulati tentando la fortuna ai vari giochi.
   «Ti ha esposto il motivo della sua visita?».
   «No», rispose. «Però ha detto che era una cosa importante». Il silenzio ora era spezzato soltanto da Naruto, che rumorosamente cercava di bere quella disgustosa bevanda.
   «Come puoi notare tu stesso, ora sono impegnata», disse accennando al disordine che aleggiava nella stanza. «Digli che lo riceverò fra un’ora, minuto più, minuto meno».
   «Sarà fatto!», esclamò allegramente il ragazzo, mentre si alzava velocemente e si dirigeva verso la porta, poggiando la tazza sulla scrivania.
   «Un’ultima cosa» continuò Tsunade, interrompendo la sua camminata tra la porta e il corridoio. «Se non ti piaceva, bastava dirlo» concluse, indicando con lo sguardo il tè avanzato dal ragazzo. Un accenno di sorriso le dipinse il volto, mentre la porta veniva richiusa, ricordandole del lavoro da terminare. «Quanta pazienza» sospirò, bevendo l’ultima goccia rimasta nella tazza.
 
 
Nel giro di un’ora gran parte del disordine era svanito, tuttavia la scrivania era in parte sommersa dalle ultime pratiche da controllare e firmare; rimanevano nell’angolo libri da catalogare e le tazze di tè vuote da lavare. Le due donne potevano ritenersi soddisfatte del lavoro compiuto in così breve tempo. Entrambe, infatti, temevano di rimanere sommerse dai fogli per tutta la giornata. Tsunade desiderava fare un’altra pausa, per permetterle così di finire il lavoro con più serenità. Per sua fortuna qualcuno bussò alla porta e, dopo aver concesso il permesso per entrare, prese posto nella sua solita sedia, guardando curiosa l’uomo che si trovava davanti a lei.
Era pressappoco più grande di lei, probabilmente sui sessant’anni; aveva un viso piuttosto squadrato, come gli occhiali che portava sul naso leggermente schiacciato. I suoi capelli neri gli arrivavano fino al collo, divisi da una riga al centro della testa, come un libro aperto. Indossava un completo gessato color topo, ai piedi portava scarpe nere lucide e in mano teneva una valigia ventiquattrore. A dargli un aspetto meno severo c’era la cravatta di un rosa acceso, con stampati dragoni verdi e blu.
Mentre s’inchinava lievemente, poggiando la valigetta a terra, disse:
   «È un piacere incontrarla, Quinto Hokage». Tsunade con un cenno gli indicò di sedersi, mentre lo guardava negli occhi scuri. «Sono Takashi Tanaka, forse ha già sentito parlare di me» sorrise, mentre s’inginocchiava comodamente sopra a un cuscino offerto da Shizune. Si fissavano attentamente, mentre l’Hokage cercava di ricordare dove poteva aver sentito quel nome familiare.
   «Organizzo eventi in diverse nazioni», disse infine.
   «Certo, ora ricordo!» esclamò. Il signor Tanaka era il capo e coordinatore di diversi eventi, prestava volentieri il suo aiuto per le selezioni dei chunin, per festività in piccoli villaggi; sovente organizzava tornei o gare tra paesi alleati, mantenendo saldi i loro legami.
   «Se non sbaglio, qualche anno fa ha aiutato Konoha nell’organizzazione per il torneo di selezione dei chunin» disse Tsunade.
   «Esatto, Quinto Hokage. A quei tempi, però, c’era a capo il Terzo Hokage».
   «Già» rispose la donna, sospirando appena. «Comunque è ancora molto presto per i prossimi esami…».
   «Non sono qui per gli esami» sorrise, mentre apriva la sua valigetta. «Si tratta di un evento molto, molto più interessante».
   «Di cosa si tratta?»
   «Dell’evento che Konoha non può assolutamente perdersi. Sto parlando del R.I.S, ovvero del Raduno Internazionale Shinobi» enunciò allegro. «Ne ha mai sentito parlare?»
   «No, non mi risulta».
   «Le spiego brevemente di cosa si tratta, troverà maggiori dettagli nel volantino che le lascerò prima di andarmene ». Inspirò profondamente e iniziò: «Ogni anno si svolge un evento molto particolare. Si tratta di uno scambio culturale tra villaggi provenienti da nazioni differenti, di solito da paesi molto lontani da noi, ove lingua, tradizioni e stili di combattimento sono diversi dai nostri». Mentre Shizune si sistemava in piedi, dietro la scrivania, Takashi lasciò che Tsunade assimilasse con calma ciò che aveva detto. «Come dicevo l’evento si svolge ogni anno, sempre in Paesi nuovi. Sono passati svariati anni, da quando una delle cinque grandi terre ninja ha partecipato».
   «Così ha pensato a Konoha».
   «Esatto, Quinto Hokage. È un’occasione preziosa che non può lasciarsi sfuggire. Oltre ad un arricchimento interiore, i ninja della Foglia avranno l’occasione di vedere e apprendere nuove tecniche dagli altri shinobi e viceversa; inoltre non è raro che alcuni villaggi, una volta finita l’esperienza, decidano di formare alleanze o trattati di pace». Gesticolava animatamente, come un bambino che raccontava ai propri genitori la giornata appena trascorsa a scuola.
   «Ha ragione, come proposta è allettante.» disse la donna, pensierosa. «Però non ha preso in considerazione che Konoha ha subito un forte attacco durante la terza prova degli esami chunin».
   «Sì, mi era arrivata la notizia», sostenne dispiaciuto, abbassando lievemente lo sguardo. «Immagino quindi che il villaggio si sia indebolito parecchio».
   «Giusto».
   «E teme che il villaggio possa subire altri attacchi, specialmente se non conosce i Paesi dai quali provengono i ninja¸?»
   «Vedo che ha capito» gli accennò un sorriso. La questione le interessava molto, ma c’erano dei rischi che non poteva permettersi. Non conoscendo i rispettivi villaggi stranieri, la probabilità di subire un attacco aumenta notevolmente, in più non poteva concedere ai ninja esterni a Konoha di apprendere, o peggio, rubare tecniche segrete e tipiche dei vari clan.
   «Capisco le sue paure al riguardo, ma lei bene o male mi conosce, sono famoso in tutte le cinque terre ninja, persino negli stati più piccoli.  I villaggi che in passato hanno partecipato si sono dimostrati sempre affidabili e collaborativi, fino ad oggi non ci sono mai state guerre tra di loro».
   «Quanto dura l’evento?» chiese, nascondendo la bocca tra le sue mani intrecciate.
   «Sei mesi».
   «Parecchi, direi».
   «Le assicuro che passano in fretta» rispose il signor Tanaka. «Inoltre l’evento non comprometterà l’organizzazione e le routine del villaggio, i primi tempi saranno difficili, certo, ma poi tutto andrà per il meglio, vedrà».
   «Parla come se avessi già accettato», disse scettica la donna.
   «Perché, ha intenzione di rinunciare a un’opportunità così?». Tsunade si trovava in un bivio e non sapeva scegliere. Poteva permettersi di rischiare? Se aumentava la sicurezza del villaggio per almeno tre mesi, sarebbe riuscita a tenere tutto sotto controllo, garantendo calma ed efficienza? Per lei era come una sfida, una scommessa. E da buon amante del gioco d’azzardo, come poteva tirarsi indietro?
   «Direi di no», dichiarò infine. Poi aggiunse: «Prima, però, vorrei sapere tutto nei minimi dettagli; poi, forse, la mia risposta sarà definitiva». Takashi Tanaka sorrise.
   «Certamente, Quinto Hokage. Sono qui per questo», disse, mentre estraeva dalla ventiquattrore un plico di fogli colorati. Tsunade si sistemò un attimo i capelli, prima di porgere l’attenzione all’uomo che, entusiasta, aveva iniziato a spiegarle accuratamente tutte le fasi del progetto.
“È un’interessante sfida”, pensò la donna, dando una fugace occhiata alla sua assistente, che ascoltava diligentemente il discorso. “Voglio vedere se una volta tanto avrò fortuna…”.



 
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Pngolino ersonale  

Buonsalve, rieccomi qui! ^^ Ce l'ho fatta ad aggiornare in un tempo relativamente breve (almeno credo xD)
Con questo capitolo la storia che Fuyumi sta leggendo ha finalmente inizio! Come vi sembra? Dal prossimo capitolo le cose diventeranno interessanti ed entreranno in scena nuovi pergonaggi... ^.^ Intanto ringrazio tutti quello che hanno letto questo e il precedente capitolo, ringrazio anche trouble00 per aver aggiunto la storia tra le seguite ^.^
Per quanto riguarda il prossimo capitolo... molto probabilmente uscirà con un po' di ritardo, prometto di aggiornare appena possibile! 
Per ora è tutto ^^ A presto
Magaskawee
 
 
 

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