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Autore: inibizione    25/02/2015    1 recensioni
Dal testo: "(...) Forse Christina assomiglia a Joe, non ama i convenevoli e le formalità, è allegra, spigliata, tutta uno slancio, una questione di forza e fisicità, forse anche lei ha delle storie brevi, fatte di corpi che si tengono vicini e sentimenti che si consumano in fretta come sigarette.
Quello che i giornali hanno sempre detto di lui, invece, è che Nick Jonas è una persona tranquilla. Riservato, taciturno e con un perenne – incantevole - broncio sul viso, Nick è la persona più equilibrata del mondo, sempre impegnato a tenere perfettamente bilanciati tutti gli aspetti della sua vita. Niente colpi di testa, insomma. Nick è il classico bravo ragazzo, con un bel faccino e una collezione di dischi niente male."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Critical'
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I tried to look away from what you did

Heartache became my friend, oh.

You walked away from me baby

I would've never done the same

(See no more, J.Jonas)

 

 

A prima vista Joe sembra un tipo molto superficiale. Piace alla gente, lo sa e gli piace da morire.

Ha portato in Texas l’intero guardaroba firmatissimo del New Jersey, il gel per capelli e il suo impianto stereo da mezzo milione di dollari. Si specchia in qualsiasi superficie riflettente, non lascia il suo numero alle ragazze, non veste mai due volte gli stessi abbinamenti e dorme con la mascherina verde pistacchio. La band si è sciolta, è vero, e abitano in un paesino in cui nessuno li riconosce, è vero, ma Joe vuole ritornare sul palco e questo trasferimento per lui non è altro che una splendida lunga vacanza.

Ha una sorta di allergia ai rapporti duraturi, agli obblighi vero il prossimo e al lavoro di squadra, alle faccende domestiche e alle banane, ma per i suoi fratelli è pronto a fare un’eccezione. Più di una, a dire il vero.

Per Joe, Nick e Kevin - e anche Frankie, anche se è ancora troppo piccolo per prenderlo davvero sul serio - sono l’unica cosa più importante di se stesso.

E quindi Joe sa bene perchè da un po’ Nick sta tutto il giorno appicciato alla tv a guardare le repliche delle partite di baseball, se non sparisce più per andare al lago e se non scrive più canzoni anche mentre si lava i denti.

Lo sa, lo vede, ma continua ad ignorarlo. Nick non gliel’ha detto esplicitamente e lui non ha chiesto, perché suo fratello parla poco e decide lui quando e come, e va bene cosi. Forse.

 

“E successo un casino” ha scritto a Cam quando Chris se n’è andata da casa loro come una furia, circa ventiquattro ore dopo lei gli ha risposto “lo so”. Le ha chiesto cosa avrebbero dovuto fare allora e Cam ha digitato in fretta mentre Chris era sotto la doccia che “lascia fare al tempo e alla distanza. Quando torneremo metteremo tutto a posto” e Joe ha capito che parlava anche di loro due, cosi le ha dato la buona notte e ha detto che l’aspetterà.

Cam ha sorriso a quello che era un messaggio carico di promesse inespresse e ha faticato a prendere sonno, dopo, abbracciata alla schiena della sua amica.

“Aspetterò” gli ha detto l’ultima volta che l’ha visto prima di partire.

L’ha incontrato per caso nei pressi dell’officina di Sam, dopo essere passata a riprendere la sua roba. Gli ha chiesto “come stai?” guardandolo dritto negli occhi, mentre l’eco dei brividi di quella sera – e di quelle dopo, di cui nessuno sa, però – le dava la pelle d’oca. Tutto quello che è successo poi, è una diretta conseguenza del “bene, adesso” di Joe.

Il punto è che, se tutte le volte che finiscono per fare sesso in qualche angolo di mondo si limitassero a quello, probabilmente si sentirebbero entrambi meno colpevoli, meno coinvolti, meno fragili. E invece Joe trova stranamente naturale accarezzarle il braccio fino alla spalla, mentre parla, parla, parla, senza freni, dopo, di qualsiasi cosa. Naturale il modo in cui lei sorride ascoltandolo, spingendosi più vicino e naturale baciarsi ancora e ancora, fino a restare senza fiato. Naturale sentire gli occhi umidi e la gola restringersi quando nel mezzo della sua risata le ha detto “non posso”.

E Cam ha smesso di ridere, ha capito. “Non importa. Va bene”, con la mascella rigida e i pugni chiusi, nascosti.

“Non è vero. A te importa, lo so. Ma io, io non sono cosi”.

“Non puoi provare a farlo? O non vuoi?”

Joe si è passato la mani sul viso, improvvisamente stanco.

“Ho rinunciato a Sam, Joe. Alle cose che avevo. La mia amicizia con Chris ne ha risentito. Nemmeno io sono cosi, non l’ho mai fatto prima. Non ho mai… messo in gioco cosi tante cose, alla cieca, per nessuno, nemmeno per me stessa. E tu non puoi provarci?”

Lui non ha replicato, con gli occhi chiusi contro il braccio, nascondendosi per la vergogna. Avrebbe voluto scusarsi, ma per cosa? Per quello che è? Per quello che non può darle? Per le promesse che non le ha mai fatto?
Cosi mentre la sentiva rivestirsi, fra i frusci degli abiti sgualciti e il tonfo dei piedi scalzi sul legno ha sussurrato “si”, sperando che lo sentisse. “Si”, ha ripetuto più forte, dopo essersi messo a sedere sul materasso molle.

“Ma prima devo capire se provo davvero qualcosa per te”.

“Aspetterò” gli ha risposto, poi si è voltata e ha fatto le scale piangendo.

 

Nel frattempo, comunque, Joe ha comprato una moto e ha già convinto suo fratello tre sere su sei a fare un giro in città, dopo mezzora di borbottii e lamenti.

Vanno al Pub, bevono un paio di birre, fanno amicizia con i ragazzi del posto e Joe fa qualcosa di stupido, tanto per far ridere Nick. Un giorno chiede un appuntamento ad una vecchietta che portava a spasso il cane – che lo ha colpito più volte con la borsetta -, una sera telefona a Tokyo e ordina sushi per due, Konnery Street, Texas e ridono insieme perché non capiscono una parola ma è sicuro che dall’altra parte il tizio li stia ricoprendo di inulti.

 “Mi manca” dice una sera Nick.

Joe sorride alla bottiglia di Heineken che tiene in bilico sul ginocchio.

“Hai perso la compagna di giochi, eh fratellino?” ma Nick lo guarda male e Joe scuote la testa.

“Linda ha detto che starà li un mese, per gli esami. Poi torna, Nick”.

“Se n’è andata all’improvviso. E’ scappata. Proprio ora”, geme. Proprio ora che…

“Quando sono andato in Italia con Kam e Joey non hai fatto tutte queste storie, però”.

“E’ diverso“.

“Mi offendo, eh!”

Joe, piantala”.

Joe ride, pungolare Nick lo diverte un mondo.

“Chris, eh?” riprende, giocherellando con la bottiglia tra le dita lunghe. Sente l’altro sospirare.

“Si vede cosi tanto?”

“Sono tuo fratello, ti conosco da vent’anni. Io lo vedo.”

 

 

“Torturare quel povero libro non risolverà il problema”.

Chris afferra la tazza di thè ai frutti rossi che Camille le porge e si sistemano vicine, con la schiena al muro, ad osservare fuori dalla grande finestra la sera che scende su New York.

“Possiamo tornare, se ti va. Prenotiamo un volo e domani mattin-“

“Non ne voglio parlare”.

E il tono che usa convince Cam a tenere la bocca chiusa. Lei stringe il telefono tra le mani e guarda fuori dalla finestra le gocce di pioggia veloci che scorrono sul vetro lucido. Una sembra fermarsi appena, rallenta la sua corsa, come ad aspettare una goccia gemella, per poi fondersi e correre insieme verso il bordo del davanzale. 
Sorride mesta al suo riflesso lieve, “Aspetterò”.

 

   
 
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