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Autore: Lily Liddell    27/02/2015    3 recensioni
Effie's POV | Hayffie
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Sequel di Ozone e prequel di Petrichor.
{Cercherò di fare in modo che possa essere letta anche senza tenere in conto il prequel. Anche se potrebbe essere utile per capire lo sviluppo del personaggio di Effie dai suoi primi Giochi a questi.}
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Avete letto Hunger Games dal punto di vista di Katniss, questi sono gli stessi avvenimenti visti attraverso gli occhi di Effie Trinket, capitolina DOC. Più o meno.
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Dal capitolo 1 [La mietitura]:
La sveglia suona incessantemente e mi costringe ad aprire gli occhi. La stanza è avvolta nell’oscurità più totale, potrebbe essere ancora notte fonda.
Ci vogliono svariati minuti prima che la nebbia che mi avvolge il cervello svanisca; non è notte fonda: sono quasi le sette del mattino.
Allungo un braccio per zittire quell’aggeggio infernale che continua a trillare e mi costringo a sedermi al bordo del letto.
Il treno in movimento continua a cullarmi e svegliarsi del tutto è incredibilmente difficile.
Qualcuno potrebbe pensare che dopo quindici anni di viaggi io mi sia abituata, e invece ogni volta è sempre tutto uguale.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Atmosphere'
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Una luce grigia filtra dalle tendine quando una serie di colpetti alla porta mi sveglia. Sento la voce di Effie Trinket che mi invita ad alzarmi. — Su, su, su! Sarà una grande, grande, grande giornata! — Cerco di immaginare per un istante cosa deve esserci dentro la testa di quella donna.
Quali pensieri riempiono le sue ore di veglia? Che sogni fa, la notte? Non ne ho idea.
~
Finalmente siamo tutti sul treno diretto a Capitol City. Arriveremo in meno di una giornata e una volta lì ci saranno un miliardo di cose da fare, ma per il momento abbiamo un po’ di respiro.
Lascio che i ragazzi si rilassino nelle rispettive carrozze e nel frattempo vado a controllare in che condizioni sia Haymitch.
Come avevo previsto, dopo l’incidente l’hanno portato direttamente qui e ho dovuto passare tutta l’ora dedicata agli adii ai propri familiari scusandomi infinitamente con il sindaco per il suo comportamento inaccettabile.
Non so nemmeno più perché lo faccio, scusarmi al posto suo, ma ormai è diventata un’abitudine – non ci faccio più caso.
Il rumore dei miei tacchi rimbalza contro le pareti metalliche ed echeggia lungo tutto il corridoio.
È inutile prendersi la briga di bussare, non risponderebbe comunque.
Lo trovo sul letto, è steso a pancia sotto con la testa poggiata sul cuscino e gli occhi semichiusi. Non è addormentato: non sta russando e le palpebre si muovono appena.
In due passi sono accanto al letto, ma lui non muove un muscolo. Ha veramente esagerato.
Mi siedo accanto al suo corpo immobile, non dovrebbe essere pericoloso visto che è semicosciente.
Ora che sono più vicina posso studiare meglio i suoi lineamenti. Sembra che qualcosa lo stia infastidendo – ha un’espressione corrucciata che gli fa spuntare diverse rughe sulla fronte. Le guance sono arrossate e ha un rivoletto di saliva che dalla bocca finisce direttamente sul cuscino.
Gli sposto con un gesto delicato della mano i capelli dagli occhi e lui non se ne accorge nemmeno. Che l’abbiano drogato per farlo calmare?
L’idea mi preoccupa e non poco; ritiro la mano dalla sua fronte facendomi passare alcune ciocche dei suoi capelli fra le dita e i suoi occhi si chiudono del tutto. Non dovrei accarezzarlo, dovrei prenderlo a schiaffi per quello che ha fatto oggi, ma non riesco a non compatirlo.
Dalle sue labbra esce un lamento quando interrompo il contatto fisico e rimane con la bocca schiusa. Ansima appena, come se avesse difficoltà a respirare.
Mi alzo per andare in bagno e prendo un asciugamano. Lo bagno con dell’acqua fredda e torno da lui, prendendo a tamponargli la fronte; questo sembra bastare per fargli riprendere conoscenza.
Si tira su sui gomiti e dopo essersi appoggiato alla spalliera del letto si prende qualche momento per strofinarsi il viso con una sola mano.
Quando è completamente in sé – o almeno credo che lo sia – i suoi occhi si fermano su di me e leggo la confusione nel suo sguardo.
« Ciao dolcezza » mi saluta, con un sorriso ebete sul viso.
Non ricorda nulla, immagino.
Cosa dovrei fare? Prendermela con lui per essere arrivato in ritardo? Per avermi molestata in diretta nazionale, per aver rischiato di farsi arrestare? O dovrei chiedergli come sta per essere precipitato dal palco?
Alla fine, non faccio nulla di tutto ciò. Mi alzo, scuotendo la testa visibilmente infastidita. « Ciao, Haymitch » rispondo al saluto lasciandogli il panno bagnato sul comodino. « Ceneremo fra un’ora. Se devi presentarti in queste condizioni allora non farlo ».
Ha l’aria di chi potrebbe sentirsi male da un momento all’altro, preferisco evitare altri incidenti per oggi.
Nemmeno venti minuti dopo lo vedo aggirarsi nei pressi della carrozza bar ma non ci do troppo peso.
Nel corso di questi anni ho imparato a conoscerlo e a capire i suoi stati d’animo con un’occhiata.
Durante la corsa dal Distretto 12 a Capitol City, Haymitch è sempre intrattabile. Beve quantità di alcol spropositate, insulta chiunque gli capiti a tiro – generalmente me, blatera e si lamenta a più non posso e cerca di evitare qualunque tipo di contatto umano.
Solitamente la cosa migliora un po’ una volta che è sceso dal treno, ma non sempre.
Dopo quello che è successo questo pomeriggio alla mietitura, immagino che questo sarà uno di quegli anni dove dovrò stare particolarmente attenta a non farlo cacciare nei guai.
Magari posso chiedere a Finnick di tenerlo un po’ sotto controllo, per evitare altre scenate come quella di fronte al Palazzo di Giustizia. Spero davvero che decidano di tagliare quella parte durante le repliche di stasera, ma lo dubito fortemente.
Vado a cambiarmi nel mio scompartimento e ne approfitto anche per darmi una bella rinfrescata; appena sono pronta è già ora di cena.
Il ragazzo è già nella carrozza ristorante ma di lei non c’è traccia.
La trovo ancora nella sua camera da letto e insieme ci avviamo lungo lo stretto corridoio. Con la coda dell’occhio noto che la porta di Haymitch è aperta.
Spero sia già a tavola, ma accanto al ragazzo c’è un posto vuoto.
« Dov’è Haymitch? » chiedo, prendendo posto assieme alla ragazza e lui mi risponde che sta riposando.
Vorrei sapere dove, visto che non era nella sua stanza.
« Beh, è stata una giornata faticosa » commento, facendo cenno ai due di cominciare a mangiare. Almeno potremo stare un po’ tranquilli.
La cena prosegue senza intoppi, questo finché non faccio notare ai miei attuali tributi come loro conoscano le buone maniere, al contrario di quelli dell’anno scorso.
Hazel e West mangiavano come selvaggi, ogni pasto era una tragedia e adesso Katniss ha messo giù le posate e sta facendo esattamente la stessa cosa.
Dopo quello che ha fatto poche ore fa, mi sarei dovuta aspettare che non sarebbe stata un tipo facile.
Che quest’impertinenza se la tenga stretta, magari riesce a mantenere l’attenzione su di lei e quest’anno mi basta anche solo questo.
Quando si pulisce le dita sulla tovaglia non posso trattenere un’espressione disgustata – preferisco tenere le labbra serrate, comunque. Avremo tempo di discutere sul come comportarsi in pubblico più avanti, non è mancanza di educazione questa, è testardaggine.
Finalmente lasciamo la tavola – spero vivamente che non deciderà di ripetere questa scenetta ad ogni pasto – e raggiungiamo lo scompartimento con la televisione per vedere il riepilogo delle altre mietiture.
Ovviamente si comincia con il Distretto 1 e lo schermo è riempito dal volto sorridente e dal vestito scintillante di Velvet. Non posso non notare come stia indossando un abito interamente ricoperto di piccoli smeraldi luccicanti. Il verde è il colore dell’anno. Le sue mise sono sempre le più invidiate.
Estrae il nome di un ragazzo e subito dopo un altro si offre volontario. Ha un sorriso strafottente e prende posto accanto all’accompagnatrice.
Dietro di loro Alana e Gloss annuiscono in segno d’incoraggiamento.
Quando tocca alle ragazze, Velvet chiama il nome di una dodicenne e un attimo dopo il suo posto viene preso da una ragazza volontaria. Nulla di strano, non nel Distretto 1. È molto carina, a guardarla bene somiglia parecchio ai suoi mentori. Bionda, occhi verdi, lo sguardo di chi è convinto di poter vincere.
Dagli sguardi seri e distaccati dei due ex-vincitori, capisco che comunque nonostante la somiglianza, non hanno nessun legame con la ragazza. Così come in effetti non sono imparentati fra loro.
È solo la classica bellezza del Distretto, scommetto che punteranno su quello per gli sponsor.
Al turno del Distretto 2, Constantine viene introdotto dal sindaco e la mietitura procede più o meno nello stesso modo.
Si offre volontario un ragazzo gigantesco e riesco a vedere un guizzo negli occhi di Brutus, dietro di lui – anche se non lo stanno inquadrando in primo piano.
Si sporge verso Enobaria e le sussurra qualcosa all’orecchio, lei annuisce mentre Constantine continua ad elogiare il suo nuovo tributo con fare allegro, e poi le telecamere staccano sul pubblico.
I tributi del Distretto 4 quest’anno non sembrano nulla di speciale, anche se si sono offerti volontari. Sono grossi, questo sì, ma nello sguardo gli manca la solita scintilla che caratterizza i distretti Favoriti. Bartholomeus ovviamente recita alla perfezione la sua parte e sembra assolutamente estasiato dai due ragazzi. Anche Finnick e Troy sorridono.
Le mietiture proseguono, distretto dopo distretto.
Al 7 mentre Elphaba infila il braccio nella boccia che contiene i nomi delle ragazze, vedo che dietro di lei solo una delle due sedie riservate ai mentori è occupata. Blight è al suo posto ma Johanna è assente. Sono sicura che toccherà a lei quest
’anno perché proprio adesso stanno inquadrando Rowan, nel pubblico. 
Arriva il turno del Distretto 10 e vedo Amanita alzarsi in tutto il suo splendore.
Perché non può inciampare su quei tacchi spropositati e rompersi una caviglia?
Raggiunge il microfono e con il suo sorriso perfetto e la sua voce melliflua diventa padrona del palcoscenico. Chiama prima il nome di una ragazzina e poi quello di un ragazzo zoppo che arranca sulle scalette. Bel colpo, sul serio. Quasi quanto il mio…
Ecco Hestia dall’11, che avvolta in un tubino rosso chiama il nome di una bambina quasi sicuramente dodicenne. Uno scricciolo di un metro e qualcosa che avanza lentamente verso il palco con due enormi occhi marroni colmi di timore.

Quest’anno vedo che non sono stata l’unica dalla mano d’oro. 
Inquadrano Seeder che rivolge alla bambina un sorriso gentile e poi la telecamera si sposta su Chaff, che non batte ciglio. Almeno lui non si presenta ubriaco alla mietitura.
E alla fine eccomi. Ero perfettamente in ordine; elegante e sistemata.
Per fortuna hanno tagliato tutta la parte in cui Haymitch praticamente mi si butta addosso agguantandomi per mandare direttamente il momento in cui estraggo il primo nome.
Rivedere la scena della ragazza al mio fianco che si offre volontaria e del ragazzo che praticamente si tira via la bambina, è sicuramente toccante.
Il mio tributo mi fa quasi un po’ pena. Deve sapere che non ha molte possibilità di tornare a casa.
I commentatori in studio sono piacevolmente impressionati. Come potrebbero non esserlo? Il primo volontario del Distretto 12. Certo che il pubblico avrebbe potuto reagire con un po’ più di entusiasmo…
E poi Haymitch che precipita dal palco.
Oh, no.
Non mi ero resa conto di aver sussultato così. Qualcuno l’ha notato? Non credo, gli occhi erano tutti sul mentore privo di sensi… almeno hanno tagliato le sue urla contro le telecamere.
La trasmissione finisce e io scuoto la testa contrariata. « I miei capelli erano in condizioni oscene » mi lamento, parlando fra me e me. Poi stringo le ginocchia e raddrizzo la schiena, inspirando bruscamente. « Il vostro mentore ha molto da imparare su come dev’essere una presentazione. E sul comportamento da tenere in tv » loro, invece, farebbero bene ad imparare una cosa o due prima di domani.
Il ragazzo accanto a me scoppia a ridere e io mi volto a guardarlo. « È ubriaco. È ubriaco tutti gli anni ».
« Tutti i giorni » gli fa eco la ragazza con un sorriso divertito sulle labbra.
Pensano forse che io non lo sappia? Per quindici anni ho dovuto sopportare i suoi deliri ubriachi. Per quindici anni ho dovuto cercare di convincerlo a fare il suo lavoro nonostante tutto il liquore che avesse in corpo. Per quindici anni l’ho costretto ad alzarsi dal divano del Centro di Addestramento per fargli incontrare sponsor quando a stento riusciva a mettere un piede avanti all’altro. E non ci trovo veramente nulla di divertente in tutto questo. « Sì. Strano che voi lo troviate divertente » fulmino con lo sguardo entrambi senza riuscire a contenermi. Non pensavo di dovergli ricordare il ruolo del loro mentore. Credevo sapessero più che bene che lui è l’unico in grado di potergli dare una mano una volta che saranno nell’arena. Evidentemente mi sbagliavo. « Per voi, Haymitch può fare la differenza tra la vita e la morte! »
Faranno bene a metterselo in testa prima di decidere di evitarlo. Il diretto interessato si decide a raggiungerci, ancora più ubriaco di prima. Deve sicuramente aver bevuto altro e io mi chiedo che diavolo mi sono preoccupata a fare prima se lui ci tiene così tanto ad ammazzarsi?
E proprio mentre il pensiero sfiora la mia mente, lui si piega in due e vomita sul tappeto, facendomi scattare in piedi disgustata e cade in avanti, schizzando vomito ovunque.
A che serve cercare di fargli guadagnare un po’ di rispetto se lui rende vano ogni mio sforzo in questo modo? Certe volte riesce a farsi odiare con una facilità incredibile. « Continuate pure a ridere! » esclamo, furiosa e mi allontano cercando di non rovinarmi le scarpe – mi dirigo verso la mia stanza.
Non posso crederci, deve fare questo ogni anno?
Ogni. Singolo. Anno.
Ripeto le parole nella mia mente, scandendole con un colpo sulla porta del mio armadio.
Vorrei che fosse più facile.
Vorrei che Haymitch non fosse così senza speranza.
Vorrei che per un anno, un solo anno lui ci provasse sul serio. Non perché io l’ho costretto, non perché riceverà qualcosa in cambio – solo perché ci crede veramente.
Per una volta vorrei sapere che cosa si prova a rivedere uno dei due tributi che abbiamo mandato a sacrificare.
Forse non me ne sarei dovuta andare così, avrei dovuto chiamare qualcuno. Li ho lasciati da soli con Haymitch svenuto sul pavimento. Che razza di comportamento è questo?
Mi decido a muovermi e torno nel salotto ma non ci trovo nessuno. Solo una senza-voce che sta ripulendo il macello fatto da Haymitch.
Stupita, attraverso di nuovo il corridoio ed entro nella stanza del mentore con circospezione.
La porta del bagno è aperta e riesco a sentire lo scrosciare dell’acqua. Che Haymitch abbia deciso di sua spontanea volontà di farsi una doccia è assolutamente fuori discussione.
Mi avvicino e busso con il dorso della mano sullo stipite della porta e dall’interno arriva la voce del ragazzo.
Senza nascondere la mia sorpresa, mi affaccio per vedere che all’interno lui è riuscito a far entrare Haymitch nella vasca da bagno. I vestiti sporchi sono un ammasso informe sul pavimento e adesso il ragazzo gli sta passando il getto della doccia sul petto per levare ogni traccia di vomito.
« Non dovresti occupartene tu » gli dico in tono gentile. « Vado a chiamare qualcuno ».
« No » risponde subito chiudendo l’acqua. « Ho finito ». Si alza in piedi e gli getta addosso un asciugamano. « Faresti bene ad asciugarti se non vuoi che ti venga una polmonite » gli dice e devo nascondere un sorriso. Una polmonite sarebbe veramente l’ultimo dei suoi problemi di salute.
Poi il ragazzo – Peeta – si va a lavare le mani al lavandino mentre Haymitch cerca pietosamente di rimettersi in piedi.
« Mi dispiace per quello che ho detto prima » non c’è mortificazione nel suo tono di voce, credo che sia semplicemente dispiaciuto per la dinamica degli eventi.
Forse l’ho giudicato male.
« Non importa » lo perdono. « Ma dovresti andare a dormire adesso. Domani avrete molto da fare! » il trillo della mia voce fa stringere automaticamente gli occhi di Haymitch, che si porta una mano alla testa evidentemente dolorante.
Con un ultimo sforzo, finalmente riesce a mettersi su due piedi e Peeta è costretto a reggerlo con un braccio. Considerata la stazza e l’altezza di Haymitch, direi che il ragazzo è piuttosto forte…
Solo in questo momento mi rendo conto che Haymitch non indossa nulla e io dovrei quanto meno fare finta di essere scandalizzata da una tale indecenza.
Distolgo lo sguardo impettendomi e dando le spalle ai due. « Buonanotte! » mi affretto a dire, in tono estremamente leggero mentre mi allontano per tornare nel mio scompartimento.
Mentre mi spoglio e mi metto a letto mi ritrovo a pensare che Haymitch non se lo meritava, essere spogliato e lavato da quel povero ragazzo. Sapendo perfettamente quanto poco impegno ci metterà a fare il suo dovere, non se lo meritava affatto.
La mia sveglia suona all’alba e ci metto un po’ a prepararmi. Appena sono pronta vado a chiamare Haymitch, Peeta e Katniss.
Sinceramente non mi aspettavo che il mentore si presentasse a colazione, ma è stata una sorpresa piacevole, visto che la maggior parte delle volte preferisce ignorare i tributi o spaventarli a morte.
Sia lui che il ragazzo prendono posto a tavola e parlottano appena mentre io vado a versarmi del caffè nero.
Viene servito loro da mangiare e dopo qualche momento noto che lo sguardo di Peeta è concentrato su una tazza di fronte a lui. La prende, fa roteare il liquido al suo interno e l’annusa poco convinto.
Sorridendogli, gli faccio cenno di provare mentre bevo un sorso del mio caffè. « È cioccolata calda » gli dico. « Ti aiuterà a trovare parecchia energia » lo incoraggio e lui la assaggia, sembrando piacevolmente colpito dal suo sapore.
Dopo qualche momento diventa chiaro che lui vorrebbe estrapolare da Haymitch quante più informazioni possibile, ma a quest’ora e con tutto quello che si è bevuto ieri, dubito che quell’uomo capisca anche solo dove si trovi.
Evidentemente mi sbaglio, perché quando nota che ho lo sguardo un po’ perso nella sua direzione, le sue labbra si tirano in uno dei suoi ghigni e mi preparo psicologicamente a dover incassare qualcosa di inappropriato. « Ti stai godendo il panorama, dolcezza? »
« Non- » comincio a dire spedita, ma la voce si affievolisce subito. Non era di certo quello che mi aspettavo. Che intende dire? Possibile che- no… « Non credo proprio » ripeto, più risoluta e bevo un altro sorso di caffè, senza azzardarmi ad avvicinarmi alla tavola.
« Ieri sera mi sembrava che ti piacesse » il suo ghigno se possibile si allarga ulteriormente mentre le orecchie di Peeta diventano cremisi.
Non riesco a credere che abbia veramente detto una cosa simile, di fronte ad uno dei tributi, poi.
I miei occhi si assottigliano fino a diventare una fessura, non merita nemmeno una risposta.
Giro sui tacchi diretta verso la porta dello scompartimento proprio in questo momento Katniss entra, ma io a stento me ne accordo mentre i nostri gomiti si sfiorano. « Insopportabile, inopportuno e anche volgare » mi ritrovo a borbottare uscendo.
Torno nel mio scompartimento a finire la mia colazione e ordino qualcos’altro per riempirmi lo stomaco prima di arrivare.
Non dovrebbe mancare molto, ormai.
Tanto vale cominciare a sistemare le cose nella cartellina, visto che avremo moltissime cose da fare e poco tempo a disposizione.
Dovremo portare i ragazzi al Centro Immagine e io farò la conoscenza della nuova preparatrice, visto che Nova ha dato forfait dopo gli ultimi Giochi.
Avranno un gran bel da fare con quella ragazza. Anche se ho preferito non dire nulla per educazione, ho notato in che condizioni disastrose erano le sue gambe, sotto il vestito.
Sotto il vestito…
Ma come fanno?
Ora che ci penso, non ho ancora conosciuto nemmeno il nuovo stilista. Mi dispiace infinitamente che Orion se ne sia andato, eravamo diventati amici e lui e Portia lavoravano divinamente insieme.
Ancora una volta il tempismo con la mia migliore amica è perfetto. Come se potesse sentirmi a distanza, un piccolo palmare vibra sulla mia toletta e sul display compare un messaggio della stilista, c’è scritto:
« Cambio di programma. Abaddon è fuori dai Giochi, è arrivato all’ultimo momento uno nuovo. Facciamo colazione insieme per parlare un po’, pare volesse il 12. Si chiama Cinna, è sexy… »
Faccio roteare gli occhi mentre penso ad una risposta da darle.
« Portia Cattrall, fallo scappare e ti ritroverai a lavorare da sola. A questo punto siamo troppo vicini all’inizio del programma per trovare qualcun altro » le invio con un sorriso. So che Portia può essere piuttosto… intimidatoria quando vuole.
Non so se sia un bene o un male questo cambiamento improvviso. Immagino che lo scoprirò appena arriveremo, mi fido del suo giudizio professionale – sperando che non si faccia condizionare.
Lascio che lo sguardo vada al finestrino del treno. Osservo pensierosa le luci che sfrecciano accanto al treno confondendosi davanti ai miei occhi.
Non uno, ma due volontari per il Distretto 12 quest’anno. Che sia un buon segno? Forse qualcuno si sta finalmente accorgendo che esistiamo.

 

A/N: Salve!
Capitolo 2 whoooo!! *-*

Allora, che dire? Innanzi tutto, volevo chiedere io una cosa: ad inizio capitolo c’è la citazione proveniente dal libro e la metto in corsivo – e ok. Ma secondo voi dovrei mettere in corsivo anche i dialoghi che prendo direttamente? Non sono molti, ma forse dovrei… non lo so è che mettendoli in corsivo ho paura di cambiare un po’ troppo il capitolo a livello visivo.
Come seconda cosa, io non vedevo l’ora di scrivere la scena della colazione!!
Nel libro Katniss dice: “Entro nella carrozza ristorante ed Effie Trinket, con una tazza di caffè nero, mi passa accanto sfiorandomi. Sta borbottando qualche oscenità sottovoce. Haymitch, il viso gonfio e arrossato per gli eccessi del giorno prima, ridacchia. Peeta ha un panino in mano e sembra un po' imbarazzato.
E mi sono sempre chiesta: “ma che cosa potrà mai essere successo prima dell’arrivo di Katniss?” ecco, mi sono data una risposata da sola XD
Per chi non avesse letto Ozone c’era la battuta finale dell’ultimo capitolo dove Effie flirtava spudoratamente con Haymitch dicendo che voleva restare al 12 perché le piaceva il panorama. Al momento lui non c’arriva ma qualcosa mi dice che dopo un anno ci è arrivato XD
Quando poi Effie dice Poi il ragazzo – Peeta – si va a lavare le mani al lavandino mentre Haymitch cerca pietosamente di rimettersi in piedi. Ecco, lì ho pensato "non è più un tributo, è Peeta. Sei fregata"
E Portia, la mia amatissima Portia… le volevo cercare un cognome da una vita e nessuno mi piaceva alla fine siccome più di una volta in Ozone lei ed Effie hanno fatto qualche discorso alla Sex & The City, e Portia era sempre un po’ la Samantha Jones di turno, piuttosto che darle Jones (troppo banale) le ho dato il cognome dell’attrice, che mi piace un sacco come suona.
Cinna… il mio Cinna. Manca poco ormai, non vedevo l’ora di incontrarlo. Io lo amo, e amo Portia e amo Portia e Cinna – meglio noti come Porna (il nome di ship meglio riuscito dopo Peeniss).
Questi capitoli sono molto più corti rispetto a quelli di Ozone perché sapendo più o meno come portare avanti la storia preferisco scrivere capitoli più piccoli ma concentrarmi un po’ di più sugli avvenimenti. :)
Fatemi sapere che cosa ne pensate e a presto!
 

x Lily

 
ps_ per Petrichor mi dispiace ma ci sto lavorando, sarà un anno piuttosto complicato e non voglio scrivere sciocchezze… un po’ di pazienza, scusate! >///<
   
 
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