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Autore: _Fedra_    27/02/2015    10 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Sette.
Ricordi dalla guerra III

 

*

 
 
 
 
Un’atmosfera di gelo era piombata nella radura, il rumore dello sparo che echeggiava ancora nell’aria.
Gli occhi di tutti erano puntati su quel corpicino esile rivestito di stracci, attorno a cui si stava allargando a vista d’occhio una chiazza rossa.
Sangue.
Il suo odore ferrigno aveva colpito le narici di Teresa come un pugno, smuovendo gli istinti bestiali nascosti dentro di lei.
Insieme a qualcos’altro.
Qualcosa di oscuro, sedimentato negli anfratti più reconditi della sua memoria, che strisciava come una nausea sottile che si tramutava, attimo dopo attimo, in orrore.
Un ricordo.
Un semplice ricordo dei suoi ultimi istanti di vita umana, ma che ora provocava un’agonia pari a quella arrecata da un ferro rovente che le consumava le carni candide.
 
Una ragazza dai lunghi capelli scuri correva fuori da una baracca, le mani intrise di sangue.
Gridava, gridava a più non posso.
Suo padre era all’interno, il suo corpo dilaniato.
In pochi istanti, aveva perso tutto.
Ciò che chiedeva era solo pietà.
 
Aveva rincorso la guerriera dagli occhi d’argento fino alle porte della città.
Era stata lei a salvarle la vita nel momento in cui il mostro le si era scagliato addosso per finire il lavoro.
Quella donna di ghiaccio non aveva ascoltato le sue suppliche, né si era voltata.
Era semplicemente scomparsa nel nulla e da quel giorno nessuno l’avrebbe più rivista.
Teresa gridava.
 
Pochi istanti dopo, una voce calda e rassicurante le aveva promesso che si sarebbero presi cura di lei.
Che, da quel momento in poi, non le sarebbe accaduto più nulla.
Le avevano messo una mano sulla spalla, come per proteggerla.
Lei si era fidata e si era rialzata in piedi.
 
Nemmeno un’ora dopo, l’avevano venduta all’Organizzazione.
Il suo corpo era stato aperto e al suo interno vi avevano innestato le carni e il sangue di uno yoma.
Da quel giorno in poi, non aveva avuto più quei lunghi capelli neri di cui andava tanto fiera.
Aveva solo sedici anni.
Sedici anni.
 
Nemmeno Teresa sapeva quello che stava accadendo.
Nei suoi pensieri c’era posto per un’unica parola: bestia.
Ma, per la prima volta nella sua vita soprannaturale, non si riferiva affatto a uno yoma.
No, era molto peggio.
Negli ultimi secoli aveva visto commettere le peggiori perversioni da parte dei demoni, ma nessuna equivaleva a quelle che aveva accumulato in pochi giorni a opera degli umani.
Gente tradita dagli stessi parenti, deportata, torturata, privata della propria vita con la stessa freddezza e lucidità con cui si mangia o si defeca.
Erano quelle le creature che Teresa aveva giurato di proteggere?
No, gridava in quel momento una voce viscerale dentro di sé, erano prede.
 
Era bastata una frazione di secondo per portare la mano alla spada e staccare di netto la testa all’ufficiale tedesco.
I suoi compari avevano gridato in preda all’orrore, facendo per estrarre le pistole, ma ormai era troppo tardi.
Accecata da una frenesia inarrestabile, Teresa aveva abbattuto la sua spada su ciascuno di loro.
Nel momento in cui finalmente aveva ripreso conoscenza, si trovava sola in mezzo a una distesa di cadaveri.
La fronte era imperlata di sudore.
“Mio Dio, che cosa ho fatto?”, aveva esclamato rivolta alla luna, mentre la ragione le ritornava a poco a poco.
Poi aveva abbassato lo sguardo e si era accorta che c’era ancora qualcuno nella radura.
Claire era ricoperta di sangue, ma respirava ancora.
Teresa era rimasta a fissarla con gli occhi sbarrati.
Mai nessuno aveva mai sacrificato la propria vita per un essere come lei.
Eppure, quella ragazzina sbucata dal nulla lo aveva fatto, senza chiedere nulla in cambio.
In fondo, che cosa aveva da perdere?
Era sola al mondo, scacciata dai suoi simili come un essere infetto.
La luce della luna le metteva in risalto un reticolo di lividi e cicatrici sulle lunghe gambe nude, che sparivano sotto i vestiti.
Forse anche lei, come Teresa, era stata venduta da chi avrebbe dovuto proteggerla.
“Schifosi umani!”.
Le parole le erano uscite dalle labbra senza nemmeno pensarci.
Un attimo dopo, la Claymore aveva trasalito, avvertendo un sapore insolito sulle labbra, mentre una sensazione opprimente si scaturiva dal suo petto.
Si era passata una mano sulla guancia, scoprendo con sorpresa che era bagnata.
Lacrime.
Stava piangendo.
Lei, un mostro, stava piangendo.
Era come un improvviso acquazzone nel bel mezzo del deserto.
Qualcosa che aveva dimenticato.
 
Chi perde la sua ragione di vita cerca finché non trova qualcun altro che abbia il suo stesso dolore.
Quella bambina, alta la metà di lei, le aveva insegnato a versare lacrime da quegli occhi d’argento che non aveva mai voluto.
 
Con la massima delicatezza, come se stesse toccando qualcosa di estremamente fragile e pericoloso, Teresa aveva girato il corpicino di Claire sulla schiena.
Il proiettile le aveva sfiorato il cuore, fuoriuscendo dalla spalla, ma per ora non sembrava in pericolo di vita.
Solo che aveva già perso troppo sangue.
Teresa aveva finito di strapparsi la tuta, prendendo a tamponare la ferita.
Il bianco del tessuto si era intriso di sangue in pochi minuti.
Deve vivere!, continuava a pensare febbrilmente la guerriera. Non può morire…non devo…non posso!
Come se quei pensieri avessero un senso.
 
“Non mi sarei mai aspettato un simile gesto da te, Teresa. Un vero peccato”, aveva detto una rassicurante voce maschile al disopra della sua testa.
La guerriera aveva levato lo sguardo.
L’Uomo Nero torreggiava su di lei, un sorriso mellifluo dipinto sulle labbra sottili.
Merda!, aveva pensato mordendosi la lingua.
Quell’attimo di follia, il primo e l’ultimo della sua carriera, le sarebbe costato molto caro.
Dagli alberi stavano già emergendo altre guerriere, le spade sguainate.
“Lo sai che l’assassinio di umano è punibile con la morte, vero?”, stava continuando l’Uomo Nero. “Mi dispiace molto di dover dare quest’ordine, ma la legge dell’Organizzazione vale per tutte. Anche per le migliori”.
“Che ne sarà della bambina?”, aveva domandato Teresa, facendo appello a tutto il suo sangue freddo.
“La cosa non ti riguarda”, era stata la risposta.
“D’accordo”.
A quanto pareva, l’Organizzazione aveva preso la sua decisione.
Anche Teresa.
Aveva abbassato la testa, mostrando il collo inerme.
“Sbrigatevi, perlomeno”, aveva detto.
Le sue colleghe si erano strette attorno a lei.
Un attimo dopo, giacevano tutte a terra, i loro corpi stillanti di sangue mentre Teresa si levava in piedi trionfante, reggendo il corpo di Claire tra le braccia.
“Le ferite sono superficiali, branco di idiote. Sbrigatevi a sprigionare il vostro yoriki per risanarle, invece che starvene qui a frignare come agnelli sgozzati”, aveva detto in tono sprezzante mentre superava le compagne e si piazzava con aria di sfida di fronte al suo capo, sovrastandolo con tutta la sua altezza.
“Cosa credi di fare?”, aveva chiesto questi.
Il suo sorriso appariva improvvisamente congelato.
Per la prima volta dopo secoli, Teresa avvertiva la paura scorrere in lui e ciò accresceva a dismisura la sua determinazione.
In fondo, non era altri che uno sciocco umano come tutti gli altri.
Le sarebbe bastato un niente per sbarazzarsi di lui, invece che perdere tutto quel tempo a obbedire ai suoi ordini.
“Mi pare ovvio”, aveva detto con un sorriso. “D’ora in avanti, questa bambina diventerà la mia unica ragione di vita. Non ho più bisogno dell’Organizzazione, né l’Organizzazione avrà più bisogno di me. Considerala come una richiesta di dimissioni”.
“Ma, Teresa!”.
“Addio”.
 
Con la massima calma, Teresa aveva superato l’Uomo Nero, lasciandolo solo nella radura.
Il suo animo si faceva sempre più leggero a ogni passo nella foresta.
Avvertiva il respiro di Claire tra le sue braccia, il fragile cuoricino da umana che martellava come una furia contro le sue costole, lottando per vivere.
Teresa l’aveva stretta a sé dolcemente, proteggendola con le sue braccia.
“Stai tranquilla, piccola”, le aveva sussurrato con una dolcezza che credeva di non possedere. “Mi occuperò io di te. Vivremo una vita felice, te lo prometto!”.
Non permetterò mai a nessuno di farti quello che hanno fatto a me, pensava mentre avanzava passo dopo passo verso la loro nuova vita.
 




Buongiorno! :)
Come state?
Io sono appena reduce dall'esame, tra l'altro andato benissimo! :) * che sia stata la notizia che verranno le mie Muse a Roma il prossimo 6 settembre a darmi lo spirito giusto? *

Come potete notare, mi sono finalmente distaccata dal manga, prendendo una nuova strada.
Spero solo che il capitolo non sia stato troppo pesante... * a parte che temo sia una domanda retorica, nel fandom di Claymore *
Spero solo di non dover alzare il rating...che ci volete fare, è lo stress! :)
In ogni caso, il prossimo capitolo sarà molto più tenero...almeno fino all'arrivo di Priscilla!

Fatte queste premesse, passiamo subito ai ringraziamenti!
Per le recensioni grazie a joy, KING KURAMA, SognatriceAocchiAperti, Angelika_Morgenstern, bienchen e Xephil.
Per le preferite: KING KURAMA.
Ovviamente, grazie anche ai numerosissimi lettori silenziosi che ogni giorno passano a visitare questa storia.  Vi abbraccio tutti, ovunque voi siate! ;)

Il nuovo capitolo tornerà il prossimo venerdì, preferibilmente entro la mattina-primo pomeriggio.
Per qualsiasi informazione o anche solo per fare due chiacchiere vi lascio il link della mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra
E anche del mio account: https://www.facebook.com/profile.php?id=100004968527704

Un bacio e a presto! :)

Vostra * sempre più pazza *
Fedra




 
 
 
 
 
   
 
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