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Autore: chocolatemilkshake    01/03/2015    0 recensioni
[varie]
Hai mai pensato che fosse tutto finto?
Hai mai pensato alla realtà come ad un illusione?
Hai mai pensato che il dolore che provi all'improvviso quando non stai facendo niente sia causato da qualcosa di non terreno?
Hai mai pensato di vivere attaccato ad una macchina e che la tua vita sia solo un sogno?
Bhe è così. O almeno lo è per Ell, una dei pochi umani sopravvissuti alla distruzione della terra e di tutto il sistema solare.
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo albero si avvicinò e prese di nuovo i fili. "No! No ti prego!". Strinsi forte la mano del ragazzo, le lampade iniziarono a sfarfallare, l'uomo tirò i fili, chiusi gli occhi pronta al dolore ma quella volta non fui io ad urlare. Infatti io non sentii niente ma lui si. Il ragazzo dalla pelle rossa era piegato in due mentre provava a trattenere le urla. Cercai di lasciarlo, non volevo che soffrisse per me, non era giusto. "L..lasciami!Lasciami andare!!" Strattonai il braccio più che potevo ma non mollava, allora cercai di staccargli le dite con l'altra mano ma fu tutto inutile, era troppo forte mentre io mi sentivo senza energie. Disse qualcosa, l'altro rispose e stacco i fili mancanti. Non ebbi il tempo di fare niente, non ebbi il tempo di reagire ne di oppormi. Successe tutto molto in fretta: il ragazzo cadde a terra mentre si contorceva lamentandosi, le luci si spensero di colpo esplodendo mentre io, la causa di tutto il suo dolore, cercai di uscire dalla vasca per soccorrerlo, ma come unico risultato caddi a terra di faccia. Mi tirai su e gattonai vicino a lui. Lo guardavo, ma non sapevo che fare, avrei voluto aiutarlo... Ma non ne ero in grado. Mi voltai verso il suo compagno che restava fisso a guardarlo. Doveva aiutarlo diamine! Tutto ad un tratto il ragazzo smise di contorcerti e si rilassò respirando profondamente e facendo uscire un fumo nero dalla bocca e dalle narici. Cosa stava succedendo? Mi guardò serio per poi alzarsi come se nulla fosse successo. Andò dall' altro tipo parlandogli mentre io restavo a guardarli seduta per terra. Ad un certo punto la porta si aprì facendo entrare la luce dall'esterno della stanza che era rimasta nella semi-oscurità, illuminata solamente da dei lumi pallidi provenienti dalle vasche. Entrarono degli uomini armati con delle armature strane e bianche che iniziarono a sparare a raffica contro i due. Si nascosero dietro una vasca rispondendo anche loro al fuoco. Mi attaccai alla vasca per coprirmi dai proiettili. Non sapevo che fare, ero impietrita dal panico. Tremavo sia per la paura che per il freddo, mi abbraccia raggomitolandomi cercando di mantenermi calda. Ad un tratto apparve una luce da sinistra. Mi voltai ed un altro gruppo di soldati entrarono puntando dritti su di me. Tentai di alzarmi ma sentivo le gambe dure come cemento e la testa mi girava. Mi raggiunsero prendendomi brutalmente dalle braccia e dai capelli trascinandomi via. Iniziai a dimenarmi ed ad urlare. Avevo paura, molta paura. Non so come, nè perché ma quando uno di loro si avvicino cercando di mettermi una specie di maschera nera, urlai, e sentii come se un energia mi partisse dalle dita dei piedi fino al cervello per poi uscire. L'ultima cosa che ricordo è che caddi a terra con la vista appannata, poi, il buio. Quando mi svegliai mi trovai in una specie di capsula di vetro. Faceva caldo lì... Sembrava quasi di stare sotto le coperte ma senza di esse. Sentii delle voci, mi girai e non vidi nessuno, forse erano in un altra stanza. Mi tirai su e la capsula si aprii. Mi alzai senza fare rumore, si di là c'era qualcuno. Notai che indossavo la maglia del ragazzo, che tenero, aveva un buon odore. Mi avvicinai alla porta, forse erano i soldati di prima o dei nemici. Mi guardai attorno e vidi una specie di asta di ferro. La presi e mi diressi nell'altra stanza silenziosamente. C'erano due persone sedute su un divanetto, mi avvicinai ad uno dei due e lo colpì forte alla testa facendolo svenire. L'altro si alzò girandosi verso di me. Non so se si poteva definire una persona perché era fatto di...fumo. Si, un fumo nero come quello degli incedi. Nonostante il suo aspetto provai a colpirlo ma l'asta metallica gli passò attraverso. "Emh..." Non sapevo che dire comunque non mi avrebbe lasciato parlare perché prese l'asta facendola diventare incandescente. La mollai facendola cadere sul pavimento. Si avvicinò a me allora mi allontanai andando a sbattere contro una mensola su cui c'era un vaso. Lo presi e glie lo lanciai contro. Anche questo gli passò attraverso. Lui non sembrava molto contento, gli occhi gli si infuocarono letteralmente e lanciò verso di me una palla di fuoco. La schivai ed essa esplose facendomi cadere a terra. Mi rialzai subito e me ne lanciò un altra. Cercai di allontanarmi arrivando però al bordo del piano. Eravamo come ad un secondo piano alto però come un palazzo di tre piani, e non c'erano scale né ringhiere. Guardai giù poi guardai l'uomo che sorrise e me ne lanciò una ai piedi che esplose facendomi cadere giù. Chiusi gli occhi certa che mi sarei spiaccicata a terra,ma mi sbagliavo. Aprii gli occhi e vidi il ragazzo dalla pelle rossa che mi teneva tra le sue braccia. Gli sorrisi. Lui mi guardò e poi mi mise giù. "Allora è vero!" Disse qualcuno dietro di me. Mi girai sperando che fosse normale, come me, ma non era così. C'era un uomo blu grassotto con la faccia da macaco. Sorrisi per il paragone. "Lei parla la mia lingua?" "Parlare è una parola grossa, me la cavo come dite voi" "Mi può spiegare cosa sta succedendo? Dove siamo? Chi siete? D.." "Tu non ricordi?" "Ricordare cosa?" Mi guardò con un espressione triste poi mi porse una borsa. "Fatti un bagno e mettiti questo, poi parleremo" "Ma!" "Lo so, ma è meglio se vedi di persona" "Va bene..." Si rivolse al ragazzo parlandogli in quella lingua strana che si avviò verso una stanza. "Seguilo" "O..ok" Lo seguii. Mi accompagnò in un bagno dove c'era un enorme vasca. Mi aprii l'acqua e mi diede due barattoli colorati indicandomi per cosa servissero. Annui sperando che capisse, chiuse l'acqua e poi uscii chiudendosi la porta alle spalle. Guardai l'acqua un po' incerta, poi appoggiai i saponi e mi tolsi la maglia entrando. Mi lavai e poi uscii. Mi guardai attorno in cerca di asciugamani, aprii uno scafale e ne trovai un sacco piegati ed accanto ad essi un phon, presi un asciugamano ed il phon e mi asciugai. Dopo di che mi sedetti sul bordo vasca ed aprii la borsa, dentro c'era una specie di tuta da subacqueo, un orologio con uno schermo enorme, mutande e reggiseni. Indossai ciò che mi serviva, la taglia era perfetta, poi presi l'orologio e lo misi al polso. Aveva molti pulsanti ma non mostrava l'ora, così iniziai a schiacciare pulsanti a caso fino a quando non comparirono delle scritte, schiacciai un pulsante accanto ad esse e la tuta si trasformo in vestiti! Ma che assurdità era questa?! Ora avevo dei pantaloncini corti neri e una maglia aderente bianca con le maniche che si allargavano man mano che si avvicinavano alla mano. Era strana, però non era male. Presi la borsa, mi ricordai di svuotare la vasca e poi uscii. Sentii delle voci così decisi di andare da quella parte, quella casa era un labirinto. Arrivata vidi quello che parlava la mia lingua insieme agli altri tre ragazzi. Stavano parlando ma quando si accorsero di me smisero. La persona che mi aveva dato la borsa si avvicinò a me abbozzando un sorriso. " Scusa, prima non mi sono presentato, sono il professor Kleius Klain, te invece? Come ti chiami?" "Mi chiamo Ell... Ora posso sapere cosa sta succedendo?? Perché se è uno scherzo non è divertente!!" "Non è uno scherzo purtroppo, seguimi" Si rivolse ai ragazzi che si incamminarono verso una porta, lui fece lo stesso ed anche io.
   
 
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