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Autore: malabami    01/03/2015    7 recensioni
Cose imparate lavorando nella I.E.A:
1. Chiunque può essere una spia. Chi si accorge prima di essere spiato dall'altro, vince.
2. Anche se sbagli una missione il mondo non finisce, ma potresti finire tu.
3. La pistola è una benedizione.
4. Non puoi essere vulnerabile.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"That's what you need,
I swear it's true,
a fresh start,
just me and you"
1.
 
Londra, 8 a.m.
L’aria era fresca nonostante Maggio fosse quasi finito, ma Luke ormai si era abituato al clima dell’Inghilterra, tremendamente diverso da quello dell’Australia in cui era cresciuto.
Mentre camminava sul marciapiede, diretto verso quello che sarebbe stato il suo nuovo posto di lavoro, si perse a guardare la vita frenetica di quella città. Era presto ma le strade erano affollate e le macchine creavano un grande frastuono, unito alle voci dei passanti e gli squilli dei cellulari.
Si trovò a una traversa di Clipestone St e non appena svoltò l’angolo si immerse nella calma di Bolsover St; si chiese come mai quella via fosse sempre così tranquilla, in contrasto con il caos generico di Londra.
Era stato lì solo due o tre volte da quando aveva cominciato a lavorare per la I.E.A. dato che il suo attuale lavoro era stare rinchiuso in un laboratorio a esaminare campioni e sfruttare le proprietà dei composti chimici per arrivare ad un possibile risultato.
Entrò nel palazzo e si diresse verso l’ascensore, quarto piano. In quel breve tragitto si mise a pensare agli ultimi anni, da quando si era trasferito da Sydney per iniziare a lavorare fino a quel momento.
Per tre anni era stato relegato in quel laboratorio, per tre anni la compagnia aveva sfruttato solo le sue doti scientifiche e adesso, a ventun anni, aveva la possibilità di sperimentare finalmente sul campo.
Aveva ricevuto una chiamata qualche giorno prima, numero sconosciuto.
“Pronto?”
“Mr. Hemmings?”
“Si? Chi parla?”
“Sono il segretario di Frederick Connell, ha detto che giovedì lei si deve presentare alle 8.30 alla sede centrale, ha ricevuto un trasferimento deve partecipare ad una riunione. L’indirizzo è…” aveva detto la voce dall’altro capo del telefono ma Luke aveva smesso di ascoltare, la sua mente era rimasta ferma a quelle due parole: Frederick Connell.
Ripensò al modo in cui il suo cuore aveva saltato un battito solo sentendo quel nome. Il capo supremo e indiscusso dell’agenzia, nessuno sopra di lui a dare ordini, nessuno neanche al suo livello. Era al comando ormai da quasi quindici anni, nessun uomo era rimasto così a lungo a pilotare quella nave carica di segreti.
Frederick Connell era il capo con la “c” maiuscola, e aveva richiesto la sua presenza ad una riunione. Luke non negava che avrebbe preferito mille volte scalare una montagna piuttosto che avvicinarsi a quell’uomo, ma la possibilità di iniziare un nuovo lavoro gli aveva dato quella carica di coraggio necessaria per affrontare qualsiasi ostacolo.

L’ascensore arrivò al piano e il ragazzo guardò l’orologio, le 8.28 non era mai stato così puntuale. Quando le porte si aprirono con il solito campanello fastidioso Luke fu investito da un mondo tutto nuovo: un via vai di gente frettolosa che trasportava cartelle piene di fogli, rumori di tasti premuti violentemente e stampanti che fotocopiavano fascicoli, persone troppo impegnate a mantenere i loro ritmi per dare ascolto alle sue domande.
Ben presto si ritrovò confuso e disorientato davanti a quella che a prima vista gli sembrò la cosa più simile ad una segreteria. Si avvicinò ad una donna che aveva appena alzato la cornetta del telefono e prima che incominciasse a parlare le chiese informazioni.
“Scusi dov’è la sala riunioni?”
“A destra in fondo al corridoio, chiedi agli agenti” rispose quella e Luke accennò un piccolo “grazie” prima di seguire le indicazioni.
Trovare la destinazione sarebbe stato più semplice se la famosa destra suggerita dalla donna non fosse stata piena di corridoi identici, quindi si fermò in mezzo a tutta quella confusione e fece un respiro profondo. Non era mai stato un grande ammiratore del sovraffollamento.
Vide una ragazza intenta a sistemare una cartella e si avvicinò velocemente.
“Ciao, io sono..”
“Quello nuovo probabilmente, ora prendi quel plico di documenti e seguimi, la riunione inizia in meno di trenta secondi” disse quella chiudendo tutti i fascicoli e incamminandosi verso una porta nera senza nemmeno guardarlo in faccia.
Lui la seguì e non appena ebbe messo piede nella stanza tutto il rumore si placò fino a ridursi ad un silenzio quasi assordante. Scrutò velocemente la sala e le persone presenti: alcuni uomini in giacca e cravatta, un ragazzo in piedi sulla destra e la ragazza dei documenti, che nel frattempo li aveva presi dalle sue mani e appoggiati sul tavolo e si era sistemata vicino al collega. Luke immaginò che fosse una segretaria.
Poi lo vide, se lo ricordava dalle poche visite ricevute nel laboratorio, Frederick Connell in tutta la sua severità e austerità, seduto al capo del tavolo e accerchiato dai suoi dipendenti.
Il ragazzo decise di muoversi dal centro della stanza e optò per un angolo indiscreto, in piedi ad ascoltare l’imminente discorso.
“La farò breve, vi ho chiamati qui oggi perché ho delle missioni da affidarvi, di solito non indìco una riunione per ogni compito ma questa volta è diverso” iniziò a dire e lo stomaco di Luke si chiuse in un secondo.
“Alcuni miei agenti partiranno per New York – disse e i due ragazzi sulla destra esultarono tra di loro – lì troveranno tutte le informazioni per le loro missioni, ne avranno alcune piccole e poco rilevanti ma solo per distogliere l’attenzione dal compito più importante. Pierce Rogers ha scontato la pena ed è uscito pulito da tutti gli ultimi controlli, ma ha ricominciato con il traffico di droga e qualche piccolo crimine. I federali l’hanno incastrato sei anni fa e questo ha fatto si che aumentasse la sua dose di odio verso le autorità; abbiamo scoperto dai nostri agenti sul posto che Rogers potrebbe essere in possesso di informazioni private sul presidente e potrebbe avere in piano un attentato alla Casa Bianca. Per questo motivo dobbiamo intervenire noi, le autorità federali americane non devono assolutamente venire a conoscenza di nulla per il momento, non sappiamo ancora se questa notizia sia vera o falsa e non possiamo permetterci un errore verso la Casa Bianca e soprattutto verso il presidente. Quando avremo delle prove certe sui piani di Pierce Rogers avvertiremo gli americani e lasceremo il compito a loro” disse Connell e nella sala calò, se possibile, un silenzio ancora più grave di quello precedente.
Luke era rimasto estasiato dal modo in cui quell’uomo aveva dato una notizia così importante senza mai mutare espressione e con una freddezza inimmaginabile.

Era perso nei suoi pensieri quando la ragazza si voltò verso di lui.
“Quando ti guarderà dì solo il tuo cognome” gli disse velocemente e si voltò nuovamente verso il tavolo. Non ebbe neanche il tempo di chiedere spiegazioni che la voce di Connell ruppe quel silenzio.
“Inoltre, data la sensibilità della missione sarò costretto a trasferirmi io stesso al centro di controllo nello stato di New York, lavorerò sul campo e seguirò i miei agenti. Ho scelto individui molto validi che saranno affiancati da colleghi già sul posto. Verranno con me l’agente Dunn, l’agente Hood – disse e prima la ragazza, poi il ragazzo fecero un passo avanti – e l’agente…” indugiò l’uomo e posò il suo sguardo sulla figura di Luke che rimase come pietrificato. Agente. Aveva davvero sentito bene? Era proprio lui l’uomo scelto per affiancare il capo?
“Hemmings” disse a voce alta chiedendosi perché il suo cognome dovesse essere così lungo.
“Bene, affiderò il comando qui al mio segretario Martin Burjes, il volo partirà quest’oggi alle quattordici. Arrivederci, ci terremo in contatto per tutta la permanenza negli Stati Uniti” disse e in un secondo la riunione si sciolse e tutti quegli uomini in cravatta lasciarono la stanza.
Luke era senza parole, la sua prima missione sul campo sarebbe stata a New York, con il suo nuovo capo e “individui molto validi”, non riusciva a capire perché lo avesse chiamato. Si diresse verso la porta quando fu fermato.
“Hemmings” disse Connell.
“Si signore?”
“Prima di tutto non mi devi chiamare signore, seconda cosa: ti stai chiedendo perché ti ho fatto chiamare?”
“Sinceramente si” rispose lui abbassando lo sguardo.
“Lavori con noi da tre anni e devi sapere che se entri in contatto con un’agenzia di spie non puoi pretendere che ogni tuo singolo movimento non venga osservato. Ti abbiamo tenuto d’occhio per tutto questo tempo e te la cavi molto bene con la chimica, ma la tua situazione lì dentro stava diventando assurda, premevi ogni giorno per uscire di lì come un animale in gabbia. Così ho deciso di testare le tue capacità sul campo, sai cosa significa?”
“No” rispose, tralasciando quel “signore” che per tanto tempo gli avevano insegnato ad aggiungere alle frasi.
“Che tu lavorerai con noi e noi con te, ma allo stesso tempo sarai da solo, dovrai cavartela seguendo le tue capacità, e noi non siamo responsabili delle tue scelte, dovrai assumerti la totale responsabilità di ogni cosa che farai e dovrai avere sempre ben stampato in mente che ogni tua mossa avrà ripercussioni su tutta l’agenzia. Quindi te lo chiedo ora: sei sicuro di volerti unire a questa missione?”. Pronunciò quelle parole e Luke sentì il cuore esplodere.
Dopo tre anni di laboratorio aveva la possibilità di sperimentare una vera missione, di fare ciò per cui aveva accettato quel lavoro, di vivere la vita che aveva immaginato quando lo avevano assunto.
Una serie di emozioni contrastanti si sprigionarono per il suo corpo e il suo cervello iniziò a pensare a ciò che sarebbe successo se avesse accettato quel compito, tutti i rischi, tutte le possibilità di non tornare a casa vivo, tutto il pericolo.
Non aveva più tempo, Connell lo guardava fisso negli occhi e Luke doveva prendere una decisione.
Respirò profondamente e sorrise.
“Si” rispose.




SPAZIO AUTORE:
Salve a tutti, la farò breve: per chi mi conosce potete saltare questa parte, per chi è "nuovo" mi presento. Mi chiamo Carolina e questa è la seconda fanfiction che scrivo (in realtà è la quarta ma ne ho già cancellate due). La prima si chiamava Force Of Nature e l'ho finita tipo un mese fa, ma avevo fretta di ricominciare a scrivere quindi eccomi qui a pubblicare di nuovo.
E' un'altra fanfiction sui 5 Seconds Of Summer, ma, al contrario della precedente, non parla di cose soprannaturali e non ci sono tutti e quattro. Avremo solo Luke e Calum questa volta.
Bene, ecco il primo capitolo, ho cercato di introdurre a grandi linee il lavoro di Luke e i personaggi principali, ma nei prossimi capitoli verrà approfondito tutto. Questi primi capitoli saranno un po' lunghi perchè non sapevo bene come giostrarmi, ma vi prometto che cercherò di non farveli pesare troppo.
Il banner l'ho fatto io, è la seconda volta che mi cimento con delle cose del genere, quello di Force of Nature era più "semplice", con questo ho cercato di fare un lavoro migliore, ditemi cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere.
Spero vi piaccia come inizio e spero continuiate a seguire questa storia.
Grazie a tutti per l'attenzione, a presto,
Caro :)
  
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