Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: lexiters    01/03/2015    1 recensioni

“Credevo che scappare dal passato sarebbe stata una soluzione. Nessuno ha mai detto che sarà facile,ma ho bisogno di dimenticare,e non posso. Perché mi ha ferito e provocato cicatrici troppo profonde per poterle curare. Mi ha fatto credere di non meritare nessuno,mi ha fatto odiare me stessa,mi ha fatto arrivare ad un punto in cui anche solo guardarmi allo specchio mi risultava difficile e volevo auto-distruggermi. Ma alla fine l'ha fatto lui,e non credo di poter riuscire mai a rimettere insieme i pezzi. Non da sola”
“Non sei sola,Bea. Io sono qui e sono pronto a prenderti e a risollevarti ad ogni tua caduta. Ti farò sorridere,ti farò ridere,rimpiazzerò ogni tuo doloroso ricordo con uno più felice. Ti giuro che lo farò”
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ehilà!
Prima di lasciarvi alla storia voglio pregarvi di lasciare una recensione,mi farebbe piacere leggere cosa ne pensate. Ve lo chiedo perfavore. Sarebbe fantastico.
Grazie mille,ci sentiamo al prossimo capitolo,baci.


 Capitolo 1- Piacere,Louis.

 
La mattina dopo si era svegliata prima che la sveglia suonasse,si mise a sedere sul letto e si stiracchiò per poi infilare la vestaglia calda e mettere ai piedi le pantofole. Prese il cellulare che la sera prima aveva appoggiato sul comodino accanto al letto e lo sbloccò,rimase per qualche minuto con gli occhi fissi sullo sfondo del suo telefono,quella foto che non era riuscita a cancellare raffigurava lei e il suo ragazzo,ormai divenuto ex,seduti sulla panchina della sua vecchia città,lei mentre rideva e lui che la guardava come se da un momento all’altro potesse rompersi,eppure si era rotta nonostante lui continuava a dirle che l’avrebbe protetta,si era rotta in mille pezzettini quando,qualche settimana prima della sua partenza,lui non l’aveva lasciata con una scusa banale,con un "non provo nulla per te”,non erano state quelle le parole,la motivazione del suo gesto. E lei non aveva avuto la possibilità di rispondere o di spiegare. Si era ritrovata sola,con lividi e cicatrici,piangendo mentre lanciava a terra le foto con lui e le vedeva frantumarsi. Eppure quella foto,messa lì come sfondo del suo cellulare,non era riuscita a cancellarla. Aveva visto il peggio e il meglio di quel ragazzo e li aveva scelti entrambi e lui l’aveva ringraziata lasciandola nel peggiore dei modi. Ma non riusciva a dimenticarlo. Fece un respiro profondo e si alzò dal letto,aprì le ante dell’armadio e guardò i suoi vestiti,indecisa su cosa indossare per il suo primo giorno di scuola. Prese un jeans a vita alta e una maglia a fiori,indossò tutto velocemente e infilò ai piedi le sue converse. Guardò l’orologio e notò che era leggermente in ritardo. Se voleva arrivare in orario doveva sbrigarsi,così si diresse verso il bagno e lavò i denti,sistemo i suoi corti capelli biondi e applicò un filo di matita e un lucidalabbra alla ciliegia sulla sua bocca carnosa. Prese la sua borsa e infilò alcuni quaderni dentro,non sapeva ancora il suo orario quindi si limitò a gettare dentro solo il libro di Poesia,che amava, e quello di chimica. Scese le scale di corsa e salutò i suoi genitori che le auguravano buona fortuna. Non amava fare colazione quindi evitò di fermarsi al bar che incontrò per la strada e continuò a correre sul suo amato skate.
 
Arrivata di fronte alla scuola scese abilmente dallo skateboard  e si diresse verso il cancello di quella scuola che più volte aveva osservato su internet. Superò il cancello e si accorse di come gli occhi di alcuni studenti si soffermarono a guardarla,notò anche i cinque ragazzi che la sera prima aveva beccato osservarla mentre con il suo skate si esibiva sulla rampa. Incrociò gli occhi azzurri di uno di essi ma distolse subito lo sguardo quando fu costretta a passargli accanto per entrare in quell’edificio. Eppure sentì il commento di uno di loro,che chiedeva agli amici se quella ragazza fosse per caso la stessa che avevano guardato la sera prima al parchetto. Continuò a camminare e una volta dentro fece un respiro profondo come ad infondersi coraggio. Andò in segreteria e chiese il suo orario e una volta che le fu dato si diresse a quello che sarebbe stato il suo armadietto.
Intanto fuori,i cinque amici parlottavano e facevano commenti su quella ragazza che la sera prima li aveva sorpresi. Non credevano che una donna potesse essere così brava con lo skate.  Louis intanto guardava il punto dove la ragazza era sparita poco prima e quando Harry,il suo migliore amico,lo chiamò scosse la testa e si girò a vedere cosa volesse. “Domani ci sarà una festa da James,ti va di venire?” li sguardi dei suoi quattro amici erano puntati su di lui “non saprei” rispose incerto,avrebbe preferito starsene a casa con le sue due sorelline a leggere un libro,ma sapeva che i suoi amici avrebbero cercato di convincerlo ad andare con loro. “Dai Lou,non darci buca di nuovo. E’ venerdì e domani non c’è scuola” guardò Zayn che lo implorava con lo sguardo e a quel punto annuì sconfitto,annunciando  ai suoi amici che si sarebbe unito a loro. Quando suonò la campanella i cinque ragazzi entrarono con poco entusiasmo nell’edificio e si divisero andando ognuno nella propria classe. Quando Louis varcò la soglia dell’aula di Poesia si guardò intorno,cercando un posto libero. I suoi occhi si fermarono sulla ragazza che aveva visto poco prima,si andò a sedere vicino a lei e la osservò meglio. I corti capelli biondi erano raccolti in una coda improvvisata,sul viso non portava il solito trucco pesante che vedeva sulle ragazze di quella scuola,ma un leggero filo di matita e un lucidalabbra. “Piacere,Louis.” C'era qualcosa in quella ragazza che lo attirava,era diversa dalle altre,lo si poteva notare benissimo. L'aveva osservata quella mattina,l'aveva notata arrivare sul suo skate nero per poi scendere agilmente e dirigersi all'entrata. La ragazza si girò e lo guardò con curiosità,lo riconobbe subito,riconobbe quei bellissimi occhi azzurri che poco fa l’avevano osservata.
“Bea”disse semplicemente. Quel ragazzo le sembrava un tipo strano,lo aveva notato insieme ai suoi amici quella mattina,aveva sentito il suo sguardo perforarle la schiena,lei aveva proseguito tranquillamente,sperando che smettesse di fissarla,non che le dispiacesse,ma la metteva in soggezione. “Sei nuova? Non ti ho mai vista da queste parti.” Louis cercava di conoscerla un po’ meglio,cercando di capire se davvero quella ragazza fosse diversa dalle altre come aveva pensato. “Sì,in realtà sono venuta un paio di volte qui,ma mi sono trasferita solo ieri,sono del Mullingar” arrossì leggermente quando si accorse che il ragazzo continuava a fissarla incuriosito. “Oh,un mio amico viene da quelle parti,si è trasferito solo due anni fa.” Bea annuì solamente,non sapendo come rispondere a quell’affermazione. Fortunatamente la salvò l’arrivo del professore che entrò velocemente nell’aula e scrisse l’argomento di quella giornata sulla lavagna. “Allora,so che oggi è arrivata una nuova alunna. A quanto ho capito si chiama Bea Miller. Bene,dove sei Miller?” La ragazza si alzò timidamente e si presentò al professore . “Benissimo,spero si trovi bene a questo corso. Le piace la poesia?” la ragazza annuì ancora un po’ imbarazzata e quando il professore le chiese il suo poeta preferito,senza ripensamenti rispose semplicemente con un “Bukowski,professore.” Dopo la sua risposa il professore la lasciò sedersi e iniziò la lezione,parlando di come i poeti potessero essere capaci di raccontare la vita in modo straordinario. Louis però non riusciva a seguire la lezione,perso nei  suoi pensieri che riguardavano la maggior parte la ragazza che gli sedeva accanto, fu il suono della campanella a portarlo alla realtà,si alzò velocemente e aspettò che Bea facesse lo stesso per poi incamminarsi insieme a lei fuori dall’aula, “allora,domani c’è questa festa,mi chiedevo se ti andrebbe di venirci” sperò vivamente che quella ragazza gli rispondesse di si e quando notò la sua confusione, precisò “insomma,sarebbe un modo per farti conoscere un po’ di gente nuova” in quel momento però mentii,in realtà voleva vederla anche fuori da quella scuola,il perché non sapeva spiegarselo,ma lo intrigava e voleva avere l’occasione di conoscerla meglio “ehm,non saprei. Insomma,non conosco nessuno e non saprei neanche dove andare,non conosco bene le strade” non aveva voglia di andare ad una festa dove l’unica persona che conosceva era un ragazzo e che conosceva solo per aver scambiato due parole. “Potrei accompagnarti io,non sono un serial killer,tranquilla che non uccido” ridacchiò leggermente e si pentì quasi di quelle parole,lo avrebbe considerato uno stalker al posto di un killer. “Va bene” si rassegnò pensando che andare ad una festa non sarebbe stata una cattiva idea,almeno avrebbe conosciuto qualcuno. “Benissimo.” Louis esultò interiormente e la salutò dopo che gli diede il suo numero di telefono.
Le ore in quella scuola le erano sembrate passare velocemente,più che altro perché aveva avuto altre due lezioni con quel ragazzo,Louis che si era rivelato una buona e simpatica compagnia. Le ricordò un po’ il suo ex con il suo modo di fare,anche lui era altrettanto simpatico ma sperò vivamente che non fosse come lui,perché a quel punto sarebbe stato un susseguirsi di problemi e lacrime e lei aveva giurato a sé stessa che non avrebbe più pianto,aveva smesso di soffrire e non voleva ricominciare a farlo.  Voleva provare ad essere felice senza pensare che poi le sarebbe toccato pagare ogni sorriso con lacrime salate. Era rimasta troppe volte male in precedenza e troppe volte era rimasta,cercando di salvare una persona che pian piano faceva affondare lei ,perché aveva capito che purtroppo non c’è salvezza per chi cerca di salvare gli altri. Ma non odiava quel ragazzo che l’aveva fatta soffrire più di una volta. Non odiava tutte le persone che l’avevano delusa e ferita. Odiava sé stessa,si odiava per essersi fidata, perché lei aveva sempre scelto lui,anche quando le cose erano difficili e lui aveva scelto di ferirla e di gettarla via come si fa con un vecchio oggetto di cui si stanca. Il fatto è che le persone prima ti fanno credere di essere importante,ti fanno credere di amarti più di ogni altra cosa e poi si rivelano per come sono realmente: degli stronzi. Scosse la testa e si impose di non pensarci più.
 
Verso le otto ricevette un messaggio da Louis che l’avvisava di prepararsi entro le nove e le chiedeva l’indirizzo di casa,lei glie lo diede e si alzò dal letto dove fino a poco fa stava leggendo il suo libro preferito. Si guardò allo specchio,mentre si chiedeva il perché tutto il dolore che aveva provato era dovuto cadere su di lei,si costrinse a distogliere lo sguardo dal suo riflesso e aprì l’armadio osservando i pochi vestiti che aveva. Dopo dieci minuti buoni le capitò in mano un vestito nero con una scollatura a cuore,lungo fino a metà coscia e che sulla vita iniziava ad allargarsi. Lo mise velocemente dopo aver indossato un paio di calze color carne,cercò le sue ballerine e dopo averle indossate si diresse verso il bagno dove applicò un filo di eye-liner e il suo amato lucidalabbra. Non amava truccarsi pesantemente quindi decise che sarebbe bastato così. Pettinò i suoi capelli biondi che erano lisci come spaghetti e prese una borsetta nera semplice che la sera prima aveva lasciato sull’attaccapanni,mise dentro il suo cellulare e scese di sotto dove i suoi genitori,che aveva avvertito poche ore prima riguardo la festa,stavano sul divano a guardare la tv. Li salutò con un bacio sulla guancia e scompigliò i capelli della sua sorellina,poi quando sentì suonare il campanello prese il suo lungo giubbino nero uscì fuori di casa. Salutò con un cenno Louis che le rivolse un sorriso e le fece i complimenti,quando entrarono nella macchina però si sorprese a vedere altri tre ragazzi sui sedili posteriori che la bionda identificò come il riccio,che se non errava e non aveva capito male dalle presentazioni si chiamava Harry,un ragazzo biondo dal sorriso dolce,che capì si chiamasse Niall e uno dai capelli neri,Zayn. La ragazza si presentò e arrossì quando il riccio-Harry si rivolse a Louis con un “Lou,non ci avevi detto fosse così bella da vicino” . Non sapeva se dovesse ringraziarlo così si limitò ad arrossire e ad abbassare il capo mentre Louis intimava all’amico di star zitto e arrossiva leggermente anche lui. Si sentirono delle risate soffocate,forse per la reazione del ragazzo. Quando arrivarono a destinazione Bea scese dall’auto e aspettò che anche Louis scendesse per poi avvicinarsi a lui e incamminarsi insieme ai suoi tre amici verso l’entrata,dove un altro ragazzo,dai capelli nocciola e gli occhi del medesimo colore,li salutò e si presentò alla ragazza come Liam. Entrarono nell’edificio dove una folla enorme ballava a ritmo di una canzone che non riuscì ad identificare,si incamminò a fianco di Louis e i suoi amici che subito si buttarono in pista e iniziarono a ballare,ridendo e scherzando. Il ragazzo che l’aveva invitata alla festa invece le rimase accanto e le fu grata perché se l’avesse lasciata sola si sarebbe sentita a disagio e avrebbe finito per andarsene a casa,da sola. E lei non conosceva la strada di ritorno. “ Ti va di ballare? O vorresti uscire? Potremmo andare in giardino se ti da fastidio la musica o” non ebbe tempo di continuare che Bea scoppiò in una risata per il suo fiume di parole,risata che arrivò a Louis come la più bella che avesse mai sentito,”ho detto qualcosa di male?”  Guardò interrogativo la ragazza di fronte a lui che smise di ridere e lo guardò con un sorriso a dir poco stupendo “ no,assolutamente. Ma non ti devi preoccupare. Va bene qualunque cosa tu decida di fare” sorrise ancora e il ragazzo si rilassò ridacchiando leggermente per la figura appena fatta. “Okay,allora ti andrebbe di andare fuori a prendere una boccata d’aria?” Sperò ancora una volta che quella ragazza gli dicesse di si e sospirò di sollievo quando la sua richiesta fu accettata. Uscirono da quella casa,dove la musica era troppo alta per i gusti di Louis e andarono a sedersi sull’erba del giardino. C’era un enorme imbarazzo tra i due e il silenzio divenne di troppo,finalmente però Louis prese coraggio e le chiese come si trovasse in quella città. “Oh,direi bene per adesso. Mi piace,anche se il clima è leggermente più freddo di quello a cui ero abituata” si girò a guardare il ragazzo e lo sorprese fissarla di già “si,il clima è leggermente più freddo. Ieri ti abbiamo vista io e i miei amici,sei bravissima con lo skate” Bea sorrise e arrossì leggermente al ricordo della sera prima “mi piace andare sullo skate,è una mia passione fin da piccola” Louis annuì e scherzando le disse che anche lui sapeva andarci molto bene e sapeva fare tutti i salti possibili ed immaginabili. Bea si accorse del tono scherzoso e lo guardò a lungo prima di parlare. “Ah si? Allora un giorno potrei venire a guardarti fare uno di quei salti” sorrise e Louis si sorprese a sorridere a sua volta. “Oh certo,perché naturalmente io sono un campione in queste cose” scoppiò a ridere e presto la bionda lo seguì pensando che Louis e lei sarebbero diventati buoni amici. Si ritrovarono a parlare del più e del meno e la bionda scoprì che in realtà Louis non era per niente amante delle feste e che preferiva leggere- passione che avevano in comune- e che era il capitano della squadra di football del liceo. Il tempo passò in fretta e decisero di tornare a casa,dato che erano le 2.40 passate. I ragazzi protestarono parecchio,ma erano così ubriachi che caddero in un sonno profondo appena misero piede in auto. Louis ridacchiò quando li vide in quelle condizioni e si mise alla guida riportando Bea a casa. Appena arrivarono il ragazzo salutò la bionda con un bacio sulla guancia e lei gli sorrise dolcemente. Entrò a casa e Louis ripartì appena la ragazza si chiuse la porta alle spalle.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: lexiters