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Autore: Aliak    03/03/2015    1 recensioni
L'avevo accennato, scrivendo l'ultimo capitolo di Rift, che l'avrei fatto.. Ed eccomi qua a scrivere questa serie di One-shot, dedicate a Iriumaru e Inu no Kaimi (la madre di Sesshumaru) dal momento in cui, lo lascia dalla madre per il suo bene, e per il bene di Rin, spero possa piacere, a tutti coloro che mi hanno seguito, e chi magari si affaccerà per la prima volta, nel mondo che ho creato.
Genere: Azione, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato - Presente - Futuro'
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Un urlo provenì dalle stanze di Iriumaru, lo sguardo mio e di Sesshumaru, si incontrarono per un breve istante, prima che uscissimo di corsa dalla stanza, per cercar di raggiungere la stessa, dalla voce sembrava quella di Rin, cosa poteva essere successo. Aprendo la porta lo sguardo si portò sulla figura di Rin tremante, una manica del kimono completamente mangiata dal un liquido verde, che cadeva a terra mangiando anche il pavimento, provocando un buco profondo, e la fuoriuscita di fumi, che si innalzavano per la stanza. Ci volle un secondo perché capisse cosa era successo, sesshumaru aveva preso Rin allontanandola, dalla stanza prima che li inalasse. 
 
-Obaa-sama! otōsan aiuto!- piagnucolò Iriumaru, nel pieno panico le lacrime cominciavano a scendere lungo il viso, le assi del pavimento mostravano danni significativi, sentì le urla provenire dal piano di sotto, aveva raggiunto il veleno, il piano inferiore del castello, trapassando anche il soffitto. Mi avvicinai lentamente a lui, sedendomi di fronte prendendo lentamente le mani del cucciolo tra le mie, il veleno non avrebbe intaccato la mia pelle. Tremavano le piccole mani, tra la mia delicata presa, speravo che Rin non fosse stata intaccata più di tanto dallo stesso, anche se in quella casa, la cura ai loro veleni, era sempre tenuta con molta cura, al sicuro e pronta per essere usata, se accidentalmente fosse successo qualcosa. 

-Il braccio, di Mama- singhiozzò 

-Guarirà, abbiamo la cura al veleno, sta tranquillo.- attualmente, il veleno degli artigli di Iriumaru, non era solo una minaccia per Rin, ma per tutto il castello, prese tra le braccia Iriumaru, per poi volare al di fuori del castello, raggiungendo una radura, non troppo lontana dallo stesso, ma allo stesso tempo isolata, in modo che non potesse provocare danni. 

-Come faccio a fermarlo?- un sospiro, uscì dalle labbra, era ancora piccolo per controllarli del tutto, avrebbe dovuto semplicemente aspettare, che cessasse da solo di uscire, ma più si agitava, e più il suo corpo avrebbe prodotto il veleno. Aveva affondato gli artigli, nel terriccio, e la terra stava cominciando a marcire, intorno alle piccole mani, leggeva il panico negli occhi del nipote. 

-Guarda- sollevò il mento con un dito, cercando la sua attenzione, stava cominciando a produrre gas velenoso, oltre agli artigli, doveva cercare assolutamente, di rifargli prendere il controllo. 

-Non c'è nessuno qua, e non puoi nuocere a nessuno- suonava più come una promessa, che voleva mantenere, innalzò lo yoki, non permettendo così a nessuno di avvicinarsi a quella radura, sollevò lentamente suo nipote, andando a poggiarla sulle proprie gambe, ignorando il fatto che l'acido del veleno avrebbe corroso anche i vestiti, che indossava. Iriumaru troppo distratto dal movimento, per ricordare che i suoi artigli ancora emettessero veleno, afferrò delicatamente i lembi che chiudevano il kimono, sul davanti, lo stesso comincò a dissolversi sotto quel tocco, facendo intravedere il petto nudo. 

-Stai calmo- poggiai un bacio sulla fronte, sfiorando la luna crescente, il veleno stava corrodendo il vestito, ma la pelle non veniva intaccata, sembrava che finalmente si stava calmando vedendo qualcosa, che non veniva distrutto dal suo stesso veleno, quando sarebbero tornati, avrebbero per forza avuto bisogno di nuovi Kimono, nemmeno il miglior sarto avrebbe potuto far qualcosa. 

-Quando il veleno fuoriesce di nuovo, chiama subito me, o il tuo otōsan.- lo vidi annuire lievemente, ma i singhiozzi non cessavo di uscire dalle labbra, tremolanti. 

-Otōsan, ora mi odierà, ho fatto male a Mama, ora non verranno più da noi.- 

-Shhhh.. non dire fesserie, non è stata colpa tua, prima o poi sarebbe successo.- ci sarebbe voluto tempo, prima che imparasse a usare, il dokkasō a controllare le emozioni, per far si che accidentalmente non succedesse come questa volta.  

-Ricorda, il nostro dokkasō, è il più grande veleno presente sulla terra, qualsiasi cosa può essere danneggiata dallo stesso, tranne i portatori dello stesso.- Sentì una folata di vento arrivare alle loro spalle, la figura di mio figlio era atterrata non troppo distante da noi due, Iriumaru aveva alzato appena lo sguardo verso suo padre, ma non sembrava osare guardarlo in faccia, nascondendo il viso, sotto la frangetta argentata. Sesshumaru aveva infine allungato una mano, poggiandola delicatamente sul capo, di suo nipote che si sentì subito confortato da quel contatto, lentamente il veleno cominciò a fuoriuscire sempre di meno, fino a cessare del tutto. Le forti braccia di Sesshumaru, lo presero lentamente tra le stesse, finalmente era rassicurato da quel contatto, dalla presenza del suo Alpha la sua aura non era minacciosa ma rilassante, poco dopo ci alzammo in volo raggiungendo il castello, il tempo di cambiarci gli abiti e eravamo già fuori, dalle nostre stanze. 

A Rin gli era stato fornito l'antidoto al veleno, di certo non era delizioso cercava di mandarlo giù, in una smorfia disgustata che incrinava l'ancora giovane volto, ma a occhio attento mi accorsi che lentamente i suoi capelli stavano inesorabilmente grigi, la giovinezza cominciava a scivolare dal quel corpo umano, mi ricordai quanto potesse essere corta, e quasi inesistente la vita di quei esseri così deboli, ancora mi domandavo come mai, mio figlio, e il mio compagno avessero scelto tali compagni. Una delle sue serve, stava bendando il braccio, in modo che la ferita non si infettasse, con l'aria e la terra, erbe medicinali, erano state passate sulla stessa in modo, che aiutassero la completa guarigione, per fortuna, sembrava non essere stata danneggiata più di tanto, anche per solievo di Iriumaru, che venne accolto da sua madre, che appena arrivato aveva avvolto le braccia intorno al collo della stessa, affondando il viso nel suo collo emettendo piccoli versi rassicuranti, con il braccio sano l'aveva cinto delicatamente e l'aveva rassicurato, mentre la serva aveva smesso di bendarlo completando il suo lavoro, alla perfezione. 
 



Ps: Ebbene si il nuovo capitolo, è arrivato prima di quanto potessi credere, ho pensato a come potesse rivelarsi, la capacità di veleno, e cosa avrebbe causato, beh ho messo giù queste righe, per spiegare una ipotetica situazione che si poteva creare. 
Spero vi piaccia, quindi vi lascio di nuovo e al prossimo aggiornamento.  

Come sempre un bacio a tutti 
Aliak

   
 
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