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Autore: ExLuna    03/03/2015    5 recensioni
Quando il livello della criminalità nelle città diventa troppo alto ed è quindi troppo pericoloso e arduo per i principali comandi di polizia del mondo fronteggiare l’emergenza, ecco che interviene l’Organizzazione Luna Rossa; un’agenzia di sicari, attiva da anni, che collabora con le principali agenzie investigative del mondo al fine di debellare la criminalità e proteggere gli innocenti.
Ad esso è affiancato una importante agenzia investigativa indipendente di Konoha, la KCI, ovvero la Konoha Crime Investigation, che insieme alle centrali di polizia ed alle altre agenzie, fornisce all’Organizzazione tutte le informazioni necessarie per mettere sul campo i suoi migliori agenti e porre fine ai crimini più efferati.
Quando uno di questi agenti viene però attaccato personalmente, ferendo mortalmente la persona a lui più cara e rubando ciò che è per lui la cosa più preziosa sulla terra, le regole di ingaggio a quel punto cambiano. Ci vorranno solo 24 ore affinché la vendetta si compia. Ma l’amore è nascosto dietro l’angolo. [lieto fine. Sasu/Saku]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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cap.2

Cap. 2 – 23
 

(Nota dell’Autrice: grazie di cuore a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo di questa, che definirei, “impresa titanica”. E’ la prima volta che mi cimento in questo genere di storie e spero di non deludervi.)
 

E piantala di dirmi quello che devo o non devo fare Hugo, sono io il tuo capo non tu il mio, ricordatelo! Voglio birra e sigarette, e le voglio adesso, muoviti ad andare a prendermele! 

Sasuke era andato a fare spesa nel discount del paese più vicino e, prima di tornare alla villa, aveva deciso di fermarsi a fare benzina nel distributore adiacente, quando ad un tratto la sua attenzione venne attirata dal vociferare piuttosto rumoroso di un giovane pieno di se ed alquanto presuntuoso, il suo aspetto non tradiva certo l’aria del classico bullo di quartiere pieno di grana e viziato fino al midollo.
Al suo fianco la gigantesca guardia del corpo aveva un bel daffare a tenerlo a bada e Sasuke non potè che provare pena per quel poveraccio, costretto ad ubbidire ai capricci di quella testa calda.
Decise di ignorarli e spostò il suo interesse ai giri del carburante che giravano vorticosamente, facendo lievitare il prezzo totale, che sarebbe stato scalato dalla carta di credito; il suo hobby era decisamente costoso e lo sapeva bene, ma non avrebbe rinunciato per nulla al mondo alla sua adorata macchina, nemmeno per una bella donna… eccetto per una forse.
Si scoprì a sorride con se stesso, stupendosi di quanto rapidamente i suoi pensieri correvano velocemente a lei ed iniziò a riflettere su come farsi perdonare il bidone che a malincuore le aveva rifilato.
Ad un tratto, si accorse che il bulletto si era avvicinato alla sua macchina e che la stava osservando attentamente in ogni centimetro, come se fosse una qualunque fighetta da abbordare in un bar; scorgendo il volto coperto dal cappuccio della felpa vide un ragazzo non tanto più grande di lui con gli occhiali e la classica faccia da schiaffi, una faccia che aveva già visto ma che in quel momento non gli veniva in mente chi fosse. 

Questa sì che è una gran macchina. Una Mustang serie Sharingan, vero? 

1970. 

Cribbio è una rarità. Quanto vuoi per questo gioiello? 

Spiacente, non è in vendita! 

Quella sottospecie di sfigato lo stava prendendo in giro o cosa? Come si permetteva di offrirgli denaro per la sua adorata. Fortunatamente il distributore scattò, il serbatoio era pieno e si affrettò a richiudere la bocchetta, se non se ne andava alla svelta avrebbe fatto ingoiare la pompa a quell’ impertinente fino allo stomaco. 

Oh andiamo, possiamo metterci d’accordo. Non sai chi sono io, ti pagherò bene! 

Gli stava seriamente facendo perdere la pazienza, ma chi si credeva di essere? Gli rifilò un’occhiata assassina che avrebbe fatto fare retromarcia anche ad un cane, ma più lo guardava e più quel tipo gli era familiare. 

Ho detto di no! Torna a farti sbattere nel bagno della discoteca, fighetta! 

Cosa hai detto? Ma come osi… 

Ok adesso basta, torna alla macchina. Mi scusi signore, non le darà più alcun fastidio! 

L’omone aveva afferrato per le maniche il ragazzo e si profuse in scuse verso Sasuke che avviò il motore a partì sgommando, senza però distogliere lo sguardo dallo specchietto retrovisore in cui intravide per l’ultima volta gli occhi pieno d’odio del bulletto, ma ovviamente Sasuke non si fece impressionare, e fu allora che una lampadina si accese nei meandri della sua memoria: il ragazzo lo conosceva eccome e si mise a sogghignare ripensando a come aveva appena insultato il figlio del più infimo e pericoloso criminale di tutta al capitale.
Il mondo era bello perché vario,  e questa era decisamente la parte in cui si divertiva di più; suo padre non sarebbe stato contento, ma almeno aveva avuto la sua soddisfazione personale. Nessuno osava rivolgersi a lui con quel tono, in particolare se c’era di mezzo la sua macchina.
Quando arrivò alla villa era già sera, entrò in casa e trovò Itachi seduto sul divano del salone a guardare le notizie in tv che lo salutò con un cenno del capo.
Sasuke si mise a riordinare la spesa in frigo dopodiché si sedette accanto al fratello con un birra e ne allungò una anche ad Itachi. 

Quanto è piccolo il mondo fratello, non puoi immaginare chi ti ho incontrato al distributore di benzina. Kabuto, il figlio di Orochimaru! Voleva comprarmi la macchina, quell’idiota. 

Itachi appena sentì il nome di Kabuto si fece serio e si irrigidì come una pietra. Era proprio a causa degli scagnozzi di Kabuto che era stato messo fuorigioco. 

Dimmi che non hai fatto niente di stupido! 

Naaa, l’ho solo “invitato” ad andare a quel paese…

Cosa hai fatto? Ma cosa ti dice il cervello! Quando si tratta della tua dannata macchina perdi completamente il lume della ragione! 

Itachi si alzò di scatto rovesciando la sua birra, inveendo furiosamente contro Sasuke che si alzò anche lui a fronteggiarlo; adorava Itachi, ma questo non significava che dovesse trattarlo come un infante… e soprattutto non gli avrebbe permesso di insultare la sua Mustang Sharingan. 

Ma perché ti incazzi, è solo un bamboccione senza palle che ancora si scaccola il naso. Solo perché è il figlio di Orochimaru te la fai addosso? Credevo di conoscerti Itachi. 

Tu non vuoi proprio capire, allora? Il bamboccione di cui parli non è nemmeno la metà di suo padre, è peggio! 

Che si fotta, entrambi sappiamo che non può trovarci né farci nulla. Siamo i migliori sul campo,  per una volta che ti sei beccato una pallottola hai già perso il tuo sangue freddo. Hai seriamente bisogno di una vacanza! 

Sei tu che hai bisogno di una vacanza Sasuke. Non posso dirti tutto lo sai, ma devi fidarti di me. Sì è vero, mi sono preso una pallottola e solo una volta è sufficiente a farti vedere le cose da un’altra prospettiva ed è giunto il momento che te ne renda conto anche tu! 

Sasuke continuava a non capire e l’ansia adesso prese il sopravvento sulla rabbia; cosa mai era successo per fare preoccupare così tanto Itachi; un uomo tutto d’un pezzo, freddo come il ghiaccio, il sicario numero uno dell’Organizzazione.
Capì in quell’istante di aver commesso il più irreparabile degli errori, ma c’era ancora tempo, forse poteva ancora rimediare. 

Non ti hanno seguito vero? 

No, ho girato per vicoli diversi per più di venti minuti ed ho percorso una strada sterrata sulla scogliera per raggiungere la villa 

Controlla la macchina. La prudenza non è mai troppa! 

Sasuke mise sul tavolo la sua birra ancora piena e sbuffando si diresse verso il garage; accese la luce e prese anche una torcia per esaminare la sua beniamina in ogni angolo, dal motore, alle ruote e persino sotto, notando che sotto la marmitta c’era uno strano bullone luminoso, ma non era un bullone. Lo staccò facilmente scoprendo che era una micro GPS con un lato adesivo a presa rapida, facile da attaccarla ad un mezzo in movimento semplicemente lanciandolo. 

Itachi! Credo che tu avessi ragione, c’era qualcosa sotto la mia macchina  e penso si tratti proprio di…

Sasuke non fece in tempo a rientrare in cucina che una mazza metallica lo colpì da dietro l’angolo in piena faccia; crollò a terra tramortito e prima che il buio lo avvolse, scorse una figura vestita di nero e con gli occhiali che, sorridendo, lo colpì in testa spedendolo dritto nel mondo dei sogni.

 

***

 

Quando squillò il cellulare, Sakura era invasa da una pila di carte che avevano invaso la sua scrivania, ma quel giorno non aveva molta voglia di occuparsi di scartoffie; erano da poco passate le 20 ma di cenare non se ne parlava, tanta era la mole di lavoro arretrato, sperava che tenendosi occupata le sarebbe passata l’incazzatura per essere stata piantata in asso davanti al Cafè. Era la prima volta in un mese che accadeva, non aveva mai mancato un appuntamento e quel giorno, di punto in bianco, ecco che veniva scaricata come una qualunque senza nemmeno una spiegazione.
Nessuno dei due conosceva il lavoro dell’altro, era un tacito accordo che si erano fatti fin dal primo giorno, appena potevano era sufficiente un messaggio e si incontravano a qualunque ora del giorno o della notte trascorrendo del tempo piacevole insieme.
Era la prima volta che provava interesse per qualcuno, e soprattutto era la prima volta che qualcuno provava interesse per lei; il suo lavoro non le consentiva relazioni interpersonali ed anche se aveva già ricevuto avance dagli uomini in passato, non erano mai stati di suo gradimento.
Questa volta però era diverso e non le andava giù l’idea di aver preso una cantonata stratosferica.
Fortunatamente il lavoro era l’unica cosa che non l’avrebbe tradita né ora, né mai; rispose al telefono, il capo la richiamava a rapporto nel suo ufficio. Priorità alta.
Ecco finalmente giunta la parte più interessante del suo lavoro; si alzò dalla sedia prima ancora di dire pronto, ed era già sulla soglia dell’ufficio del Capo prima ancora di chiudere la conversazione.
Un ufficio elegante e moderno, con varie targhe alle pareti e riconoscimenti onorari e di servizio, che avevano reso il Capo la persona più importante ed influente di tutto il dipartimento; oltre a lei era presente anche Naruto, chiamato a rapporto anche lui in quanto suo partner e collega in tutte le loro missioni. 

Ciao Sakura, di nuovo insieme eh? Kakashi ha una missione importante per noi! 

Perché non fai parlare me Naruto, ti ricordo che in questo ufficio e in tutto l’edificio, il capo sono io 

Naruto a volte sapeva essere insopportabile e dato che la serata sarebbe stata ancora più insopportabile, Sakura decise che era meglio tagliare corto. 

 Di cosa si tratta? 

Una telefonata autorevole mi ha segnalato di alcuni traffici illeciti nella zona del porto; si tratta di una piccola banda, probabilmente legata alla rete criminale di Orochimaru. Ho raccolto un po’ di informazioni per voi, voglio che vi infiltrate e che vi accertiate che siano entrambe collegate. Il vostro contatto esterno è Jiraya, riferirete direttamente a lui. Una volta che avrete le informazioni, vi invierò una squadra di supporto per smantellarla. 

Accidenti capo, ma ci deve affiancare proprio quel tossico? 

Il tossico, come lo chiami tu è uno dei migliori informatori della Konoha Crime Investigation. E che ti piaccia o no, seguirai i miei ordini! 

Kakashi, mi perdoni, ma se fosse veramente una delle bande affiliate ad Orochimaru, non c’è il rischio che vi siano delle spie al suo interno? Non è una delle solite indagini, il rischio è veramente alto. 

Comprendo i tuoi timori Sakura, ma non devi preoccuparti. Jiraya si occuperà della vostra copertura, siete i miei migliori agenti e su di voi posso contare. Ve la sbrigherete in un paio d’ore. Adesso andate! 

Sakura e Naruto uscirono dall’ufficio, direzione parcheggio sotterraneo. Kakashi gli aveva consegnato un file con una dettagliata descrizione del porto, della banda e dell’equipaggiamento alternativo che gli sarebbe stato fornito di rettamente da Jiraya. Non dovevano avere niente dell’equipaggiamento ufficiale con loro, era una semplice indagine da infiltrati.
Naruto non la smetteva di sbuffare; aveva un appuntamento a cui non voleva rinunciare, ma il lavoro, come sempre, veniva prima di tutto. 

L’avevamo programmata da mesi. Sicuramente Hinata non vorrà più saperne di me 

Hinata? Quell’Hinata? L’agente della scientifica addetta alla balistica? 

Eh eh… ehm… sì. Abbiamo iniziato a frequentarci e questo doveva essere il nostro primo appuntamento ufficiale. Pensavo di portarla a cena da Ichiraku Ramen.” 

Sakura non poteva credere alle sue orecchie; quel baka voleva portare fuori a cena una ragazza in una locanda di Ramen?
Quella testa quadra aveva bisogno di andare a lezione su come si corteggiano le ragazze, ma lei era le meno indicata a dare suggerimenti al riguardo; i suoi incontri galanti si erano limitati ad una tazza di mokaccino in un elegante Cafè del centro, ma le venne in mente una persona che avrebbe fatto al caso di Naruto. 

Fermiamoci un momento al Loto Night Club, prima di andare ad incontrare Jiraya. E’ lungo la strada, ci vorranno solo pochi minuti. 

Perché Sakura vuoi andare lì? Non abbiamo una missione? 

E’ per te zucca vuota. Magari potresti avere un’illuminazione migliore che portare la tua ragazza a mangiare ramen! 

Sakura prese le chiavi della macchina dalla tasca di Naruto e si mise alla guida, come autista era sicuramente meglio lei di quell’imbranato, che non finiva più di blaterare a vanvera su quanto, il ramen di Ichiraku, in realtà, fosse il migliore al mondo.
Per lo meno, anche se era un casinista, era indubbiamente tra i migliori agenti della KCI e gli voleva un gran bene; grazie alla sua compagnia avrebbe dimenticato per un po’ il suo corteggiatore disperso.

   
 
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