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Autore: Pui Baka Otaku    03/03/2015    1 recensioni
Erano due nazioni. Due nazioni tanto legate tra loro da dar fastidio, mi spiegherò meglio: Italia Veneziano e Germania. Erano due nazioni così diverse tra loro: una era potente (Germania) e una era debole (Italia), uno era bravo in guerra e aveva una buona artiglieria e uno non sapeva combattere, odiava la guerra e non sapeva nemmeno come si usassero le armi. Due nazioni così diverse che nessuno si sarebbe mai aspettato che si sarebbero legate così tanto. Formarono un'alleanza anche con Giappone e dopo vari eventi diventarono migliori amici intensificando il loro legame, ma un giorno accadde qualcosa di inaspettato che cambiò le loro vite per sempre.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chibitalia, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV: Italia

I giorni passavano e Germania non migliorava più di tanto, ma almeno si svegliava, anche se aveva sempre mal di testa e faceva incubi la notte, ma più che altro tutto questo succedeva un giorno sì e uno no.

Tutti i giorni continuava a chiedermi se gli raccontassi qualcos'altro di Sacro Romano Impero, ma io rifiutavo perché era colpa dei miei racconti

se era ridotto così, anche se non ne capivo il motivo. Io invece chiedevo a Austria-san, Ungheria-san e a Prussia, uno per giorno, che mi spiegassero, appunto, il perché i miei racconti facessero quell'effetto a Germania, ma mi ignoravano ogni volta, così rimanevo ad un punto morto: avevo deciso che finché non mi avessero spiegato quello che volevo sapere non avrei continuato il racconto a Germania, però lui era abbastanza insistente e io dovetti fare fatica per non dirgli nulla.

Tutti i giorni e tutte le notti stavo accanto a Germania, me ne prendevo cura e anche se lui mi diceva di andare a rilassarmi gli rispondevo :-No Germania, io non ti lascio e poi non è faticoso stare qui con te- e gli sorridevo serenamente.

Ogni tanto si svegliava quando faceva gli incubi e io gli chiedevo di raccontarmeli, ma lui si girava dall'altra parte e diceva :-Non ti preoccupare, sono solo sogni, vai a dormire piuttosto...-.

Io rimanevo un po' deluso e sospiravo tristemente :-Vee~ ok...-.

Un giorno, però, Germania si svegliò di soprassalto spaventando anche me e dopo la millesima volta che gli chiedevo di raccontarmi il suo incubo lo fece senza farsi pregare :-Ero in una stanza e, a differenza degli altri sogni, vedevo i colori, ma era come un quadro e erano buttati lì alla bella e meglio, davanti a me c'era una finestra con davanti un cavalletto con la tela ancora bianca. Tutto si muoveva come se stessi spiando qualcuno...- io ascoltavo attentamente il sogno di Germania, che ora non sembrava tanto un incubo :-Poi arrivò una bambina che si posizionò davanti alla tela e con un pennello in mano si mise a disegnare qualcosa...- si bloccò e guardandosi la mano aggiunse :-Sembrava come se il corpo in cui mi trovavo non fosse il mio...- sospirò, poi continuò :-La mia visuale si muoveva e si avvicinava a lei e mi parve di essere molto più basso di come sono realmente, ma anche se tentavo di non farmi vedere, alla fine, lei si girò e a quel punto mi sono svegliato di scatto-.

Rimasi a lungo a riflettere per poi sorridere a Germania :-Interessante, ma a me non sembra tanto un incubo...-.

Lui mi fissò :-Sì, ma se fai sempre lo stesso sogno, ma di esso non capisci nulla e un giorno lo rifai, ma diventa tutto più visibile, è ovvio che un po' ti senti strano...-.

-Vee~- borbottai sovrappensiero.

Dopo un po' lui iniziò di nuovo ad avere un gran mal di testa e lo aiutai, ma decisi che questa volta era quella buona per riuscire a far sputare il rospo a uno della combriccola dei tre silenti che non rispondono alle mie domande. Prima che potessi alzarmi per andare in salotto, dove, come al solito, c'erano Unghria-san, Austria-san e Prussia, Germania mi bloccò :-Anche tu ora potresti dirmi qualcosa che vorrei sapere, no?-.

Sospirai, poi sorrisi :-Vee~ ok, hai vinto, ma ti darò solo un piccolo indizio!- rimasi qualche secondo a pensarci su, ma poi mi accorsi di una cosa a cui avevo pensato raramente e solo ora mi illuminò la mente :-Tu somigli molto a Sacro Romano Impero- detto questo uscii dalla stanza.

 

POV: Germania

Le giornate erano lunghe, soprattutto quando passavo le notti in bianco per il dolore o per paura degli incubi, so che è una cosa patetica avere paura di queste cose, ma quando le vivi su 10 notti, 9 sì e una no, allora ti disturba parecchio. Il punto è che i sogni erano sempre gli stessi: sfocati e incomprensibili, il più frequente era quello in cui ero in una stanza con una bambina davanti. Un giorno però accadde che il sogno si fece più vivido, vidi i colori e le cose ce c'erano nella stanza e vidi la bambina di cui finalmente riuscì a capire i movimenti: stava pitturando. Questo sogno lo raccontai anche a Italia che parve molto interessato e mi diede anche un indizio su Sacro Romano Impero che mi stupì parecchio: disse che gli somigliavo molto :''In che senso gli somiglio? Nel modo di fare, nel carattere o nell'aspetto?'' esclusi la terza dato che erano ancora bambini quando si conobbero, ma non riuscii a pensare altro, perché, dopo poco, mi venne una fitta tremenda alla testa e mi sdraiai di scatto sul letto toccandomela con la mano. Era da un po' che non faceva così male, ma ormai non riuscivo a differenziare le categorie di dolore, non più. Alla fine si placò e, dopo aver bevuto un po' d'acqua, mi rimisi al letto cercando di rilassarmi.

 

POV: Italia

-Di cosa volevi parlarci, dato che sei tanto serio, Italia?-.

Io ingoiai rumorosamente tentando di essere più convincente possibile, intanto Ungheria-san e Prussia si stavano picchiando, o almeno così sembrava, lei con la sua solita padella e lui a mani nude, sbraitando su eventi storici a cui avevano partecipato entrambi. Austria-san non interveniva più ormai, dato che per loro due ritrovarsi faccia a faccia era come dichiararsi guerra, ma questa volta decise di intromettersi :-Allora, la volete finire!?-.

Ungheria-san, con un'ultima ben assestata padellata in testa, lo fece cadere a terra mettendolo fuorigioco, per il momento :-Sì Austria-san, mi scusi- disse lei girandosi verso di noi e sorridendo: quando si parlava di Austria-san lei avrebbe fatto venire giù anche Dio per lui, ma per fortuna non ce n'era ancora stato bisogno.

-Beh...ecco...io- balbettai, ma poi mi feci coraggio e con tutta la buona volontà che riuscii a tirare fuori dissi :-Voglio sapere perché quando racconto il mio passato a Germania gli viene mal di testa!- forse urlai un po'.

Tutti mi fissarono e poi come al solito mi ignorarono :-Perché fate così ogni volta che lo chiedo?- sospirai :-Perché non mi rispondete subito e fate finta di niente vee~?-.

Ungheria-san passò il suo sguardo su Austria-san con espressione malinconica e lui sospirò.

-Vee~...-.

-Allora Italia, sai che ci sono cose, o meglio, eventi storici molto tristi che ti spezzano il cuore...- Ungheria-san gli poggiò una mano sulla spalla stringendola :-Ovvio che lo sa...-. Austria-san continuò :-...a volte sono ferite a vita, a volte momenti subito dimenticati e a volte... senza che tu lo voglia spariscono e non fanno più parte di te...-.

-E... con questo?-.

Sospirò ancora :-Ci sono cose che è meglio che rimangano sconosciute ad alcune persone...-.

Lo bloccai :-E quella persona sono io?-.

-Sì, Italia-.

-Ma io voglio sapere e poi Germania è mio amico!-.

-La conoscenza non è sempre sapere-.

Io le frasi filosofiche non le avevo mai capite e questa non era un'eccezione, ma continuai :-Ma perché? Perché proprio noi due?-.

-Perché sì Italia...-.

Quella non era una risposta e io la volevo ardentemente sapere :-Ma non ha senso! Perché il mio passato, perché quello di Germania?-.

-Basta Italia- sembrava più un sospiro che un'ordine.

-Ma Austria-san, come posso vivere con me stesso, con Germania e con il mio passato sapendo che non saprò mai...-.

-ADESSO BASTA!- sbottò Prussia :-Tu credi di sapere tutto di Germania, credi di conoscerlo, credi di sapere cos'è soffrire quando una persona se ne va e ti lascia solo, CREDI DI SAPERLO!?- mi fissò con uno sguardo che non avevo mai visto nei suoi occhi: rossi di rabbia, di malinconia, di speranze ormai perse, era sul punto di crollare in lacrime. Il fuoco non bruciava più dentro quegli occhi ormai, si era spento.

-Vee~, no- mi squadrò :-Io non credo di saperne molto su Germania ed è per questo che vi sto pregando di dirmi questa cosa...- abbassai lo sguardo :-Io voglio veramente aiutarlo...- mi iniziarono ad uscire delle lacrime.

-Ok Italia, più tardi aspettami in cucina e ti dirò tutto- disse Ungheria-san avvicinandosi a me.

Le sorrisi :-Grazie Ungheria-san-.

 

  
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