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Autore: DaRk_EnGeL    04/03/2015    2 recensioni
Just A Dream
Violetta Castillo è una ragazza diciottenne trasferitasi a Londra per frequentare uno dei più prestigiosi collegi di Inghilterra, insieme a lei c'è la sua migliore amica Ludmilla Ferro anche lei diciottenne, entrambe con un passato difficile alle spalle. Martina nonostante proviene da una famiglia ricca, preferisce guadagnarsi le cose con la propria fatica e sudore. I suoi pensano che abbia lasciato Buenos Aires solo per gli studi ma, non sanno, che lei lascia l'Argentina sopratutto per sfuggire ad un passato troppo doloroso che la tormentava ancora.
Leon Vargas è considerato il solito playboy e ragazzo poco serio, fa parte di una Band del collegio, con origini messicane, nato però, a Londra. Per un diciannovenne come lui che pensa che la vita è fatta per godersela, Leon che non credeva nell'amore, conosce Martina e per una scommessa tra di loro nascerà un amore dei più forti.
“Il passato comprende tutto ciò che è morto e che noi depositiamo nella memoria potendo così rievocarlo e farlo almeno per un po' rivivere.”
“Il futuro, invece, è un tempo che non c'è ancora e che viene tenuto in vita dai progetti. Dalla speranza e dai desideri.”
-I'mNotTheOnlyOne
-WelcomeToTheBlackParade
-Dark
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 02


Elastic Heart”


#Violetta.

'Le strade erano vuote e buie non c'era anima viva in quel posto, la pioggia cadeva fortemente, bagnandomi e mischiandosi con le mie lacrime. Singhiozzavo e cercavo di gridare e chiedere aiuto. Mi dimenavo e cercavo di liberarmi dalla sua presa. “Basta! Basta per favore, mi lasci!” gridavo ma le grida erano attutite dalla sua mano sopra la mia bocca e dalla pioggia. Lui sogghignò e continuò a spingere...ero solo una quattordicenne che era alla scoperta del mondo, una ragazza che ama i fiori e i colori chiari, amante della musica e amica di tutti. Ma questo di certo, non poteva importare, a quell'uomo che era in mezzo alle sue gambe e che le aveva appena rubato la sua innocenza... come avrei fatto a fidarmi di tutti ora che sapeva ciò che l'uomo era capace di fare? Continuai a dimenarmi e a cercare di difendermi ma, tutto fu vano. Tutto si fece buio. Sentii delle sirene in lontananza, sentivo le grida di terrore di una donna, aprii gli occhi e vidi un volto conosciuto correre nella mia direzione, era mio padre, dietro di lui Fran sorreggeva mia madre che piangeva disperata...cercai di muovermi ma quel movimento servì solo a farmi girare la testa. Decisi quindi di chiudere gli occhi di nuovo e sperare che tutto quello che era successo fosse solo un incubo.

Violetta, svegliati! È tardi e oggi iniziamo le lezioni” La voce di Ludmilla mi svegliò, destandomi da quello che vorrei che fosse un incubo, ma che pur troppo non è, ma bensì un ricordo...un brutto ricordo. “dai, alzati.” Mi spronò Ludmilla. Invocai tutta la forza che avevo e mi alzai. “Buongiorno biondina” la salutai, lei mi sorrise e mi salutò anche lei. Andai in bagno per farmi la doccia, mi tolsi il 'pigiama' e l'intimo, aprii il box della doccia e accesi l'acqua calda. Appena controllai che fosse alla temperatura giusta entrai e lasciai subito, che l'acqua scorresse liberamente per il mio corpo. Dopo una decina di minuti mi trovai davanti allo specchio per truccarmi, mi sono fatta una doccia veloce e vestita in tempo record, anche Ludmilla si sorprese per la mia velocità, in genere, sono molto lenta. Ma questa volta ho fatto presto, mi sono vestita in maniera 'semplice': indosso un paio di jeans blu, una maglia corta che mi arriva all'ombelico nera e a maniche corte, sopra c'è la scritta in bianco 'wild', ai piedi porto un paio di converse rosse e in mezzo ai capelli mossi ho un paio di occhiali da sole della rayban rossi con le lenti scure. Decido di truccarmi in modo leggero cosi metto una sottile striscia di eyeliner nero, matita nera nella congiuntiva e blush pesca agli zigomi, sulle labbra metto un rossetto rosa pallido. Esco dal bagno e mi trovo davanti Ludmilla, ormai pronta, e con il telefono in mano. “Ha appena telefonato mia madre, voleva sapere come stavamo e come era andato il viaggio.” mi dice, annuisco. È vestita in modo semplice, indossa una maglietta bianca con una manica più larga e che quindi cade lungo l'avambraccio e le lascia una spalla scoperta, la maglietta ha la stampa di un tigre in nero, indossa un paio di jeans neri e degli stivaletti di camoscio marroni. Ha una sottile linea di eyeliner nero, un blush rossa pallido e sulle labbra un po' di gloss pesca, porta i capelli legati in una treccia a spina di pesce disordinata. “Pronta per il primo giorno di collegio?” Le chiedo, lei annuisce e poi mi dice: “Si, ma il mio leone interiore sta ruggendo e chiede qualcosa da divorare, quindi se non vuoi diventare la mia colazione andiamo in mensa.” Mi chiede, in effetti anche il mio 'Leone' si lamenta un pochino. Sorrido e le faccio segno di andare, prendiamo i nostri zaini già pronti e usciamo, chiudendo la porta a chiave. Estraggo dallo zaino il mio telefono, l'ho messo lì appena uscita dalla doccia, per non dimenticarlo. Vedo che sull'icona di whatsapp spunta il numero 21, cioè il numero di messaggi che ho, cosi entro s whatsapp e vedo che tutti i messaggi provengono dallo stesso numero, cioè quello di mio fratello Francisco. Leggo l'ultimo mex che ho ricevuto. 'chiamami o rispondi ai messaggi appena puoi! E intendo appena leggi il mex.' Sorrido, e clicco sull'icona di chiamate. Squilla almeno quattro volte e poi sento la voce roca di mio fratello. “non so chi è l'imbecille a chiamarmi a quest'ora della notte. Ma spero che abbia un motivo valido per avermi svegliato, altrimenti cominci a pensare quale sono i suoi ultimi desideri.” Il solito discorso che fa mio fratello, quando qualcuno lo sveglia. “Scusami fratellino, ma sei stato tu a scrivermi di chiamarti appena leggevo il messaggio!” dico con tono ovvio. “Sorellina ciao! Scusa non avevo letto il nome sul display” si scusa e sbadiglia. “scuse accettate, allora per quale motivo volevi che ti chiamassi?” “come per quale motivo? Sono tuo fratello maggiore mi preoccupo per te.” “non attacca con me. Vai subito al punto.” “ Ma dai! Volevo sembrare uno di quei fratelli responsabili. Comunque era per dirti...ecco...che voglio che tu mi faccia da testimone al mio matrimonio con Lucia.” dice l'ultima parte velocemente. Riformulo bene tutta la frase e quando il mio cervello ha formulato tutto mi lascio scappare un piccolo urletto da 'fangirl' “Finalmente ti sei deciso fratellone! E sì accetto volentieri!” “E già...comunque Lucia vuole che Ludmilla faccia da damigella, quindi passamela cosi glielo chiedo.” mi chiede e così faccio. Ludmilla ha la stessa reazione mia e accetta subito, prima di attaccare lo salutiamo e mandiamo saluti a Lucia. Arrivate alla mensa ci avviammo subito verso il bancone dove c'erano dei camerieri. “Buongiorno ragazze, ditemi, cosa volete ordinare?” ci chiese un ragazzo sulla ventina molto bello, alto, occhi blu scuri, e con un sorriso molto bello. “Io prendo solo un Kinder Bueno.” gli dico e lui subito si gira e prende da una mensola un Kinder Bueno. Se c'è una cosa per cui vado matta è il Kinder Bueno. Lo Amo. “Io una spremuta d'arancia e una brioche al cioccolato, per favore.” chiese Ludmilla e in meno di cinque minuti il ragazzo aveva posato sul balcone un piccolo vassoio con il bicchiere di spremuta e un piattino con la brioche, paghiamo e cerchiamo un tavolo dove sederci. Dopo aver girato per tutta la mensa troviamo un tavolo vicino ad una finestra, per fortuna ancora vuoto, così ci sediamo. “Non credi che solo con il Kinder Bueno non ti riempirai? Così ti fai soltanto del male” mi disse lei in tono serio, riferendosi al fatto che ho presso solo quello da mangiare. “Non ho molta fame.” rispondo semplicemente. “Ma la colazione è il pasto più importante della giornata!” “Ma se non ho fame non ci posso fare niente!” “E' impossibile che tu non abbia fame, ieri non hai pranzato molto e poi quando i ragazzi hanno cenato da noi hai solo mangiato due pezzi di pizza!” si riferisce al fatto che ieri a pranzo ho lasciato tutto e me ne sono andata, e poi quando i ragazzi sono venuti da noi e abbiamo telefonato alla pizzeria 'Gringo's' ho mangiato solo due pezzi di pizza margherita, ma sinceramente non ho molta fame. Ieri i ragazzi ci hanno raccontato molto su questo collegio e ho imparato molte cose. Ho saputo anche che visto che questo è un collegio con indirizzi musicali e Artistici, si canta, e si recita. Una cosa positiva. Federico mi ha detto che il prof di musica Pablo Galindo, è un bravo insegnate e che in genere chiede ai suoi alunni di cantare o di suonare qualcosa, perciò è sicuro che a noi due, dato che siamo nuove, ci faccia cantare e suonare qualcosa. Cosi ho pensato a qualche canzone che potrei cantare ma ancora sono indecisa.

oggi abbiamo musica...hai già pensato a qualche canzone?” le chiedo. Lei annuisce, inghiottisce un pezzo di brioche e poi parla. “ho pensato a qualche canzone dei Mars o di Evanescence...tipo Hurricane o Lost in Paradise...te?” mi domanda. “Ancora sono indecisa...Ho in mente canzoni tipo: everybody's fool di Evanescence o Numb dei linkin park...ma c'è anche City of angels dei Mars...non lo so...ho tanti pensieri per la testa.” dico sbuffando e dando un morso all'ultimo barretta del Kinder Bueno. “Ti capisco...senti, tuo padre ha detto che ci avrebbe inviato la mia macchina e la tua moto, ma non ci ha detto quando. Come facciamo adesso? Io non voglio stare tutto il tempo in questo posto! Mi sentirei soffocata.” mi dice. “Sta sera lo chiamo e glielo chiedo. Non posso stare senza farmi un giro nella mia moto. Preferisco morire!” commento in tono scherzoso. Lei sorride e poi fissa qualcuno dietro di me. “Ciao ragazze!” La voce allegra di Francesca mi fa voltare verso di lei. “Ciao Fran!” la salutiamo Ludmilla ed io. “Non vi sedete insieme a noi?” chiede indicando il tavolo nel quale erano seduti ieri, vedo che ci sono tutta anche le due galline, che stanno sedute accanto a Leon, quel ragazzo mi urta i nervi. Non chiedetemi perché, so solo che è irritante quasi quanto lo sono gli stupidi spot pubblicitari che trasmetto quando stai vedendo un film che ti piace sul canale Italia uno. “ Preferisco buttarmi giù dal terzo piano di questo collegio che sedermi nello stesso tavolo di quelle galline. Il solo pensiero mi ripugna.” dissi, lei si lasciò scappare una piccola risata divertita. “credimi, se non fosse per il resto dei ragazzi lo farei anche io.” mi confessò lei. Sorrisi. “Non capisco come fai a sopportarle, io con solo un paio di minuti mi sono stufata. Sono...irritanti. Credo che sia per questo che solo Leon le sopporti, dato che anche lui è irritante.” “Leon è un tipo simpatico solo che il suo lato perverso e 'cattivo' vince la maggior parte delle volte, ma conoscendolo meglio è un vero 'zuccherino'!” “credo che 'zuccherino' Leon non posso stare insieme nella stessa frase.”commentai. “uh, si è fatto tardi, ed io ancora non ho fatto colazione! Vabbe' ci vediamo dopo! Magari abbiamo qualche ora insieme!” disse prima di andarsi a sedere al tavolo insieme ai suoi amici. Mi voltai di nuovo e finii di mangiare il mio kinder. Pochi minuti dopo mi arrivo un messaggio. Così presi il telefono dalla tasca, lo sbloccai e andai ai messaggi in arrivo. Quando vidi l'utente, sentii un brivido percorrermi la schiena. Non era un brivido di eccitazione o emozione, non era nemmeno di paura...era soltanto un brivido di ripugnanza. 'a cosa serve andartene...sai che non puoi scappare. Scappare è da vigliacchi Violetta. E questo lo sai bene. Ma tu non riuscirai mai a scapparmi Gattina. M.'

Dire che sono un fascio di nervi è poco, devo fumare, devo uscire di qui e prendere una boccata d'aria. Devo...devo solo uscire! “Esco a farmi un giretto, ci vediamo in classe.” detto ciò mi alzai e uscii dalla mensa con direzione, muro dei fumatori. Soche il modo di trattare Ludmilla era ingiusto, ma lei sa che sto attraversando un periodo difficile.

Appena arrivo al muro mi siedo sopra e prendo dallo zaino un pacco di sigarette e ne prendo una per poi accenderla con un accendino che porto sempre nella tasca piccola dello zaino.


Rientro dieci minuti dopo, quasi, rilassata e con cinque minuti di ritardo per la lezione. A prima ora dovrei avere Filosofia ed è nel primo piano. Quando arrivo davanti alla classe respiro profondamente e poi busso decisa, sento una voce maschile rispondere con un 'avanti' cosi apro la porta ed entro. Do una occhiata veloce alla classe e poi guardo verso la cattedra, sulla quale è poggiato un 'ragazzo' sulla ventina di anni. È il professore o è solo un supplente? “Bhe' se è il professore, da questo momento amo la filosofia, penso che diventerò filosofa e rifletterò se è possibile che esistano persone cosi maledettamente eccitanti” commentò la mia voce interiore. Sbuffai mentalmente e diedi un foglio che ieri mi aveva dato la preside per presentarli ai prof. Lui lo prese e si alzò e andò a sedersi dietro la scrivania mentre leggeva il foglio. Mi diede così l'opportunità di osservarlo per bene. Era terribilmente bello. Ha un corpo muscoloso e il sedere sodo, capelli neri e il ciuffo alzato, occhi blu scuri e naso un po' adunco. Vestiva con una camicetta bianca sbottonata nei primi tre bottoni, pantaloni neri e scarpe nere con la punta quadrata. Anziché sembrare un prof, sembra più un modello di quelli che partecipano nelle sfilate di Milano. Lui firmò il foglio e me lo ridiede sorridendomi, poi mi disse: “ Benvenuta nel collegio, spero ti trovi bene qui. Io sono il professore McKenna.” poi diede un sguardo veloce alla classe, sicuramente cercando un posto libero, poi si fermò in un posto in fondo alla classe vicino alla finestra. “Puoi sederti là, accanto a Cauvuglia.” disse indicandomi il posto e mi resi conto che accanto c'era Francesca, sorrisi leggermente e mi incamminai verso il posto detto dal prof. Trovai anche Ludmilla due posti prima del mio seduta accanto a Federico, salutai a Fede, e poi quando arrivai al mio posto mi sedetti. Le due ore di filosofia passarono velocemente, tra i pensieri di filosofi e il nostro punto di vista, come compito abbiamo quello di scrivere una 'recensione' sul pensiero di un filosofo a scelta. Abbiamo musica adesso, cosi visto che anche Fran e Fede hanno lo stesso orario nostro ci avviammo insieme all'aula di musica. “Ci saranno anche gli altri ragazzi del gruppo, musica, è una delle poche ore che abbiamo tutti insieme. Avete già pensato a qualche canzone da cantare o suonare?” ci chiede Fede. “Io ancora sono indecisa, vuol dire che improvviserò.” risponde Ludmilla. “Io anche, sono molte le canzoni che mi piacciono e che so suonare ma...c'è l'imbarazzo della scelta.” rispondo io. Entriamo nell'aula di musica e subito rimango sbalordita. È un'aula bellissima. L'intera classe è fatta a scale con il parquet di ciliegio chiaro, di fronte alla classe c'è un piccolo palco dove ci sono tre microfoni, due chitarre elettrica, una chitarra classica, un basso e una batteria. Sotto il palco a mano sinistra c'è un piano a coda nero...una meraviglia, mi sono appena innamorata di quel piano! Gli studenti cominciano ad arrivare, Ludmilla, Francesca, Fede e io ci siamo seduti insieme e poco dopo entrano il resto dei ragazzi. Nata, Camilla, Marco, Maxi, Diego Leon e le due tettone si siedono nella stessa scalinata e ci salutano. Poi entrò il professore. Era un uomo sui trentacinque anni, moro e alto. “Buongiorno ragazzi! Do il Benvenuto alle nuove arrivate, che gentilmente, mi daranno il foglio che la preside vi ha dato per noi professori.” disse sorridendo e salendo le scalinate fino ad arrivare alla nostra, che era la quarta. Ludmilla che è quella più vicino a lui consegna il suo foglio ed anche il mio, che le avevo passato poco prima. Il professore sorride e ritorna di fronte alla classe, legge il foglio lo firma e poi Ludmilla scende per prenderli. “Non so se siete già state informate del fatto che io, faccio suonare o cantare i miei alunni. Perciò oggi vorrei sentirvi a voi due. Allora chi viene per prima?” Visto che non amo cantare in pubblico e che sono ancora indecisa decido di non andare per prima, cosi tocca a Ludmilla. “Allora Ludmilla...sai già cosa cantare o suonare...o entrambe le cose?” chiede il Prof. Lud annuisce. “E' una cover fatta da me con la chitarra della canzone Lost in Paradise di Evanescence.” dice lei. Il prof, sembra un po' sorpreso dalla scelta ma si limita solo a segnalarle il palco e la chitarra. Ludmilla capisce e sale sul palco prendendo la chitarra e posizionandosi davanti al microfono. Quando il suo sguardo incrocia il mio io le sorrido e mimo un 'In bocca al lupo' Lei sorride e comincia a suonare. Poi con voce un po' insicura canta “I've been believing in something so distant, as if I was human...” allunga l'ultima parte e poi riprende a cantare con più sicurezza “and I've been denying this feeling of hopelessness in me,in me. All the promises I made Jus to let you down. You believed in me but i'm broken. I have nothing left and all I feel is this cruel... wanting we' ve falling for all this time. And now...I'm lost in paradise...” Ludmilla continua a cantare splendidamente e lascia a tutti a bocca aperta, è sempre stata molto brava a cantare ma anche lei, come me, si vergogna a cantare in pubblico. Quando la canzone finisce io comincio ad applaudire fortemente e il resto della classe mi segue a ruota, il prof si congratula con lei e le comunica che questa sarà presa come primo voto di quadrimestre, dandole una A. Lud torna a sedersi e io mi alzo, pronta per fare una figuraccia davanti a tutti. Quando passo vicino a Lud lei mi sorride e mi fa l'occhiolino. Sorrido forzatamente e tesa come la corda di un violino arrivo davanti al prof. “Tu cosa vuoi cantare o suonare?” mi chiede, io sorrido timidamente e rispondo a bassa voce. “vorrei suonare al piano la canzone Elastic Heart di Sia.” Lui sorride e mi fa segno di sedermi al piano. Poi sale sul palco e prende un microfono e poi lo sistema vicino al piano e lo lascia all'altezza della mia bocca. Sorrido ringraziandolo e respiro profondamente. Do uno sguardo alla classe, guardo infine i tasti del piano e chiudo gli occhi. Comincio a suonare le prime note. “And another one bites the dust, oh why I can not conquer love and I might have thought that we were one wanted to fight this war without weapons” canto i primi versi, immedesimandomi nelle parole della canzone. “and I wanted it, I wanted it bad, but there were so many red flags. Now another one bites the dust. Yeah let's be clear, I'll trust no one.” continuo a muovere le mani sui tasta mentre sulla mia mente scorrono immagini che mi perseguitano da troppo tempo ormai. “you did not break me, I'm still fighting for peace. I've got thick skin and an Elastic Heart, but your blade it might be too sharp. I'm like a rubberband until pull too hard I may snap and I move fast. But you won't see me fall apart.

Cause I've got an elastic heart.

I've got an elastic heart, yeah I've got an elastic heart” continuai a suonare e a cantare sempre con gli occhi chiusi, lasciandomi cullare dalle dolci note che suonavo. Le immagini bombardarono la mia mente. Facendomi ricordare che anche se ho la pelle spessa e un cuore elastico pronto a perdonare tutto e cercare di andare avanti potrei spezzarmi come un elastico. Quando finisco di cantare respiro di nuovo profondamente e apro gli occhi. Nessuno parla, semplicemente mi guardano tra il sorpreso ed entusiasmo. Anche se non mi spiego il perche delle loro espressioni entusiaste. Poi qualcuno batte le mani, Fede, e poi tutta la classe lo imita il prof mi sorride apertamente e il suo sorriso diventa quasi contagioso. “Tu hai un grande talento... avrai un futuro se continui a cantare...e poi suoni...la tua passione per il piano è...si nota che ci metti il cuore quando suoni.” commenta Il prof Galindo. Io sorrido leggermente e lo ringrazio. “Dimmi...da quanto suoni il piano?” “oh, sin da piccola mia madre mi insegna a suonare. Suono anche la chitarra e la batteria.” rispondo. Mia madre era una brava pianista e chitarrista così mi insegnò a suonare il piano e la chitarra e la batteria me l'ha insegnato mio fratello. “bhe' tu hai la strada libera per diventare qualcuno nel mondo della musica.” “per il momento continuo ad essere me stessa e rimango una persona normale.” dico e dopo di che mi vado a sedere, con lo sguardo di tutti ancora su di me. È imbarazzante.



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Hi guys! Come state? Spero bene! Eh già sono ancora qui a disturbarvi! Ma prima che mi lanciate pomodori addosso ( perche lo so che lo volete XD ) volevo salutare a tutto il gruppo di Whatsapp ( x quelle che leggono le mie storie) e ringraziarle per avermi accettato e comunicarli che sono stata 'assente' per un motivo comune 'l'inferno' comunemente chiamato scuola. E anche perche sono stata malata e …la scuola non mi dà tregua! Scusate se ci sono errori! Bhe' non mi allungo troppo XD saluti a tutti e grazie per leggere/ recensire le mie storie. Recensite in tanti! Baci.



Questi sono i link delle canzoni di questo capitolo: Elastic Heart cover di Madilyn Bailey ----> https://www.youtube.com/watch?v=ekuAKqo51ps

Lost in Paradise (non cover) ----> https://www.youtube.com/watch?v=clcfNNUCzL0

  
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