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Autore: Perla Bane    05/03/2015    4 recensioni
Jocelyn non è riuscita a scappare da Valentine..
Clary, Jonathan, Jace, Alec, Izzy, Perla, Magnus.. vediamo dove sono i cacciatori in questo universo alternativo..
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Raphael Santiago, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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CLARY

Ho detto a Jhon che sarei andata a fare due passi in Central Park per schiarirmi le idee, spero vada tutto bene, altrimenti me lo rinfaccerà per il resto della vita.

Varco silenziosamente il portale diretta nello studio di mio padre. Lì è custodita la pixies.

Afferro il pugnale pronta ad eliminare chiunque si metterà tra me e la possibile salvezza di mia sorella.

Mi traccio una runa del silenzio sugli stivali, a contatto con il parquet della zona notte creano un rumore assordante.

Mentre cammino ripenso alla runa che ho ideato. Un iratze capace di conferirmi il potere di comandare il demone contenuto nella pixies.

Attingerò alla sua forza per invocare Perla grazie alla runa parabatai.

Una volta cancellata la runa elimineremo il demone con un'arma angelica.

Sorrido compiacendomi di me stessa, un piano perfetto!

Scendo le scale che dividono la zona notte da quella giorno e mi guardo attorno. Non c'è nessuno.

Magari il Conclave è già venuto... mio padre sarà salvo?!

Scuoto la testa, è stato malvagio, viscido ed ipocrita... ma resta sempre mio padre.

Mi sento così combattuta e debole.

Un brusio di voci mi fa rabbrividire. Stringo con più forza il pugnale e mi appiattisco alla parete.

C'è qualcuno nella sala conferenze.

Mi avvicino lentamente controllando che nessuno mi possa vedere, il corridoio è in penombra.

Quando vivevamo qui c'era sempre una musica in sottofondo e le nostre risate riempivano l'intera fortezza.

Che tristezza.

Mi avvicino alla porta in mogano, è socchiusa e ne esce un odore rivoltante. Con chi starà parlando mio padre?

Curioso nella fessura ed intravedo un essere basso e tozzo, metà caprino e metà umano. Dev'essere un inviato delle fate.

Porge a mio padre una fiala di vetro contenente un liquido ambrato e gli fa un inchino “E' la pozione che avete chiesto, mio Signore. Quando i vostri figli la berranno, non si ricorderanno più della ragazza magica. Per loro sarà come se non fosse mai esistita. La mia Regina, desidera che vi ricordi gli accordi. In cambio di questo potente intruglio magico,” Il satiro alza un dito sorridendo malignamente “voi le dovrete un figlio. Un mezzo sangue nato dall'incontro tra la mia Regina e vostro figlio Jonathan.”

Per l'Angelo!

Mi porto una mano sulla bocca per soffocare un urlo.

Sento l'abile salirmi in gola. Non ci posso credere!

Una pozione per farci dimenticare Perla?! Il figlio di Jhon con la Regina delle Fate?!

Non è possibile!

Mi viene da vomitare. Ci sta vendendo a pezzi!

Inizio ad iperventilare, non voglio sapere altro.

Per me, mio padre, è morto.

Indietreggio velocemente e corro verso lo studio, non voglio restare oltre in questa casa. Devo prendere la pixies ed andarmene per sempre.

Oddio, non è possibile.

Non può essere così, non può essere l'uomo che mia madre amava. Non è possibile.

Arrivata in fondo al corridoio svolto a destra e scendo le scale saltando tre scalini alla volta.

Voglio andarmene da qui!

Ho il cuore a mille, svolto nell'ultimo corridoio e vado a sbattere contro qualcuno.

Cado sul pavimento sbattendo la schiena sul marmo freddo.

Merda, che botta!

Scuoto la testa e spalanco gli occhi.

Pangborn è sorpreso tanto quanto me di vedermi.

Incrocia le braccia e ridacchia.

Che babbeo!

“Ohu, ohu.” borbotta sogghignando “Mi sa che Jonathan non è con te.”

Se mi porta da mio padre mi costringerà a bere la pozione. Non posso permetterlo.

Si accuccia davanti a me e sorride malvagiamente “Questo significa che prima di portarti da Valentine, posso divertirmi con te.”

Strofina le mani una sull'altra e si lecca le labbra “Non sai neanche quante volte avrei voluto toccarti, ogni notte passavo ore davanti alla porta della tua camera ascoltando mugolii e ansimi.”

Oddio, sono disgustata. Mi spiava quando passavo la notte con qualcuno.

Cerco di indietreggiare, ma mi afferra una caviglia con forza fermando la mia fuga. Il viso gli si colora di rosso e stringe gli occhi a fessura “Brutta puttana! Se solo mi fossi avvicinato a te o alla strega, Jonathan mi avrebbe fatto saltare la testa.” sibila allungando le mani verso di me.

Non mi faccio intimorire.

Alzo lo stivale e lo colpisco dritto sul ginocchio, frantumandoglielo. Un urlo disumano gli esce dalla gola.

Poggio le mani sul pavimento freddo e prendo lo slancio. Fletto la gamba e gli scaglio uno stivale sul viso.

Lo scagnozzo di mio padre cade sul pavimento con un tonfo.

Centoventi chilogrammi di incompetenza.

Balzo in piedi stringendo il pugnale, se continua a fare tutto questo baccano arriveranno subito gli altri.

Il cacciatore si mette su un fianco e si alza in piedi appoggiandosi alla parete.

Sputa per terra il sangue che gli imbratta la bocca e si tocca il naso rotto. Con un movimento brusco se lo risistema.

Devo andarmene da qui. Prendere la pixies e raggiungere Jhon.

Faccio per scattare in avanti verso lo studio di Valentine, ma il cacciatore alza la mano afferrandomi per il collo.

Stringe con forza e mi sbatte contro la parete facendomi picchiare forte la testa “Puttana.” borbotta ridendo e mi palpeggia un seno.

Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene. Ho già perso tanto e permesso alle persone di ferirmi. Lui non ha nessun diritto di farmi del male!

Lo colpisco con il ginocchio in mezzo alle gambe con tutta la forza che ho. Il cacciatore allenta la presa, ma non cede.

Geme dal dolore sorpreso dalla mia reazione. Piego il braccio a novanta gradi e gli colpisco la mano con cui mi sta trattenendo.

Il viscido perde la presa e mi lascia andare.

Gli sferro un pugno sul viso rompendogli un'altra volta il naso e gli affondo il pugnale nel fianco rigirandolo su sé stesso “Di me avresti dovuto aver paura!” gli ringhio contro e gli sferro un calcio sul ginocchio già rotto.

Idiota!

Finalmente Pangborn cade inerme sul pavimento.

Ripongo il pugnale nella cintura e gli infliggo l'ultimo calcio in pieno volto. Perde i sensi immediatamente.

“Bastardo.” uggio ormai senza forze.

Mi appoggio qualche secondo alla parete del corridoio per riprendere fiato.

Il bastardo mi ha ferita, ho il collo insanguinato.

Mi traccio velocemente una runa della forza e una che mi guarisca dalle ferite. Devo essere in forze per quello che ho intenzione di fare.

Afferro Eosforos impugnandola alla perfezione, la prossima persona che mi si parerà davanti verrà uccisa all'istante.

Percorro il corridoio verso lo studio di mio padre e, fortunatamente, lo trovo vuoto.

Chiudo la porta con una runa e mi metto a cercare il contenitore demoniaco.

L'autoritratto di mia madre, domina l'intera parete davanti alla scrivania. Si dipingeva sempre così triste, probabilmente perchè conosceva la vera natura di mio padre.

Un groppo mi invade la gola.

Per questo si è uccisa, non poteva andarsene né con noi, né senza di noi e il suicidio era l'unico modo per lasciarlo.

Mi avvicino alla parete e accarezzo i tratti dolci del suo mento e risalgo fino agli occhi velati dalle lacrime.

Doveva essere infinitamente triste.

Mi dispiace tanto.

“Clarissa!” la voce di mio padre mi fa tremare “Apri immediatamente la porta ed esci tesoro mio, sono stato molto in pensiero per te.”

Spalanco gli occhi terrorizzata. La runa non terrà se rompono la porta.

Mi lancio verso le bacheche contenenti tutti gli oggetti importanti per mio padre e infrango il vetro con l'aiuto della spada.

“Clary, maledizione, apri!” le urla di Valentine si intensificano e dei colpi iniziano a dilaniare la porta.

Lancio contro la parete opposta tutte le pozioni e i manufatti che potrebbero servirgli per farci del male e finalmente trovo la pixies.

Afferro la scatola ottagonale in pietra decorata e me la infilo in tasca.

Incido sulla scrivania di mio padre una runa incendiaria e mi precipito verso il quadro di mia madre.

La stanza inizia a riempirsi di fumo e io accarezzo il suo viso per l'ultima volta.

“Ti voglio bene, ho deciso di fare la cosa giusta per le persone che amo.” sussurro e apro un portale dileguandomi nell'oscurità.

Non c'è più nulla che mi trattenga in quella casa.

 

Sbuco nel loft dello stregone e mi preparo alle urla di mio fratello.

Jonathan scatta in piedi e mi rivolge uno sguardo rabbioso “Dove cazzo sei andata!” urla venendomi incontro.

Scuoto la testa, non ho tempo da perdere.

Jace, Alec e Magnus ci raggiungono immediatamente. Hanno sentito le urla di Jhon.

Guardo i due cacciatori devoti al conclave “Chiamate subito il Fratelli Silenti, Perla arriverà tra poco.”

Jace annuisce “Fratello Zaccaria è già qui.”

Sento le mani tremare. È il momento.

Tolgo la giacca della divisa e la lascio cadere sul pavimento.

Afferro lo stilo e inizio a tracciarmi la runa che ho ideato accanto a quella parabatai.

“Cosa fai Clary?” Jonathan mi afferra il braccio, ma non importa.

La runa è completata.

Alzo gli occhi in quelli di mio fratello “Ti voglio bene. Riporterò qui Perla, entrambi abbiamo bisogno di lei. Allontanati e poi eliminate il demone.”

“Demone?” la sua voce si incrina.

Jace ed Alec sanno quanto sia profondo il rapporto tra parabatai. Quello tra me e Perla lo è ancora di più. Siamo nate a pochi mesi di distanza e da allora siamo state sempre assieme.

Ogni caduta, ogni risata, ogni allenamento. Ogni problema che avevo ne parlavo con lei. E lei era sempre pronta ad ascoltarmi, a dirmi che ero la migliore e che avrei eccelso in qualsiasi cosa.

Avrei dovuto dirle più spesso che anche lei era dotata, migliore di me in molte cose...

Guardo Jace negli occhi, percepisce immediatamente quello che deve fare.

Annuisce e mi sorride dolcemente, un guizzo dorato gli illumina lo sguardo come se mi volesse dire Mi fido di te.

Aiutato da Alec, afferrano mio fratello per le spalle e lo strattonano dall'altra parte della stanza.

“E' l'unico modo.” dico ad alta voce per infondermi coraggio.

Lo faccio per lei.

Afferro la pixies e la lancio sul parquet in legno scuro con forza.

Il contenitore si rompe e una nuvola nera mi avvolge all'istante.

Il pavimento trema facendomi barcollare. All'improvviso un freddo glaciale si fa strada nei miei polmoni rendendomi la respirazione difficoltosa. È come se respirassi aghi.

Sono nel buio e nel silenzio più totale, non percepisco neanche il battito del mio cuore.

All'improvviso odo un fruscio e alzo lo sguardo, due occhi viola, vuoti, inespressivi, morti, mi fissano malvagiamente.

Alzo il braccio con la nuova runa nella sua direzione, questo è il momento di vincolare il demone ai miei comandi, ma non succede nulla.

Una risata acuta mi sfonda i timpani, istintivamente mi tappo le orecchie, ma lo stridio che ne consegue mi fa rabbrividire “Sciocca nephilim! Davvero pensavi che una runa avesse il potere di far cadere ai tuoi piedi un demone superiore!?”

Una forza magica mi solleva dal pavimento, mi dimeno lanciando calci e pugni in tutte le direzioni, ma non riesco a colpire nulla. I due occhi si fanno sempre più vicini e la voce del demone mi rimbomba nella cassa toracica “Io sono Lilith e prima di tornare a seminare morte nel mondo, disintegrerò la tua anima!”

Un fumo denso mi entra nelle narici, sento il demone entrare in me come se fossi trafitta da mille lame incandescenti.

Cado sul pavimento con le ginocchia, riesco a distinguere ogni minimo movimento, ogni graffio, ogni morso di Lilith che si fa spazio nelle mie vene.

Il demone mi sta divorando!

Non perdo tempo, morirò, ma pretendo che la mia morte non sia stata vana.

Devo salvarla.

Afferro la runa parabatai e pronuncio il suo nome “Perla.” sussurro.

Poi più nulla.

 

 
   
 
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