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Autore: Matita Nera    06/03/2015    4 recensioni
Lei: Kristal.
Lui: Zayn
Lei: 20.
Lui: 22.
Lei: con un terribile bisogno di un ancora di salvezza.
Lui: solo e abituato a stare solo.
Lei: dolce.
Lui: scontroso.
Lei: paranoica.
Lui: menefreghista.
Lei: aperta.
Lui: chiuso.
Lei: estate.
Lui: inverno.
Lei: innamorata.
Lui: anche.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.


Passo la notte mezza sveglia, sul divano, con Niall. Nemmeno lui riesce a dormire, e restiamo abbracciati, cercando di stare tranquilli.
Apro gli occhi, dopo aver fatto un sonnellino di mezz’ora. Guardo Niall, con la testa malamente buttata all’indietro. Mi chiedo cosa farei senza di lui. Se non avessi un cugino del genere ad aiutarmi.
Sente che mi muovo leggermente per mettermi meglio, così si sveglia anche lui.
“Qualche problema?” mi chiede, in un sussurro.
“No, è che ancora non mi sono chiare delle cose” rispondo, sedendomi davanti a lui.
I suoi occhi azzurri scontrano i miei, dello stesso colore, all’interno la stessa paura della sera prima.
“Dimmi” mi prende le mani. “O meglio, chiedimi quello che vuoi. Se saprò darti una risposta te la darò”
“A costo di ferirmi? Promettimelo”

Lui accenna a un sorriso.
“Te lo prometto, Kris”
Kris. Solo lui mi chiama così, da quando siamo piccoli. Ci tengo ancora molto a quel soprannome.
“Ok.. Perché papà ha ucciso quell’uomo?”
Niall mi fissa attentamente, un po’ indeciso.
“Beh, io non conosco la vera versione dei fatti, perché lui negava ciò che il giudice diceva, ma non ho potuto parlargli e sapere cos’è successo veramente. Se vuoi domattina andiamo a trovarlo e ti fai raccontare..” inizia, sospirando. Una lacrima mi scende, ma per fortuna al buio lui non vede. “Ma pare che sia scoppiata una rissa al supermercato, all’ora di chiusura. Sembra che tuo padre e quell’uomo si conoscano da una vita, si odino da sempre e che si siano provocati a vicenda, ma non so con che parole” la presa sulle mie mani diventa più forte. “So che l’uomo gli ha sferrato un pugno, ma la gente stava uscendo quindi non ha visto nulla.. Erano nascosti tra le corsie.. Quando però mio zio, ehm, tuo papà ha tirato fuori la pistola..”
“Una pistola? Che ci faceva con una pistola, Niall? Da quanto la teneva?” la mia voce lo blocca, e corre subito a mettermi una mano davanti alla bocca.
“Potresti svegliare Annie” mi dice e lentamente toglie la mano.
Io annuisco, in prenda al panico. Mio padre e una pistola non sono mai andati nella stessa frase. Lui mi ha sempre insegnato che con la violenza non si risolve nulla.
“Vai avanti” dico dopo un po’, accoccolandomi tra le sue braccia, che mi fanno sentire al sicuro.
“Sì, dicevo, quando ha tirato fuori la.. la pistola” mi irrigidisco, e Niall mi stringe più forte. “L’uomo ha gridato, ma dopo questo tuo padre ha.. ha sparato, e i commessi sono arrivati correndo, mentre un altro si è affrettato a chiamare la polizia e l’ambulanza”
Silenzio. Chiudo gli occhi, pregando che sia tutto uno scherzo, che mio padre voleva solo farmi uno scherzo e mettere alla prova la mia fiducia, che in realtà non ha ucciso nessuno e che ora non è in galera, ma qui con me.
“Ehi, cugina” sento mormorare dal ragazzo che mi tiene ancora abbracciata.
“Non so cosa dire”
“Ti capisco”
“No, non puoi capirmi” ribatto scontrosa, forse un po’ troppo, asciugandomi le lacrime.
“Ok, scusami, è vero” lo sento borbottare.
“Scusa” dico subito, girandomi per guardarlo.
“Per cosa?”
“Sono un disastro. Tu sei qui ad aiutarmi e io ti tratto di merda”
Niall mi accarezza una guancia. “Nessun problema, Kris.. dai, ora dormi un po’”
Provo a fare ciò che mi ha detto, ma ogni cinque minuti gli occhi mi si riaprono e la mia mente si riempie di nuovo di pensieri terribili.
 
Sento qualcuno sussurrarmi in un orecchio che è mattina, e che la colazione è pronta.
Apro gli occhi e mi ritrovo gli occhi azzurri di mio cugino fissarmi intensamente. Sorrido, in modo spontaneo, stiracchiandomi sul divano. Un momento.. Sul divano?
E ora ricordo, ricordo tutto. Da quanto Niall è entrato in casa con le lacrime agli occhi e alla nottata più terribile che io abbia passato in tutta la mia vita.
Mi alzo e vado in cucina, strascicando i piedi, per poi sedermi a tavola davanti a mio cugino.
“Annie? Non va a scuola?” chiedo, pensando a qualcosa che non sia mio padre.
“E’ già andata, l’ho portata dieci minuti più tardi perché era molto stanca, non essendo abituata all’orario a cui è andata a letto ieri sera.. Poi, essendo lunedì, ha il rientro fino alle quattro del pomeriggio..”
“Giusto” sospiro, mangiando un biscotto inzuppato nel tè.
E tutto perde il sapore. Non ho voglia di mangiare, ma solo di piangere, finché finiscano anche tutte le lacrime che posso piangere.
Niall mi guarda, notando il mio viso bianco.
“Kris..” sussurra, avvicinandosi. “Andiamo a trovarlo, che ne dici?”
“Trovare chi?” borbotto, fingendo di non aver capito.
“Tuo padre. Ci parli un po’ e poi andiamo al Burger King a mangiare uno di quei panini che ti piacciono tanto”
Sorrido, mentre lui mi schiocca un bacio sulla guancia.
“Sai sempre come convincermi” dico, accennando a una risata.
Lui ammicca, infilandosi le scarpe. “Preparati che partiamo”
 
Usciamo di casa, salendo nella sua auto.
Per fortuna il mio umore si è un po’ risollevato, e mentre siamo per strada ho la forza di non piangere.
“Come hai fatto a convincere tua madre a venire a vivere da me?” domando a Niall, concentrato a guardare avanti.
“Beh, è tua zia, nonché la sorella di tuo padre, quindi ha capito benissimo, anzi è stata contenta quando gliel’ho detto”
Sorrido. Zia Maura è sempre stata molto comprensiva. Ecco da chi ha preso il figlio.
Siamo arrivati, e improvvisamente mi si stringe lo stomaco, come una presa malvagia. Ho voglia di abbracciare mio padre. Di dirgli quanto mi dispiace e chiedere anche spiegazioni.
Scendo dall’auto e prendo Niall a braccetto. Sente che mi tremano un po’ le mani e mi dice di stare tranquilla.
Entriamo, e il clima è davvero triste, da un senso di ansia, e gli uomini dietro quelle sbarre sembrano tutti delinquenti. Mi allontano un po’ da mio cugino, guardandomi intorno. Lo vedo parlare con un uomo, che ci conduce lungo un corridoio.
E poi lo vedo. Vedo mio padre, con una divisa grigia. Vedo il suo sguardo che, nonostante tutto, è solare. Gioca a carte da solo, e per un momento penso che sia impazzito. E ho paura che non mi riconosca.
Invece, quando io e Niall ci avviciniamo controllati dalla guardia, lui si alza da terra e, con un’espressione incredula, mi prende le mani e sorride.
“Papà..”
“Kristal, tutto bene?”
“Beh, a dire il vero no, tu sei qui.. in prigione” il suo sguardo si spenge un po’.
“Ma io sto bene” e indica con la testa il suo compagno, anche non sembra per nulla amichevole.
“Papà, perché hai fatto?” mi trema il labbro.
“L’uomo che ho ucciso è lo stesso che ha violentato la mamma, prima che andasse all’ospedale in fin di vita”
Il cuore inizia a battermi forte, e sento Niall che posa delicatamente le mani sui miei fianchi. Sento che anche lui non è tranquillo.
“L’ultima volta che lo vidi fu tre anni fa, e gli promisi che non era finita qui. Quando lo incontrai al supermercato mi ha.. mi ha provocato, dicendomi che avrebbe maltrattato anche te ed Annie. E lì l’ho ucciso”
Sembra che mi abbiamo appena trafitto il cuore. Vorrei mettermi ad urlare che mio padre ha fatto tutto questo solo per proteggere me e mia sorella, e che l’uomo che ha ucciso era il vero maniaco.
“Papà.. che ci facevi con una pistola in tasca?” chiedo, mentre lacrime silenziose scendono lungo la mia guancia.
“Ci avevamo dato appuntamento fuori dal supermercato, diceva che mi doveva parlare, e per i casi estremi l’ho portata.. poi ci siamo visti dentro il negozio, è lì non ho più ragionato”
Annuisco, impercettibilmente.
“Ma dove avevi la pistola? Da quanto la tenevi nascosta?”
Mio padre sorride alla mia ennesima domanda. “Tuo nonno le collezionava, ma non per usarle. Era solo un fanatico. L’ho trovata circa due settimane fa”
“Non dovevi farlo.. guarda dove sei ora”
Dovevo farlo ribatte lui, stringendo la presa sulle mie mani.
“Tempo scaduto, forza, fuori” ordina la guardia dopo un po’, indicando l’orologio.
“Salutami Annie e vieni ancora, ti voglio bene, Kristal”
“Anche io, papà”
 
Come Niall mi aveva promesso, siamo al Burger King.
“Ordini tu i panini e io prendo i posti, come al solito?” mi chiede, una volta entrati.
“Certo” rispondo, avvicinandomi al bancone, aspettandomi di vedere Emily, la ragazza che di solito vedo sempre, invece al suo posto c’è un tipo dai capelli neri, con un orecchino e lo sguardo a formare una smorfia di noia.
Gli dico quello che ho deciso di prendere, solito hamburger con l’insalata e una salsa leggermente piccante. Poi ordino anche per Niall, immaginando che prenda sempre il panino delle altre volte, dato che non mi ha detto niente a riguardo.
Il ragazzo mi guarda, come se non avesse sentito bene.
Alzo un sopracciglio, aspettando una sua risposta.
Improvvisamente, però, sento Niall arrivarmi dietro in una corsa affannata.
“Zayn!” esclama, sorridendo.
Ride anche lo sconosciuto, che a quanto pare si chiama Zayn, scambiandosi una stretta di mano con mio cugino.
“Kris, mi sono dimenticato di dirti che oggi non prendo la solita cosa” mormora, mettendosi a parlare con Zayn.
Lo aspetto, fissando il moro dietro il bancone. Quando si sente osservato, sposta lo sguardo su di me, così lo abbasso subito, prendendo a fissarmi le scarpe.
Vedendo che Niall ci sta mettendo un po’ troppo, mi avvicino.
“Andiamo?”
“Sì, un momento” dice lui.
“E’ la tua ragazza? Non mi hai mai detto di esserti fidanzato con una così sexy”
Arrossisco senza pensarci, tirando la manica della felpa di mio cugino.
“No, è mia cugina” dice a Zayn, che aggrotta la fronte.
“Me la farai conoscere allora” risponde, facendomi sentire ancora di più in imbarazzo.
Poi andiamo al tavolo su cui prima Niall aveva messo i giubbini per far capire che era occupato.
Ci sediamo, aspettando che il cameriere porti quello che abbiamo ordinato.
“E’ carino, quel Zayn” ammetto distrattamente, facendo ridere mio cugino, tanto che si mette una mano sulla pancia.
“Tu sei già cotta, Kris” dice tra una risata e l’altra.
Gli tiro un calcio da sotto il tavolo. “No, ho detto solo che è carino”




ANGOLO AUTRICE
Eccomi tornata!
Sì, presto, lo so, non voglio mettervi fretta, non aggiornerò mai più così velocemente, ma dato che quello che il precendente era solo un prologo, ho voluto mettere presto il seguito.
Spero che vi piaccia, fatemi sapere, e mi scuso per gli errori che probabilmente ci saranno..
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, ma anche chi ha solo letto o inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate :)
Un bacio a tutti!
Matita Nera

 
   
 
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