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Autore: Seiraluna    06/03/2015    2 recensioni
-No, ho visto la vostra immagine in un libro. Non sono capace di capire se una persona è forte o meno, io non ho capacità straordinarie come le vostre. Sono una semplice ragazza che gestisce un negozio di libri. Al villaggio mi chiamano bibliotecaria o topo di biblioteca.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Degel, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Due giorni dopo la morte di Margaret
Degel era all’undicesima casa con il piccolo Gabriel e lo stava facendo mangiare.
-Vedo che ti piace questo latte piccolino. Hai bevuto l’intero biberon.
-Come te la cavi con lui?- domandò Cardia.
-Non sono molto bravo a cambiargli il pannolino ma me la cavo. Cosa ci fai qui?
-Sono venuto a trovarti e a portarti altri pannolini di stoffa. Lady Atena ha detto che li ha trovati nello sgabuzzino del tempio. Ha detto che non devi lavarli, lo ha già fatto lei.
-Più tardi andrò a ringraziarla del dono.
-Salve ragazzi. Ho portato della frutta per te caro Degel.
-Manigoldo non dovevi essere al villaggio con Shion?
-No, oggi è il turno di Doko e Shion. Come sei carino Degel junior, guarda che occhioni grandi che hai  e che guance paffute e morbide.
-Manigoldo perché sei qui?
-Sono solo passato a trovarvi. Il mio nipotino di certo voleva vedermi.
-Non lo spaventare con la tua faccia.
All’improvviso la terra iniziò a tremare e Degel mise il bambino in braccio a Manigoldo.
-Che combini?
-Tieni il piccolo stretto in braccio e non farlo piangere, sta arrivando lei.
Dal terreno comparve la maestra di Margaret che si scagliò prendendolo per la casacca.
-Come hai potuto lasciarla morire? Voi due non vi mettete in mezzo, è una faccenda fra me e lui.
-Non sono riuscito ad arrivare in tempo, mi dispiace.
-Vedo che soffri. Sono furiosa. Pensavo che fosse al sicuro e vengo a sapere da Ade in persona che è morta. Sai cosa succederà ora? Quel folle potrebbe prendere l’anima della tua amata in ostaggio e non lasciarle varcare il portale dei cieli che le spetta di diritto.
-Non oserà arrivare a tanto.
-Potrebbe farlo se vuole usare ancora il suo potere. Basterebbe mettere l’anima di Margaret nel corpo di un’altra ragazza. L’anima della mia prediletta annienterebbe  quella della ragazza.
-Margaret non vorrebbe mai una cosa del genere.
-Lo so. Sono venuta qui per avvertirti. Ade non deve prendere la sua anima, userebbe il suo potere per scopi malvagi. Margaret non ricorderebbe niente nel corpo di un’altra ragazza almeno per tre giorni. In quei pochi giorni Ade potrebbe costringerla ad avere tantissime visioni con i suoi metodi persuasivi.
-Passati i tre giorni lei si sentirebbe orribile per essere stata messa nel corpo di una ragazza innocente. Non voglio che soffra.
-Non preoccupatevi, nessuno ruberà l’anima della nostra amica. Domani io e il grande sacerdote andiamo a trovare i due gemelli al servizio di Ade e Morte non prenderà Margaret.
-Tu sei venuto qui per dire addio a Gabriel.
-Non volevo dirti niente ma lo hai capito. Non volevo andare via senza aver visto il mio caro nipotino un’ultima volta.
-Se domani il grande sacerdote entrerà in azione, anche io e Cardia dobbiamo prepararci allo scontro. Devo provvedere a portare il bambino al sicuro.
-Ti fidi di me Degel dell’acquario?
-Margaret si fidava ciecamente di voi quindi parlate.
-Io mi prenderò cura del bambino finché non finirà la battaglia. Poi lo affiderò alla persona a cui stavi pensando.
-Va bene. Quella persona già sa che dovrà prendersi cura del piccolo Gabriel. Ve lo affido.
Degel preparò i vestitini, i giochi e il latte del piccolo e li diede alla dea.
-Quasi dimenticavo. Margaret voleva che il piccolo avesse la sua collana per ricordarsi dei suoi genitori.
-Che cara. Aveva preparato un ciondolo a forma di casa con dentro la tua foto con lei. Sapeva che poteva succederle qualcosa da un momento all’altro.
Degel baciò suo figlio sulla fronte e lo strinse forte.
-Addio piccolo mio, veglierò sempre su di te. Ricordati che tuo padre e tua madre ti volevano tanto bene.
La dea scomparve nel nulla con il bambino e Degel andò a indossare l’armatura d’oro. Era triste perché avrebbe voluto un futuro migliore per la sua amata, non meritava di morire in quel modo atroce.
 
Degel e Cardia morirono qualche giorno dopo compiendo una missione molto difficile per Atena. Alla fine al grande tempio rimase solo Shion che divenne il grande sacerdote mentre Doko si ritirò per moltissimi anni allenando nuovi cavalieri.
 
Dieci anni dopo
-Zio Shion perché non mi lasci andare al villaggio da solo sono abbastanza grande.
-Devi andarci con almeno due cavalieri di bronzo, non voglio che ti succeda qualcosa. In questo periodo ci sono molti briganti da queste parti perché al villaggio è periodo di festa. I briganti sanno che le casse sono piene e ne approfittano per prendere d’assalto le bancarelle. Ci sono stati degli scontri in piazza con dei feriti. Non voglio che tu venga coinvolto.
-Hai promesso a mio padre che mi avresti tenuto al sicuro. Lo so zio Shion. Ho solo dieci anni e sono piccolo per andare in giro da solo. La mamma cosa avrebbe detto?
-Purtroppo come ti dico sempre, non posso parlare di tua madre perché non la conoscevo bene. Devi aspettare che la maestra venga a trovarti per sapere qualcosa di lei.
-La maestra non passa mai perché è sempre impegnata. L’ultima volta l’ho vista due anni fa e mi ha raccontato solo di quando sono nato e di come la mamma mi ha protetto. Poi è scappata perché ha iniziato a piangere. Non ha voluto raccontarmi come sia morta mamma.
-Avrà le sue buone ragioni.
-Zio Shion, pensi che la mamma e il papà siano insieme ora?
-Ne sono sicuro. Ora torna alla biblioteca e fai tutti i compiti.
-Va bene. Resterò lì fino a sera, ho trovato dei libri interessanti da leggere. Ho scoperto che papà li ha letti in due giorni. Annotava tutti i libri che leggeva su un registro. L’ho trovato ieri nel suo vecchio comodino.
-Hai frugato fra le vecchie cose di tuo padre, vai alla scoperta di qualcosa?
-Voglio solo sapere più cose di mio padre e di mia madre. Però non c’era niente della mamma all’undicesima casa tranne dei libri che lei aveva affidato a papà.
-Per avere dieci anni sei molto sveglio piccolo. Tuo padre sarebbe fiero di te. Hai iniziato a leggere e scrivere a cinque anni, a sei facevi già calcoli molto difficili e a sette hai addirittura battuto due cavalieri di bronzo.
-Mi hai insegnato tutte quelle tecniche e le ho messe in pratica.
-Ripensandoci non dovevo insegnarti quelle tecniche a solo sei anni e non dovevo farti entrare all’arena dei combattimenti. Tuo padre mi avrebbe strozzato.
-No, zio, sei il grande sacerdote. Non avrebbe potuto colpirti neanche se avesse voluto.
-Sottovaluti la tenacia e la mente di tuo padre ragazzo. Avrebbe trovato un modo per congelarmi senza che io me ne accorgessi. Mentre la mamma ti avrebbe legato con qualche rampicante. Mi mancano eppure non li ho mai conosciuti.
-Proprio perché non li ricordi ti mancano tanto. Ora corri a fare i compiti.
-Zio scommetto che papà e mamma in futuro si rivedranno e passeranno tantissimo tempo insieme.
-Ne sembri sicuro.
-Vedrai che ho ragione.
La vita trascorreva tranquilla al grande tempio e il piccolo Degel junior cresceva bene. A dieci anni aveva già ottenuto la sua prima armatura. Tutti i cavalieri di bronzo lo chiamavano il cavaliere del ghiaccio. Infatti la vallata era piena di sculture di cristallo che il bambino si divertiva a creare per onorare i cavalieri caduti durante la grande guerra. Più Shion gli parlava di loro più lui creava. Aveva ereditato i poteri del padre e era molto forte. Shion affermava che sarebbe diventato un bravissimo cavaliere.
 
Più di trecento anni dopo
Un ragazzo girava per le vie di una moderna Atene in cerca di un lavoro. Si fermò davanti una libreria e vide un cartello con scritto cercasi aiutante. Entrò e non trovò nessuno dietro il bancone. Non potevano aver lasciato il negozio aperto senza nessuno, rischiavano di essere derubati. Il ragazzo si avventurò fra gli scaffali e trovò sopra una scala abbastanza alta una ragazza che metteva in ordine dei libri.
-Scusi, cercavo il proprietario.
La ragazza sussultò vedendo il giovane. Mise male il piede e rischio di cadere a terra. Prontamente il ragazzo la prese fra le sue braccia e la salvò da una brutta caduta.
-Mi scusi.
-Scusi lei, devo averla spaventata.
-No, sono solo un po’ sorpresa. Di solito mi accorgo quando entra gente in negozio. Mi scusi. Si è fatto male?
-No, siete leggerissima. State bene?
-Sì, grazie. Ho visto il cartello qui fuori e cercavo il proprietario.
-Sono io la proprietaria. Questo negozio apparteneva a mio nonno che me lo ha lasciato in eredità.
-Ecco il mio curriculum.
-Avete lavorato già in una libreria a quanto vedo. Avete un buon curriculum. Vi assumo. Mi serve assolutamente un aiuto, ci sono tantissime cose da fare in negozio. Dovrete stare dietro la cassa, mettere in ordine i libri, consigliare i clienti e sistemare il magazzino che si trova dietro quella porta laggiù. Alle pulizie penso sempre io.
-Posso aiutarvi se volete?
-Non serve.
Il ragazzo era incantato da quella fanciulla. Sembrava che l’avesse già incontrata da qualche parte.
-Quasi dimenticavo. Puoi vestirti come vuoi per venire a lavorare, basta che tu metta questo cartellino identificativo sulla maglia.
-Grazie. Per caso ci siamo già incontrati da qualche parte?
-Buffo, pensavo la stessa cosa. Non mi sembra, mi sarei ricordata di voi.
-Dammi del tu o mi sentirò vecchio.
-Va bene. Ho anche scordato le buone maniere. Mi presento, sono Margaret.
-Piacere di conoscerti. Io sono Degel.
I due ragazzi iniziarono a lavorare insieme e dopo due mesi Degel decise di provare a corteggiarla. Quella ragazza lo incantava come mai aveva fatto nessuna. Degel riempiva Margaret di attenzioni e la ragazza scoprì che aveva una vera e propria cotta per lui. I due si fidanzarono dopo qualche mese. Degel le aveva dato un anello durante una gita all’acropoli di Atene. Margaret aveva pianto per l’emozione, mai nessuno era stato così dolce con lei. Era un sogno. Insieme sarebbero stati felici per tutta la vita. Un anno dopo i due ragazzi avevano trovato un appartamento abbastanza grande per entrambi e ci si erano trasferiti. Era stato un anno pieno di sorprese e emozioni e i due erano inseparabili. Era come se dopo secoli si ricontrassero per vivere la vita che non avevano potuto passare insieme. Era proprio il loro caso. Il cavaliere d’oro e la dolce Margaret si erano incontrati dopo migliaia di anni e ora potevano vivere per sempre insieme.
   
 
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