Author's
note.- Buonsalve a tutti voi che continuate a leggere questa storia, vi
adoro
tutti :3
Non
ho molto da dire, se non che finalmente iniziano i Giochi di Stella e
la
ragazza dovrà impegnarsi per non fare cavolate e uscirne
viva.
Anyway,
prima c'è l'intervista e questo
è il vestito di Stella.
Poi,
volevo presentarvi Sam
e Trevor
(ma se non vi piacciono potete sempre dargli
l'aspetto che volete, l'ho già detto ^^").
Non
credo di avere altro da aggiungere, a parte buona lettura! :3
The
Golden Girl
Capitolo
4 - Pensa in fretta e non morire
Oggi
la mia voglia di alzarmi dal letto è pari a zero. Anzi,
sotto lo zero. E questo
per delle ragioni ben precise. La prima è che
dovrò passare la giornata con
Amarillis e alla sola idea preferirei essere già nell'arena.
La seconda ragione
è che dovendo stare rinchiusa tutto il giorno qui non
avrò modo di vedere Sam.
Probabilmente non avrò più occasione di parlare
con lui prima di entrare
nell'arena e lì dentro preferirei non incontrarlo.
Diventerebbe tutto troppo
complicato. La terza ragione, assolutamente non meno importante,
è che sta sera
c'è l'intervista. Dovrò parlare davanti a tutte
quelle persone sapendo che
molte altre mi stanno guardando in tv e al solo pensiero sprofondo
ancora di più
sotto le coperte.
Sapphire
bussa ma io lo ignoro. Magari se ne andrà. E invece no.
Sento la porta che si
apre e poi un peso sul letto quando, deduco, si siede. "Esci da
lì sotto,
prima che venga a cercarti io."
Mi
affaccio da sotto le coperte fino al naso. "Non costringermi a passare
la
giornata con lei, ti preeeego" mi lamento cercando di avere uno sguardo
supplichevole.
"Non
fare la bambina capricciosa, Stella" mi ammonisce con uno sguardo
severo e
un po' divertito. "Non lo capisci? Lei è una capitolina, sa
cosa piace ai
capitolini. Il fatto che ti prepari lei sarà utile per te!"
Esco
sbuffando da sotto le coperte e afferro la vestaglia. "Ok, sono pronta.
Andiamo" annuncio avviandomi verso la porta.
"Amarillis
ti vorrebbe vestita..."
Sono
le otto del mattino e già sono esasperata. Faccio un sorriso
stizzito e mi
tolgo la vestaglia, lanciandola sul mio Mentore, e faccio per togliermi
anche
la camicia da notte.
"Non
devi necessariamente cambiarti in questo istante!" mi dice lui tra il
basito e il divertito.
"Hai
intenzione di tenerti quella cosa in testa finché non
sarò vestita?!"
"Non
vedo altra scelta!"
Non
c'è che dire, Sapphire è un vero gentiluomo. Mi
rimetto la camicia da notte e
gli tolgo la vestaglia dalla faccia. "Sarò pronta tra poco,
prometto."
"Mi
raccomando" è il suo unico commento mentre esce dalla stanza
e io sbuffo
esasperata per l'ennesima volta.
Alla
fine sono riuscita a convincere Sapphire a partecipare al mio
addestramento.
Indosso un vestito di un rosa stucchevole e sto in equilibrio su dei
trampoli
di almeno venti centimetri. E in teoria dovrei percorrere in modo
disinvolto e
sensuale questa passerella che Amarillis ha fatto allestire in salotto
per
esercitarmi nella camminata. Ma questa è pazza.
Anche
solo muovere qualche passo mi fa sudare e traballo pericolosamente.
Ora, io non
sono un maschiaccio e i tacchi li porto tranquillamente, ma queste non
sono
scarpe, sono strumenti di tortura. Dopo che inciampo l'ennesima volta,
lei
sbotta. "No, no, no! Non così! Devi essere aggraziata! Devi
essere
disinvolta! Devi essere sexy!"
Il
suo accento che mi stride nelle orecchie. Mi volto verso Sapphire che
se la
ride comodamente in poltrona. "Dì qualcosa!"
"Io?
Che dovrei dire, non ne capisco niente di queste cose! Ma
sì, dovresti provare
ad essere sexy" mi risponde, continuando a prendermi in giro. Amarillis
mi
rivolge uno sguardo che sembra dire 'vedi che ho ragione?'. Non ce la
faccio
davvero più. Mi tolgo le scarpe e le butto da una parte. Credo di aver rotto
qualcosa ma non mi
importa. Sento la rabbia montare sempre di più.
"Senti,
razza di cretina che non sei altro, è inutile che mi
esercito a camminare su
quei cosi, tanto non li metterò comunque! Tra meno di
quarantotto ore potrei
essere morta! Dovrei esercitarmi in qualcosa di utile, non stare qui a
perdere
tempo per piacere a gente di cui non mi importa nulla e a cui non
importa
niente di me!"
E
detto questo mi avvio a passi decisi verso la mia stanza, con gli occhi
che mi
pizzicano e la vista che si annebbia. Mi butto sul letto e finalmente
le
lacrime iniziano a scendere, silenziose. Non faccio niente per
trattenerle. È la
prima volta che piango da quando tutta questa storia è
iniziata e ho talmente
tante emozioni dentro di me da non riuscire nemmeno a capirle tutte.
L'unica
cosa che so è che mi sento terribilmente confusa. A volte
sono sicura di
vincere, altre volte mi sembra di non avere speranze. Vorrei tornare a
casa
dalla mia famiglia e dai miei amici, tornare a prima di tutto questo.
Ma anche
se uscissi dall'arena, niente sarebbe più come prima. Avrei
ucciso delle
persone e questa è una con con cui mi ritroverò a
fare i conti per tutta la vita.
E poi c'è Sam. Una parte di me si vergogna a pensare a lui
in questo momento,
un'altra parte gli pensa di continuo. Ho trovato qualcuno con cui sto
bene ed è
una storia finita ancor prima di cominciare.
I
miei pensieri vengono interrotti da Sapphire che si siede vicino a me e
mi
mette una mano sulla spalla. "So che ho esagerato con Amarillis e mi
scuserò con lei" dico soltanto, la voce impastata dal pianto.
"Vieni
qui..." mi risponde mentre mi abbraccia. "Lo so cosa stai provando,
Stella. Ci sono passato anche io. Nessuno dovrebbe trovarsi in questa
situazione, soprattutto dei bambini."
"Io
non sono una bambina" dico, tirando su col naso, cercando di avere un
tono
offeso. Lui sorride.
"È
bello vedere che non perdi mai il tuo caratteraccio... Amarillis lo fa
per
aiutarti. Vuole che tu torni, per questo si è offerta per
prepararti. Devi
conquistarti gli sponsor se vuoi che io ti mandi da mangiare..."
ridacchiamo entrambi. "E devi cercare di conquistarli anche prima che i
Giochi comincino. Tutti gli occhi devono essere su di te in
quell'arena. Quindi
la tua intervista deve essere perfetta."
Mi
lasciò abbracciare e poi vado a lavarmi la faccia.
È tutta chiazzata di rosso e
ho gli occhi gonfi. Davvero sexy. Quando torno in salotto mi scuso con
la mia
Accompagnatrice e lei, devo ammettere, si dimostra comprensiva. Il
resto della
mattinata procede bene, dopo che abbiamo accantonato i trampoli.
Facciamo degli
esercizi di postura per imparare a stare seduta bene durante
l'intervista (con
le gambe chiuse, ci tiene a specificare il mio Mentore) e Amarillis mi
pone
alcune delle domande che sono state fatte ai Tributi delle edizioni
precedenti.
Mi esercito a salutare, a ridere, a sapere quando guardare il pubblico.
E ad
ora di pranzo la mia Accompagnatrice si dice soddisfatta dei miei
progressi.
Dopo
mangiato (per modo di dire, vista l'ansia che mi attanaglia lo
stomaco), vengo
portata in quella che Sapphire chiama 'la stanza del miracolo' dove mi
attendono i miei Preparatori. I miei capelli vengono modellati in
morbide onde
lucenti, spettinati e vaporosi al punto giusto. Mi fanno un trucco
leggero sui
toni del dorato e del marrone, molto luminoso, e devo dire che fanno
davvero un
ottimo lavoro. Non mi sono mai vista così bella. Gli occhi
grandi, gli zigomi
alti, le labbra di una vivace sfumature di rosa. Forse il mio Mentore
ha
ragione, è una specie di miracolo. Li ringrazio uno ad uno e
loro mi augurano
buona fortuna per i Giochi, dicendo che faranno il tifo per me.
È assurdo come
io mi senta legata a queste persone che ho visto solo poche volte e che
sono
così distanti da me. Forse la minaccia dei Giochi rende
tutte le emozioni più forti.
Aspetto
Ganymedes avvolta nell'accappatoio morbido su un divanetto della stanza
color
crema dove ci siamo già visti una volta. Quando arriva, mi
abbraccia e si siede
accanto a me.
"Stella!
Complimenti per il tuo Dodici! Gira voce che tu ti sia spogliata per
gli
Strateghi..." esordisce, ridacchiando. Io lo ammazzo Trevor.
"Vi
lascerò per sempre nel dubbio!" ribatto con lo stesso tono,
scuotendo i
capelli in un finto atteggiamento da diva.
"Vedo
che Amarillis ti ha insegnato qualcosa..." mi prende in giro mentre si
alza e prende la custodia del mio vestito. "Pronta?" mi chiede, mano
alla zip. Io annuisco entusiasta. Ganymedes tira giù la zip
e mi mostra il
vestito per l'intervista. Sembra una colata d'oro. La scollatura
è a cuore, con
la parte superiore fatta di un tessuto più leggero, come una
retina. Le pietre
si diradano nella parte centrale per poi diventare di nuovo
più numerose verso
la fine. Ed è corto. Molto corto.
"È
bellissimo..." dico estasiata mentre mi alzo per sfiorarlo con due dita.
"Avrai
dei tacchi alti per essere più slanciata e sembrare
più alta. Devi sembrare una
dea" ed è così convinto che quasi convince anche
me. Sarò bellissima, che
figo!
Le
scarpe sono alte, ma non come quelle che mi aveva dato Amarillis. Sono
dorate
come il vestito e aperte sul davanti. "Mi aspettavo peggio..."
confesso con mezzo sorriso mentre lui mi aiuta a salirci dopo avermi
chiuso il
vestito. Ci cammino un po' e sembrano anche comode.
"Hai
avuto paura, eh..." mi prende in giro mentre lo abbraccio e lo
ringrazio
per tutto quello che ha fatto per me. So che lo rivedrò
domani prima di entrare
nell'arena, ma ci tenevo a farlo già adesso. Se non fosse
stato per lui, io non
sarei mai stata in grado di costruirmi un'identità che
affascinasse Capitol
City. E sto iniziando a capire che questo è parte integrante
di una strategia
vincente.
Sono
dietro le quinte con Sapphire. Caesar Flickerman, quest'anno in color
acqua
marina, sta dando il suo benvenuto agli spettatori. Sono parecchio
nervosa e mi
sudano le mani. Sarò la prima, quindi il confronto con tutti
gli altri sarà inevitabile.
"Cerca
di stare calma" mi esorta Sapphire, "è solo un tizio
celeste."
Mi
scappa una risatina. "Non gli ho mai visto un colore più
assurdo..."
"Questo
perché non hai visto il suo look corallo dei miei Giochi..."
Ridacchiamo
un altro po', finché non tocca a me.
"Ed
ora andiamo a conoscere i Tributi di quest'anno! Iniziamo con il
Distretto Uno,
con quella che è, lo ammetto, la mia preferita! Ho sentito
che si fa chiamare
'La ragazza d'oro di Capitol City', Stella Maloney!" Oh cavolo, sono
io.
Sapphire mi spinge fuori e io cerco di camminare come mi ha insegnato
Amarillis. Ancheggia, sii sexy, sorridi al pubblico. Credo di aver
almeno
sorriso. Spero. Stringo la mano a Caesar e mi siedo al mio posto,
accavallando
le gambe e scuotendo i capelli. Questa è una cosa che mi ha
insegnato Ruby poco
prima di lasciare il nostro alloggio, credo mi abbia vista disperata.
Non
abbiamo parlato molto in questi giorni visto che lei si occupa di
Trevor, ma è stata
sempre molto carina con me.
"Allora,
Stella. Partiamo dalla cosa che mi sta più a cuore!"
esordisce il
presentatore con sguardo allusivo.
"Ah,
non posso spogliarmi, mi dispiace! Io lo farei pure, ma il mio Mentore
me l'ha
proibito! Te lo faccio poi dietro le quinte se proprio vuoi!" rispondo
fingendomi davvero dispiaciuta. Il pubblico scoppia a ridere e Caesar
mi lancia
un'occhiata come a dire 'non mi tentare' e io ho scongiurato il
pericolo di
altre battute sull'argomento.
"Veramente
intendevo il tuo punteggio di Dodici! Deve nascondersi una ragazza
letale
dietro quegli occhioni! Vuoi dirci cosa hai fatto vedere agli Strateghi
per
avere quel punteggio?"
"Oh
ma Caesar, non posso, siamo in tv!" e di nuovo tutti a ridere. Ehi, me
la
cavo bene! "Scherzi a parte, gliel'ho soltanto chiesto e loro sono
stati
gentili" rispondo vaga.
"Gliel'hai
chiesto? Sei sempre così sfacciata?!"
"Anche
peggio, chiedi a mia madre!"
Penso
di essere seriamente portata per rendermi ridicola in tv. Lui coglie la
palla
al balzo.
"Parliamo
di questo, che hanno detto i tuoi genitori sulla tua candidatura?"
Cavolo,
e ora che gli dico? Ripenso a mia madre in lacrime che mi guarda come
se fosse
l'ultima volta e a mio padre che prova ad incoraggiarmi con scarsa
convinzione.
Dovrò inventarmi qualcosa. "Erano molto orgogliosi... E
felici di
liberarsi di me per un paio di settimane!"
Sperando
che non si siano liberati di me per sempre...
"Ti
sei offerta al posto della tua amica... Non hai avuto esitazioni nel
farlo?"
Sta
volta so cosa rispondere. "No, nessuna."
L'atmosfera
si è fatta seria e Caesar ha assunto una voce grave. "Cosa
vi siete dette
quando vi siete salutate?"
'Se
ce l'ha fatta quell'oca di Cashmere posso farcela anch'io' non va bene
come
risposta, devo trovare qualcosa di meglio. "Le ho promesso che avrei
vinto... Così al mio ritorno avrebbe potuto vantarsi anche
lei di essere amica
di uno dei Vincitori!"
La
bolla di suspance si sgonfia e ridiamo tutti. Caesar mi abbraccia e mi
fa i
suoi auguri per l'arena.
"Comunque
sono offesa che tu non ti sia fatto i capelli color oro in mio onore! E
poi
dici che sono la tua preferita!" gli grido mentre esco, il pubblico
ride e
lui mi manda un bacio in segno di scuse.
Sapphire
mi sta aspettando e appena lo raggiungo dietro le quinte mi abbraccia.
"Non
ci posso credere, sei stata brava! Gli sei piaciuta!"
"Avevi
una grande fiducia in me, noto!" gli rispondo sarcastica colpendolo
lievemente
su una spalla.
La cena è stata
tranquilla. Abbiamo cercato di
non parlare di domani e di stare allegri, visto che era l'ultimo
momento in cui
stavamo tutti insieme. Persino io e Trevor ci siamo comportati bene,
nonostante
ci fosse tensione nell'aria. Dopo mangiato abbiamo visto una replica
delle
interviste. Trevor ha puntato sul mettere in mostra la sua forza e
quanto ha
intenzione di essere letale nell'arena. Ma è stato anche
divertente, devo dire.
Per essere Trevor, certo. Sam
è stato
strafottente e affascinante come al solito, penso abbia stregato il
pubblico
col suo essere un adorabile stronzo. La ragazza del Tre, Cassidy, mi
è sembrata
un tipo sveglio. Non era per niente nervosa e questo mi fa pensare che
sia una
in grado di gestire la tensione e che nell'arena potrebbe essere
un'avversaria
da tenere in considerazione. Poi c'è il ragazzo del Sette.
Al Centro di
Addestramento non avevo notato che ha un fisico forte, probabilmente da
taglialegna, e che quindi è da non sottovalutare.
Dopo
le interviste decido di salire in terrazza, a prendere la mia illusoria
boccata
d'aria. Ammetto che una piccola parte di me spera che anche a Sam venga
la
stessa idea, così da poterlo salutare. Quando salgo lo trovo
già li, seduto su
cornicione che guarda le luci di Capitol City.
"Qualcuno
potrebbe dire che è il destino a farci incontrare, Quattro..."
lo
prendo in giro mentre vado a sedermi accanto a lui.
"Qualcuno
potrebbe dire che mi pedini, Uno..." mi risponde,
voltandosi verso
di me e facendomi il sorriso più bello che io abbia mai
visto.
"Penso
che non lo sapremo mai..." dico facendogli un sorrisetto mentre gli
metto
le braccia attorno al collo e lo bacio. Restiamo un po' in silenzio, io
con la
testa sulla sua spalla, a guardare la città.
"Quindi
domani è il gran giorno" inizia lui all'improvviso. Non
c'è rabbia nella
sua voce, forse solo un pizzico di rassegnazione. "È
così assurdo...
Incontri una persona con cui finalmente stai bene e sai già
che non c'è speranza..."
Il
mio sguardo è fisso su un punto indefinito dell'orizzonte.
"Uno di noi due
potrebbe anche farcela, sai?"
"E
passare il resto della vita a chiedersi come sarebbe potuta andare se
non ci
fossero stati questi maledetti Giochi? No grazie, io non penso di
farcela..." mi risponde sarcastico e io percepisco l'amarezza nella sua
voce.
"Non
eri quello che non voleva affezionarsi a nessuno?" provo a prenderlo in
giro, per tirargli su il morale.
"Non
avevo calcolato di incontrare te..." mi soffia in
un orecchio per
poi darmi un bacio su una tempia. Restiamo qualche minuto
così, col naso di Sam
affondato tra i miei capelli e il mio sguardo perso su Capitol City.
"Hai
un profumo così buono..." mi dice dopo un po', facendosi
più vicino.
"Trevor
ha provato a tirarmi della torta in testa a cena, credo sia per
quello..."
Entrambi
ridiamo mentre lui mi toglie briciole inesistenti dai capelli. Ha una
risata
così bella... Cala di nuovo il silenzio ma è
ancora lui a romperlo.
"Fai
l'amore con me..." mi sussurra con uno sguardo che non lascia spazio a
obiezioni.
Cosa?!
Sono l'unica che si è accorta che siamo sul tetto della
Torre e che chiunque
potrebbe arrivare da un momento all'altro?
"Non
credo sia una buona idea, potrebbero vederci" provo a farlo ragionare
mentre lui mi sta già facendo sdraiare sul pavimento.
"Non
mi importa, domani a quest'ora potrei essere morto. E ti ho detto che
non
voglio avere rimpianti" mi risponde col suo solito sorrisetto beffardo.
Provo
ad opporre resistenza ma il mio corpo non è d'accordo.
È vero, è pericoloso, ma
cosa non lo è dopotutto? È l'ultimo momento che
abbiamo. Ho fatto così tante
cose imprudenti da quando questa storia è cominciata, cosa
sarà mai farne
un'altra?
Quando
rientro, passo davanti uno degli specchi che ci sono in corridoio e
guardo di
sfuggita la mia immagine. Ho i capelli arruffati, il viso arrossato e
gli occhi
lucidi. E un'espressione colpevole, credo. Sto rientrando nella mia
stanza
quando incrocio Sapphire che esce dalla sua. Vorrei scusarmi per essere
rimasta
in terrazza così tanto ma lui mi posa una mano sulla spalla
e mi rivolge uno
sguardo triste. "Mi dispiace, Stella..." mi dice soltanto mentre mi
stringe un attimo la spalla. È bastato uno sguardo per
capire che lui lo sa e
gli dispiace davvero. Mi limito ad annuire e lui mi lascia sola. Ci
sono momenti
in cui non ci servono le parole per capirci.
Mi
metto a letto e non posso fare a meno di pensare a Sam. Le sue labbra
sulle
mie, le sue mani sul mio corpo, le mie unghie sulla sua schiena.
È tutto finito
e una lacrima mi scende silenziosa sulla guancia. La lascio
lì per un po' e poi
la asciugo, come a voler chiudere questo capitolo. Domani inizieranno i
Giochi
e dovrò mettercela tutta per sopravvivere.
Il
grande giorno è arrivato. Da un lato mi sembra passato
tantissimo tempo dalla
Mietitura, visto tutto quello che è successo. Allo stesso
tempo, però, pare che
il tempo sia volato e non mi sento pronta ad affrontare l'arena.
Sapphire mi ha
portato la colazione in camera per costringermi a mangiare nonostante i
miei
nervi tesi. Dopotutto, questo potrebbe essere il mio ultimo vero pasto
per non
so quanto tempo.
Il
momento dei saluti è di sicuro il più difficile
da quando sono arrivata.
Incrocio Trevor in corridoio e ci stringiamo la mano.
"Che
vinca il migliore" mi dice con un sorriso a metà tra lo
spavaldo e il
rassegnato.
"Che
viva il migliore" gli rispondo io, dandogli una
pacca sulla spalla.
È consolante sapere che è teso quanto me.
Abbraccio velocemente Ruby e la
ringrazio per le dritte che mi ha dato per l'intervista e lei mi augura
buona
fortuna. Abbraccio anche Amarillis, in fondo si è davvero
impegnata per darmi
una mano. Quando ci stacchiamo lei ha gli occhi lucidi e mi augura di
rivederci
presto. E capisco che ci spera davvero.
La
parte più difficile è salutare il mio Mentore. Mi
destabilizza l'idea che non
sarà con me negli ultimi minuti prima di entrare nell'arena.
"Dunque.
Ricapitoliamo. Non farti uccidere da qualche Tributo. Non farti
ammazzare da
qualche calamità naturale. Sorridi e sii sexy" mi raccomanda
enumerando i
punti con le dita.
"Al
massimo se fa caldo posso provare ad andare in giro seminuda, ma non
credo che
riuscirò ad essere sexy nell'arena!"
"In
effetti è già tanto se riesci ad essere carina in
circostanze normali,
chiederti di essere sexy lì dentro va oltre le tue
possibilità!" mi prende
in giro e io gli rispondo con una smorfia offesa.
"Fai
del tuo meglio, al resto penserò io" dice dopo essere
tornato serio e io
annuisco. Ci abbracciamo per un tempo che mi sembra interminabile e
sento un
po' di ansia scivolarmi via.
Ganymedes
sta visionando i vestiti che ci hanno fornito gli Strateghi e io mi
interrogo
su quello che ci sarà lassù. So che Sapphire
preferirebbe che non fosse né un
deserto né una landa ghiacciata, perché
lì è più difficile sopravvivere. Io
vorrei un posto con dei nascondigli e modo di procurarsi cibo al di
là di
quello che, spero, ci sarà alla Cornucopia.
"Allora...
Vediamo cosa abbiamo qui..." dice lo stilista mentre tira fuori i miei
vestiti e li guarda in modo analitico. "Pantaloni, canotta e un
giacchetto. Il tessuto sembra termico."
Il
mio sguardo vacuo lo spinge a spiegarsi meglio. "Trattiene la
temperatura
del corpo. Probabilmente ci sarà escursione termica tra il
giorno e la notte.
Il giacchetto ha un cappuccio, forse ci saranno piogge..." mi spiega
mentre prende gli stivaletti e ne guarda la suola. "Potrebbe esserci
del
fango... E questo ci riporta alle piogge..."
E
questo ci porta al fatto che finirò col culo per terra entro
la prima mezz'ora.
Davvero sexy e accattivante, non c'è che dire. Ganymedes mi
aiuta ad indossare
i vestiti e poi mi sistema i pantaloni dentro gli stivaletti.
"Andrai
verso la Cornucopia?" mi chiede mentre mi vesto.
"Per
forza, ho bisogno di armi. E di qualunque altra cosa riesca ad
afferrare."
Non
sono così forte da caricarmi dietro mille cose, ma ho
bisogno di procurarmi il
necessario per sopravvivere. "Avrò un minuto per realizzare
che ambiente
mi aspetta, avrò le idee più chiare su cosa
afferrare e cosa lasciare
indietro" aggiungo, più per convincere me che lui.
"Sei
una che pensa in fretta, ce la puoi fare" mi risponde lui con un
sorriso
mentre mi sistema il cappuccio.
"Sapphire
dice che a volte non penso affatto..." gli dico con una risatina e
anche
lui ride.
"In
certe occasioni potrebbe anche essere vero. Ma sei sveglia, riuscirai a
pensare
in fretta a qualcosa."
Ci
abbracciamo e lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me, anche
per
avermi fatta sentire così bella e sicura di me, per una
volta. Mi accompagna al
cilindro di lancio e mi aiuta a salire. Quando il vetro si chiude
tutt'attorno
sento una fitta claustrofobica. Ganymedes bussa sul vetro e mi fa segno
di
sorridere e poi atteggia quella che dovrebbe essere una mossa sexy per
ricordarmi anche questo e io scoppio a ridere. Quando il piatto di
lancio
inizia a muoversi lo saluto con la mano e poi guardo in alto,
chiedendomi cosa
mi aspetterà là fuori.
I
miei occhi hanno bisogno di qualche secondo per abituarsi alla luce del
sole.
Fa caldo, questa è la prima cosa che noto. Mentre Claudius
Templesmith ci dà il
benvenuto nell'arena, io cerco di fare mente locale. Fa parecchio
caldo, ma è un
clima umido. Che da un certo punto di vista è meglio
rispetto a quello secco o
desertico, sentirò meno la disidratazione nel caso non
dovessi trovare subito
acqua. O no? Che ne so. Mi guardo attorno. Siamo disposti a semicerchio
attorno
all'area in cui si trova la Cornucopia. Tutt'attorno c'è una
foresta fitta, ma
credo che questa zona sia stata disboscata di proposito per permettere
al
pubblico di vedere bene il bagno di sangue.
La
vegetazione sembra rigogliosa, spero di riuscire a trovare qualcuna
delle
piante commestibili che conosco. Gli alberi sono altissimi, almeno una
sessantina di metri, alcuni forse anche di più. Mi sembrano
latifoglie e questo
non va bene. Su delle querce o degli alberi più robusti
sarebbe stato più facile
arrampicarsi e nascondersi. E poi non ho idea di ciò che
potrebbe nascondersi
su quegli alberi, così come tra la vegetazione fitta. Anche
se è mattina i
raggi del sole sono molto forti e non oso immaginare cosa
succederà verso
mezzogiorno. Da qui non riesco a vedere corsi d'acqua, ma in
realtà non riesco
a vedere al di là dei primi alberi quindi potrebbero
essercene comunque. Vedo
Sam ad un paio di persone da me e lui si accorge che lo sto guardando e
mi
lancia un sorriso ammiccante che mi riporta alla prima volta che i
nostri
sguardi si sono incrociati. Sta volta rispondo al sorriso, cercando di
non
pensare che potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo.
Mancano
venti secondi e mi concentro sulla Cornucopia. Localizzo una bella asta
appuntita e un arco. Devo averli assolutamente. Proverò ad
afferrare qualche
zaino sperando di essere fortunata col contenuto. Devo cercare di
prenderne
qualcuno più vicino alla Cornucopia, perché
è lì che ci sono i premi migliori.
Cinque secondi. Ok, Stella, concentrati.
Zero.
Scatto giù dal mio piedistallo e corro più veloce
che posso, dritta verso il
mio obiettivo. Con la coda dell'occhio vedo Trevor riunirsi ai Tributi
del Due
e iniziare a far fuori i Tributi più deboli. Non provano
neanche ad attaccarmi,
penso che prima di dichiararci guerra aspetteremo di stabilire lo
status quo.
Sgomito e spingo chiunque mi capiti a tiro, graffio e calcio, quasi
fossi un
animale. Non vedo neanche chi colpisco. Devo raggiungere quelle armi.
Do una
gomitata a qualcuno che stava per prendersi il mio arco e me lo metto
in
spalla, insieme ad un paio di faretre lì vicino. Poi afferro
l'asta, che ora
che la vedo più da vicino sembra un incrocio tra un bastone
da combattimento e
una lancia appuntita, e noto che ha una specie di cordicella per
portarla in
spalla. Perfetto. Mi guardo un attimo attorno e rimango paralizzata.
I
Tributi si stanno scannando e c'è sangue dovunque. Quasi
tutto lo spiazzale è coperto
di sangue e corpi. Qualcuno scappa verso la foresta, ma non tutti
quelli che ci
provano fanno in tempo a scampare ai coltelli che volano. Mi riscuoto e
provo a
concentrarmi sugli zaini attorno a me. Non c'è un modo per
capire cosa
contengano e non posso mettermi ad aprirli tutti, devo andarmene da
qui. Me ne
metto uno bello grosso in spalla, notando però che non
è molto pesante. Ne
afferro altri due più piccoli e li stringo al petto. Uno
sembra bello pieno,
spero di qualcosa di utile.
Con
il mio bottino inizio a correre a perdifiato verso la foresta e appena
ci
entro, e ho coperto quelli che penso siano abbastanza metri per
separami dalla
Cornucopia, mi guardo attorno. I tronchi degli alberi sono altissimi ma
i rami
cominciano molto in alto quindi devo scordarmi di passare la notte
lassù. Il
sottobosco è scarso e la luce filtra difficilmente. Ottimo
per nascondersi, ma
se c'è qualcuno appostato è difficile
individuarlo. Gli insetti mi ronzano
attorno e io li scaccio con la mano. Sono appiccicosa di sudore per la
corsa e
questa umidità non mi aiuta. Devo trovare un posto fresco
per nascondermi e
passare lì le ore più calde.
Non
so per quanto io abbia camminato ma finalmente ho trovato uno spazio
che mi
sembra adatto. Ho controllato più volte che non ci fosse
nessuno nelle
vicinanze e le piante sono abbastanza fitte da permettermi di
nascondermi. Mi
siedo contro il tronco di un albero e finalmente mi riposo un attimo.
Tuttavia
il mio momento di tranquillità non dura a lungo. Il bagno di
sangue è finito e
c'è il primo riepilogo delle morti. Devo stare attenta,
anche se sento la
fatica appesantirmi la mente.
Il
ragazzo del Tre. La ragazza del Quattro. Mi dispiace, Sam aveva provato
ad
insegnarle qualcosa, ma era così piccola... Spero non abbia
sofferto. Il
ragazzo del Cinque ed entrambi quelli del Sei. Il ragazzo dell'Otto e
la
ragazza del Nove. Infine la ragazza dell'Undici ed entrambi del Dodici.
Dieci
di noi sono già morti e siamo qui da penso non
più di un paio d'ore al massimo.
Non ho idea se li abbiano uccisi tutti i Favoriti o se qualcuno
è morto per
qualcosa che ha trovato qui dentro. Devo stare attenta, questa specie
di
foresta pluviale non mi piace per niente.
Mi
decido finalmente ad aprire i miei zainetti. In quello più
grande, ci avevo
visto giusto, non c'è granché, però
sono cose utili. Un sacco a pelo e un
coltello. Nel primo zainetto piccolo che apro ci sono della carne
secca, una
borraccia piena d'acqua e un pezzo di corda abbastanza lungo.
Può sempre tornare
utile. Sono ben felice per la carne secca, ho qualcosa da mangiare. E
anche per
l'acqua, significa che fino ad almeno domani non morirò
disidrata. Certo,
potrei morire in mille altri modi, ma meglio non pensarci. Trasferisco
il mio
bottino nello zaino più grande perché non voglio
viaggiare troppo pesante. Nel
terzo zainetto c'è soltanto una specie di kit di pronto
soccorso con bende,
disinfettante e qualche cerotto. Ah, e un pacchetto di biscotti. Niente
fuochi
per me a quanto pare, ma non penso ne avrei accesi comunque. Scavo nel
terreno
rossiccio e nascondo lì i due zainetti vuoti, poi li ricopro
di terra. Meglio
non lasciare tracce del mio passaggio e non fornire cose utili ad altri.
Bevo
un sorso d'acqua e mangio due biscotti. Questo dovrà
bastarmi fino al primo
pomeriggio, quello nello zaino potrebbe essere il mio unico cibo per
settimane.
Mi appoggio al tronco dell'albero e chiudo gli occhi. Non sento rumori
sospetti, soltanto il ronzare degli insetti e qualche rana che gracida
chissà dove.
Questo può significare che c'è un corso d'acqua
nella vicinanze, ma anche in
quel caso potrebbe essere una trappola letale degli Strateghi.
Decido
di riposare un po' e passare qui le ore più calde della
giornata. Il sole sta
salendo e il caldo si farà sempre più
insopportabile. Ringrazio silenziosamente
Ganymedes per avermi dato un paio di elastici per capelli, ne
avrò bisogno. Il
mio ultimo pensiero prima di concedermi un po' di riposo è
che sono appiccicosa
e con le unghie sporche di terra. E non oso immaginare che aspetto
abbia il mio
viso arrossato. Sapphire non sarà per niente contento.