POV Jennifer.
Mi poggio con le spalle al muro, quando accompagnata dalla marcia funebre, entra la bara che contiene il corpo di Tommy, portata da tizi vestiti di nero, probabilmente quelli delle pompe funebri. Sto piangendo di nuovo, ormai non faccio nient'altro da ieri, ma almeno ho smesso di urlare. Sento Liam, accanto a me, stringermi con forza il polso, per ricordarmi che lui c'è. Ma io lo so che lui c'è, come sempre. Ci siamo messi in fondo alla chiesa, perché non me la sentivo di vedere i volti dei suoi familiari, lì davanti, poco distanti dall'altare. Molti sguardi però si sono posati su di me, ed ho fatto davvero fatica a non scappare via, forse solo perché Liam è qui. Nella mia testa inizio a sentire una canzone, “Gravity” dei Coldplay. È tipico della mia mente ricordarmi canzoni tristi, quando sono triste. Non che “Gravity” sia triste, è molto triste la sua melodia. E mentre la messa procede, io nella mia mente canto questa canzone, e per quanto voglia smettere, non ci riesco.
Baby..
it's been a long time coming..
Such a long, long time...
And I can't stop running...
Such a long, long time...
Can you hear my heart beating?...
Can you hear that sound?...
'Cause I can't help thinking...
And I won't stop now..
..
Baby..
when your wheels stop turning..
And you feel let down..
And it seems like troubles..
Have come all around..
I can hear your heart beating..
I can hear that sound..
But I can't help thinking..
And I won't look now..
Devo aver iniziato a piangere forte, perché ora sono tra le braccia di Liam, che mi dice di stare calma, che mi accarezza i capelli. Ma io non sento niente, apparte questa cazzo di canzone, che voglio smetta. Smettila. Smettila. Smettila.
POV Liam.
-Smettila. Smettila. Smettila- continua a singhiozzare Jennifer, con le mani premute sulle orecchie e gli occhi chiusi e strizzati. Devo soffocare le sue parole addosso a me, altrimenti tutti si gireranno verso di lei per i suoi versi. Jen passa quasi tutta la messa stretta a me e persa nei suoi singhiozzi. Solo quando una ragazza inizia a parlare al microfono, davanti al leggio, si gira di scatto e punta i suoi occhi gonfi di pianto verso l'altare. Dietro alla ragazza, ad occhio, ci sono una dozzina di persone. -sono i miei compagni di scuola di ballo, voglio andare anche io lì, voglio dire tutto- Afferro Jen per le spalle -Fermati!- Lei prova a divincolarsi, ma la tengo salda, finché non smette. Prendo il suo viso tra le mie mani e la guardo intensamente negli occhi, parlando lentamente e sottovoce -se vuoi andare lì su, a dire qualcosa, tieniti le tue sciocche supposizioni per te, e dì quanto volevi bene a Tommy, così farai felice lui e tutte le persone che tenevano a lui- Jennifer mi studia per un lungo istante, poi si asciuga le lacrime dagli occhi con la manica del cappotto e si avvia verso l'altare con passo spedito. Passo che con l'avvicinarsi dell'altare diventa una corsa, fino ad arrivare accanto al leggio col fiatone.
POV Jennifer.
Veronica si gira verso di me e mi guarda confusa, smettendo di parlare. Gli altri mi danno pacche sulle spalle e carezze affettuose. Non so come mi ritrovo davanti al leggio. Il prete mi poggia una mano sulla spalla -coraggio figliola, apri il tuo cuore- mi dice con tono paterno. -Se avessi saputo che due giorni fa sarebbe stato l'ultimo giorno che ti avrei visto, giuro Tommy che ti avrei stretto più forte. Ti avrei ricordato che ti volevo bene, che ci saremmo visti l'indomani, che eri importante per me. Non so se riuscirò mai a tornare a ballare in quella sala, dove abbiamo faticato, riso, scherzato, sudato, imparato. Dove siamo cresciuti insieme, in questi quattro anni, inseguendo quel sogno della coppa che tu non potrai più realizzare. Non so se riuscirò mai a rientrare lì, dove rientrando ti vedrei in tutti gli angoli, alla sbarra, seduto a riposarti sulla panchina, accanto a me a ballare. Però Tommy io ti prometto, anzi ti giuro, che se dovessi riuscire a rientrare, domani, tra un mese, tra un anno, tra due, non lo so, se ci riuscissi però, io troverò un altro compagno e vincerò per te la nostra coppa Tommy, te lo giuro-
POV Liam.
Jennifer esplode in urlo liberatorio e ricomincia a piangere, accucciandosi lentamente a terra, mentre i ragazzi dietro di lei cercano di sorreggerla. Mi ritrovo a correre verso l'altare, fino al leggio. La aiuto a rialzarsi e la stringo a me, mentre piano piano mi muovo verso un lato meno in vista della chiesa. Vorrebbe andarsene, ma riesco a trattenerla fino alla fine della messa, altrimenti so che si pentirebbe di non aver visto la bara, e quindi il corpo di Tommy, andarsene via per l'ultima volta. Aspettiamo che la chiesa si svuoti per uscire, perché Jen non vuole incontrare nessuno. -allora, vuoi una cioccolata calda, o ti porto a casa?- chiedo passandole un braccio attorno al collo e stringendola di più a me. -portami a casa Liam- dice lei. Non appena montiamo in macchina accendo i riscaldamenti perché oggi fa un freddo bestiale, poi metto in moto e parto. -è stata bella la promessa che hai fatto a Tommy- dico rompendo il silenzio. -già..- annuisce Jennifer distrattamente guardando fuori dal finestrino. -devi tornarci il prima possibile a ballare Jen- continuo io. Lei si gira di scatto verso di me. -non appena smetterai di avere crisi di pianto ovviamente, appena starai un po' meglio..- aggiungo poi. -io..non so se mai ce la farò..- le prendo una mano -Jen, non appena starai un po' meglio devi farlo, non aspettare ne mesi ne anni, verrò io con te, ok?- -davvero?- mi chiede sorpresa. Annuisco e sul suo viso spunta un minuscolo accenno di sorriso. La verità è che mi manca terribilmente la mia migliore amica, di cui questa non è che una copia sbiadita, stanca e dolorante, e farei qualsiasi cosa per riaverla indietro, anche accompagnarla ad una noiosissima lezione di ballo. Tommy è morto da appena due giorni, eppure mi sembra un secolo che non vedo ne sento Jennifer ridere, mi sembra un secolo fa che abbiamo fatto fuori un pacchetto intero di caramelle gommose, mi sembra un secolo che non la vedo fuori da casa mia con la sua tuta, infreddolita e con Cocky al guinzaglio, pronta a correre.