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Autore: ellyb1611    11/03/2015    14 recensioni
Denise è una ragazza come tante, brillante, simpatica e ... innamorata della persona sbagliata.
Catapultata in un progetto insieme ad un collega che non sopporta, imparerà quanto i dettagli facciano la differenza.
Anche in amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Eccoci giunte all’epilogo di questa storia.
Vi confesso che scrivere la parola fine mi ha messo non poca tristezza, ma davvero non avrebbe potuto continuare oltre.
Vi ringrazio infinitamente per avermi seguito fino a qui. Per aver gioito e sofferto con questa combriccola strampalata ed insieme a me.
Ringrazio tutte le affezionate, chi mi ha dato preziosi consigli e chi mi ha sempre sostenuto dandomi la forza di arrivare all’epilogo di questa storia.
Grazie davvero a tutte voi, siete fantastiche.
Il mio non è un addio, ma un arrivederci.
A breve  On-line, se vorrete, ci sarà  la mia nuova storia “The secret Box” (sez. originale-romantica) nella speranza che possa essere, anche questa, di vostro gradimento.
Ma ora basta con le chiacchiere! Vi lascio all’ultimo capitolo.
Chi avrà scelto Denise?
Buona lettura!
Un abbraccio Elly.

 
                                  
 
 
 
 
CAPITOLO 17. Epilogo
Circa un anno dopo da dove eravamo rimasti …
La brezza estiva entra lieve attraverso la tenda, scompigliandomi i capelli che ricadono, in morbidi boccoli, sulle spalle.
Mai avrei creduto di potermi, un giorno, trovare in questa situazione.
Guardo la mia immagine allo specchio e questa volta, a dispetto dello scorso anno, quello che vedo mi piace. Non vedo più la stessa ragazza di allora, vedo una donna che è cresciuta, che ha seguito il suo cuore e cha ha realizzato la sua favola.
Sospiro sorridendo.
Il leggero abito color pesca scivola lungo i miei fianchi, resi morbidi dalla nuova vita che sta crescendo in me. Mi porto una mano all’addome, sorridendo nuovamente.
Un bambino.
Tra soli quattro mesi, l’amore della mia vita ed io, avremo un bambino. Ancora non ci credo.  Mi pizzico il braccio per vedere se sto sognando, ma la scossa che si irradia mi fa capire che è tutto reale.
«Ancora con questa storia?», la voce di Luca invade, piacevolmente, il piccolo mondo in cui mi sono rifugiata, «Quante volte devo ripeterti che è tutto vero? Che, nonostante tutto e nonostante io l’abbia più volte demotivato, quel povero ragazzo ha deciso di firmare la sua condanna a morte.», dice con quel tono di chi la sa lunga e che tanto lo contraddistingue.
Non resisto e sferro un pugno alla spalla del mio amico, con tutta la forza che ho.
«Ahi …», esclama contrariato, «e tu avresti il coraggio di picchiare il tuo testimone di nozze? Se non fosse per il piccolo che porti in grembo andrei subito dal tuo futuro marito per metterlo in guardia. Ancora.», dice infine sorridendomi amabilmente, prima di stringermi forte tra le sue braccia.
Inspiro il suo profumo e mi perdo in lui.
Mi torna in mente quando, lo scorso anno, dopo la gara di M. Duprè e la vittoria della nostra squadra, Luca ha scelto di accettare la proposta del musicista e di dare “nuova vita”, come dice sempre lui, a tutti gli appartamenti del musicista, divisi tra Francia e Stati Uniti . 
L’offerta era talmente vantaggiosa che non si è lasciato scappare questa opportunità. Per questo e, anche perché, Paul Duprè, figlio del musicista, sarebbe stato accanto a lui per tutta la durata della ristrutturazione, cosa che, a Luca, non dispiaceva affatto e, viste come sono andate le cose neppure a Paul.
«Mi mancherai tantissimo!», esclamo con un filo di voce mentre a stento trattengo le lacrime.
«Ehi, tornerò prestissimo …», mi rassicura, « … e poi,  oggi non puoi piangere. Denny è il giorno del tuo matrimonio e ti proibisco di essere triste.»
Annuisco e sollevandomi sulle punte dei piedi gli lascio un bacio sulla guancia.
«Ehm … scusate se vi disturbo», un giovane ragazzo dai capelli biondi e dal forte accento francese entra facendo  capolino dalla porta «Luca, mi dispiace disturbarti ma dobbiamo proprio andare », dice ancora  scusandosi.
Luca alza gli occhi al cielo e poi posa le sue labbra sulla mia fronte.
« È talmente bello che non so dirgli di no», sospira sorridendo « Arrivo Paul …», pronuncia rivolgendosi al ragazzo « … e quanto a te, non voglio più vedere quegli occhi tristi.», mi ammonisce puntandomi l’indice contro.
«Te lo prometto!», esclamo solennemente portandomi la mano destra sul cuore.
Luca alza gli occhi al cielo, prima di seguire Paul fuori dalla stanza.
Sospiro nuovamente e nuovamente mi porto la mano sulla pancia, quasi a voler accarezzare la piccola creatura che c’è in me.
« E pensare che stavo per buttare via ogni cosa per un colpo di follia … per fortuna il tuo papà ed io ci siamo chiariti e tutto è andato al suo posto», dico sottovoce confessando il mio stato d’animo di allora, al mio piccolino.
Mi siedo sul divanetto lasciandomi andare ai ricordi.
 
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Un anno prima circa …
«E tu Denise sceglierai me?», la frase di Gabriele continua a risuonare nelle mie orecchie, impedendomi di connettere e di rispondere alla sua domanda.
«Non rispondermi ora Desy, pensaci. Ma lo sai che noi siamo fatti l’uno per l’altra. Quello che è accaduto con De Santi … posso anche dimenticarlo. Tu eri distrutta, dopotutto avevi appena scoperto che avrei dovuto sposare Sabrina … e hai reagito così. Sei un essere umano e lui, da viscido animale quale è, si è approfittato di te. Ma non preoccuparti, è tutto finito. Lui se ne è andato e io ho parlato con mio padre che ha capito. Ora più nessuno si potrà intromettere nella nostra storia».
Gabriele continua a guardarmi ed a sorridere, quasi fosse certo della mia risposta. Ma io ho solo una gran confusione in testa.
Lui ha lasciato Sabrina per me.
Lui ha parlato con suo padre.
Perché, allora, non riesco ad essere felice?
La porta si apre improvvisamente, la figura amica di Luca si materializza davanti a me.
«È tutto a posto Denise?», dice spostando lo sguardo da Gabriele a me.
Annuisco, senza riuscire a parlare.
«Bene.», replica duro, «La serata sta per cominciare Denny, dobbiamo proprio andare!», mi esorta facendo un cenno col capo.
« Avevamo già finito Luca», comunica Gabriele continuando a guardarmi negli occhi, « Pensaci Desy …», sussurra  avvicinandosi a me e sfiorando la mia guancia con le sue labbra prima di uscire dalla stanza.
«Non dirmi che ti sei lasciata abbindolare da quello un’altra volta?», sbraita Luca non appena la porta si richiude
«Niente affatto!», replico stizzita
«E allora cosa voleva  ancora da te? Sabrina ha bisogno di una damigella d’onore forse?», chiede ironico
« L’ha lasciata», dico senza credere alle parole che escono dalla mia bocca
«Lui COSA?», chiede ancora più stupito
«Hai capito benissimo Luca. Gabriele ha lasciato Sabrina e vuole che io ritorni con lui.», dico uscendo dalla stanza.
«E tu cosa gli hai risposto? Denny. Sto parlando con te!», urla mentre io mi allontano velocemente da lui.
Non ho voglia di rispondere  a nessuna domanda. Troppe sono le cose che stanno accadendo ed in questo momento, l’unica cosa di cui ho bisogno è un po’ di tranquillità.
Arrivo, a passo sostenuto,al grande salone della villa in cui si effettuerà la premiazione. Con gli occhi cerco il tavolo a noi assegnato e, scorgendo la fulva capigliatura di Deborah,  raggiungo la mia amica.
 Mi siedo senza dire nulla e mi verso un bicchiere di acqua per cercare di riprendere un po’ di salivazione, andata persa nell’ultima mezz’ora.
Deborah mi guarda corrugando la fronte, ma senza proferire alcuna parola. Poi la vedo sollevare la testa ed illuminarsi
«Ciao Nick!»,esclama radiosa
Il bicchiere che ho in mano resta a mezz’aria. Tutti i miei sensi entrano in collisione tra loro, con il risultato di irrigidirmi ulteriormente.
Lo vedo accomodarsi di fianco a me.
Lo sguardo triste.
È bellissimo nel suo bel completo elegante e d’impulso allungo la mia mano verso la sua, svegliandomi dal torpore che si è impadronito di me,.
Non mi guarda in faccia, ma sento le sue dita intrecciarsi alle mie ed il suo viso distendersi, facendo rasserenare anche me.
Deglutisco e mi avvicino al suo orecchio.
«Nick, posso parlarti?», sussurro.
Lui annuisce e, sempre tenendomi la mano, ci spostiamo nel terrazzo antistante la sala.
Si appoggia con la schiena al muretto, incrociando le braccia al petto.
«Nick io …», attacco, ma immediatamente mi interrompe con un gesto della mano.
«Denise», inizia, «continuo a comportarmi da perfetto idiota. E allo stesso tempo continuo a sbagliare tutto con te. Ho agito accecato dall’amore che provo per te, senza tener conto di quello che vuoi tu. Credevo che oltre a noi non ci fosse niente, ma hai ragione, come io ho capito che voglio continuare quello che era il lavoro di mia madre, il tuo sogno è quello di essere architetto e io non ho alcun diritto di decidere per te, allontanandoti dalla tua famiglia e dal tuo lavoro per seguire me in questo progetto assurdo … io non sono niente per te e, per questo, ti chiedo scusa … spero solo che tu riuscirai a perdonare la mia stupidità un giorno.», dice tutto d’un fiato, quasi per paura di non riuscire a terminare la frase.
«Nicholas  anch’io non ho pensato molto, prima di aggredirti. So che tu non volevi impormi le tue idee, se fossimo riusciti a parlare …»
«Già …», m’interrompe «se l’avessimo fatto forse tutto questo non sarebbe accaduto. Io non voglio impormi su di te Denise. Quello che ho fatto è inaccettabile, ti ho messa davanti ad una scelta e tu devi essere libera di fare quello che vuoi. Io non voglio essere come Prati, rinchiuderti in una vita che non ti appartiene per … egoismo», dice ancora guardandomi negli occhi.
Non so perché, ma queste sue parole mi stanno mettendo un po’ di agitazione.
«Ma tu …»
«No Denise, credimi è meglio così.», dichiara accigliandosi
«Nick,sembra quasi che tu mi voglia lasciare», annuncio con voce stridula
Sospira.
«Io voglio solo che tu valuti tutte le possibilità e che, quando deciderai, tu sia sicura della tua scelta. Non vorrei che in un futuro te ne pentissi .»
Le lacrime stanno facendo di tutto per uscire, ma puntualmente le ricaccio indietro.
Sono ferita e arrabbiata.
Mi sembra di avergli fatto capire più volte quello che voglio.
 Sto per replicare, ma ancora una volta mi previene.
« So che Prati ha lasciato la sua fidanzata per te.»
Il cuore si blocca. Allora è questo che lo fa parlare a questo modo.
È insicuro.
«Sì …», balbetto senza riuscire ad aggiungere altro
« So anche che  ha parlato di te a suo padre … e pare che lui abbia dato la benedizione alla vostra storia …»
Come diavolo fa a sapere tutto questo?
Sospira nuovamente.
Sto per rispondergli, ma puntualmente Luca sbuca dietro di noi per avvisarci che la premiazione sta iniziando.
Discussione rimandata.
Ancora.
Ci sediamo al tavolo rotondo. Nick mi volge le spalle ed io mi faccio piccola piccola sulla mia sedia.
Non posso credere che ancora una volta non abbia capito che ormai provo qualcosa per lui. So di non aver reagito troppo entusiasticamente alla sua proposta, ma ciò non toglie che per lui provo qualcosa.
Sul piccolo palco salgono Prati Senior, seguito da M.Duprè, Gaspari,Gabriele e un ragazzo dall’aspetto soave che desta subito l’interesse di Luca.
Il primo ad intervenire è M.Duprè che ci ringrazia per i nostri progetti, che lo hanno colpito notevolmente.
Io continuo a guardare Nick , pensando a quello che gli dirò non appena questa festicciola avrà fine e, quando Duprè pronuncia i nostri nomi io me ne accorgo appena.
Luca mi scuote e mi ripete che siamo i vincitori.
Prati Senior prende la parola.
«Ringrazio i miei validi collaboratori per i progetti da loro creati,sapevo che il nostro studio vantava ottimi architetti e sono felice che, quattro dei nostri miglior elementi abbiano soddisfatto le aspettative di M. Duprè …», volge lo sguardo verso Gabriele. Entrambi sorridono e una strana sensazione mi invade. «… chiamerò sul palco solo uno di voi che riceverà il premio a nome di tutti gli altri.», vedo Lolli immusonito, non conosco davvero uno più competitivo di lui e perdere non è di sicuro una cosa che accetta di buon grado, «Architetto De Santi …»,pronuncia Prati, «… congratulazioni a lei ed ai componenti della squadra! Se vuole salire sul palco.»,Prati senior lo esorta a raggiungerlo.
Nicholas si alza dalla sua postazione e lentamente si avvicina. So che è turbato per quello che mi ha detto, so anche che non ha davvero intenzione di lasciarmi, so che troveremo una soluzione …
«Architetto Ferrari …», chiama Prati senior, « … le chiedo gentilmente di raggiungerci».
Mi alzo piano,senza capire.
A causa dei tacchi alti faccio fatica a salire gli scalini. Gabriele, ovviamente, si offre di aiutarmi venendomi incontro sorridente. Nick evita di guardare verso di noi, ma so che, se potesse ,inveirebbe contro di lui.
«Voglio congratularmi con lei Architetto Ferrari per l’ottimo lavoro svolto e soprattutto per avermi fatto aprire gli occhi su un aspetto molto importante della mia vita.», il sorriso che si apre sul suo volto ha qualcosa di strano, qualcosa che non presagisce niente di buono « La ringrazio per aver reso mio figlio un uomo in grado di lottare per quello in cui crede, un uomo di cui andare fieri»  dice facendo cenno a Gabriele di avvicinarsi a lui.
Il padre gli passa il testimone e lui inizia a parlare.
«Denise, per anni sono rimasto all’ombra di una vita che per me era già stata designata. Perderti o averlo creduto, mi ha fatto capire che dovevo lottare per avere ciò che più desideravo …»
Ma cosa diavolo sta dicendo?
« … e ciò che desidero più di ogni altra cosa sei tu Denise.»
Non posso credere che lo stia facendo davvero.
Prati senior, sorride compiaciuto. Con la coda dell’occhio guardo Nicholas che stringe forte i pugni, talmente forte che le nocche gli sono diventate bianche.
Vedo Gabriele avvicinarsi a me ed inginocchiandosi prendere la mia mano.
Non farlo, ti prego Gabriele non farlo.
«Denise, ci amiamo nell’ombra da molto tempo. Vorrei che il nostro amore uscisse finalmente alla luce del sole.», sfila qualcosa di brillante dalla tasca della giacca, «Denise Ferrari vuoi diventare mia moglie?»
 
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  Mi sento scuotere delicatamente.
«Denise, ci sei?», la voce di Fabiola mi riporta alla realtà.
Le sorrido ed a fatica, vista la mole, mi alzo dal divanetto.
«Stavo solo ricordando il giorno in cui tutto questo è diventato realtà», dico accarezzandomi i capelli.
Fabiola alza gli occhi al cielo, poi si abbassa verso la mia pancia.
«Per fortuna che c’è tua zia, piccolino, a salvarti da questa scombinata di tua madre!», sussurra, accarezzando poi amorevolmente il mio addome.
Un piccolo calcio parte dall’interno del mio grembo facendomi trasalire.
«Vedi lo sa anche lui!», asserisce.
Ci sorridiamo entrambe.
«Quanto vorrei che papà ti vedesse ora. Sarebbe così orgoglioso di te!», dichiara stringendomi forte tra le sue braccia,«Ora andiamo, il tuo sposo ti sta aspettando»
Sorrido ancora ed inspiro.
Il mio sposo. Ancora mi ci devo abituare.
Salgo in macchina. La mia macchina, quella con cui si sono sposati mamma e papà e che per anni mi ha accompagnato. Quando mi immaginavo questo giorno, mi sono sempre vista su quest’auto, avrei voluto che mio padre mi accompagnasse, ma purtroppo la vita aveva altri progetti per lui. Mi asciugo uno lacrima ricordandomi le parole di Luca.
Non devo essere triste questo giorno.
Sto sposando l’uomo che amo, che mi ha reso felice.
Dopo poco più di un quarto d’ora arriviamo a destinazione.
Fabiola mi prende sottobraccio aiutandomi a fare gli scalini. È davvero strano come nel momento in cui ti avvicini all’altare nella tua mente riaffiorano tutti i ricordi più belli trascorsi insieme al tuo uomo. All’uomo che ti sta aspettando alla fine del lungo tappeto, emozionato quanto te, se non più di te e che ti guarda come se al mondo non esistesse altro all’infuori di voi due.
Luca mi aspetta alla fine delle scalinate. C’è sempre stato per me e sono fiera che abbia accettato di accompagnarmi all’altare. Lo vedo sorridere radioso, felice per me.
Fabiola ci supera andando a posizionarsi nella zona riservata alle testimoni, lasciando il mio amico e me da soli.
Inspiro tutta l’aria che posso. Fino a poco tempo fa, quando sognavo questo momento, la fine diventava un incubo terribile. Luca si accorge della mia improvvisa paura e mi stringe il braccio.
«Stai tranquilla tesoro, tutto andrà bene. Niente incubi questa volta. Stai vivendo la tua favola, il tuo momento felice.», mi rassicura.
Io lo osservo, poi l’occhio cade sulla mia pancia ed infine mi convinco che tutto andrà bene.
Mi guardo attorno. Il posto è incantevole e il dolce rumore delle onde in lontananza mi dona subito una sensazione di pace e tranquillità.
La musica attacca, non è la solita marcia nuziale, ma una musica lieve, quasi ancestrale, che si riappacifica con l’ambiente circostante.
Chiudo gli occhi per un attimo, l’ultima volta che sono stata qui ho deciso la mia vita e, ancora una volta, mi abbandono ai ricordi.
 
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La macchina corre veloce, non so dove sto andando fino a quando non parcheggio nell’unico posto dove,inconsciamente, sapevo di poterlo trovare.
Parcheggio l’auto sotto ad un lampione. Il cielo inizia ad imbrunirsi, regalando al paesaggio i fantastici colori del crepuscolo.
Corro a perdifiato lungo la scaletta che conduce alla caletta. Chiedendomi se lo troverò ad aspettarmi, perché so che non potrei più vivere senza di lui.
E poi lo scorgo.
Se ne sta seduto ad osservare il mare.
Riprendo fiato, inspirando a pieni polmoni. L’agitazione è tanta ma mai, in vita mia, sono stata più decisa di così.
Sente i miei passi avvicinarsi perché si volta verso di me e mi guarda con aria stupita.
« Denise se sei qui per …»
«Adesso te ne stai zitto e mi ascolti», dichiaro col fiato corto per la corsa appena fatta e per l’agitazione,«Non hai ancora capito che mi sono innamorata di te e che non posso vivere senza te. So che è precipitoso, forse sono una pazza ma ho sentito quel rumore e l’ho sentito tutte le volte che tu mi stingevi tra le braccia, tutte le volte che abbiamo fatto l’amore e lo sento tutte le volte che i tuoi occhi si posano sui miei»
« Il rumore?», chiede stupito
«Sì, quel rumore di cui mi hai parlato, quello che riesci a percepire in questo posto. Per me è lo stesso, solo che il luogo che mi rende felice sono le tue braccia», dico con un filo di voce
«Io credevo che tu …», balbetta avvicinandosi a me
«Hai creduto male. Io voglio stare con te, il resto non ha importanza», mi avvicino ancora di più
«Ma il tuo lavoro, la tua famiglia … non devi rinunciare alla tua vita per me», ribatte
«Tu mi ami?», chiedo fermamente
«Lo sai.», risponde
Scuoto la testa.
«Tu mi ami?», ripeto nuovamente
«Con tutto il mio essere!», dichiara guardandomi negli occhi.
«E allora il resto si sistemerà, quello che conta siamo tu ed io. Duprè mi ha fatto un’offerta vantaggiosa e poi, come dicevi tu, qui in Francia ci sono molte opportunità.», gli comunico
«E la tua famiglia?», domanda
«Se sono felice io, anche loro lo sono. E poi hanno le vacanze assicurate in un posto magnifico», preciso smorzando la tensione accumulata fino ad ora.
Ride scuotendo la testa, prima di posare le sue labbra sulle mie.
Labbra che non sentivo da qualche giorno.
Labbra di cui non potrò più fare a meno.
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Luca ed io, avanziamo lentamente lungo il tappeto che scorre lungo la navata della piccola chiesetta affacciata sulla spiaggia di Sainte Marie de la Mer.
Il luogo perfetto.
Il luogo dei suoi momenti felici. Dei nostri momenti felici.
Cammino tra i pochi invitati presenti alla cerimonia, mi guardano, ma io ho occhi solo per lui.
Lo vedo mentre sorride radioso ed emozionato al tempo stesso. Il cuore riprende a battere velocemente fino a quando lo raggiungo.
Gli sorrido.
Mi sorride e si avvicina prendendomi il viso tra le mani baciandomi lievemente.
«Ti amo Denise», dice con gli occhi luccicanti
«Ti amo Nick», dichiaro con voce tremante per l’emozione.
Intorno a noi il silenzio, tranne che per quel rumore che entra dalle finestre della chiesa.
Un rumore che sa di felicità.
La nostra felicità.


                                 
  
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