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[Ade]
Aveva
atteso giorni, settimane, mesi prima di
avere la fortuna di trovarla da sola, priva di protezione, lontana
dallo
sguardo vigile della madre e delle ninfe con le quali si riuniva.
Doveva
ringraziare una maledetta sfida con la
dea dell’amore per quell’ossessione che non lo
abbandonava mai, in nessun
momento, né quando era solo nelle sue stanze né
quando giudicava le anime dei
morti che giungevano a fiotti nei suoi domini, in attesa del verdetto
che li
avrebbe condannati ad un’eternità di dannazione o
di pace perpetua.
Il
ricordo della voce maliziosa di Afrodite lo
tormentava, il suo tono insinuante e provocatorio, rimbombando nelle
sue
orecchie con la fatalità di una maledizione. Guardala,
Ade, gli aveva sussurrato, indicando la fanciulla che
sedeva poco distante dalla madre alla mensa degli dei. Volgi
pure il tuo sguardo verso di lei. Il suo nome è Persefone.
Non è
forse una sfida adatta al potente sovrano dell’Oltretomba?
Non senti il profumo
della vita su di lei? Non vedi come la sua pelle risplende di calore e
gioventù?
Eppure non conosce nulla della vita, la poverina. Sua madre la tiene
ben
stretta alle sue gonne e le impedisce di prendere il volo…
Scommetto che
vorresti essere tu le sue ali.
Ade
non aveva compreso per quale motivo la dea
lo avesse spinto a notare proprio lei tra tutti, ma dopo un solo
sguardo aveva
deciso che non gli importava.
Da
quando l’aveva veduta per la prima volta
sapeva che la fanciulla era entrata con prepotenza nelle sue ossa,
nelle sue
vene, nel suo sangue. Non che lei fosse consapevole di aver condannato
alla
follia il sovrano degli Inferi: era bastato che i suoi occhi si
posassero una
volta sola su di lei, sui lunghi capelli castani nei quali le ancelle
avevano
intrecciato perle e fiori, sul peplo candido che scopriva la forma
tornita delle
cosce e l’incavo tra i seni quando si chinava a raccogliere
le margherite, o
quando correva, o quando nuotava nel lago – per far
sì che Ade perdesse il
senno e decidesse ch’ella doveva essere sua.
Era
assolutamente certo che sarebbe impazzito
per lei con o senza l’intervento di Afrodite – era
una semplice questione di
tempo.
Dopotutto
era stato solo tanto a lungo – che
male c’era se anche lui decideva di prendersi una sposa? Non
avevano forse,
entrambi i suoi reali fratelli, una regina con il quale governavano il
primo il
regno dei cieli e il secondo il regno del mare?
Davanti
a queste obiezioni, neppure lo stesso
Zeus aveva osato impedirgli di esaudire il suo desiderio.
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Drabble: 425 parole
Note
dell'Autrice: E niente, per oggi è tutto davvero.
Grazie per essere arrivati fin qui - spero che apprezziate Ade quanto
me, è un cucciolo *_* E viva Afrodite che sparge ammore a
destra e a sinistra! ù_ù
Si
ringraziano i Fever Ray e la serie tv Vikings
per il titolo della raccolta e le strofe a inizio dello scorso capitolo.
Baci
e abbracci, vostra
Niglia.