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Autore: ezuccanigra    12/03/2015    0 recensioni
E se fosse impossibile trovare la persona giusta? Storia di una ragazza e delle sue avventure sentimentali.
"Era da sette anni che non ero single. Sette, io ve lo dico. Ma la singletudine non è come me la immaginavo"
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il locale in cui siamo ha la musica troppo alta per i miei gusti. Sarà che tutto mi dà un po’ fastidio in questo momento, ma ho i nervi a fior di pelle.
Guardo le mie amiche.
“La verità” dico “E’ che non mi importa”
Clara alza un sopracciglio “Davvero?” mi squadra con lo sguardo di chi la sa lunga.
Inizio a pensare a lui, vorrei dire qualcosa di cattivo, di talmente cattivo da zittire le mie amiche una volta per tutte. Talmente cattivo da farmi sentire meglio.
Faccio per aprire bocca ma sento qualcuno sfiorarmi la spalla. È un ragazzo “Ti è caduta la sciarpa” dice sorridendo. Io lo ringrazio e lo guardo andare via, ipnotizzata.
“Che pettinatura ridicola” dico senza pensare.
Marta fa spallucce “Secondo me era carino”
Secondo me, invece, assomiglia troppo a Marco. Per distrarmi, affondo la cannuccia nel bicchiere un paio di volte.
“Sapete una cosa? Io lo detestavo. Quel suo modo di fare perfettino, il suo egoismo, la sua insensibilità. Come si fa ad essere tanto insensibili? I jeans strappati sul ginocchio, voglio dire, che senso ha? Quella barba incolta, lunga, fastidiosa. Perché lo fanno? E i mocassini? Vogliamo parlare dei mocassini? E perché andare in giro con la tuta da ginnastica? “
“Stai ancora parlando di Marco?” mi chiede Clara. Marta le fa segno di stare zitta. Io ormai sto andando ai mille all’ora.
“Loro con quelle facce innocenti o meno. Chi si veste da alternativo credendo di essere diverso, quelli che vanno tutti i giorni in giro con giacca e cravatta, spendendo i soldi dei genitori e poi fumando erba nel giardino di casa perché non riescono a sopportare la loro vita troppo perfetta. Quelli che si mettono il gel nei capelli, quelli con i capelli lunghi e quelli con i capelli rasati. Dove credono di essere? Quelli che si mettono migliaia di anelli alle dita, bracciali, collane d’oro, da papponi, con la camicia aperta fino al quarto bottone per far vedere il petto depilato. Quelli che passano ore in palestra a pomparsi i muscoli e quelli che invece stanno chiusi nel loro stanzino a guardare i porno su internet, quelli che si ammazzano di studio sperando chissà che cosa la vita potrà mai loro offrire.”

Marta, che prima mi guardava divertita, ha cambiato lentamente espressione. Sembra triste, compassionevole. Perché ha quella faccia?
“E il modo in cui cercano di rimorchiarti? Vogliamo parlarne? E quelli che camminano mano a mano con la fidanzata in centro e poi ti lanciano occhiate disgustose e si permettono di giudicare le donne, senza rispetto, senza nessun diritto!” ormai sto urlando, mi sento accaldata.
“Li odio tutti, che vadano tutti a fanculo. Quante cose ho fatto per lui?” mi si spezza la voce.
Clara allunga una mano verso di me. “Cerca di calmarti”
Ma il suo tono mi dà fastidio. Non voglio fare pena a nessuno.
“Perché non funziona niente?” dico scoppiando in lacrime. Voglio andarmene. Come mi alzo dalla sedia, il mio drink si rovescia sui miei jeans.
“Perfetto!” dico tra i singhiozzi.
Marta e Clara sono visibilmente sconvolte. “Ti accompagno io a casa” si propone Clara. Ma io non voglio.
Esco dal locale asciugandomi le lacrime. C’è un gruppo di amici che chiacchera vivacemente, qualcuno si gira. Il mio istinto mi dice di sistemarmi, togliere il trucco colato dalla faccia, tirare indietro la pancia, camminare fiera e sorridere. Ma sapete cosa? Fanculo a tutto. Mi odio, odio il modo in cui il mio corpo vuole a tutti i costi sembrare attraente, piacere a qualcuno. Perché diavolo dovrei per forza piacere a qualcuno se a me non piace nessuno? Me ne vado quasi correndo. Come nei peggiori incubi, è notte, non ricordo dove ho lasciato la macchina e inizia a piovere. Ma devo andarmene di qui prima che le mie amiche mi trovino. Non ho bisogno di loro, ci sono cose che devo gestire da sola.
Vago per il parcheggio immenso e finalmente vedo la macchina. Mi tremano le mani e faccio fatica a recuperare le chiavi. Mi cadono nel fango. È incredibile. Vorrei solo prendere a calci tutto quello che mi capita a tiro.
Oh Dio.
Come sono arrivata a questo punto?



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Ciao a tutti! Ho deciso di iniziare questa storia a capitoli sulle avventure di questa ragazza (e disavventure)
Questo capitolo è un flashforward.
Fatemi sapere se vi piace!
   
 
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