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Autore: Colpa delle stelle    13/03/2015    2 recensioni
[Interattiva - posti al completo]
Il Signore Oscuro sta tornando. Agisce nell'ombra, si nasconde dal Mondo Magico e anche se nessuno lo vede e lui stesso non si presenta nelle sue solite vesti, la sua presenza è tangibile come una mannaia sul collo delle persone e nessuno riesce più a ignorarlo.
Quattro giovani coraggiosi si ritroveranno inevitabilmente attirati nel corso degli eventi e sarà il destino a decidere la riuscita o il fallimento della loro missione.
Ad Hogwarts, però, la vita scorre normalmente e per gli studenti che la frequentano rimane ancora la scuola di magia e stregoneria più sicura al mondo.
E voi, che ruolo avrete in questa storia?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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 Il complemorte del barone 

 

Thea aprì la Gazzetta del Profeta e la sbatté al centro del tavolo dei Serpeverde, attirando l'attenzione della maggior parte dei suoi compagni. - Avete letto? -
Damon si tese in avanti, accaparrandosi la visuale migliore, e Dakota lo spinse di lato, per poter leggere qualcosa.
- Si parla di Mangiamorte! - esclamò Francisco, con la voce strozzata.
Althea allungò la mano e tirò il giornale dalla sua parte. - Se state tutti zitti, ve lo leggo! - annunciò, alzando il tono di voce per calmare il brusio agitato.
Lynne le fece un cenno di assenso ed Althea si schiarì la voce. - Nel tardo pomeriggio di un giorno all'apparenza normale, le nuvole plumbee e il cielo scuro hanno fatto da contorno e da attoniti spettatori ad un evento tragico, la cui portata preoccupante da anni ormai non si riversava nel Mondo Magico. Azkaban, famosa per la sua fama da impenetrabile prigione, ha subito l'evasione in massa di alcuni ex-Mangiamorte e di simpatizzanti della Magia Nera, ad opera di un mago la cui identità rimane tutt'ora ignota.
La squadra di Auror è stata mobilitata seduta stante e il signor Harry Potter, il comandante della spedizione, ha dichiarato che il loro obiettivo è trovare il responsabile del misfatto e punirlo, incarcerandolo insieme agli altri fuggitivi.
Il Ministero della Magia invita la popolazione del Mondo Magico a mantenere la calma e suggerisce alcune misure di sicurezza, da attuare non appena leggerete questo articolo. Tutti noi facciamo inoltre affidamento sulla nostra esperienza. I giorni bui della Seconda Guerra Magica non sono ancora dimenticati e mai lo saranno. Confidiamo nella vostra assennatezza. -

Dakota e Lynne si lanciarono un'occhiata e lo stesso fecero Thea e Francisco.
- Tradotto – esordì Damon. - Siamo nella merda. -
- Non è una situazione particolarmente simpatica. - annuì Thea, con un sospiro.
- Siamo davvero nella merda! - esclamò Dakota, alzandosi in piedi.
- Dove vai? - le urlò dietro Althea, prima che fosse troppo lontana.
- Devo parlare con delle persone. - rispose girandosi appena. - Ci vediamo a pranzo. -
Althea guardò Lynne, che fece spallucce e scosse la testa.
- E per stasera? - esclamò Francisco, preoccupato.
- Non possiamo annullare tutto! - gli fece eco Damon.
- La preside ci ha dato il permesso e per adesso non l'ha ritirato – li tranquillizzò Thea. - Quindi possiamo continuare con il nostro piano. -
- Ho parlato con Jude proprio di questo – si intromise Lynne, ignorando l'occhiata risaputa di Damon e quella leggermente diffidente di Althea. - Abbiamo l'appoggio dei Tassorosso. -
- Non avevo dubbi al riguardo. - commentò Althea ripiegando il giornale. - Speriamo solo di aver fatto la scelta giusta. -
- Lo apprezzerà. - annuì Francisco. - Lo omaggeremo per tutta la sera. Gli piacerà per forza! - Scambiò un cinque con Damon e si apprestò ad abbandonare il tavolo. - Ho lezione di Erbologia. - disse trangugiando il resto del succo nel suo bicchiere. - Vi raggiungo a pranzo con Dakota. -
Lynne lo salutò con un cenno e lei stessa si alzò, imitata da Althea. - Tutti d'accordo? - chiese ancora.
- D'accordo. - confermò Damon, allontanando il piatto vuoto.

 

 

Jude teneva in mano una cartellina e aveva una matita infilata dietro all'orecchio. Studiava i compagni che si muovevano per la stanza con occhio critico e intervenne all'istante, appena vide Nathan alle prese con un barattolo di colore.
- Arancione? - esclamò rubandogli la pittura. - La lista precisava il nero, il grigio o il verde bosco. -
- Sarà come una festa di compleanno! - si lamentò Nathan. - E quei colori non sono affatto divertenti. -
- Per questa particolare serata, il divertimento non è la prerogativa. -
- La parola d'ordine di ogni compleanno è sempre divertimento. - precisò Annelise passandogli di fianco con uno scatolone in mano.
- Ferma tu! - la bloccò Jude aprendo la scatola. - Dove lo stai portando? -
- In Sala Grande – sbuffò lei. - Proprio dove mi hai detto tu. -
Jude fece un respiro profondo e si sforzò di mantenere la calma. - Arrederemo la Sala Grande solo dopo aver pranzato e cenato, quindi minimo tra sette ore. -
Annelise incrociò le braccia al petto e gli sbuffò apposta in faccia. Poi girò sui tacchi e raggiunse Skylight, che stava disegnando qualcosa con un pennello. - Sono i segna posto! - urlò, all'indirizzo di Jude, dopo aver intercettato la sua occhiata preoccupata.
Con la coda dell'occhio, il Tassorosso si accorse che Nathan stava cercando di filarsela e lo riacciuffò, afferrandogli il colletto. - Se il colore ti da così fastidio, vai a cercare Christian e Blake. - ordinò, appoggiando il barattolo arancione sul tavolo più vicino. - Ho bisogno del loro parere. -
- Christian è proprio là – disse Nathan scrollandosi di dosso la sua mano. - Blake non lo vedo da stamattina e non ho tempo di cercarlo. - Scappò via, senza dare il tempo a Jude di dire qualcosa.
Il ragazzo, stringendo con rabbia i fogli che aveva in mano, si incamminò verso Christian.

- Te ne sai già pentito? - lo accolse il Tassorosso mettendogli in mano una tartina.
- È un'idea nobile e Lynne mi ha chiesto un favore, quindi no, non me ne sono pentito. - sospirò lasciandosi cadere su una sedia. - Ma è faticoso. -
- Sarà una serata fantastica. - lo rassicurò Christian, convinto.
Jude lasciò vagare il suo sguardo nella stanza, dove i Tassorosso erano intenti a lavorare, e si sentì un poco più sicuro.

 

Ebony era in testa al gruppo, con il ciondolo aperto tra le mani e lo sguardo fisso sul pavimento.
- Ora dobbiamo girare a sinistra e poi... -
- A sinistra c'è un muro. - le fece notare Dakota, con tono spazientito. Di minuto in minuto, di fallimento in fallimento, la sua fiducia verso la Corvonero era andata quasi ad esaurirsi.
Sollevando il ciondolo, Ebony fece un sospiro.
- Giriamo nel corridoio di sinistra – continuò, raggiungendo la biforcazione. - E poi saliamo le scale. - Alzò gli occhi davanti a sé e si stupì di trovare un altro muro. Amber fissò Ebony, sconsolata, e Blake si passò le mani sul viso. - Okay, riproviamo. - esclamò la Corvonero.
Si voltò e dopo un'ultima occhiata al ciondolo, riprese a camminare. Amber la seguì e lo stesso Blake, dopo aver esortato Dakota con un'occhiata.
Procedettero in silenzio lungo tutto il corridoio, fino a ritrovarsi davanti alle scale.
- Su o giù? - chiese Dakota, sarcastica.
- Su. - affermò Ebony, convinta, poggiando il piede nell'esatto istante in cui la scala si fermò.
Salirono altri due piani e imboccarono l'ennesimo corridoio.
- Mi fanno male i piedi. - avvisò Dakota, senza ottenere l'attenzione di nessuno.
- Ci siamo. - esordì Ebony, fermandosi. - Questa volta veramente. -
- Speriamo. - commentò Blake, ottenendo l'occhiata di trionfo di Dakota.
La Corvonero fece qualche altro passo, prima di fermarsi davanti ad una porta arruginita.
- È un ripostiglio delle scope. - le fece notare Amber, utilizzando tutto il tatto di cui disponesse.
- Ci siamo. - riconfermò Ebony, mettendo il ciondolo in tasca. Poggiò la mano sulla maniglia e tirò con forza, trovando resistenza. Provò anche a spingere, ma la porta non si mosse.
- Alohomora. - sussurrò Amber, ma l'incantesimo non funzionò. Blake si fece attento e Dakota interruppe il suo sbadiglio. - Cosa vogliono nascondere in uno sgabuzzino delle scope? - domandò retoricamente la Grifondoro, guardando gli altri tre. - Proviamo tutti insieme. -
Sfoderarono le bacchette e le puntarono contro la serratura.
- Ebony, dimmi che è una scelta saggia. - pregò Blake fissando la porta con diffidenza.
- Non posso farlo. - rispose lei. - Non posso saperlo. -
- Facciamolo e basta. - esortò Dakota. - Al mio tre. -
- Uno. - contò Amber.
-Due. -
- Tre. -
- Alohomora! -
La serratura saltò e il contraccolpo fu così forte che i cardini gemettero e la porta si spalancò, sbattendo contro il muro. Amber si lanciò in avanti e riuscì a fermarla prima che si richiudesse.
L'ambiente era piccolo ed era completamente vuoto. Le pareti erano spoglie, non c'erano aperture e si sentiva un pesante odore di muffa.
- Tanta fatica per niente, a quanto pare. - commentò Dakota rimettendo la bacchetta nel mantello.
Ebony invece entrò e spalancò le braccia. - Perché avrebbero dovuto chiudere uno sgabuzzino vuoto? -
- Di solito lo fanno, per quelle stanze rovinate in cui nessuno vorrebbe mai stare. -
Amber si voltò verso la Serpeverde, pronta a ribattere, quando si accorse che anche Blake era entrato e che si era fermato davanti al muro.
- Qui c'è qualcosa. - parlò proprio in quel momento facendo cenno alle altre di avvicinarsi. 
Ebony sporse la testa e vide una crepa al centro di una mattonella. Blake tese la mano aperta e la Corvonero lasciò cadere sul palmo la collana. Con il fiato sospeso, le tre guardarono Blake prendere il ciondolo e inserirlo nella crepa. Per pochi, interminabili, secondi, non successe niente, poi il pavimento iniziò a tremare. Dakota tirò indietro Blake appena in tempo. Là dove c'erano i suoi piedi, si era aperta una fessura.
- Vedo qualcosa. - annunciò Amber inginocchiandosi vicino al bordo. - Ma non riuscirò mai a passarci. -
Ebony sollevò le braccia. - Non guardate me. -
Blake si voltò verso Dakota, ferma accanto a lui, che spalancò gli occhi. - Lì sotto? Da sola? Al buio? - esclamò a raffica. - Non ci penso nemmeno. -

 

 

- Ancora non ci credo! - si lamentò Ishido lanciando una veloce occhiata a Diane. - Abbiamo perso contro di loro a Quidditch, ho una sfida in corso con Damon e dobbiamo aiutarli? -
- Thea Bennet mi ha chiesto un favore e lei non gioca a Quidditch. - osservò la Corvonero aggiustando un candelabro. Raddrizzò le tre candele e lo spolverò, ravvivando le decorazioni in argento.
- Un ambasciatore neutrale non avrebbe convinto me. - ribatté Ishido.
- Faremo bene a collaborare tutti – commentò Diane lanciandogli un'occhiataccia. - La preside ha chiesto aiuto a tutte le case e noi obbediremo. Sarà divertente, vedrai. -
- Talmente divertente che non sto più nella pelle. -
Diane lo guardò male, di nuovo, e gli fece cenno di prendere lo scatolone. Lei afferrò i candelabri e salì in pochi salti le scale delle cucine. - Muoviti! - urlò a Ishido, che si alzò di malavoglia e la raggiunse.
- Devo portare tutta questa roba fino alla nostra Sala Comune? - domandò insofferente.
- Se sai la risposta, è inutile chiedere. - Diane lo ignorò e accellerò il passo, quando si accorse che dal fondo del corridoio si avvicinavano Alice e Caroline. - Ci sono altre scatole in cucina. - le avvisò, senza nemmeno fermarsi.
- Quante sono? - chiese Caroline facendosi preoccupata.
- Diciassette. - rispose Diane sovrastando il – Troppe. - di Ishido.
- Devono esserci molte finestre. - scherzò Alice prendendo Caroline a braccetto. - Forza, prima finisci prima potrai raggiungere Blake. - La Corvonero fece una smorfia, come se la prospettiva non la entusiasmasse troppo, e si fece trascinare via.
- Cosa ne pensi di quei due? - domandò Ishido contento di poter cambiare discorso.
- Che Caroline è più furba di quanto credevo – rispose Diane, senza troppi giri di parole. - Non durerà ancora per molto. -
Andromeda spuntò dal corridoio di fronte e corse loro incontro. - Avete bisogno di una mano? -
Ishido fece per consegnarle la scatola che teneva tra le braccia, ma Diane lo fermò prima che ci riuscisse.
- Giù in cucina ci sono altre scatole - le disse spingendola via. - Troverai anche Alice e Caroline. -
Andromeda annuì e riprese a camminare, piuttosto spedita.
- Perché siete tutti così entusiasti? - domandò Ishido, stupito.
- Perché vogliamo divertirci – rispose Diane. - Finché possiamo. -

 

 

La biro di Francisca si muoveva rapida sulla carta ed era molto meno precisa rispetto agli svolazzi eleganti di Zoey.
- Fran! - la richiamò infatti l'altra, mostrandole il cartoncino. - Hai dimenticato le maiuscole. -
- In una scala da uno a dieci, quanto può essere importante la maiuscola? In un invito del genere? - ribatté la Grifondoro strappandole il foglio di mano. - Zero infatti. - si rispose da sola, rimettendo l'invito in cima alla pila di quelli che aveva già compilato.
Yulia fece cenno all'amica di non discutere e di nascosto prese il cartoncino, riscrivendolo come già aveva fatto per tutti gli altri.
- Ricordati la maiuscola! - ammonì Zoey sporgendosi talmente vicina a Francisca da farla sbagliare. La strega l'incenerì con lo sguardo e accartocciò il fogliettino. Poi ne recuperò uno pulito e scivolò sulla panca, spostandosi da Zoey. La Grifondoro, improvvisamente priva di giovani vittime da istruire, si concentrò su Ross, che era seduto di fronte a lei.
- La tua calligrafia è incomprensibile. - gli fece notare levandogli la biro di mano. - Perché non vai a consegnare gli inviti che abbiamo già scritto? -
Ross guardò la sua scrittura, risentito, ma poi si alzò e fece quello che gli era stato chiesto. - Dov'è Thalia? - chiese a Yulia.
- In giro per i corridoi. - rispose lei, senza nemmeno alzare lo sguardo.
- Anche lei ha una calligrafia davvero orribile. - considerò Zoey, prima di riprendere a scrivere.
Ross le fece il verso e se ne andò. Uscì dalla stanza e subito trovò Thalia, affiancata da Angel.
- Vengo a rifornirmi. - lo avvisò sparendo dietro alla porta.
- Ti aspetto allora. - esclamò Ross, prima di accorgersi dello sguardo di Angel.
- Tu sia dov'è Amber? - gli domandò, senza la consueta sfumatura di ironia che assumeva quando accennava al loro legame.
- Mi sembra sia andata a consegnare gli inviti. -rispose per lui Thalia. - Ho visto che parlava con una Serpeverde prima. -
- Dakota Pearce? - provò ad indovinare Angel sperando di sbagliarsi.
- Proprio lei. - annuì Thalia, facendo cenno a Ross di muoversi. Si fermarono subito, a parlare con due studenti di Tassorosso, ed Angel si ritrovò da sola. Non poteva che chiedersi perché Amber non le avesse proposto di distribuire gli inviti insieme.

 

 

Dopo aver appellato una fune, Blake l'aveva legata alla maniglia della porta chiusa, fissandola con un doppio nodo. Dakota lo aveva osservato e aveva finto di studiarlo per parecchi minuti, prima di dare la sua approvazione. Si fece passare la corda intorno alla vita e la legò stretta, ignorando la morsa di tensione che le chiudeva la gola.
- Sono pronta. - esordì sedendosi sul bordo dell'apertura.
Ebony le appoggiò una mano sulla spalla e le sorrise. - Qualunque cosa tu veda, non urlare. - la raccomandò. - Potrebbero sentirci. -
La Serpeverde la ringrazò con una smorfia e chiuse gli occhi. Contò di nuovo fino a tre, poi si fece coraggio e si lasciò cadere nel buio. Le sue gambe toccarono subito terra, molto prima di quello che aveva previsto, e la fecero cadere in avanti, impreparate a sostenere il suo peso. Dakota si tirò subito in piedi, pulendosi dalla polvere, e si guardò intorno.
- La bacchetta! - le urlò Blake.
Da dove si trovava, nonostante la luce flebile, Dakota riusciva perfettamente a vedere i loro volti e la preoccupazione che li deformava. Almeno, pensò, si preoccupano per me.
Estrasse la bacchetta e la puntò davanti a sé. - Lumos. - sussurrò, mordendosi il labbro.
Scoprì di ritrovarsi in una stanza praticamente uguale a quella in superficie, ma non era vuota. Al centro c'era una specie di teca con un vetro spesso che proteggeva un castello in miniatura.
- Non ci credo. - mormorò, avvicinandosi a grandi passi. Sfiorò con una mano il bordo dorato e provò a muoverla. Il vetro si sollevò senza difficoltà e Dakota svelta lo appoggiò al pavimento, concentrandosi su cosa proteggeva.
- Cos'hai trovato? - domandò Amber, fremendo di curiosità. - Ti tiriamo su? -
La Serpeverde non rispose. Fissò il castello, la fedele riproduzione di una Hogwarts in miniatura, in silenzio. Poi la toccò e la sollevò, quasi aspettandosi una trappola o un trabbocchetto, che non arrivò. - Tiratemi su! - urlò e subito Blake obbedì. Slacciò il nodo dalla maniglia e si mise a tirare, con forza, sbuffando l'aria dal naso.
La testa di Dakota sbucò subito dal buco. La Serpeverde appoggiò il castello sul pavimento e si tirò su, battendosi la divisa per levare la polvere. Il silenzio che l'accolse se lo aspettava.
- Cos'è? - domandò Amber, con la voce strozzata.
Dakota sorrise, ironica. - Una casa per bambole. -

 

 

La musica che proveniva dalla Sala Grande trasudava austerità ed eleganza d'altri tempi. Gli studenti, ancora in divisa, si affrettavano dentro e fuori dal salone, portando calici e piatti di cibo e aiutando gli elfi a finire di arredare la sala. Lynne tirò Jude da un lato appena lo vide e gli strappò di mano la lista che gli aveva consegnato lei stessa quella mattina.
- Segnaposti. Tende. Striscione. - rilesse frenetica. - Sei riuscito a fare tutto? -
- Ho completato tutte le richieste. - annunciò Jude, orgoglioso.
Lynne si allungò sulle punte e gli lasciò un bacio sulle labbra, come ringraziamento. - Sei stato perfetto. - si complimentò, affrettandosi verso Thea, che si sbracciava dall'altro lato della sala. Jude la guardò andar via senza dire niente, con la bocca aperta e in uno stato di confusione.
- Era un bacio, amico. - gli fece notare Nathan, dandogli una pacca sulla spalla. - Ti scandalizzi per così poco? -
Il Tassorosso si riprese, in tempo per lanciargli un'occhiata divertita. - Quando Dominique ti bacerà, vienimi a cercare. - gli suggerì, allontanandosi verso la tavolata centrale che ospitava il cibo.
Nathan rifletté sulle sue parole e si rammaricò mentalmente, prima di corrergli dietro.
- Odio le tue frasi sibilline! - esclamò, provando a farsi sentire in mezzo a tutto quel trambusto.
- Nathan! - urlò Annelise, parandoglisi davanti. Insieme a lei c'erano Skylight e Andromeda. - Abbiamo i candelabri e i piatti. Li hanno portati i Corvonero. -
Si guardò intorno, alla ricerca di Jude, ma non lo trovò.- Sai dove vanno? -
Nathan aprì e chiuse la bocca parecchie volte, senza sapere cosa rispondere, ma poi mosse le mani a caso. - Metteteli sul tavolo! - disse solo, scappando via.
Annelise lo guardò correre, incredula. - Dovremo fare come dice lui? - domandò, voltandosi verso le altre due.
- Non sembra molto sveglio. - commentò Andromeda.
Skylight scoppiò a ridere e anche Annelise si rasserenò. - Credimi, non lo è. -

 

 

Thea passò lo straccio lungo il tavolo e ritornò a sfregare con forza.
- Sta brillando. - osservò Damon, sedendosi sulla panca. - Dovresti smetterla di agitarti così tanto. -
- Sai com'è fatto. - si difese Thea. - Non vorrei avere qualche maledizione solo perché ha trovato troppa polvere sui tavoli. -
- Se non gli piacerà, non sarà certo per i tavoli. - commentò Damon, lanciando un'occhiata diffidente a Ishido, che stava raddrizzando i candelabri infondo alla tavolata.
- Ognuno ha fatto la propria parte e senza di loro non saremmo riusciti a finire in tempo. - gli fece notre Thea, abbandonando lo straccio. - Quindi ti prego di trattenerti e di aspettare la tua sfida. - Sollevò lo sguardo non appena si accorse che Dakota era entrata nella sala. - Tu! - la chiamò, invitandola ad avvicinarsi. - Dov'eri finita? -
- Ho aiutato Amber a distribuire gli inviti. - rispose lei, priva della solita arroganza.
- La Grifondoro? - chiese Damon, scettico.
- L'amica di Angel. - confermò Dakota, con un sorriso di trionfo.
- Hai la divisa impolverata. - notò Thea, recuperando lo straccio. Le pulì la schiena e le spalle piuttosto velocemente, poi glielo lasciò in mano e la spinse gentilmente verso gli scatoloni sulla panca. - Dobbiamo ordinare tutti i segnaposto e i piatti. - la istruì, indicandole prima gli uni e poi gli altri. - I fantasmi stanno per arrivare. -
- Chi si è occupato del regalo? - domandò Dakota, restia a muoversi.
Thea impallidì, ma ci pensò Damon a rispondere. - Non sappiamo nemmeno se tutto questo gli piacerà. - le ricordò. - Un regalo sarebbe troppo. -
Non contenta, Dakota continuò a pulirsi e nel frattempo si mosse verso gli scatoloni.
- Il regalo! - ripeté Thea.
- No! - la fermò Damon, prendendola per un braccio prima che potesse correre via. - Il regalo non serve. Ripetilo. Il regalo non serve. -
- Il regalo non serve. - obbedì Thea, titubante.
- Il regalo non serve. - confermò Damon.
- Il regalo serve. -
- Il regalo serve. - si confuse Damon, strappandole un singulto spaventato.
- Sono morta. -

 

 

Albus recuperava prima la forchetta e poi il coltello, li passava a Diane, che li sistemava una a sinistra e l'altro a destra del piatto, e ricominciava da capo. Davanti a loro, Ishido piegava i tovaglioli, tentando di dar loro una forma almeno un po' particolare, ed Ebony posizionava il segna posto, proprio accanto al bicchiere.
- Ripetetemi perché è toccato proprio a noi fare tutto questo. - affermò Albus, dopo aver passato a Diane l'ennesima forchetta. Prese il coltello e si corresse subito, prima di passalarlo alla fidanzata dalla parte della lama. La Corvonero se ne accorse e gli sorrise, ringraziandolo.
- Lo sto chiedendo più o meno da otto ore e nessuno si è ancora degnato di rispondermi. - precisò Ishido, piegando il tovagliolo con tanta forza da strapparlo. Lo accartocciò e se lo infilò in tasca.
- Se ne romperai un altro, probabilmente non saranno abbastanza. - gli fece notare Ebony, provocando la risata di Albus e Diane.
- Lo facciamo perché ci divertiremo. - commentò Alice, allugandosi verso il tavolo per posizionare un candelabro. - E perché tutti i fantasmi lo apprezzeranno. -
- Chi ha avuto la brillante idea di questa festa dei fantasmi? - chiese ancora Ishido.
- Thea. - rispose Alice.
- L'idea di per sé non è male! - esclamò Albus. - Lo sbaglio sta nell'averne parlato alla preside, che ha voluto poi coinvolgere tutti gli studenti. -
- Pretendevi che la organizzasse Thea da sola? - ribatté Alice, incredula.
- Lei e Felix. -
- Il gatto? -
Ishido annuì e strappò ad Alice un gemito di sconforto. - Un Corvonero. - si disse, tra sé e sé. - Un dannato Corvonero. - Gli lanciò un'occhiata di finto disgusto e poi sorrise, prima di correre di nuovo verso le scatole a prendere altri candelabri.
- Le tende così scure non saranno state uno sbaglio? - disse ancora Ishido, piegando un altro tovagliolo.
- Zitto e lavora. - lo ammonì Diane.
Albus gli lanciò un'occhiata di sostegno che Ishido condivise. Era stato un lungo giorno e la serata non era nemmeno cominciata.

 

 

I fantasmi affollarono la stanza una decina di minuti dopo e trovarono gli studenti già seduti ai tavoli, per una volta senza sottostare alle regole delle casate. Fred era seduto vicino ad Ebony, così come lo erano Angel e Damon e Lynne e Jude. Thea si affrettava ancora tra i tavoli, a controllare i dettagli, ma si bloccò quando vide entrare il Barone Sanguinario. Il fantasma studiò la stanza con cipigliò severo, ma sembrò apprezzare le tende e i colori delle tovaglie. Tutto rigorosamente verde foresta. Prese posto a capo tavola, tra gli sguardi cauti degli altri fantasmi e degli studenti, e se non sorrise, d'altronde non lo faceva mai, ostentò comunque un'espressione tranquilla. Era la prima volta che uno studente dimostrava il desiderio di festeggiare il suo Complemorte.
Althea picchiettò con la forchetta sul proprio bicchiere e costrinse la sala al silenzio.
- Auguriamo un divertente Complemorte al signor Barone. - esordì, attenta a non usare la parola “felice” e a non chiamarlo con il suo consueto soprannome. - E speriamo trovi la serata adatta alle sue aspettative. -
Lo scroscio di applausi che seguì fu esortato da Thea, che rivolse occhiatacce a chiunque osasse restare fermo e a coloro che non stavano sorridendo.
Il Barone Sanguinario chinò il capo, apprezzando la presentazione di Althea, e fece per aprir bocca, ma non riuscì a parlare. Un raggio azzurro, che attraversò la finestra senza romperla, si fermò al centro della sala e riportò il silenzio.
La preside si alzò in piedi e la voce del Patronus parlò.
- Colui che farà del quattro il numero perfetto
Che non darà peso alle differenze e nemmeno alle somiglianze
Che riconoscerà l'unità come la speranza più grande,
Sarà in grado di compiere il proprio destino
E di preservare il mondo dalla distruzione.
Perché così come il bene è riuscito a trionfare,
Il male è destinato a tornare
Ma non avrà il potere di restare. - 
La testa di Ebony si girò di scatto, alla prima parola, e incontrò lo sguardo di Amber. Dakota osservava il patronus a bocca aperta e Blake si era alzato in piedi, senza poterselo impedire. - Hogwarts, sei in pericolo. -
Il patronus svanì senza lasciare tracce.
Francisca cercò la mano di suo fratello e la strinse forte. Caroline guardò Christian, scoprendo che i suoi occhi l'avevano cercata per primi. Zoey trattenne il fiato e Yulia non riuscì a staccare gli occhi dal centro della sala, là dove fino a pochi istanti prima c'era il Patronus che aveva parlato.
- Ora sapete. - esordì la preside. - Permettetemi di spiegarvi. -
 


Angolo d'autrice:
BAM! Colpo di scena!
Ci stiamo avvicinando alla fine, posso annunciarlo vora che mancano una manciata di capitoli più l'epilogo, e serviva qualcosa per smuovere le acque.
Gli studenti ora sanno della profezia, anche se non conoscono ancora gli eroi... Cambierà qualcosa? Qualcuno capirà qualcosa? Qualcuno coglierà dei particolari che prima non aveva mai guardato? Chissà...
Grazie delle letture e delle recensioni!
Alla prossima,
Colpa delle stelle

   
 
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