Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Vanel    14/03/2015    2 recensioni
"Ero all'ottavo mese di gravidanza, avvertivo delle forti contrazioni così andai dal ginecologo.
Mi disse che c'erano dei problemi e che erano molto seri: di due gemelle ne potevo salvare solo una, e io avevo già preparato la cameretta di voi due, avevate già un nome, Carmela e Anastasia.
Carmela, nome che proveniva dall'ebraico e significava Giardino di Dio, e Anastasia che significava Resurrezione.
Il dottore mi disse che dovevo fare un parto d'urgenza, e mi chiese di scegliere quale delle due salvare.
Fu terribile, perché la scelta dipendeva da me.
Tra le due era Carmela quella più sana e in forma, e scelsi lei.
Ma il dottore sbagliò, non salvò Carmela, bensì te, una bambina piena di problemi, troppo piccola e magra, rifiutavi il latte, avevi sempre qualche problema, e non smettevi mai di piangere.
Ti odiai per questo, perché se tu non ci fossi stata, sarebbe stata Carmela quella a nascere, una bambina sana e in forma, non una malaticcia lagnosa.
Anastasia, tu sei nata per sbaglio."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Nata per sbaglio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Proposta sotto il vischio






 
Scrissi questo capitolo proprio durante le vacanze di Natale, perciò l'aria natalizia mi ha dato modo discrivere nel più vero delle emozioni.
Questo capitolo è uno dei più gioiosi e forse anche divertenti.
Inoltre è importante...
Buona lettura!






Le vacanze di Natale si avvicinavano, non vedevo l'ora che la scuola chiudesse.
Michele non era più venuto a riprendermi, giustificandosi che sennò Marta, avrebbe avuto strani pensieri, credendo che magari lo faceva solo per vederla.
Ascoltai tutte le sue canzoni dedicate a quella ragazza, e realizzai che magari non esisteva proprio nessuna ragazza.
Il modo che usava per descriverla, la rendeva troppo perfetta.
Non esiste un individuo così perfetto.
A cuor mio sapevo che quella era la soluzione che volevo mettermi in testa.
Stava venendo fuori un nuovo Michele, era meno distaccato, più presente, io e lui parlavamo del più e del meno.


L'ultimo giorno di scuola, accadde l'inaspettato.
"Che ne dici se oggi non andiamo a scuola? Ti porto nel parco dove faccio la mia musica"-Propose.
Sapendo che non avrei perso nulla  a scuola, se non l'ennesima assemblea dove le ragazze facevano le civette sperando di attirare l'attenzione di qualche bel ragazzo senza cervello, accettai, bigiando per la mia prima volta.
Iniziò a raccontarmi degli aneddoti di quando lui e Ambra erano piccoli, il viaggio in macchina si rivelò piuttosto piacevole.

Entrammo nel parco e mi guidò per un sentiero molto particolare, ben curato ma allo stesso tempo, manteneva l'impronta naturale.
C'era un meraviglioso laghetto dove qualche anatra nuotava e tremava infreddolita.
Per il resto, era un piccolo pezzo dell'Eden.
"Wow"
"E qui ti volevo"-Mi disse lui entusiasta.
Lo guardai, sorrideva.
In quel momento avrei voluto baciarlo, diamine, quanto avrei voluto farlo!
Se solo fossi stata più audace...
"Sediamoci lì"-Mi disse indicando la panchina.
Senza rendermene conto iniziai a tremare.
Succedeva sempre così quando potevo fare qualcosa di veramente importante ma non ci riuscivo.
"Hai la chitarra"-Dissi
"Bene, adesso cantiamo un po'"
"Cantiamo? Vorrai dire canto, io sono peggio di quelle anatre li"
"Al mio compleanno sei stata bravissima, perciò cantiamo"
Iniziò a cantare una delle tante canzoni che avevo già ascoltato e che sapevo a memoria.
Iniziai a cantare.
Mi guardò sorpreso.
Si, so una delle tue canzoni a memoria.
Iniziò a nevicare.
Mi sfregai le mani alla ricerca di calore.
"Forse questo Natale abbiamo la neve"-Commentò lui finendo la canzone.
"Magari"
"Che ne dici, torniamo a casa? Inizia a fare freddo"
"Si"-Risposi rammaricata.

Durante il tragitto, lui parlò, mentre io fui piuttosto silenziosa.
Quella sensazione del bacio mancato mi aveva invaso di una tristezza indicibile, mi sentivo impotente, come chiusa in gabbia.
"Che succede? Non dirmi che ti senti di nuovo male"
"Nono, sto bene"
"E' troppo presto però, andiamo al Bar così ci prendiamo qualcosa, ti va?"
"Va bene, ho fame"


Quindici minuti più tardi stavo bevendo una gradevole cioccolata calda, e di fronte a me avevo un talentuoso ragazzo che girava il suo cappuccino troppo caldo per essere bevuto.
"Che fai a Capodanno?"-Mi chiese
In realtà, Mat mi aveva chiesto di andare con lei e i suoi amici ad una casa, ma io ero ancora titubante, anche perchè Ambra mi aveva offerto la medesima cosa.
"Non lo so ancora, tu?"
"Stessa cosa, odio fare i programmi, nessuno può sapere cosa può succedere domani"
"Non dirlo a me"-Risposi ripensando a tutti i  cambiamenti a cui ero stata sottoposta.
Non riuscivo ancora a capacitarmi di essere riuscita a tornare ad essere felice, fino a mesi fa, sembrava impossibile.

Tornammo a casa infreddoliti ma felici, era stata una bella mattinata.
E lui aveva deciso di passarla con me.




Il 24 dicembre, aiutavo Giada a scegliere i dolci più buoni per la Vigilia al supermercato, Ambra e Michele, invece, stavano pulendo casa.
"Che ne dici di quelli alla crema?"
"Sisi! Devono essere squisiti"
"Signora Grandi, vuole provare?"-Chiese prontamente la commessa con voce squillante.
"Fallo provare ad Anastasia, sarà lei a decidere"
"Chi è 'sta bella ragazza? La fidanzata di suo figlio?"-Chiese
"Ahah, magari, è mia figlia acquisita"-Rispose.
"Bella comunque"
Sorrisi... sbaglio o aveva detto magari?

Quando tornammo a casa, Michele mi raggiunse alla soglia.
"Che avete preso?"
Indossava un tread verde con disegnate le renne, aveva un aspetto molto buffo ma allo stesso tempo adorabile.
Lo guardai sorridendo un po', non poteva presentarsi a pochi centimetri dal mio volto così, ogni volta.
"Vischio, uh"-Disse ridacchiando Giada superandoci.
Restammo per qualche istante, che classificai un'eternità a guardarci, per poi rispondere.
"Dolci alla crema e nutella"
"Devono essere buoni"-Disse guardando le mie... labbra?
D'istinto feci la stessa cosa.
"Si, molto buoni"-risposi senza pensarci.
"Alla crema? Mamma io volevo la panna!"-Borbottò Ambra raggiungendoci.
Sospirai.

Dalla cucina proveniva un odorino fantastico, Giada ci sapeva proprio fare, era una splendida mamma quanto cuoca.
Ci sedemmo tutti a tavola, ben decorata, caratterizzata sopratutto dalle tovaglie rosse natalizie, e dai tovaglioli dorati.
"Dio, ti ringraziamo di questa cena..."-Iniziò Ambra
Michele mi guardò e poi rise.
"Grazie mamma"-Disse.
Ambra lo guardò torva ma poi rise anche lei.
"Vorrei dire qualche parola, se non vi dispiace"-Disse Carlo alzandosi.
Restammo in silenzio aspettando che iniziasse a parlare.
"Prima di tutto, questo è stato un anno davvero altalenante, mi sono ritrovato senza il mio più caro amico, è stato un periodo davvero difficile. Ma poi la nostra casa ha ripreso allegria quando è venuta la figlia del mio caro amico, la tua presenza, è un onore per tutti. Sono davvero orgoglioso di te, e di come sei riuscita ad affrontare tutto questo, a nome della nostra famiglia, ti chiediamo di diventare legalmente una Grandi, una di noi"
Guardai Carlo stupita, non me lo sarei mai aspettata.
"Tesoro, è una decisione importante, puoi scegliere con calma"-Mi disse Giada.
Le sorrisi riconoscente, non sapevo davvero cosa dire.
Mangiammo bene, ma per me la serata aveva assunto una piega diversa.
Accettare di essere una Grandi rinnegando il cognome di mio padre e diventando legalmente sorella di Michele, o restare una Ramincelli deludendo in un modo o nell'altro quella famiglia che mi aveva accolto e curato?






NOTE AUTRICE:

E secondo voi cosa deve fare Anastasia?
Il prossimo capitolo è scoppiettante, vi piacerà...


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Vanel