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Autore: gliocchipienidite    15/03/2015    1 recensioni
"Cosa succederebbe se in un lugubre posto come un campo di concentramento,fosse nato l’amore?
E se lei fosse un’ebrea?
E se lui fosse un generale tedesco?
Riuscirebbero a salvarsi?"
Una storia senza pretese,che forse insegna qualcosa in più.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Storico
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Apro lentamente le palpebre a causa del freddo che ha investito la baracca,probabilmente qualcuno la sera precedente ha lasciato la finestra aperta,così scendo cautamente dal mio giaciglio cercando di non svegliare le mie compagne di ‘cella’ e mi avvicino di soppiatto alla finestrella accanto al letto mio e a quello di Sophie,che dorme placidamente. 
Guardo per un po’ quella ragazzina dai capelli color del grano e penso a quant'è strano trovare qualcuno che cerca di fare amicizia in un posto come questo.
Personalmente credo che sia meglio non affezionarsi qui,nessuno può sapere quando i tedeschi decidano di mettere fine alla nostra vita,quindi meglio restare diffidenti così da non lasciare un vuoto nel cuore di nessuno.
Però non sono riuscita a non sorridere di fronte a quegli occhietti vispi che brillavano di speranza,purtroppo, vana.
Mi riscuoto dai miei pensieri e guardo al di fuori della finestra.
La notte è scesa sul campo e non si sente nulla,nemmeno il rumore di uno sparo. Probabilmente i bastardi saranno già tra le braccia di Morfeo,senza contare le sentinelle,ovviamente.
Scruto attentamente il paesaggio davanti ai miei occhi e all’improvviso mi viene un’idea.
E se riuscissi ad andare dalla sezione maschile per vedere mio padre? Certamente la più grande cazzata del mondo,so di rischiare l vita,ma che importa? Se questa è vita,non vale la pena viverla in questo modo.
Apro velocemente la porta e esco fuori la baracca.
Si gela,soprattutto per me che ho degli stracci al posto delle scarpe.
Cammino vicinissima al muro per non essere catturata dalla luce dei fari e giro nel vicolo che porta dalla parte opposta del campo,appunto la sezione maschile, quando sbatto in qualcuno parecchio più alto di me.
Cazzo.
Alzo la testa e rimango sconvolta.
Due occhi azzurri,quasi trasparenti,freddi come il ghiaccio,mi guardano furiosi e allo stesso tempo incuriositi.
Cerco di indietreggiare,ma il generale (a quanto ho notato sulle medaglie sulla sua divisa) mi prende per un polso violentemente e mi fa riavvicinare a lui.
Inizia a parlare velocemente ,con una voce forte e cadenzata,e stringe in una morsa il mio polso,quasi violaceo.
Lo guardo ostinatamente negli occhi,non ho paura di lui, e il sopracitato resta sorpreso di questo.
Vedendo che non rispondo e probabilmente vedendo la mia smorfia di dolore mista a disgusto,lascia andare il mio polso e ripete ciò che ha detto prima più lentamente,con un accento tedesco molto marcato.
Ragazzina,non dovresti essere qui e soprattutto a quest’ora,potrei seriamente ucciderti,credo che tu lo sappia fin troppo bene,non è vero?
Non gli rispondo e giro il viso dall’altra parte.
Si prospetta una lunga nottata.
 
 Spazio Autrice.
Vi chiedo umilmente perdono per questo ritardo,ma se è l’ispirazione a mancare,allora credo di essere giustificata.
Eccovi il secondo capitolo di questa storia,spero vi piaccia.
Recensite se vi va(:
Mx
 

 

  
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