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Autore: Annabellerose123    16/03/2015    1 recensioni
Leo torna per curarsi.
Qualcosa di nuovo e inaspettato lo travolgerà.
Crisi non c'e , i braccialetti sono cresciuti.
Chi salverà il Leone?
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Una volta sceso dall'ascensore spinsi con la mano la piccola porta dalla base bianca tenendo ancora il capo basso e rinchiudendola alle mie spalle, appena alzai il capo mi meravigliai di ciò che notai, non ero solo in quel posto che in pochi conoscevano. 
Vidi una figura di spalle rivolta verso quei muretti poco bassi che davano al paesaggio dell'esterno dell'ospedale, tutto il verde ed una stradina che conduceva li. 
Cercai di non far rumore con i miei passi poco confusi, e mantenni gli occhi sulle sue spalle piccole, dove lei si stringeva. Era alta, e il suo corpo era esile ma con delle forme che non diispiacevano.
Passai sulla sua schiena coperta da quella chioma di ricci morbidi e folti, dal colore biondo dorato che al sole andava sul castano chiaro, erano lunghi, gonfi, folti che giungevano fino ai suoi fianchi, ed erano in quel momento accarezzati da quella brezza leggera di vento di primavera, ero rimasto incantato dalla bellezza dei suoi capelli, cercai di continuar ad esser silenzioso ma quel sassolino sotto la mia scarpa fece rumore io sussultrai abbassando gli occhi e lei si volto a meta busto verso di me,senza scomporsi molto. 
Appena alzai gli occhi, nuovamente, un brivido percorse la mia schiena, le mie labbra si dischiusero, delle ciocche ribelli cadevano lungo il suo viso illuminato dai fiebili raggi di sole che stava per uscire da dietro le montagne, notai la sua pelle bianca come la neve, il suo viso era praticamente in tutti i dettagli perfetto, e i lineamenti erano cosi dolci.
I suoi occhi, erano la cosa che mi colpi di piu, erano di un verde limpido, che dava delle sfumature quasi castane, riuscivo solo a fissarli come se mi lasciarono senza parole. 
- Beh, grazie per il tuo benvenuto cosi ..silenzioso, imoeccabile.- Affermo con la sua voce docile ma profonda allo stesso temoo accompagnata da una risata appena accennata dove si strinse maggiormente contro le sue spalle, tenendo i suoi oicchi su di me, incuriosita. 
Dalle sue parole capi che era una nuova paziente dell'ospedale, e sorrisi al pensiero mentre spostai gli occhi sulle sue piccole labbra color ciliegia morbide e lisce dove si intravedeva una dentatura bianca e perfetta. 
- Vuoi continuare a fissarmi oh..- disse voltandosi con il corpo completamente verso di me mantenendo il suo sorriso. 
Risi avvicinandomi a lei. 
- No hai ragione, come benvenuto il mio dev'esser stato abbastanza ..imbarazzante!- Ammisi continuando a guardarla, notai le dita delle sue piccole mani affusolate che portavano una ciocca di capelli dietro il suo orecchio. Quei suoi movimenti mi fece sorridere ancora di piu. 
-Direi che non e stato comune.- Disse lei mentre stringeva le sue braccia incrociate all'altezza del suo piccolo seno che si notava da quel vestitino bianco che indossava, dalle gambe scoperte e ai piedi delle converse rosse. 
- Leo.- Affermai, con sicurezza continuando  a mantenere entrambi la posposizione  l'uno di fronte all'atro.
- Isabella.- Affermo lei sorridendo, teneva i suoi occhi fissi sui miei.
- Questo nome non e molto comune..mi da la sensazione di qualcosa di bello, di nobile, di unico..- mormorai mentre raggiungevo il muretto postandomi accanto a lei, posando i miei icchi sull'alba che stava iniziando,lei rimase ad osservare i miei movimenti per poi raggiungere la mia stessa posizione. 
- Diciamo che hai indovinato su qualcosa.. Ed io adoro il mio nome, mi lega ad un ricordo speciale.- Mormoro lei con ingenuita, ed innoicenza, ed era quello che lei mi trasmetteva. 
- Il mio nome invece , Leone, mi si adatta abbastanza bene.- Affermai io, entrambi osservavamo l'alba. 
- Il leone e il mio animale preferito.- Pronnuncio quelle parole con un sorriso accennato sulle sue labbra. 
- Perche?- chiesi curioso, ma senza guardarla. 
- Perché vorrei avere il suo stesso coraggio, la sua stessa forza.- Quelle parole mi fecero voltare e la osservai, e nel guardarla sentivo in lei una sensazione misteriosa, e anche la sua fragilita, e senti anche qualcosa che mi fece rabbrividire il suo cuore era debole, i suoi battiti quasi forzati. 
- Isabella!- Una voce ci interruppe, entrambi al richiamo ci voltammo, riconobbi quella figura, era la ragazza di prima dal vestitino rosso, sorrideva alla ragazza al mio fianco, osservai velocemente entrambe, notai la loro assomiglianza. 
- Vieni, dobbiamo sistemare le tue cose.- disse la ragazza che attese ferma alla porta rimasta aperta ma non era sola,dietro di lei c'era la Lisandri,che non fu sorpresa di aver dato il benvenuto alla nuova paziente in dieci anni che ero li alla fine si era abituata ormai.
- Ciao, Leo.- Mormoro lei , voltando le spalle e raggiungendo la ragazza entrambe si allontanarono.
La Lisandri avanzo verso di me, 
- Non ti fai sfuggire proprio nessuno, Leo. -Affermo accennando un sorriso. 
Era una donna che si dedicava solo al lavoro, ai suoi poazienti e alle loro malattie, e mai a se stessa, ma nonostante la sua durezza a volte avevo imparato a volerle bene come una madre. 
Risi scuotendo il capo. 
- Dovrebbe conoscermi Dottoressa,  sa che per essere dei pazienti a tutti gli effetti devono prima conoscere me.- lei rise accennando con il capo. 
- E' bella vero?- chiesi alla dottoressa che capi che mi stavo riferendo alla nuova arrivata.
- Si, soprattutto i suoi capelli, magari potessi averli io.- rise sfiorandosi i suoi capelli scuri che teneva sempre raccolti, alle sue parole risi.
- Lei sta bene anche cosi.- ammisi cercando di apprezzarla visto che nessuno lo faceva da quando suo marito l'aveva lasciata. 
Vale fece il suo ingresso. 
- Salve dottoressa!- esclamo il ragazzo dai ricci folti, tenendo tra le mani un pallone da basket. 
- Ciao Vale, bene ragazzi torno al mio lavoro!- la donna dal camice bianco si allontano voltandoci le spalle, e mi ritrovai di fronte a Vale che intanto mi fissava perplesso per la mia espressione ancora incantata dall'incontro che aveva avuto. 
- Ohi, vuoi svegliarti? Sembra che tu abbia avuto una visione!- affermo quasi ad alta voce. 
- Puo darsi,Vale credo di aver visto la creatura piu bella del mondo.- Affermai, sorridendo posando i miei oicchi su di lui che rise, e lanciandomi il pallone addosso che riuscì a prendere tra le mani. 
- Si certo,dai giochiamo! Vinco io stanne certo!- esclamo iniziando a poisizionarsi al centro della terrazza, lo raggiunsi ed inuziammo una delle nostre partite mattutine.
   
 
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