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Autore: KurtBastian_shipper    17/03/2015    1 recensioni
Kurt e Sebastian hanno rapporti affettivi dalle medie. Sebastian deve tornare in Francia ed č costretto a lasciare Kurt. Sei anni dopo Sebastian ritorna in Ohio, ma il suo amore č ostacolato da una persona: Blaine Anderson.
AU!Kurtbastian
(accenni Klaine)
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Tutto qua? Vi siete innamorati... Cosi'?- chiese la piccola Hummel-Smythe

-Guarda che ti abbiamo detto che e' una lunghissima storia- disse Kurt

-Ed infatti non e' finita qui... Dopo un'anno dovetti dare una brutta notizia a tuo padre- disse Sebastian.

-Papa'! Babbo Sebby che ti ha detto di cosi' tanto sconvolgente?- chiese Moonlight.

-Bhe'... Mi ha detto che doveva tornare in Francia e che gli piacevano le ragazze- disse Kurt, ancora ferito di quel fatto.

-Babbo, sei stato un gran bastardo!- esclamo' la bambina, difendendo il padre.

-Parole sante!- esclamo' Kurt, da bravo padre.

-Kurt... E' il momento della verita'- dice Sebastian, serio.

-Quale verita'?- chiese la piccolina.

-Gia', di che verita' stai parlando?- chiese Kurt

-Non avevo il coraggio di dirtelo... Non te l'ho detto neanche al liceo... “Non puoi andartene! Mi lascerai vero?” mi chiese tuo padre, preoccupato. “Io... Kurt” dissi. Non riuscivo a dire la verita'. Ma comunque io dovevo ritornare in Francia veramente... A quel punto lui mi chiese: “Mi ami ancora?” ed io feci un grandissimo errore, cioe' quello di mentirgli: “Kurt... Io ti ho sempre preso in giro... Io non sono un frocio come te. Sai, mi divertiva prenderti in giro fingendo di amarti... Io non ti ho mai amato. Anzi, ti ho sempre disprezzato. E poi si vede anche a un miglio di distanza che non sono gay!” e detto questo, dopo avermi tirato uno schiaffo, Kurt abbandono' la sala. La verita' e che io ti avevo lasciato a causa di mio padre, che dopo aver detto ad entrambi i miei di essere gay mio padre come sempre non l'ha presa molto bene, cosi', mentre mia madre piangeva delusa fra le sue braccia, mi sono beccato una ramanzona di quelle... Allora gli ho detto che stavo scherzando, che volevo solo vedere le loro reazioni. Loro ovviamente mi hanno creduto, visto che queste cose le faccio spesso, ma la reazione e' stata ancora piu' pesante, mi hanno detto del nostro ritorno in Francia, e io ho dovuto far finta di non essere dispiaciuto, e addirittura di essere felice di andarmene via dall'Ohio.

9 maggio. Ultimo giorno di scuola. Ultimo giorno in Ohio. Io e Kurt, solo uno sguardo e succedeva l'ennesima guerra mondiale, anzi, per meglio dire, guerra interstellare. Apro la cartella per prendere la merenda, e mi ritrovo una scatola. C'era scritto:“MODELLINO FERRARI”. Gia' il nome mi aveva incuriosito, pero' c'era letteralmente qualcosa che non quadrava: la scatola era quadrata, troppo quadrata per i miei gusti, la cosa e' molto strana per un modellino di auto da corsa, quelle sono sottoli, con una forma affusolata. Pero' chissa'... magari ci fosse stato un telecomandino per guidarla... ma poi, chi me l'aveva regalata? Provai a controllare, ma niente, non c'era scritto il nome di nessuno, apparte `Per Sebastian Smythe`. Chissene frega, tanto il detto e' “Non importa il donatore, ma il regalo” giusto?-

-Veramente il detto e' “Non importa il regalo, ma il pensiero-

-Dettagli Kurt, dettagli, solamente dettagli. A quel punto apri' il regalo e... BAZIIINGAAA!!! Un clown spunto' dalla scatola, lanciando coriandoli a destra e manca, facendo ogni rumore possibile per attirare l'attenzione di tutti, contando anche il fatto che la sorpresa riuscisse a parlare, infatti disse con la voce da clown:“COMPLIMENTI! SEI IL PRIMO DESTINATARIO CHE VIENE FREGATO DA QUESTO REGALO!! ECCOTI IN OMAGGIO UN BIGLIETTO CHE TI PERMETTARA' UN VIAGGIO GRATIS A QUEL PAESE!!!”. Dalla lotteria con la sindrome di clownismo usci' un biglietto con su scritto “Biglietto omaggio per `A Quel Paese`”. Ovviamente il timbro era una mano con il dito medio alzato. Le persone che avevano assistito a questo, si misero a ridere a crepapelle. “KUUUUUUUUUUUUUUURT!!!!!!!!!!!”. In quel momento urlai cosi' tanto che mi sa che persino in Francia, dai miei parenti mi avessero sentito urlare. Come dice il detto:“Non e' il regalo che conta, ma il pensiero”. La cosa non mi aiuto' poi piu' di tanto. Non ci misi molto a trovare Kurt, piu' che altro con l'urlo che feci fu lui a trovare me. “Daaaai, Seb, la mia era una vendetta! Solo una vendetta! Una vendetta con fiocchi e coriandoli!” “UNA VENDETTA??!! UNA VENDETTA??!! LA DEFINIRESTI UNA VENDETTA??!!” Lo interruppi io. “Cos'e'? Ci dovevo mettere anche dello Champagne per accontentarti?” Mi sfotti' lui. “Come osi tu???!!!!!”. “Ueeeeh! Tranzollati bello!” Mi blocco' uno, prima che mi fossi messo a menarlo “Guarda il lato positivo, puoi andare gratuitamente A Quel Paese” Disse uno dei simpaticoni della mia classe. Suono' l'ultima campanella, una serie di urli che non finivano piu' riempivano il silenzio delle vie in cui passavano i ragazzi. Io restitui' il pacco sorpresa a Kurt. “Grazie mille per il pensiero, ti regalo quel biglietto, ci sono stato molte volte A Quel Paese, nella mia vecchia scuola, mi ci hanno mandato i miei compagni di scuola andando avanti a scherna, risate e scappellotti, grazie, grazie mille, grazie mille di tutto, grazie per avermi fatto ricordare quei momenti di merda!”. Detto questo me ne uscii da scuola e tornai a casa con un mal di testa atroce, provocato per la maggior parte da quelle urla.

10 maggio. 4:30 di mattino. Prendemmo le valige e ci preparammo ad aspettare il taxi per andare in aereoporto. Ritrovai una lettera per me. Ovviamente il mittente era Kurt, stentai a prenderla, come a leggerla, ma alla fine mi decisi, quello era un addio, non poteva essere tanto. Nella lettera c'era scritto:“Mi dispiace, mi dispiace per ieri, per quello che ti ho fatto. Non ci avevo pensato su nemmeno una volta a vendicarmi con quell'umiliazione che hai ricevuto da parte mia, ma poi mi sono reso conto che avevo esagerato, tu almeno non mi avevi umiliato, non avevi detto a nessuno del nostro rapporto e del fatto che noi fossimo gay, o almeno credevo che lo fossi. Non sapevo niente dall'altra tua scuola, tu non me ne avevi mai parlato. Per te era tabu' pronunciare la parola `scuola in Francia'. Io non sapevo il tuo passato, e tu non volevi che io lo sapessi, io ti ho fatto questo scherzo per vendicarmi, sappi che non era mia intenzione riaprire qualsiasi ferita del passato. Mi dispiace, spero che mi perdonerai. Ho riflettuto molto su quello che ti ho fatto, e ho capito che in realta' la miglior vendetta e' il perdono, fa riflettere sulle azioni compiute, e non rischia di riaprire nessuna cicatrice. Perdonami, e' solo un addio, non e' la fine, dovevo capirlo”.    

   
 
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