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Autore: _Fedra_    20/03/2015    9 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Dieci.
Ricordi dalla guerra VI
 
 
*
 
 
 
 
Nel momento in cui Teresa del Sorriso si era resa conto di avere di nuovo la testa attaccata al collo, era andata su tutte le furie.
Non solo perché a darle il benvenuto c’era quel simpaticone del suo capo, che le sorrideva beato da dietro gli occhiali da sole passandosi distrattamente una sigaretta spenta sulle labbra.
No, la cosa che l’aveva fatta davvero incazzare era un’altra.
Era la ragazza con gli occhi d’argento che la fissava con aria adorante ai piedi del letto, nonostante apparisse visibilmente provata dall’orrenda mutazione appena avvenuta in lei.
Nonostante avesse sacrificato ogni cosa per impedirlo, da quel momento in poi Claire sarebbe stata una Claymore.
Un mostro.
 
Quella era stata una delle rare volte in cui il suo capo aveva visto Teresa con gli occhi gialli da yoma.
“TU!”, aveva ruggito scattando in avanti e afferrandolo per il bavero, nonostante le innumerevoli ferite le bruciassero più che mai. “Che cosa le hai fatto?”.
L’umano non si era scomposto minimamente, continuando a sorridere con aria benevola.
“Ti conviene controllarti, Teresa”, le aveva risposto con calma, nonostante la presa della guerriera sulla sua gola si andasse restringendo a ogni respiro. “È stata una scelta della bambina”.
“CHE COSA?!?”.
Teresa aveva lasciato andare l’Uomo Nero con una tale veemenza, che questi si era ritrovato improvvisamente con il sedere piantato sulle mattonelle dell’infermeria.
A quel punto, il suo yoki era scattato alle stelle, soprattutto notando l’aria gongolante di Claire, raggomitolata come un gatto ai suoi piedi.
“Hai idea di che cosa hai fatto, razza di deficiente?”, aveva ruggito.
Il sorriso sul volto di Claire si era smorzato all’istante.
“Perdonami, Teresa”, aveva mugugnato. Nonostante la trasformazione, la sua voce suonava ancora come quella di una bambina, anche se quest’ultimo eco della perduta natura umana sarebbe svanito nell’arco di poco tempo. “L’ho fatto per te”.
“Per me?”.
“Sei davvero un’egoista, cara Teresa”, era intervenuto a quel punto l’Uomo Nero, che si era rialzato con la massima nonchalance e aveva posto le mani sulle spalle di Claire, atteggiandosi nella malriuscita imitazione di un padre benevolo.
“Ah, sta’ zitto, tu!”, aveva ringhiato la guerriera; poi, tornando a rivolgersi verso Claire: “Voglio sapere quello che è successo. Per filo e per segno. E non ti azzardare a mentire, o non esiterò a farti assaggiare la mia spada, capito?”.
In altre occasioni, Teresa sarebbe stata certa che la piccola Claire avrebbe sorriso di sottecchi nel notare l’ennesima sfuriata della sua salvatrice.
Ma la creatura che aveva di fronte non era più la bambina che conosceva.
Con la massima calma, Claire aveva preso a raccontare.
La sua estrema serietà aveva fatto comprendere alla guerriera che, qualunque cosa avesse detto, non le avrebbe fatto assolutamente piacere.
 
Non appena aveva mozzato la testa di Teresa, Priscilla era crollata a terra in preda ad atroci dolori, mentre un’esplosione di luce viola si era sprigionata dal suo corpo ormai irriconoscibile, avvolgendolo e comprimendolo.
Era stata un’apparizione allo stesso tempo spaventosa e affascinante, come l’esplosione di una supernova nel cielo freddo e silenzioso.
Poi, il mostro si era sollevato in piedi.
Il suo corpo era cambiato ancora.
Ora era alto più di tre metri, ricoperto da una pelle dura e muscolosa, liscia e perfetta.
Le spalle larghe erano sormontate da un possente paio d’ali, simili a quelle di una mostruosa falena, e un grande corno ricurvo le spuntava dalla fronte.
I capelli si erano ritirati nel cranio, disponendosi a ciocche lungo le tempie come una corta criniera.
Ma la cosa più spaventosa di tutte era lo sguardo, dolce e sereno, con cui osservava placidamente le Claymore schierate attorno alle sue zampe.
Un brivido di paura aveva pervaso le guerriere.
Mai si sarebbero aspettate di combattere contro una creatura simile.
Gli umani e le reclute inesperte usavano il termine Vorace per indicare quel tipo di demone.
In realtà, le cose erano ben peggiori di quello che sembravano.
Quella creatura non era affatto un semplice yoma particolarmente affamato.
Era una Risvegliata.
 
“Ho fame”, aveva detto Priscilla con calma, come se si fosse appena destata da un pisolino. “Voglio affondare la testa nel ventre ancora vivo di un essere umano. Voglio sentirne le grida mentre strappo le viscere palpitanti e lecco i lembi della ferita affinché possa assaporare ogni singola goccia di sangue”.
“Stai indietro, mostro!”, aveva gridato Irene, scagliandosi contro di lei con la spada levata.
Era bastata una frazione di secondo e la Claymore era crollata urlante sull’erba, fissando inorridita ciò che restava della sua spalla sinistra, ora ridotta a un moncherino sanguinante.
“Stai cercando il tuo braccio, Irene? Eccolo qui”, aveva domandato Priscilla in tono serafico, agitandole l’arto strappato sotto il naso, prima di scagliarlo lontano.
“Maledetta!”, aveva gridato Noel furiosa, attaccando a sua volta insieme a Sofia.
Un attimo dopo, entrambe giacevano a terra, i corpi trafitti da una dozzina di aculei che erano improvvisamente spuntati dal corpo di Priscilla, che si limitava a fissarle dall’alto con distacco.
“Noel! Sofia!”, aveva gridato Irene.
La voce era stata soffocata dal suo stesso sangue nel momento in cui Priscilla le aveva tagliato la gola con un solo colpo di spada.
“Che noia”, aveva commentato senza mutare di un millimetro l’espressione sul suo volto. “Credo di stare solo perdendo tempo, qui”.
 
Detto questo, si era avviata lentamente nella direzione di Claire, che aveva osservato la scena con gli occhi sbarrati.
Man mano che il mostro si avvicinava a lei, la paura prendeva possesso del suo corpo, inchiodandola al suolo, incapace di staccare lo sguardo dagli artigli ricurvi e la spada che ondeggiava al suo fianco.
Sapeva cosa avrebbe fatto.
Eppure, nel momento in cui la ragazzina aveva serrato finalmente gli occhi, aspettandosi di sentire il dolore esplodere dal centro del suo corpo mentre veniva dilaniato dalle grinfie della Risvegliata, nulla di tutto questo era accaduto.
Aveva avvertito il terreno tremare sotto il peso delle sue zampe, la sua mole mostruosa passarle accanto.
Poi, il silenzio.
Priscilla aveva spalancato le ali e si era levata in volo con due potenti colpi, sparendo alla vista.
Non aveva degnato Claire neppure di uno sguardo.
 
“Devo dire che la tua amica è la ragazzina più determinata che abbia mai visto”, aveva commentato l’Uomo Nero alla fine del racconto. “Giurerei che sia davvero tua sorella, vista l’impertinenza con cui si è presentata da noi, con la tua testa tra le braccia, pregandoci di impiantare nel suo corpo mortale la tua carne e il tuo sangue e di trasformarla in una Claymore per poterti vendicare”.
“COS’HAI FATTO TU?”.
Per fortuna, la spada di Teresa era stata messa momentaneamente lontana dalla sua portata, perché in quel preciso istante la guerriera non era assolutamente in vena di ricambiare la cortesia.
“Naturalmente, l’Organizzazione ha rifiutato una richiesta tanto assurda, ma visto che la piccola non accennava a desistere, siamo giunti a un felice compromesso”, aveva proseguito l’Uomo Nero.
“Non mi piacciono i compromessi”, aveva ringhiato Teresa.
“Nemmeno se ti dicessi che sei stata perdonata?”, aveva ribattuto l’altro. “Apri bene le orecchie, bambola. Non se te ne sei accorta, ma Priscilla è il più pericoloso Risvegliato che sia mai esistito. È completamente fuori dal nostro controllo, non sappiamo dove si trovi e nessuna delle guerriere esistenti sembra in grado di tenerle testa. Per cui ecco la mia prima e ultima offerta. Tu avrai di nuovo la tua vita e il tuo posto all’interno dell’Organizzazione, anche se per prudenza verrai relegata al numero 46…”.
“Penultima, eh? Davvero esiste qualcuno peggio di me?”, aveva commentato Teresa in tono acido.
“Sono io la numero 47”, aveva risposto Claire con calma.
“Niente interruzioni, per favore”, era intervenuto bruscamente l’Uomo Nero. “Dicevo, da questo momento in poi tu e Claire siete arruolate all’interno dell’Organizzazione. Ovviamente, tutto questo ha un prezzo”.
“Ovvero?”, aveva domandato Teresa, come se rinunciare alla propria umanità e libertà fosse una quisquilia.
Il sorriso sul volto dell’Uomo Nero si era fatto improvvisamente più largo.
“Portatemi la testa di Priscilla”.
 
“Non ci posso credere. La testa di quella mocciosa al posto delle nostre. Incredibile”, aveva commentato Teresa qualche ora più tardi, camminando su e giù per la stanza come un leone in gabbia.
“Perdonami, Teresa. Non avrei potuto sopportare una vita senza di te”, si era giustificata Claire, nascosta in un angolo.
Il suo volto impassibile veniva di tanto in tanto solcato da una smorfia di dolore, segno che la trasformazione era ancora in atto.
“Vita? La chiami forse vita, questa?”, aveva ruggito l’altra furibonda.
“Perdonami, sono stata un’egoista”, aveva risposto l’altra, facendo per uscire a testa bassa.
Teresa si era immobilizzata, sgranando gli occhi per la sorpresa.
Solo in quel momento si era resa pienamente conto del significato di quel gesto tanto folle.
L’essere una accanto all’altra era la loro più grande ricchezza, nonché l’unica ragione di vita per entrambe.
L’incontro con Claire l’aveva trasformata finalmente in qualcosa di simile alla creatura umana che era stata un tempo.
Improvvisamente, nuove lacrime avevano preso a sgorgarle dai suoi occhi d’argento.
“Claire! Aspetta…CLAIRE!”.
Ma l’altra non poteva sentirla.
 
Si era già ritirata nella sua stanza, liberandosi della tuta bianca che da quel giorno in poi sarebbe stata la sua divisa.
Lo specchio le aveva restituito l’immagine del suo corpo nudo.
Una spessa cicatrice nera le solcava la gola e scendeva verticalmente lungo l’addome, tagliandole l’ombelico in due metà perfette e fermandosi all’altezza dell’inguine.
Da quando le era stata inflitta per impiantarle le carni e il sangue di uno yoma, la ferita non aveva mai smesso di bruciare.
Le avevano detto che l’avrebbe portata per sempre.
Proprio come quella che aveva suscitato così tanto orrore agli umani nel momento in cui avevano visto per la prima volta il corpo nudo di Teresa.
“Cosa succede? Non vi piaccio?”.
“Mostro!”.
Con un sorriso sereno, Claire aveva accarezzato dolcemente la ferita, lasciandosi sfuggire un gemito di dolore.
Da quel giorno in poi, quello sfregio sarebbe stato il suo marchio.
Il prezzo della sua dannazione.
Finalmente, sapeva che cosa significava essere un mostro.
Resteremo insieme per sempre.





Buongiorno a tutti! :) Come state? Qualcuno di voi è riuscito a vedere l'eclissi? Qui a Roma il cielo è un po' velato, ma l'effetto è stato comunque sensazionale: anche adesso c'è una luce davvero inquietante, con questo sole pallido con una corona di un bianco accecante.
Ma ora vieniamo a noi :)

Con mio sommo dispiacere, questo è stato l'ultimo dei flash-back nel passato di Claire e Teresa.
Dal prossimo venerdì, torneremo di nuovo nel presente, dedicandoci alla caccia vera e propria.
Non so voi, ma a me i vecchi capitoli iniziavano a mancare e ora che sono tornata all'università non mi mancheranno di certo le fonti d'ispirazione ;)
Spero che comunque anche questo capitolo vi sia piaciuto! * perché voi siete tutti lettori molto esigenti e me ne compiaccio, visto che i vostri pareri sono obiettivi e sinceri: ma dove ne trovo altri come voi? *

A proposito di lettori, passiamo subito ai ringraziamenti.
Per le recensite, i mitici SongatriceAocchiAperti, joy, Uzumaki_Devil_Dario, KING KURAMA, Angelika_Morgenstern, AlanKall, Xephil e bienchen.
Per le preferite: sakurax27.
Inoltre, un grazie particolare a tutte quelle decine di lettori silenziosi che ogni giorno seguono questa storia.
Un saluto a tutti voi, ovunque voi siate! :)

Inoltre, colgo l'occasione per fare gli auguri di buon compleanno a Chester Bennington, cantante dei Linkin Park, da sempre le mie Muse ispiratrici e luce di ogni giorno.
In fondo, è anche grazie a lui se questa fanfiction è nata... * tra l'altro, dove la trovi un'altra band che fa uscire il suo ultimo album il giorno del tuo compleanno? *

Il prossimo aggiornamento tornerà regolarmente nella giornata di venerdì.
Ci vediamo nel presente! :) * a proposito, qualcuno di voi ha visto Raki? *
Per qualsiasi informazione o anche per scambiare due chiacchiere, potete trovarmi sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra?fref=photo

Un abbraccio a tutti! :)
Buon finesettimana e, soprattutto, buon inizio primavera! 

Vostra,
Fedra







 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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