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Autore: Isobel_Urquart    20/03/2015    3 recensioni
Nel 1973 scomparve una studentessa a Hogwarts.
Sono passati poco più di vent'anni da quel giorno, quando...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Isobel Urquart, Ritorno dal Passato'
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Qualcosa di soffice e umido sotto di me.

Sono completamente congelata e l’aria soffia soffia gelida nel buio.

Mi costringo ad alzarmi, ma i miei arti sembrano aver sopportato l’impossibile e prima di riuscire a mettermi in piedi ci vogliono diversi tentativi.

Sono ricoperta di terriccio, i capelli sono bagnati e annodati, la divisa è strappata, umida e sporca e i miei piedi sono scalzi.

Cerco la mia bacchetta, ma non la trovo. Intorno a me è tutto completamente immobile. Probabilmente sono nella foresta, una debole luce si intravede dall’alto, le finestre del castello.

Mi faccio strada a tentoni, inciampando più volte sulle radici e il terreno irregolare.

Dopo quella che sembra un’eternità, mi ritrovo in un grande spazio aperto, ma fa ancora più freddo e piove.

Vedo il castello, grande e possente, alcune luci ancora accese. Lo raggiungo lentamente, passo dopo passo, i piedi doloranti, il freddo nelle ossa. Le mani sono come pezzi di ghiaccio mentre busso stremata sul massiccio portone in legno.

Passano minuti, o forse ore, e tutto diventa più buio.

Fa sempre più freddo.

Una voce squarcia l’aria.

«Chi è là?»

«Isobel...» sussurro, senza più fiato, cado a terra.

-

«Kingsley, cos’è successo? Chi è la ragazza?»

«Non lo so, Madama Chips, l’ho trovata all’entrata del castello, mentre facevo il mio giro di controllo... Ha la febbre».

«Certamente, o non sarei Poppy Chips! Mettila qui, su questo letto».

«Bene, vado ad avvisare Silente».

Tutto torna nero e il silenzio torna a invadermi.

-

Dischiudo gli occhi, la luce mi acceca.

Inizio a distinguere le forme intorno a me. Letti, comodini, alte finestre colorate... Sono nell’infermeria, ma sembra deserta, non c’è nessuno.

La porta si apre, non riesco a mettermi a sedere, ogni parte del mio corpo fa male.

Entra un uomo anziano affiancato da uno più giovane alto e nero.

«Buongiorno».

«Buongiorno signore» sussurro con voce roca.

«Cosa ci faceva ieri sera davanti alle mura del castello?»

«Mi sono svegliata nella foresta, signore».

«E cosa ci faceva nella foresta?»

«Non lo so, signore. L’ultima cosa che ricordo è che stavo andando nel dormitorio, poi più nulla».

«Quanti anni hai?» domanda l’uomo più vecchio. Ha qualcosa di familiare. Gli occhi azzurro cielo, dietro a un paio di fini occhiali a mezzaluna, i capelli e la barba lunghi e bianchi.

«Dodici e mezzo, signore».

«Frequenti Hogwarts?» mi chiede ancora.

«Sì, signore».

«Di che casa sei?»

«Grifondoro, signore».

L’uomo mi squadra attentamente con i suoi occhi chiari per poi rivolgersi all’altro.

«Kingsley, va’ a chiamare Minerva, magari sa chi è questa ragazza» sussurra, pensando che io non senta, forse.

L’uomo fa un cenno d’assenso ed esce.

«Qual’è il tuo nome?»

«Isobel, signore».

«Isobel...» ripete «Frequenti il secondo anno?»

Annuisco. Mi brucia la gola e faccio fatica a parlare.

«Capisco».

Rimaniamo in silenzio.

La porta si apre nuovamente, entra Kingsley seguito da una donna.

Un enorme sorriso mi si forma sulle labbra, ma non riesco a dire una parola.

L’uomo davanti a me si volta.

Gli occhi della donna incontrano i miei. Sembra spaventata. È ferma immobile.

«Isobel, lei è la professoressa McGranitt, è a capo della casa di Grifondoro e...»

«Albus» lo interrompe «Devo andare».

«Ma...»

Lei è già uscita e i due uomini dietro di lei.

Cerco di alzarmi ma una donnina vestita da infermiera compare da chissà dove e mi rimette giù.

«Mi lasci andare!» sputo fuori con l'ultima voce che mi rimane.

«Non te ne vai ora, signorina, non puoi ancora alzarti!»

Apro la bocca, ma nessun suono riesce a uscirne.

«Bevi questo!» mi ordina. Prendo il bicchiere che mi porge e mando giù tutto d’un fiato.

Aspetta alcuni istanti. Non ho più i brividi e sulla pelle sento il tiepore dell'aria.

«Va meglio?»

Annuisco, non riuscendo ancora a dire nulla.

«Bene, almeno la febbre non l’hai più. La pozione per farti passare il mal di gola arriverà tra non molto. Ora, visto che hai il viso, le braccia, le mani e i piedi pieni di tagli, ti lascio questa pomata da metterci sopra, così che guariscano nel giro di pochi minuti, va bene?»

Annuisco ancora. Lei sorride e raggiunge la porta dell’ufficio.

Sono sola, ma non sembra lo sarò per molto. La porta si apre nuovamente, ma questa volta entra un uomo completamente vestito di nero e neri sono i suoi occhi e i suoi capelli. È rigido e sembra essere a disagio, anche se sembra cercare a non darlo a vedere. Il suo viso è contratto in un’espressione seria. Tra le mani tiene una boccetta contenente un liquido oleoso verdognolo.

Vedendomi si blocca e nello sguardo lampeggia per un secondo dello stupore.

Non dice nulla.

Assomiglia moltissimo a... Ma no, è impossibile, non è l’uomo in piedi davanti al mio letto.

La porta si apre ancora, facendoci sobbalzare entrambi.

«Professore, ben arrivato» esclama l’uomo dai capelli bianchi.

«Buongiorno preside. Madama Chips mi ha chiesto di prepararle dell’altra pozione per le infiammazioni alla gola» dice con una voce glaciale.

«Sì, bene».

«Professor Silente, posso chiederle cosa ci fa qua una studentessa? Pensavo non sarebbe arrivato nessuno prima di questa sera...»

«La conosci?»

Mi guarda attentamente, c'è qualcosa in lui...

«Si chiama Isobel».

«...Isobel Urquart» dice sovrappensiero.


***

Note: Un capitolo alla settimana salvo imprevisti :)
  
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