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Autore: Horse_    22/03/2015    10 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                         I won't burn.



Eleventh chapter.


Ian.

La guardo correre via da me, il più lontano possibile.
La guardo e non posso fare a meno di vedere una donna cresciuta, non più la ragazzina di sette anni fa. Quella che mi teneva il broncio perché la prendevo in giro o quella che si divertiva a fare scherzi a tutti gli altri del cast.
Non è più la ragazzina che avrebbe fatto di tutto per me, anche dopo la nostra rottura. Ora è una donna forte, che non può essere scalfita da niente, a cui non importa niente.
Ci siamo fatti del male, le ho fatto del male, e siamo arrivati ad odiarci, tanto da non poter nemmeno resistere cinque secondi nella stessa stanza.
Come abbiamo fatto a ridurci così?
Purtroppo la colpa è mia, ancora una volta. Io l’ho allontanata da me e sempre io ho sposato Nikki.
Ho avuto anche la faccia tosta da inviarle il mio invito delle nozze e lei non mi ha risposto e alla fine non si è presentata; c’erano tutti, tranne lei.
Avrei potuto salvare il nostro rapporto, tranciando i legami amorosi con lei ancora tempo prima, ma l’ho tenuta sul filo del rasoio per poi far terminare il tutto in modo non molto bello, arrivando a distruggerla.
Lo so perché me l’ha sbattuto in faccia apertamente Candice, lo so perché me l’ha detto anche Kat e lo so dallo sguardo accusatore di Paul in tutti questi anni.
Ma anche lei mi ha distrutto. Abbiamo avuto una relazione altalenante ed io volevo avere semplicemente delle certezze, quelle che ho trovato inizialmente con Nikki.
E’ una splendida moglie, amorevole, si occupa degli animali, si occupa di… No, si occupava di me. Ultimamente i nostri rapporti sono diventati più freddi e non riesco a capacitarmene.
Non dipende dal fatto che io sia di nuovo qui e da un momento all’altro reciterò con la mia ex, ma da tutto. Non abbiamo più l’affiatamento di una volta e chi diceva che con il matrimonio tutto migliora e più gli anni passano e più ti innamori era solamente fuori di testa.
Le cose sono peggiorate due anni fa e ogni giorno cerco di far ritornare tutto come prima, ma non ci riesco, non ne ho la forza, non con una donna che non ci prova nemmeno. Al mondo ci mostriamo ancora tanto legati, ma in realtà questo legame è scomparso.
Puff. Non c’è più.
Ma è mia moglie, dopotutto, ho giurato di starle sempre accanto, in ricchezza e povertà, in salute e in malattia, e non posso abbandonarla.
Il fatto è che lei è ancora giovane, mentre io ho superato la soglia dei quaranta e mi sento terribilmente solo.
Si, solo. Ho sempre desiderato diventare padre, avere un figlio tutto mio –dei figli tutti miei, perché no– a cui insegnare tutto quello che so, ma ormai ci ho rinunciato. Abbiamo provato io e Nikki ad avere un figlio per i primi anni, ma non ci siamo mai riusciti. Ci siamo sottoposti a tante visite e siamo perfettamente sani, entrambi. I dottori ci hanno sempre detto che ci sarebbe voluto solo del tempo e ne è passato di tempo e sono ancora qui.
Nikki è stanca di provare e io di credere.
Siamo stanchi entrambi.

 
Esco dal camerino di Nina per dirigermi verso il mio, quando trovo Paul intento a rincorrere Rachel che ha dei fogli in mano.
Ridacchio leggermente alla vista del mio amico  che corre dietro alla figlia e noto che non ci può essere niente di più bello nel vedere un padre con la propria figlia.
Rachel è una peste in tutto per tutto, tale e uguale a Paul. Di Phoebe ha preso solo i tratti essenziali, anche se a volte è terribilmente dolce come la madre.
E’ sveglia come Paul e quando ci si mette non si ferma più di parlare.

 
“Rachel, amore, ti prego…”- la implora Paul. –“Da’ quei fogli a papà!”
“No.”

 
La bambina scuote la testa e divertita corre per il corridoio.
Prima che possa scappare da qualche parte con i fogli in mano –che tra l’altro sono del copione del padre– l’afferro per i fianchi e la sollevo.
Non appena si accorge che il suo zio preferito –così mi ha sempre definito– l’ha presa in braccio ride divertita e batte le mani.

 
“Cosa ci fai con quei fogli piccola furfante?”- le domando ridacchiando mentre Paul ci viene incontro.
“Volevo fare uno scherzo!”- ribatte battendo le mani divertita.
“Quei fogli servono a tuo padre piccolina, è meglio che tu glieli restituisca, forza.”- la invito dolcemente.

 
La bambina mi guarda di sbieco, ma poi esegue l’ordine.
Le schiocco un bacio sulla guancia e la rimetto a terra.
Paul mi sorride grato, poi accarezza la testa di sua figlia e sospira leggermente.
Mi guarda grave.

 
“Cosa c’è?”- gli domando sospirando a mia volta.
“Cosa avete combinato voi due?”- mi domanda.

 
So bene a chi si riferisca con quel voi due, ma non capisco dove voglia arrivare.
Noi due non abbiamo fatto davvero niente, o almeno credo. Ci siamo solo urlati contro ogni volta che ci siamo visti e fin qui mi sembra normale, troppo normale.
Lei non mi sopporta e, dopo tutto quello che le ho fatto, che le ho detto, ha ragione, mentre io… Non lo so.

 
“Non è successo niente…”- ribatto stancamente.
“Ah no?”- mi domanda grave per poi abbassarsi all’altezza della bambina. Le sussurra qualcosa e lei corre verso il divano dove noto, solo in un secondo momento, la sua bambola preferita. –“Vi ho sentito urlare, ancora. Non potete andare avanti così.”
“Non mi importa.”- dico stringendo i denti.
“Per quanto ancora avrai intenzione di ferirla?”- mi domanda con tono accusatorio.

 
Per quanto ancora ho intenzione di ferirla?
Inarco le sopracciglia. Io non ho intenzione di ferirla, non più, non avrebbe più senso, almeno per me.
Ci siamo allontanati anni fa, perché ferirci ancora?
Io sono andato avanti con la mia vita, lei con la sua.
E allora perché ogni volta che vedo quegli occhi che tempo fa avevo definito ‘da cerbiatta’ carichi d’odio, d’ira e rancore è una pugnalata al petto?

 
“Non so di cosa tu stia parlando, Paul.”- gli rispondo invece.
“Lo sai, Ian. Nina è cambiata, non è più la ragazza solare di una volta…”- mi risponde.
“E’ cresciuta, Paul.”- scuoto la testa amaramente. –“Non è più la ragazzina di vent’anni che voleva esplorare il mondo, siamo cresciuti tutti ora. Ora devo andare.”

 
Lascio Paul lì, ad osservarmi stranito, per poi andarmene nel mio camerino.
Tra poco dovrebbe arrivare la mia stilista per provare il finto abito per le nozze.
Sospiro chiudendomi la porta alle spalle.














 

                                                                                         * * *
 














Mi tolgo finalmente la camicia bianca leggermente più stretta del solito, come richiede il copione, ed afferro la mia maglietta nera a maniche corte.
Stavo morendo dal caldo con tutti quegli strati di vestiti.
Finalmente posso andare a casa, dai miei amati animali. Nikki è fuori questo fine settimana, dai suoi genitori.
Forse qualche altro giorno separati ci farà bene e ci permetterà di pensare e riflettere su cosa abbiamo intenzione di fare in futuro.
Esco dal mio camerino, chiudendomi la porta alle spalle, ed afferro la mia giacca pronto per andarmene.
Cammino verso l’uscita quando passo per la sala foto, dove fanno sempre i servizi fotografici per la stagione. Non so per quale motivo mi fermo, non lo so veramente, ma rimango ad osservare la porta bianca e mi appare come una tentazione.
Metto una mano sulla maniglia e la spingo lentamente e la porta si apre.
Non dovrebbe esserci nessuno e… Invece qualcuno c’è, più di qualcuno.
La prima cosa che vedo non sono tutte le luci o tutti i fotografi, ma è lei.
Sono dannatamente sicuro che sia lei. La riconosco dalla risata e dal passo felpato, così ammagliatrice.
Sta ridendo per una battuta di Julie e mi incanto a guardarla. Da quanto tempo non l’avevo più vista ridere così di giusto?
Otto anni, forse.
Mi appoggio allo stipite della porta ed incrocio le braccia al petto per osservare quello che effettivamente devono fare. Kevin indica alcune posizioni a Nina e le fa togliere il velo. Ha i capelli acconciati in tanti boccoli e posso immaginarla mentre si morde leggermente il labbro tentando di seguire le spiegazioni del nostro produttore.
Annuisce e si gira leggermente verso destra e posso vederla completamente –ma lei sembra non accorgersi di me.
E’ quasi tutta al naturale, con poco trucco ed è questo che la rende lei. Non è mai stata una donna da tanto trucco, è sempre stata  così… Naturale.
Mi fa male vederla vestita in questo modo, ma non riesco a capire perché le mie gambe non si muovono e mi inchiodano qui.
Forse per farmi del male?
Molto probabilmente. Anni fa avevo sognato un momento come questo, con lei vestita di bianco ed ora mi fa terribilmente male. Non posso fare a meno di ricordare il mio, di matrimonio, e com’ero felice quel giorno, con Nikki.
Ma ero davvero felice al cento per cento? Questo, purtroppo, non lo saprò mai.
Non so quanto tempo passo ad osservarla muoversi aggraziata in quel vestito bianco.
E’ diventata una donna e, come giusto che sia, non sarà mai più mia. Forse mia non lo è mai stata del tutto, è sempre stata uno spirito libero, ora è semplicemente cresciuta e cambiata –tanto.
 

Faccio per andarmene, ma qualcosa mi blocca sul suo posto.
Lo sguardo indagatore di Nina mi fissa in un misto tra curiosità, odio e imbarazzo.
Le faccio un cenno con la testa, quasi a salutarla e dopo me ne vado in fretta.
 
 
 
 


Nina.
Ho passato buona parte della mattinata a fare prove su prove per questo stupido vestito di matrimonio.
Ci sono 30 °C fuori e sebbene qui dentro ci sia l’aria condizionata sto facendo lo stesso la sauna. Come se non bastasse Julie e Kevin mi hanno praticamente costretto a fare alcune foto conciata in questo modo, come se non fosse già una tortura per me.
Sto ascoltando Kevin che mi da le ultime indicazioni e mi chiede gentilmente di girarmi.
Faccio come mi dice, ben attenta a non inciampare, quando qualcosa mi blocca, o meglio… Qualcuno mi blocca.
Che diamine ci fa lì? E perché mi sta fissando così insistentemente?
Ricambio il suo sguardo, forse in modo più freddo. Non mi ha fatto più niente –anche se, a dir la verità, ha già fatto troppo– ma non riesco nemmeno a parlarci un secondo senza urlargli dietro tutta la mia frustrazione.
Se ne va come è venuto, facendomi solo un segno con il capo, quasi a salutarmi.
Mi perdo nei miei pensieri, ma vengo subito richiamata da Julie.
 

“Nina? Nina? Ci stai ascoltando?”
 

Annuisco leggermente cercando di sorridere, poi proseguo con le foto.
















                                                                             * * *















Sono le 3.25 p.m. ed ho finalmente finito con tutte le foto.
Sara, Kevin e gli altri mi hanno appena chiesto se voglio andare a mangiare qualcosa con loro, ma a dire la verità non ho poi così tanta fame.

 
“Nina, non potrai rifiutare tutte queste richieste all’infinito…”- mi riprende dolcemente Julie quando rimaniamo sole.
“Lo so, solo…”- mi passo una mano tra i capelli. –“Tra due giorni inizieranno le riprese e sto cercando di recuperare un po’ di tempo con i gemelli. Alex e mia madre mi hanno aiutata a traslocare e questa sera sarà la prima notte nella casa nuova e ho ancora alcune cose da sbrigare.”

 
Annuisce, poi mi sorride materna.

 
“Come stai?”- mi domanda.

 
Aggrotto leggermente le sopracciglia.
Come sto?
Bene, penso.

 
“Sto bene, Julie.”- le sorrido di rimando.
“Sai bene a cosa mi riferisco, ma è meglio riformulare la domanda. Come sta andando con lui?”- mi domanda, ancora.
“Bene, penso.”- sospiro. –“A parte il fatto che litighiamo ogni tre secondi, ma sta andando bene.”
“Nina…”- mi rimprovera Julie.
“Questo non influirà sul lavoro, Julie, non devi preoccuparti, ormai sai come lavoro.”- le rispondo pacata.

 
La mia produttrice mi mette una mano sulla spalla e scuote leggermente la testa.
 

“So come lavori Nina, e non ho mai conosciuto un’attrice più brava di te.”- mi sorride affabile. –“Non è questo il problema, però. Nina, devi stare attenta, non lasciarti trascinare su una cosa che non avrà mai fine. Non giocare con il fuoco.”
“Non mi scotterò Julie, ormai ho imparato. Ho la mia vita ora e non mi importa di nessuno, escludendo i gemelli.”- le sorrido stanca.

 
Julie sorride, quasi più sollevata, e mi posa un bacio sulla guancia per poi salutarmi.
Esco dallo studio ed entro in macchina, diretta a casa.

 
 
 
 
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Mi dispiace per l’immenso ritardo ragazze, davvero. Ma avevo un po’ perso l’ispirazione e non ho mai avuto tempo per respirare.
Ho vinto il campionato e gli allenamenti si stanno facendo sempre più duri per la preparazione alle fasi finali e la scuola mi uccide, sigh >.<
Ho anche letto tutte le vostre recensioni, sono tutte meravigliose, come sempre e cercherò entro domani di rispondere a tutte, anche se devo finire due capitoli di due storie. Ce la metterò tutta, entrò martedì spero di finire :)
Personalmente questo capitolo mi piace, non sarà eccezionale, certo, ma vi ho dato un pov Ian, contente?
Spero di essermi fatta perdonare per l’attesa. Non so se l’ho fatto da schifo, ecco, ma penso che non vada così male, infondo.
Abbiamo visto uno scorcio di vita di Ian ed è tra alti e bassi: un giorno sembra andare bene e l’altro male. Come abbiamo già visto nella trama il matrimonio con Nikki –che sembrava andare a gonfie vele– si è un po’ perso per strada. Più avanti affronterò anche i suoi problemi, ma ora mi sto concentrando su altro.
Tra poco inizieranno le riprese e ne vedremo delle belle.
 
Ho una domanda, anzi, un consiglio, per voi: io nelle storie non metto mai le date e il trascorrere dei giorni, li faccio sempre intendere descrivendo un po’ la stagione e così via.
Per vostra comodità, ecco… Vorreste che inserissi il giorno, il mese, e l’anno?
Preciso che l’anno sarà il 2022 circa, visto che sono passati sette anni e mi baso sul 2015.
Ecco, penso di aver finito, alla prossima <3
  
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