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Autore: fighters    23/03/2015    0 recensioni
alessitimia: Non avere parole per esprimere i propri sentimenti.
Già, perchè i sentimenti non sono mai semplici da spiegare: ognuno di loro richiede un atteggiamento diverso, tempi e reazioni differenti, e ogni sentimento, grande o piccolo che sia, scrive anche solo poche righe del libro della nostra vita.
E' quello che questi sei ragazzi cercheranno di mostrarci: in un'estate dedicata al divertimento, l'amore e l'amicizia, cercheranno di scoprire sè stessi, e si renderanno conto di essere l'uno diverso dall'altro, con pensieri propri e sentimenti diversi, maturando inevitabilmente, nella calda e frizzante aria di Ibiza.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Luana


<< Sai, è da molto che volevo dirtelo... Insomma io... Mi piaci Lù, dal primo giorno che sei entrata nel salone di mio padre. Penso sempre a te, vorrei toccarti, abbracciarti, vorrei stare con te... >>
Mi tremano le mani a quell'affermazione. Sudo freddo, il cuore a tremila. Dio, da quanto aspettavo questo momento! E' qui, davanti a me, questo adone bellissimo che sembra uscito da un quadro, e mi sta dicendo che mi vuole, vuole me!
Oh si, Gianmarco, anch'io ti voglio.. non immagini quanto! Cavolo, cosa fa? Perchè si avvicina così? 
Ok, calma Luana, ce la puoi fare; avvicinati anche tu, piano, così. Ora chiudi gli occhi... Bene... Sento il suo respiro caldo su di me... Dai, baciami...
All'improvviso un rumore. Il terremoto! No, sembra come un trapano.. Ma che caz.. Proprio ora! Apro gli occhi ed il vuoto: lui non c'è più; mi sento strana, sono avvolta dal buio, cado, sprofondo nel buio!

<< Driiiiiiiiiiiiiin! >>
La sveglia mi riporta alla realtà. Cavolo, era solo un sogno... Sembrava così reale! Sento che sono sudata, molto. Cerco a tentoni la sveglia, e la spengo. Poi apro lentamente gli occhi: l'unica minuscola luce presente nella mia stanza è quella sveglia: 6:05. Devo alzarmi, oggi è il grande giorno! Mi sento la testa pesante, ma pian piano mi alzo dal letto, anche se devo appoggiarmi alla testiera per non cadere; e dopo che la mia testa ha finito di fare il girotondo, riprendo l'equilibrio. Accidenti a me che esagero sempre con l'acol!
Dopo aver fatto una doccia fredda per scrollarmi di dosso il sonno e le sensazioni di quel sogno che sembrava così reale, ed aver preso un'aspirina, comincio a prepararmi.
Sto mettendo le ultime cose in valigia, quando squilla il cellulare.

<< Dimmi che hai finito di fare le valigie >>
<< Buongiorno anche a te, Giada! Comunque sto per darti una notizia sconvolgente. Sei seduta? >>
<< Oddio. Si, perchè? >>
<< Le ho finite. >>
<< NON CI CREDO. Miracolo! Comunque, all'aereoporto ci andiamo tutti insieme. Ci vediamo tutti davanti casa di Massimo tra un'ora >>
<< Va bene, a dopo >>
<< A dopo. Ah, Luà! >>
<< Cosa? >>
<< PUNTUALE >>
E, senza darmi tempo di replicare, chiude.

                            .............................................

Staccarmi dai miei genitori è sempre drammatico, anche se è solo per una vacanza.

<< Hai preso tutto? L'oki, l'hai portato? E una sciarpa se fa freddo? L'ombrello se piove? >>

<< MAMMA. Non vado in guerra, tranquilla. Ti chiamo ogni giorno, promesso. Ti voglio bene >>

Le schiocco un bacio sulla fronte ruvida. I ciuffi di capelli che aveva sulla fronte erano ancora crespi e radi, ma almeno erano lì; le borse sotto gli occhi, purtroppo, c'erano ancora, ma aveva ripreso peso, ed era tornato quel sorriso che tanto amavo sul suo viso,quello della donna spensierata che era una volta; quella donna ancora felice, non ancora distrutta dalla malattia, da cicli infiniti di cure. Sarà banale dirlo, ma mi sentivo fiera solo a guardarla. Ero fiera di entrambi i miei genitori.

<< Sicura che non vuoi che t'accompagni? >>

<< No, papà. Casa di Massimo è vicina! Tu resta con mamma. Dai vieni, dammi un bacio. >>

Ah, i genitori!
                              ..............................................

<< Din Don! Il volo 757 tra 15 minuti è pronto al decollo >>

<< Ragà, iniziamo ad avviarci, o altrimenti ci mettiamo un'eternità! >>

Neanche il tempo di pronunciare la frase che Martina si stava già agitando.
L'aereoporto era pieno di persone, si faceva fatica anche a camminare; la fila era interminabile e il caldo insopportabile!

<< E daiiiii, su! Quanto ci vuole! >>

<< Ma la fila non si muove? >>

<< Non ci credo.. siamo fermi! >>

Eravamo fermi. Bloccati. Stava succedendo qualcosa.

<< Ma perchè stanno chiudendo? >>

Passano 10 minuti. 20. Nessuno capisce cosa sta succedendo. Dopo mezz'ora la voce al microfono ci annuncia la notizia che ci avrebbe sconvolto l'intera giornata:

<< ATTENZIONE. Tutti i voli previsti in giornata sono stati sospesi causa guasto dei motori. Ripeto: tutti i voli sono stati sospesi >>

<< Ma che?! >>

<< Non ci credo! >>

<< E ora? >>

L'aereoporto è nel caos. Dopo qualche minuto riusciamo a chiedere informazioni: non appena il guasto si sarebbe risolto, saremmo partiti.

<< Bhè, qui se ne andrà per le lunghe >> annuncia Lorenzo. << Che facciamo? Io ho fame >>

In effetti, si era fatta l'una.

<< Andiamo al ristorante? Tanto abbiamo tempo da perdere! >>

Insomma, valigie alla mano, ci "accampiamo" nel ristorante dell'aereoporto.


<>

Martina e il suo senso pratico.

<< Vabè va, intanto mangiamo! >>

Dopo più o meno 15 minuti arrivano le ordinazioni. Sto per portarmi alla bocca il cibo tanto atteso, quando squilla il cellulare. Lo estraggo dalla tasca: numero privato.

<< Pronto? >>

<< Ciao >>

Mi si gela il sangue. Cerco di deglutire, ma la mia bocca si è fatta secca; non riesco a muovere un muscolo.

<< Cosa vuoi? >>

Mi alzo e mi dirigo verso il bagno: si prevede una scenata e non mi va di fare piazzate. Lorenzo mi guarda con aria interrogativa, ma io gli faccio cenno di non preoccuparsi.

<< Come sei scortese. Non sei felice di risentirmi? >>

<< E' già troppo che non ti abbia richiuso in faccia. Arriva al punto, Daniele, o la conversazione finisce qui. >>

<< Ti devi riprendere gli scatoloni che hai lasciato a casa mia. Ho sempre la tua roba tra i piedi >>

<< Non posso, sto partendo. Torno il mese prossimo >>

<< Ah, vedo che ti dai alla bella vita senza di me. Dove vai? >>

<< Il più lontano possibile da te, spero. Adesso, se non ti dispiace >>

<< No no, non hai capito. Se entro domani non mandi qualcuno a prendere la roba, io butto tutto. Mi sono rotto, fai sempre così; dopo ti lamenti se uno trova di meglio. >>

<< Senti brutto stronzo >> chiudo gli occhi per la rabbia e conto fino a 10 per contenermi << per quanto mi riguarda, puoi far quel che vuoi. Buttala, bruciala, come vuoi: non voglio più niente che tu abbia anche solo potuto toccare. Mi fai schifo! >> non mi ero accorta che avevo cominciato ad urlare. << E sentimi bene: cancella il mio numero e non chiamarmi più, bastardo! Hai di meglio a cui pensare, no? Bene, vai da lei e non rompere le palle! Ah dimenticavo: ucciditi! >>

Chiudo il telefono con una rabbia che non provavo più ormai da tempo. Bastardo! Mi guardo allo specchio: ho la faccia rossa, fumo di rabbia. Mi bagno il viso, e respiro a fondo. 

Bene, mi sono calmata.

Ero rimasta sull'uscio del bagno e, dopo essermi ripresa, mi giro per uscire. Sbatto contro qualcuno, e in un secondo sono a terra. Ma che cavolo!

<< Ti sei fatta male? >> 

Un ragazzo mi tende la mano, ma io sono troppo impegnata a fissare la mia caviglia che, cadendo, si è storta.

<< No, grazie, ma potresti stare più attento >> dico in modo sgarbato. Non sono dell'umore per essere gentile! 

Alzo lo sguardo per guardarlo e quasi vengo meno.
Non ci credo.

<< Ciao! >> aggiungo stupita. Con tre secondi sono diventata rossa come un pomodoro.

<< Ciao! >> è sorpreso anche lui, e mi sorride << Anche tu parti? Comunque scusa per prima, ero sovrappensiero e non guardavo dove camminavo >>

Gianmarco mi sorride, mettendo in mostra il suo bellissimo sorriso e le dolci fossette sulle guance.

<< Non preoccuparti, non mi sono fatta nulla. Hanno rimandato anche il tuo volo, suppongo. Dove vai di bello? >>

<< Di "bello" nulla: Sardegna con i miei! Tu? >>

<< Ibiza con gli amici! Come mai con i tuoi? >>

<< Beata te! A me hanno costretto: mi rimproverano di non passare mai del tempo con loro. Ci credi che mi fanno ancora queste storie a 22 anni? Senti, posso farti una domanda? >>

<< Si, dimmi >>

<< Contro chi urlavi prima? Sembravi arrabbiatissima! >>

Avvampo. Aveva sentito tutto. Cazzo!

<< Bhè.. io.. ecco... >> mi torturo le unghie, e adesso cosa rispondo? << Di solito non mi arrabbio così. E' solo che questa persona, bhè... Ha raggiunto il limite, ecco >>

<< Capisco. Senti, mi è arrivata la tinta che volevi l'altra volta, magari chiama per prendere appuntamento! >>

<< Va bene, quando tornate in negozio chiamerò, grazie >>

<< Puoi chiamare anche prima se vuoi, mi fa piacere. Tieni >> mi dice porgendomi un bigliettino << Questo è il mio numero >>

Eeeeeeeh? Mi sta davvero lasciando il numero?! 
Non mi lascia replicare che continua:

<< Il tuo io ce l'ho già. L'ultima volta, quando hai chiamato al negozio per prendere appuntamento, l'ho salvato in rubrica. Spero non ti dispiaccia >>

Eh?!?!

<>

<< Va bene >> e sorride (con quel sorriso da copertina) << Allora ciao >> e, sorprendendomi, mi bacia sulle guance.

<< C-Ciao >>

Aspetto che se ne vada e mi avvio verso il ristorante. 
Ancora non ci credo.. E' troppo surreale. Lui, mi stava dando una possibilità? LUI? In quale universo parrallelo i ragazzi che io voglio, mi vogliono a loro volta? Ragazzi come lui, poi!
Come, vi chiederete. 
Seri. Che non vi tradiscono alle prime incomprensioni, ad esempio. O che riconoscono quando state donando loro tutte voi stesse, tutto quello che siete, invece che darlo per scontato.
Troppo per me! Magari ho sognato anche questo, chi lo sa!

Ancora immersa nei miei pensieri, torno a sedermi.

<< Lu? Tutto bene? >> Michela mi guarda stranita.

<< Si, si, tutto bene. Ero sovrappensiero >> 

Mi siedo e finalmente mangio il primo boccone, quando i miei amici avevano già finito, e noto che Michela mi sta guardando con aria sospetta.

<< Luà, non me la fai. Che c'è? >>

<< Ma niente, è solo.. Daniele >>

<< Ancora?? Sul serio? >>

<< Lasciamo perdere guarda. Meglio non pensarci. >>

Mi ricordo che devo raccontare tutto a Giada, devo sfogare con lei tutta la rabbia per Daniele e l'eccitazione per Gianmarco!  
Ma lei non c'è.

<< Ma Giada? >>

<< E' andata a prendere il dolce. In effetti però è lì da un po'.... E' passata mezz'ora! >>
   
 
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