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Autore: FrancyLarry    24/03/2015    2 recensioni
Louis William Tomlinson è un ragazzo un po fuori dalle righe.
In seguito ad una bravata si ritrova a dover partecipare al Camp Band scolastico che si svolere nel periodo estivo, per evitare la bocciatura dell'ultimo anno.
Il ragazzo si reca al Camp di mala voglia e con nessuna intenzione di collaborare e lavorare con i ragazzi della banda. Rimane però affascinato da capitano della banda, un ragazzo solare dagli occhi verdi di nome Harry. Nei due mesi di permanenza nel camp Louis non potrà fare almeno di stringere rapporti di amicizia con alcuni ragazzi che fanno parte dalla banda della sua scuola. Harry inoltre aiuterà Louis riportare in vita una sua vecchia passione, la musica...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Allora, come sto” chiede Niall, guardandosi allo specchio.

“Mhh non male biondo, non male!” affermo andandogli incontro. “Hai solo queste scarpe?” chiedo stingendo gli occhi.

“Perché? Non vanno bene?” domanda preoccupato.

“Beh non so… troppo sportive per la camicia che hai scelto e, dato che quella mi piace, direi che il problema qui siano le scarpe.” commento guardandolo dalla testa ai piedi.

“Ho le Vans nere; meglio quelle?” Si gratta la testa incerto.

“Decisamente!” affermo con sicurezza.

“Okay” dice avvicinandosi all'armadio.

Mentre osservo Niall cambiarsi le scarpe, continuo a pensare, indeciso su cosa indossare; non sono il tipo da camicie, quindi opterò per una t-shirt ma non ho ancora deciso quale.

“Così va meglio?” chiede ancora Niall, indicandosi le scarpe

“Molto meglio!” gli confermo

“Grazie, Louis” sorride e io ricambio. “Hai deciso cosa mettere?” mi chiede poi.

“Sì, jeans e t-shirt anche se non ho ancora scelto quale” confesso guadando confuso l'interno dell'armadio.

“Posso darti una mano?” si offre sorridendo.

“Tu cosa metteresti?” 

“Posso?” chiede. 
Lo guardo e annuisco.
Il ragazzo si avvicina per osservare meglio le mie t-shirt.

“Questa è davvero figa!” afferma tirando fuori la t-shirt Vans “off the wall”

“La ho sia nera che bianca”. 

“Allora nera!” dice lui, deciso. “Nera e jeans scuri; ho visto che anche tu hai molte Vans, quindi è perfetto” continua annuendo

“Ehm mi piace! Grazie, biondo” gli poggio una mano sulla spalla.

“Figurati” poi aggiunge: “Io vado da Melissa; le ho dato appuntamento alle otto e mezza. Tu sbrigati, ci vediamo al falò” le sue chiavi e si dirige verso la porta.

“Buona fortuna, biondo” gli auguro prima che esca dalla stanza.



Sono pronto. Mi guardo allo specchio e sono fiero del risultato. Sono sempre stato sicuro di me e non ho mai avuto problemi a dirlo.
Osservo l'ora sul mio iPhone: sono le 8.45pm. Harry mi aveva detto che il falò sarebbe iniziato alle  nove, quindi sono in perfetto orario. Mi chiedo però se  aveva intenzione di passare da me, prima di dirigersi al falò.
Aspetto ancora un paio di minuti ma di lui non c'è traccia.
Dopo aver più volte scartato l'idea, decido infine di provare a vedere se è ancora nella sua stanza.
Busso alla porta deciso e ad aprirmi c'è lui: bellissimo, una camicia bianca leggermente aperta sul torace, i pantaloni scuri con ai piedi un paio di stivaletti; capelli sciolti, perfettamente in ordine. Sul suo viso,  due profonde fossette accompagnate da uno splendido sorriso, lo guardo e rimango decisamente spiazzato.

“Louis” dice sorridendo. “Cosa ci fai qui?” mi chiede calmo

“Non mi andava di andare là da solo” confesso “non so neanche dove devo andare” continuo, perdendomi ancora a osservarlo

“Questo lo so, ma sarei venuto io da te” ribatte, passandosi una mano tra i capelli.

“Lo sapevo: avrei dovuto aspettare!” mi rimprovero naturalmente nella mia testa.

“Ma apprezzo che tu sia qui” continua, rivolgendomi ancora un sorriso mozzafiato. “Io sono pronto e, dato che lo sei anche tu, possiamo andare, no?” chiede ma è una domanda retorica, naturalmente, quindi mi limito a sorridergli.



Arriviamo al falò e devo ammettere che c'è esattamente tutto ciò che mi aspettavo: fuoco, cibo, musica, gente che balla e soprattutto alcol in quantità.

“Fantastico! Stasera c'è da divertirsi” commento, dirigendomi al bancone degli alcolici.

“Prendo quello che prendi tu” mi sussurra Harry, all'orecchio, affinché io possa sentirlo tra tutto quel caos.

“Perfetto”
“Due 4 bianchi e assenzio”  ordino al ragazzo dietro il bancone. Dopo aver preparato i cocktail,  li deposita sul bancone sorridendo.
Mando giù la bevanda immediatamente mentre noto che Harry fa fatica; un risolino isterico esce dalla mia bocca a quella visione di un cucciolo in difficoltà.

“Fa schifo!” commenta, facendo una smorfia di disgusto.

“Manda giù, tesoro” lo incoraggio, ridendo.

“Posso avere una bottiglia di Sambuca?”  chiedo al ragazzo dietro il bancone, il quale annuisce  e mi passa la bottiglia.

Una bottiglia?!” urla Harry al mio orecchio.

“Una bottiglia!” confermo sorridendo mentre la porto direttamente alla bocca. 
“Bevi” dico poi passandogliela.




La musica inizia a coinvolgermi e l'alcol sta già facendo il suo effetto.

“Balliamo!” esclamo prendendo Harry per mano.

“Louis, io non ballo!” commenta lui in tono lamentoso.

“Oh andiamo, Harry! Devi solo muoverti” dico trascinandolo tra la folla.

“No Louis, ti prego!” 

“Dai, per favore” lo imploro, mostrandogli gli occhi dolci.

“Okay” acconsente alzando gli occhi al cielo, esasperato.

Inizio a ballare Harry si limita a guardarmi imbarazzato, ma ben presto il ritmo della musica inizia a coinvolgere anche lui.
Guardarlo muoversi in quel modo mi permette di vederlo sotto una luce diversa, per quello che realmente è: un ragazzo bellissimo ed estremante sexy.
Porto le braccia al suo collo e inizio a muovermi a tempo con lui; infilo una gamba tra le sue e lui mi sussurra qualcosa all'orecchio, ma non riesco a sentirlo. Il ritmo inizia a darmi alla testa; afferro il suo viso tra le mani, lo guardo dritto negli occhi e mi avvicino lentamente alle sue labbra, ma improvvisamente Harry si stacca da me e, prendendomi per mano, si allontana  velocemente dal caos che ci circonda. 
Vorrei avere la forza di reagire ma mi sento come ipnotizzato, trascinato dagli eventi.

Arriviamo nuovamente in quel punto morto del campo dov'è presente il moretto dal quale l'ho tirato giù quest'oggi.

"Perché ti piace tanto venire qui?" gli chiedo, alzando lo sguardo verso di lui. Noto che mi sta fissando con occhi fiammeggianti di rabbia.

"Cosa vuoi, Louis?" mi chiede, come esasperato
I suoi continui cambi di umore mi confondono.

"Cosa?" aggrotto la fronte, guardandolo perplesso.

"Dimmi cosa vuoi da me!" 

Lo guardo inerme, inclinando il capo da un lato, confuso dalla piega che sta prendendo la nostra conversazione

"Dimmi cosa vuoi da me, Louis” ripete ancora “Non ti credo dimmi cosa vuoi!" sputa fuori tutto d'un fiato con una strana luce negli occhi verdi.

"Cosa voglio?" chiedo spavaldo, curvando le labbra in un mezzo sorriso. Mi avvicino lentamente a lui, puntando i miei occhi nei suoi con veemenza. Sposto il mio sguardo dai suoi occhi alle sue labbra rosee; lo scopro a mordicchiarsi il labbro inferiore.

Quando nuovamente porto lo sguardo ai suoi occhi li vedo risplendere di un verde cristallino.

Di colpo l'atmosfera tra di noi cambia, caricandosi di un inspiegabile euforia che pullula di aspettativa.

Mi avvicino ancor di più al suo viso, lasciando le mie labbra a pochi centimetri dalle sue

"Voglio te!" affermo infine prima di posare la mia bocca contro la sua. Premo con maggior forza contro le sue labbra, chiedendo il permesso di andare oltre. Si lascia sfuggire un piccolo gemito e poi socchiude le labbra. La sua lingua accarezza esitante la mia, prima di diventare famelica.

Mi stacco lui e chiudo gli occhi premendo la fronte contro la sua, dando così a entrambi la possibilità di riprendere fiato.

Il ricco si china per baciarmi ancora ma si ferma prima che le sue labbra tocchino le mie; mi guarda negli occhi come per chiedermi il consenso ed io, in risposta, mi limito a colmare la distanza che ha lasciato.

Spontaneamente, le mie mani cercano i suoi capelli mentre le sue scivolano lungo la mia schiena, posandosi alla base della spina dorsale per spingermi maggiormente contro il suo corpo.

Le nostre labbra sono esigenti, lente, decise e le nostre mani cercano sempre di più.
Mi attira a sé posandomi con veemenza una mano sul sedere.

Sento la sua erezione premere contro i miei fianchi.

“Quei pantaloni devono stargli decisamente stretti” mi ritrovo a pensare. Ma, prima che io possa fare un ulteriore mossa, lo vedo scivolare lentamente in ginocchio.
Quando le sue ginocchia toccano terra, alza lo sguardo verso di me portando le sue mani alla cerniera dei pantaloni;  questa volta il suo sguardo non sembra chiedere il consenso, appare più come un semplice avvertimento.

Slaccia la cerniera e afferra contemporaneamente il pantalone e l'elastico dei boxer, poi abbassa entrambi gli indumenti con decisione, scoprendo la mia erezione.

Rimango spiazzato dalla sua iniziativa. Questa davvero non l'avevo prevista e non ho la forza di reagire in alcun modo.
"Come se non ti piacesse ciò che sta accadendo, Louis"  commenta, sarcastica, l'odiosa vocina che vive nella mia testa.

“Noto con piacere che non hai solo un bel culo” constata, afferrando con la mano la mia erezione e iniziando lentamente a frizionarla.

Un sorriso che si trasforma in un sonoro gemito esce dalla mia bocca prima che Harry sostituisca il calore delle sue mani con quello della sua bocca.

Stento a credere a cosa stia accadendo.
"Davvero? Mi sta davvero facendo un pompino, qui, così?" mi ritrovo a pensare, prima di chinare la testa verso di lui e vederlo ai miei piedi in ginocchio e con la bocca piena di me. 
"Wow, che spettacolo" commenta la vocina.
I movimenti di Harry sono lenti e sinuosi; mi accarezza la punta con la lingua, per poi portare il mio membro fino in fondo alla sua bocca a sfiorargli la gola. Ripete il movimento più e più volte ed io porto istintivamente le mani tra i suoi capelli, assecondando ogni suo movimento.
Con una mano inizia a giocherellare con i miei testicoli e altri gemiti escono dalla mia gola.
Sono completamente nel pallone, mente e corpo disconnessi. Vorrei riuscire a godermi fino in fondo il momento, ma la mia testa ancora stenta a crederci mentre il mio corpo sta arrivando al culmine della sopportazione. 

"Harry, fermati!" lo avverto

Ma sento in risposta le sue labbra diventare più strette e i suoi movimenti sempre più veloci.
"Oh merda non avrà intenzione di..." penso. Ma mentre, la mia mente è occupata a pensare, il mio corpo risponde perfettamente a ciò che sta accadendo.
Harry stringe sempre di più la morsa

"H-Harry" lo chiamo, ancora a denti stretti.

Lui alza lo sguardo e i suoi occhi verdi trovano i miei. Mi guarda attentamente continuando la sua tortura.
Il suo sguardo brucia e il mio copro si lascia definitamente andare rilasciando il suo apprezzamento direttamente nella bocca del riccio, il quale ingerisce per poi liberare il mio membro libero dalla sua bocca.
Lo sento ridacchiare di gusto, mentre si solleva passandosi una mano sulle labbra per ripulirsi.
Lo guardo e non riesco a proferire parola, così come non riesco a muovere un muscolo.
Mai in vita mia mi sono sentito così spossato.

Harry continua a ridacchiare prima di dirmi: "Hai intenzione di restare con i pantaloni abbassati ancora per molto?" riprende a ridere di gusto prima di aggiungere: "Oh, dovrei scattarti una foto!"

Scuoto la testa e stringo gli occhi tentando di ricompormi. Finalmente riacquisto la connessione tra testa e corpo e mi tiro su i pantaloni.

Harry mi osserva prima di commentare: "Ti è cascato il telefono dalla tasca dei jeans".

Osservo il mio iPhone a terra sul prato e lo afferro, mantenendo ancora il mio silenzio.

"Perfetto possiamo tornare alla festa" aggiunge.

"Sì, possiamo andare!" affermo a mia, volta visibilmente confuso.

"Bene" continua lui. Poi prende il telefono dalla tasca dei suoi pantaloni. "I ragazzi mi stanno aspettando" commenta, osservando lo schermo del suo iPhone nero.

"Vai pure, io torno in stanza prendo le sigarette e ti raggiungo" ribatto.
Ho senza dubbio bisogno di allontanarmi da lui per un po’.

"Perfetto. A dopo allora, Lou" mi saluta, dopodiché si volta, dirigendosi verso le luci del falò mentre io vado verso i dormitori con nella testa due fastidiose domande: "Davvero? Perché?"


   
 
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