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Autore: TheAntlers    24/03/2015    3 recensioni
"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" gli chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.
Lui la imitò, salendo a cavallo, col volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.
"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perché.
"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.
Naoise ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Deglutì amaramente, aggrottando la fronte, mentre pensieri confusi iniziavano a prendere spazio nella sua mente.

Cosa ci fa lui qui? 

Lo guardò intensamente, cercando di capire se fosse solo la sua immaginazione a giocarle un brutto scherzo. Disperatamente, restò nella speranza che quella sagoma potesse sparire nel nulla... ma ciò non accadde. 
Lui era lì, non era una finzione.

All'ennesimo passo verso di lei, ad ormai pochi metri di distanza, lei arrivò al massimo dell'ansia.

Sono armata, lui no, ripeteva in continuazione nella sua mente, cercando di calmarsi.

"Fai un altro passo, e giuro che schiocco la freccia" lo mise in guardia, parlando con estrema tensione.

Mentre cercava di calmarsi e rilassarsi, lo vide trattenersi dal ridere, mentre si bloccava sul posto, col sorriso in faccia.

"Non credo tu sia capace di uccidere un uomo disarmato. Andrebbe contro i tuoi fondati principi, suppongo" mormorò con tono cortese, portando le mani dietro la schiena, mentre le sorrideva ancora.

Winter, invece, era all'estrema della frustrazione. Ma cercava di non darlo a notare, nascondendo il terrore con un tono duro e deciso.

"Hai ragione. Ma potrei mirare a tante parti del corpo che non comprendano organi vitali" rispose con semplicità, inclinando lievemente il capo, mentre abbassava la mira verso le gambe del ragazzo.

Bress parve meravigliato ed impreparato alla risposta della rossa. 
Non era più la ragazzina impaurita ed inerme che ricordava. Sembrava essere più determinata e sveglia, ormai.

Sorrise con sgarbo, sotto gli occhi attenti della fanciulla, che sembravano studiare ogni suo movimento ed atteggiamento.

"Brava e determinata. Un'accoppiata vincente" commentò, iniziando a girarle intorno, con le dovute distanze. "Davvero interessante."

Il braccio della ragazza iniziò a tremare per la tensione, e Bress la sentì imprecare silenziosamente.

Da lì a poco, il braccio avrebbe ceduto allo sforzo.

Avrei dovuto ascoltare i miei sensi ed allenarmi di più, dannazione.

Allentò la presa, ma continuò a tenerlo sotto tiro, mentre lo seguiva nei suoi movimenti.

"Cosa ci fai qui? Come mi hai trovata?"

"Presentimenti."

"Presentimenti?" ripeté con riluttanza, alzando un sopracciglio.

"Esattamente, presentimenti. È normale, per i tributi, avere presentimenti sul dove si trova il proprio nemico" spiegò.

Non potrò mai tirarmi fuori da questa storia, pensò immediatamente a tale spiegazione, mentre le si creava un nodo in gola.

Sentì l'ansia crescerle, mentre le picchiettava in mente l'ennesima domanda a riguardo.

Cosa vuole? 

Ma cosa poteva volere, una persona che, secondo ciò che le era stato detto, era destinata a combattere? 
Cosa poteva volere, se non la sua morte?

Aprì la bocca per dir qualcosa, ma nessuna parola uscì da essa. Non aveva il coraggio di chiedere. Non aveva il coraggio di sentire tale conferma alle sue semplici supposizioni.

Sospirò, guardandosi intorno con la punta degli occhi, per non far intendere nulla. 
Non sapeva neanche lei, infatti, se le era conveniente fuggire via. 
Ma doveva pur far qualcosa.

"Rilassati, Winter. Se avessi voluto ucciderti, l'avrei già fatto, non credi?"

La ragazza sospirò, mentre vedeva Bress avvicinarsi nuovamente a lei. Immediatamente tese l'arco, puntando verso il cuore, questa volta.

Lui alzò le braccia, in segno d'arresa.

"Non sono armato, Winter. Non hai da temere. Voglio solo parlare" le spiegò, facendo scendere le braccia lentamente lungo i fianchi.

"Puoi farlo anche da lì" gli fece notare allora, mentre sentiva il suo corpo irrigidirsi.

Bress sospirò con esasperazione, indicandole poi l'arco.

"Abbassalo, allora" ordinò, questa volta, molto severamente.

"Perchè mai?" chiese lei, guardandolo sospettosa.

"Non vedi? Il tuo braccio trema sotto la tensione accumulata. Non sei abbastanza allenata. Quanto tempo passerà ancora, prima che il tuo braccio cederà allo sforzo, senza il minimo preavviso?"

Winter si sentì offesa ed irritata da quelle parole, dette con tanto sgarbo. 
Non era molto allenata, quello lo sapeva bene. Ma non era stupida, non lo avrebbe colpito per sbaglio, se era quello che voleva farle intendere. Sapeva controllare il suo corpo, sapeva come agire.

"Vattene. E sarò lieta di abbassare l'arco."

Bress sorrise a tale risposta, abbassando lo sguardo, mentre avanzò, forse distrattamente, di due miseri passi.
Si notava in lui un filo di irritazione.

"Sul serio, Winter, abbassa quell'arco" ordinò nuovamente, ed ancora sorridente. Era nervoso.

"Se mi temi tanto, vattene" ringhiò tra l'esasperazione.

A tale esclamazione, Bress rise di gusto.

Sciocca ragazzina.

"Non è te che temo, Winter. È la tua inesperienza, che temo" spiegò, tornando più serio.

Poi, guardò verso un determinato punto dietro di lei, e distendendo le spalle ed alzando il volto, parve mostrarsi in tutta la sua imponenza, mentre irrigidiva il corpo, e rendeva gli occhi a due minuscole fessure.
Osservò con determinazione, mentre la ragazza lo teneva ancora sotto tiro. Non poteva permettersi di girare a guardare ciò a cui lui pareva tanto interessato, sarebbe stata una distrazione.
Le sue orecchie percepirono strani versi alle sue spalle, e le ci volle poco per capire che si trattava di Sharon. 
Il cavallo nitriva con accanimento, sbarrando gli occhi con terrore, mentre i possenti arti anteriori si sollevavano a mezz'aria.

La ragazza si girò un attimo, vedendo il proprio animale in un puro stato di terrore. 
Si lasciò prendere dall'ansia. Il suo respiro era irregolare e pesante, si sentiva sudare.

Come ci riesce?

Si girò nuovamente verso il ragazzo.
"Cosa stai facendo? Smettila!" alzò un po la voce, ma non di molto, per non peggiorare quella situazione.

Bress non aprì bocca. In risposta, abbassò di poco il viso, guardando negli occhi Sharon con tale determinazione, da mettere terrore.

Prima che la rossa potesse dire o far qualcosa, il cavallo abbassò le orecchie, e corse verso il suo fianco destro. Lei lo osservò, persa tra i pensieri e le numerose domande. Bress approfittò di quella situazione per avvicinarsi ancor di più a lei.
E quando la ragazza si girò ad osservarlo avvicinarsi impetuosamente, capì il piano. Ma, ormai, era troppo tardi per contrattaccare.

Accadde tutto molto velocemente e confusamente. 
Il cavallo la travolse da un fianco, scaraventandola a terra, e oltrepassandola, dirigendosi verso Bress, che lo schivò con estrema facilità.

Cadde di pancia, imprecando. Le era andata abbastanza bene, però. Il cavallo poteva calpestarla con gli zoccoli e provocarle gravi fratture o contusioni. Ma, fortunatamente, se la cavò con poco. Infatti era tutta intera. Dolorante, ma intatta.
Chiuse gli occhi non forza, mentre alcuni ghigni di dolore riuscirono a scapparle dalla gola.
Portò le mani sul terreno duro, facendo forza sulle braccia, cercando di rialzarsi.

La prima cosa che le arrivò in visuale, mentre era ancora sdraiata sul terreno, fu il suo arco.
Sgranò gli occhi, non appena notò che, dietro di esso, si presentava Bress. La ragazza risalì il suo corpo con lo sguardo, fin ad arrivare ai suoi occhi castani, quasi tendenti al verde, sotto la luce.
Sul suo volto, un sorrisetto vincente e compiaciuto, che appariva quasi arrogante.

Winter fissò il suo arco, più vicino al ragazzo che a lei. Era fisicamente impossibile arrivare solo ad alzarsi prima che lui.

"Ah-ah!" fece Bress, non appena capì le intenzioni abbastanza ovvie della giovane.

Si piegò sulle ginocchia, e raccolse l'arma, rialzandosi lentamente. 
La scrutò attentamente, girandola per ogni lato. Osservandone il peso e la forma.

Inarcò un sopracciglio, prima di parlare. "Un giocattolino" commentò infine, con un ché di delusione. Abbassò la visuale alla ragazza, ancora inerme sul terreno. "Quante libbre?" chiese con interesse, guardandola fissa negli occhi.

La ragazza sospirò, notando che le tremava il respiro. 
Le aveva portato via l'unico motivo di sicurezza. Si sentiva così inerme ed indifesa, ora, sotto lo sguardo del nemico. 
Non poteva difendersi in alcun modo. Doveva trovare un modo per fuggire da quella situazione.

"Come hai fatto a... insomma... il mio cavallo..." mormorò, cercando intanto di rimettersi in piedi.

"Persuasione mentale" rispose con semplicità.

La ragazza si girò a guardarlo di scatto, distaccando le labbra. "Certo. Come ho fatto a non pensarci..." mormorò tra sé e sé, non riuscendo a non cogliere l'ironia della situazione.

Quando riuscì a rimettersi in piedi, lo guardò con timore, mentre lui sospirava, abbassandosi sul terreno per sedersi.

"Ora che non sei più sotto il mirino della mia inesperienza, dimmi quello che volevi dirmi, così potrai andartene" si convinse a dire infine, parlando con irritazione.

Bress rise silenziosamente, strappando un pugno di erba dal terreno, mentre si rimetteva in piedi, con in faccia un ghigno di puro divertimento.

"Non qui. Guarda il cielo" le disse, indicando le nuvole scure che promettevano pioggia. "Tra poco pioverà. Meglio rintanarsi" propose.

Winter serrò i pugni, stringendo i denti. "Non andrò da nessuna parte, insieme a te. Parla ora, o ridammi il mio arco" parlò seria, allungando il braccio verso lui.

Bress la guardò sorridente, prima di abbassare lo sguardo all'arco che teneva ben in pugno. Poi curvò le labbra in una smorfia. "Non accadrà nessuna delle due cose."

Lei ritirò il braccio.
"Bene. Vuol dire che resteremo qui per sempre, allora!" parlò con tono stuzzicante e puramente serio.

"D'accordo!" imitò il suo tono, rimettendosi a sedere sull'erba, mostrandole un sorriso avido.

"Fantastico!" esclamò lei, imitandolo.

Il silenzio iniziò a regnare sovrano, mentre i due erano impegnati a non dedicarsi alcuna attenzione. 
Era una situazione alquanto inusuale ed imbarazzante, per entrambi. Solo che il ragazzo, al contrario di lei, riusciva a gestire l'imbarazzo, in modo tale da convertirlo in puro divertimento. Winter, invece, tentava invano di nascondere la tensione accumulata.

Erano passati parecchi minuti. Ed ancora, nessuno dei due, osava solo aprir bocca. Si guardavano intorno, come attendessero il nulla.
Ad un tratto, Bress abbassò il viso, passandosi una mano tra i folti capelli. Winter, sbadatamente, posò i suoi occhi su di lui, osservandolo. Quando il ragazzo alzò lo sguardo su di lei, forse perchè sentitosi osservato, lei variò lo sguardo con una velocità tale da apparire quasi patetica, con quel gesto involontario.

Quella situazione alquanto imbarazzante venne distratta da un tuono, che fece irruzione tra il silenzio. E, puntualmente, una lieve pioggia iniziò a bagnare il terreno.

Bress iniziò a fischiettare uno strano motivo, e Winter dovette lottare con se stessa per non dedicargli uno sguardo perplesso.

Fin quando durerà, questo gioco? 

La pioggia, intanto, iniziava a farsi più forte. E Winter sapeva, che non avrebbe resistito ancora per molto, sotto l'acqua. 
Si strinse col giubbotto, coprendosi i capelli col cappuccio.

Bress, invece, non si scomponeva in alcun modo. Guardava il cielo, continuando a fischiettare.

Potrei alzarmi ed andarmene. Potrei correre. Ma dove andrei? Non posso dirigermi verso casa, e rischiare che trovi anche dove vivo. Non posso neanche chiamare aiuto, cosa spiegherei? 

Sospirò, mentre portava una mano al viso, coprendosi gli occhi. Le tremava il respiro, come tutto il suo corpo, e non solo a causa del freddo. Si sentiva in trappola. Si sentiva inerme. 
Gli occhi iniziarono a riempirsi di timore e terrore, lacrime cercavano di evaderle, mentre lei tentava di bloccarle.

La pioggia iniziava a farsi davvero incessante.

Ora basta. 

"È ridicolo" mormorò lei, in preda alla disperazione.

Bress rise, ancora con lo sguardo rivolto alla vegetazione. "È stata una tua idea" le ricordò, mettendosi sdraiato, e portando le mani sotto la testa.

Winter inarcò in sopracciglio. "Cosa stai facendo?"

"Mi metto comodo" rispose con semplicità. "Per godermi questa eternità" aggiunse poi, chiudendo gli occhi, e sorridendo alla pioggia.

Trattenne un urlo di rabbia, mentre si torturava le labbra, per il nervosismo. Non riusciva a gestire quella situazione. Non sapeva come comportarsi. Voleva andarsene da lì, ma non con lui. 
La vegetazione era troppo vasta, sarebbe diventata un bersaglio facile se avesse provato a scappare, lei lo sapeva bene. Non poteva permettersi di fuggire. 
Doveva provare ad assecondarlo, ma non aveva alcuna minima idea a riguardo.

"In quale luogo vorresti parlarmi?" iniziò a dar segni di resa, quando il freddo sembrò aver la meglio su di lei.

Per quanto non lo vedesse in viso, sapeva che in quel momento, sulla faccia di lui, era appena apparso un sorriso compiaciuto.

"Ti arrendi, quindi."

"Non ho detto che sono disposta a seguiti. Dimmi solo dove dovremmo andare."

Entrambi si alzarono. La pioggia iniziava a diventare tagliente. Winter dovette quasi urlare per accertarsi di farsi sentire.

"Proporrei di andare a casa tua."

Scherza?

"Toglitelo dalla mente."

Bress scoppiò a ridere con gusto. "Scherzo, scherzo, per carità. Andremo in un bar" rispose, tornando serio.

Lei annuì in consenso, con aria sconfitta.

"Dammi il tuo porta arco" le ordinò poi, allungando un braccio, in attesa. "Non credo sia il caso di entrare in città con un arco in mano."

"Puoi sempre lasciarlo qui."

Bress sbuffò divertito, inclinando il volto. "Dammi quel porta arco, Winter" le ordinò nuovamente, ridacchiando.

***

Il viaggio verso la città sembrò ancora più lungo del solito, quasi interminabile, sotto quella estenuante pioggia. 
Winter prese una seconda strada, che allungava il percorso, ma non passava davanti alla sua residenza, ed era quello che più le importava.

Quando arrivarono finalmente in città, Bress le fece strada, tenendola ben sott'occhio. Non le sfuggiva un suo minimo atteggiamento o movimento.
Entrarono nel primo locale che incontrarono, con ancora i visi abbassati, per proteggersi dalla pioggia. Si augurarono soltanto di aver azzeccato un bar, dato che non badarono nemmeno a capire di che edificio si trattasse. 
In ogni caso, la fortuna giocò a loro favore; è un bar, notarono entrambi, una volta alzati i visi.

Il locale era praticamente vuoto. 
Tre uomini di mezza età stavano seduti ad un tavolo, sorseggiando Tè. Intorno a loro, la desolazione. 
L'attenzione parve essere rivolta tutta verso loro. L'addetto alle pulizie fu il primo ad accorgersi della loro presenza. Smise di lucidare i tavoli, rivolgendo loro un'espressione sorpresa. E non c'era da biasimarlo, osservando come erano conciati.
Il giubbotto di Winter era ormai fradicio. Sembrava aver fatto una doccia, non badano però di togliersi i vestiti. 
Bress sembrava essere messo meglio, in confronto a lei. Il suo giubbotto era impermeabile, fortunatamente per lui. Ma i capelli erano sudici d'acqua.

"Sediamoci." Le fece segno col viso di seguirla, e raggiunsero un tavolino piazzato in un angolo.

Si tolsero i giubbotti, ancora sotto l'attento sguardo dei presenti. 
Winter iniziò ad irritarsi, sotto quegli occhi indagatori. 
Abitava in una piccola città, in cui tutti si conoscevano. Perciò, il motivo di tutti quegli sguardi, non era dovuto solo al modo in cui entrambi erano combinati. Era dovuto, in prevalenza, alla presenza di Bress, ne dedusse lei.

"Salve. Volete già ordinare?" si sbrigò a presentarsi la cameriera, armata di penna e carta per appunti.

Bress si voltò a guardarla, mentre prendeva posto.

"Certo. Un Tè classico per me e..." variò lo sguardo verso la ragazza, attendendo.

"Non voglio nulla,-"

"Due Tè classici, grazie" sorrise alla cameriera, che fece lo stesso, mentre girava verso la direzione opposta, non riuscendo a non corrugare la fronte, assistendo a quella inusuale situazione.

"No...", non ebbe il tempo di continuare, che la donna era già lontana dal suo campo visivo.

Girò lo sguardo verso Bress, vedendolo sorridere ancora. "Non volevo nulla!"

"Ah! Smettila." Le dedicò una smorfia, mentre si guardava intorno, con curiosità.

Winter sbuffò. Ma non riusciva ad arrabbiarsi con lui, perchè distratta dal freddo che sentiva. I vestiti, al contrario del giubbotto, fortunatamente, non erano bagnati, ma erano comunque umidi. Motivo per cui sentiva tutto il suo corpo tremare, come una foglia sotto il vento.

"Stai tremando" notò lui, parlando con tono morbido e caldo. 
Si girò, afferrando il suo giubbotto. "Non credo sia dovuto ad un solo motivo. Tieni, metti questo" le porse l'indumento, facendole gesto di prenderlo.

Non capisco. Perchè lo fa?

Aggrottò la fronte, mentre lo sentiva sospirare.

"Suvvia Winter, il giubbotto è innocuo, giuro" parlò con spirito, mostrandole un sorriso.

Al diavolo, fa freddo.

Senza pensarci ancora, accettò quel gesto, ed indossò il largo capo, abbracciandolo a se. Potè finalmente scaldarsi.

"Non capisco..." mormorò secondi dopo, abbassando lo sguardo. "Noi due, secondo ciò che ho capito... per quanto ci tenga a dire che stento a credere a tutta questa situazione... Comunque... dovremmo essere nemici, no?"

"Lo siamo, infatti."

"Perchè mi aiuti, allora?"

Bress sorrise. 
Un sorriso, oserei dire, con dei tratti che parevano richiamare tenerezza. Ma quest'ultima sembrò però sfumare, infine, in semplice arroganza.
"Perchè non dovrei?" domandò a sua volta.

  
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