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Autore: FeBookworm    24/03/2015    3 recensioni
Eccomi qui con il seguito ( tanto atteso spero!) di "Cuore e Ragione".
In questa storia vedremo come i piccoli Draco, Hermione, Blaise e James affronteranno dei nuovi anni ad Hogwarts e di come i poteri di Draco non andranno perduti. Di come, anzi, saranno utili all'ormai adulto Harry Potter.
Dal Prologo:
"Ma quelle voci, quelle luci argentate che lo proteggevano…Tutto nell’insieme facevamo parte di un qualcosa che lui non era ancora in grado di capire.
Quattro anni sono troppo pochi per rispondere a delle domande così grandi.
Forse, un giorno Draco avrebbe trovato la via…Avrebbe trovato tutte le risposte…
Per ora bastava tenere la sua testolina bionda protetta da tutti quegli sguardi e nascosta dal mondo.
Tom come sempre sapeva come proteggerlo.
Tom sapeva sempre tutto.
[....]
“I suoi poteri non rimarranno assopiti per sempre.”
“Ne sono consapevole, Cromo.”
“Prima dei suoi diciotto anni, Iride. Ricordalo. Draco dovrà ritornare ad essere l’Ultimo Oracolo.”
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Note dell'Autrice:
Eccomi qui tornata dal regno dei morti! Seriamente, pensavo di riuscire ad aggiornare prima, ma così non è stato e mi dispiace! D:
Spero che il capitolo vi piaccia lo stesso e che continuerete a seguire la storia per gli ultimi due capitoli che rimangono!
Vi lascio come sempre il link della mi pagina autrice per chi volesse scrivermi :)
https://www.facebook.com/pages/FedeMorningRockEFP/663566033691978?ref=hl

Buona Lettura! ^^

-Fé-



Capitolo 22.

 
 

Draco Malfoy si diresse in Sala Grande a testa alta. Tra pochi minuti il Preside Silente gli avrebbe conferito la Coppa del Torneo Tre Maghi, decretandolo il vincitore di questa edizione. Non aveva mai voluto partecipare davvero, era stato il Calice di Fuoco a sceglierlo, inaspettatamente certo, ma l'aveva fatto. Ed era fiero di essere riuscito a vincerlo, da brava Serpe qual era, nonostante tutte le difficoltà che aveva riscontrato.

Lui era un cambattente, non il codardo che era stato una vita fa.

Il suo Cuore e la sua Anima si erano mostrati per quelli che erano davvero: coraggiosi, come un vero Grifondoro. Ma la sua Mente, la sua Ragione, invece...Loro erano astute, furbe, capaci di trovare il punto debole in tutti e di scoprire la via di fuga più facile.

Poteva pure avere un Cuore e un'Anima da Grifondoro, ma la sua Mente e la sua Ragione sarebbero sempre state quelle di una Serpe, e questo cambiava tutto.

Percorse tutta la Sala Grande e si sistemò vicino a Potter.

“Signor CapoAuror” lo salutò con un ghignò.

Harry in quel momento rivide in lui il Draco di una volta, quello altezzoso e orgoglioso della sua prima vita e...Ne ebbe quasi paura.

“Draco, buongiorno.”

“Sai, Potter, credo che nessuno ti rispetterà come Preside se non sai mantenere a freno quello stupido tremolio adolescenziale della voce che ti ritrovi alla tua veneranda età.”

Eccolo. Il veleno della Serpe.

“Non ho nessun tremolio adolescenziale, Malfoy.”

“Sì, certo. E io sono la Fata Turchina.”

“Come fai a sapere che diventerò Preside?” chiese Harry stupito.

Draco lo guardò alzando un sopracciglio:”Questa domanda è una delle ragioni per cui il Cappello non ti ha mai smistato a Corvonero. Sono l'Ultimo Oracolo, ricordi?”

Harry arrossì per l'imbarazzo e rimase in silenzio per un po'.

L'imbarazzo che provava era dovuto non solo alla domanda stupida che aveva fatto prima, ma anche perché questo Draco lo metteva in soggezione. Da quando era tornato dalla prigionia al vecchio Malfoy Manor era sempre stato silenzioso, molto sulle sue. Questa sua improvvisa voglia di chiacchierare e sputare sentenze l'aveva spiazzato.

“Nonostante tutto, Potter, credo che farai un buon lavoro con questi ragazzi. Chi meglio di te può guidarli come Preside di Hogwarts? E poi i genitori saranno molto più sicuri a sapere te alla presidenza di questa scuola. Ma dovrai stare attento, non credere che ti aspetteranno tempi tranquilli.”

Ecco, questo era il Grifondoro che c'era in lui.

“Perché mi stai dicendo tutto questo?” gli chiese Harry, alzando un sopracciglio.

Draco fece spallucce:”Ti sto dicendo addio a modo mio.

“Addio? Cosa...Cosa vuoi fare?”

Di nuovo Draco fece spallucce. Questo suo atteggiamento menefreghista stava innervosendo Harry.

“Iride mi ha fatto una proposta e io l'ho accettata.”

“Che proposta? Per una volta puoi vuotare il sacco tutto d'un fiato?”

Draco espirò forte:”Iride pensa che questo non sia il mio posto, per questo continuo a soffrire. Mi ha offerto di diventare un dio a tutti gli effetti. Diventare come la mia Famiglia spirituale, insomma.”

“E...come intende farlo?”

“Questo ancora non lo so. Ma ti inviterò alla mia dipartita, va bene? Sarà bello avere tutti i miei amici attorno a me.”

“Blaise e Theo lo sanno?”

Draco rise:”Ovviamente. Non sono un codardo.”

“E...cosa ti hanno detto?”

“Beh, Blaise ha fatto un po' di storie. Sai, sa essere una mamma chioccia quando ci si mette. Ma alla fine ha capito. Theo l'ha presa male, non mi aspettavo che si mettesse a piangere. Avrei scommesso su Blaise, ma Theo sa essere una sorpresa. Entrambi però hanno capito e sanno che io sarò sempre con loro. Potrò venire a trovarvi, Iride me l'ha promesso.”

Harry e Draco si osservarono per alcuni istanti e Draco notò che anche Harry aveva le lacrime agli occhi.

“No, ti prego. Non metterti a piangere anche tu!”

“E' che...mi dispiace doverti lasciare andare, Draco. In questa nuova vita ti ho visto crescere, ti ho visto diventare un uomo. E, ti parlo come se fossi un tuo zio acquisito, sono fiero di te. Hai fatto un bellissimo cammino in questa vita e l'Olimpo deve essere fiero di averti con sé.”

Draco gli sorrise riconoscente e gli mise una mano sulla spalla:”Veglierò anche su di te, Potter, non temere” Draco fece una pausa e poi gli regalò l'ennesimo ghigno da Serpe:”E verrò anche a disturbarti. Non puoi mica sederti sugli allori!”

Anche Harry rise e lo abbracciò:”Sarò molto felice quando verrai a trovarmi, Draco!”

“Sì, certo. Va bene. Adesso staccati però, eh? Ho pur sempre una reputazione da mantenere!”

Harry sorrise e lo lasciò andare.

Aveva sempre pensato che Piton fosse il perfetto equilibrio tra Grifondoro e Serpeverde. Ma non aveva ancora capito a fondo Draco Lucius Malfoy.

 

 

 

 

Nel buio della notte Draco si introdusse nella camera di Tom.

Era da tanto tempo che non lo osservava. Poteva dire che era dimagrito, ma per quale ragione non sapeva dirlo. Dubitava che fosse per “colpa sua”, per tutta la preoccupazione che gli aveva causato. Era da tempo ormai che Tom non si comportava da Angelo Custode dell'Oracolo, era inutile vivere di fantasie.

Sebbene si vedesse che si stesse trascurando, il suo viso nel sonno era tranquillo e riposato, segno che, nonostante tutto, riusciva ancora a fare sogni tranquilli e a non sentirsi troppo in colpa.

In colpa per cosa poi? Non era mica stata colpa sua.

Era stata zia Bella a farlo passare al Lato Oscuro, sebbene per poco tempo. Era stata zia Bella a costringerlo a iniettargli la Nube Oscura. Sempre zia Bella a costringerlo a provarci con Hermione.

Se poi Hermione aveva scelto lui non era certo colpa di Tom.

E non era nemmeno sua, di Draco, la colpa.

Hermione era grande abbastanza per farele sue scelte da sola, senza essere condizionata o influenzata da nessuno. Aveva scelto Tom? Benissimo. Ma doveva imparare a vivere con le conseguenze di quest'atto, perché la resa dei conti tra loro era vicina.

“Draco...Cosa ci fai qui?”

Gli occhi grigi di Draco fissarono stupiti quelli più azzurrini di Thomas. Non aveva previsto che lui si svegliasse.

“Volevo...salutarti, tutto qui.”

“Beh, ciao Dra” gli sorrise Tom, sedendosi sul letto.

Draco si irrigidì, segno che non aveva apprezzato la leggerezza con cui Tom gli stava parlando.

“Non sono venuto qui per una chiacchierata notturna, Thomas.”

Tom sbuffò:”E allora perché sei qui?”

“Te l'ho detto. Per salutarti.”

“Parti?”

“Me ne vado, Thomas. Iridion...Lei mi porta con sé.”

“Nel Regno dei Morti?” chiese schifato Thomas:”Non è un bel posto quello, Draco. Te lo dico per esperienza personale.”

“No, non vado lì. Io...” Draco sospirò. Perché era così difficile dirlo? Aveva accettato ciò che Iride gli aveva proposto, sapeva che era la scelta giusta, ma allora perché esitare? Qual era il suo problema?

“Io diventerò uno di loro, Thomas, un dio dell'Olimpo” disse Draco tutto d'un fiato.

“Che cosa? Perché?”

“Iride pensa che io non sia fatto per stare sulla Terra. I miei poteri mi rendono superiore agli uomini, è per questo che non rieco a trovarmi bene qui. E io...io ho sempre saputo che era così, ma non volevo crederci perché ero troppo attaccato alla mia umanità. Ma adesso basta, sono stanco, Thomas. Non ne posso più di stare qui in mezzo a voi. Nono posso correre il rischio di arrivare ad odiarvi tutti e causare così una strage di umani. Voglio andarmene, voglio andare con la mia Famiglia.”

“Sono io la tua famiglia, Draco” gli disse Thomas, afferrandolo per un braccio.

“NO!” gli urlò contro Draco, staccandosi di scatto da lui:”Non è vero, non lo sei più. Tu ed Hermione eravate quanto di più caro avevo e mi avete ferito entrambi. Iride e Cromo...loro si sono sempre presi cura di me, anche e soprattutto quando voi non c'eravate. Loro sono la mia Famiglia spirituale e io voglio stare con loro.”

Thomas lo guardò a lungo, cercando in lui un qualcosa che potesse aiutarlo a fargli cambiare idea. Ma Draco era fermo e deciso, niente e nessuno l'avrebbe dissuaso da quell'enorme passo che stava per fare.

Tom sospirò, scuotendo la testa:”Non posso dire né fare niente per farti cambiare idea, vero?”

“No, ormai è deciso. Volevo solo informarti di quello che sto per fare. Sei pur sempre mio fratello, non importa quanto tu possa avermi ferito.”

Tom sorrise tristemente. Porprio nel momento in cui lo stava abbandonando, Draco stava diventando un uomo. Doveva tagliare il cordono ombelicale, dopo tutto.

Lo guardò uscire dalla stanza, ma prima che fosse troppo tardi gli chiese:”Posso venire? Quando succederà il trapasso, intendo.”

Draco si voltò verso di lui e gli sorrise dolcemente, uno di quei sorrisi che gli aveva sempre rivolto:”Ovviamente. Pensavo fosse scontato per te”.

Tom gli sorrise di rimando e capì che quello che aveva detto Draco era vero.

Nonostante tutto, erano pur sempre fratelli.

 

 

 

Draco sedeva tranquillo in riva al Lago Nero, quando Hermione lo colpì sulla testa con il libro che stava leggendo.

“Ehi! Sapevo che eri pazza, ma non fino a questo punto!” le urlò dietro.

“E io sapevo che eri uno stupido, ma non fino a questo punto! Che cosa cavolo ti è saltato in mente? Diventare un dio dell'Olimpo? Ma ti sei bevuto il cervello?”

Draco la guardò con disgusto. Proprio adesso che stava per perderlo, Hermione si era ricordata dei sentimenti che provava per lui?

Patetica.

“Se anche fosse non sono cose che ti riguardano, Granger, non più!”

“Come sarebbe a dire che non mi riguardano? Sei il mio...”

“No, Granger!” le urlò contro lui:”Non sono il “tuo” qualcosa. Ho smesso di esserlo tanto tempo fa. Hai scelto Tom. Hai sempre scelto altri a me! Prima Weasley, poi James Potter e adesso Thomas. E la vuoi saperela novità? Non me ne frega niente di chi scegli. Non mi vuoi? Va benissimo! Ma non venire qui a farmi la paternale e a fingerti offesa se non te l'ho detto, perché io lo so che non è così! Se hai i sensi di colpa per quello che hai fatto, beh impara a viverci assieme. Mi sono rotto di te e dei tuoi drammi! Io me ne vado, Granger. Hai capito? Me ne vado via!”

Hermione lo guardò con lacrime di odio e rabbia negli occhi:”Benissimo! Vattene, scappa da codardo quale sei.”

Draco si irrigidì a quelle parole.

Non era un codardo. Non era un codardo!

Respirò a fondo prima di dirle tranquillamente:”Sai, Granger, se davvero mi conoscessi bene, sapresti che non è la codardia a spingermi a questa scelta. E non è nemmeno una scelta dettata dal buon senso. La mia è una scelta egoistica, perché non ne posso più di te, di Thomas, di tutti voi! Non ne posso più di questo dolore che mi stringe il cuore. Iris mi ha dato una via di fuga e io l'ho accettata, perché, se continuo a stare qui tra voi, prima o poi combinerò qualcosa di brutto e non voglio essere ricordato come un mostro. Perciò, Granger, questo è un addio.”

Draco si allontanò da lei a passi lenti. Si stupì nel constatare che più si allontanava da lei, più il dlore diminuiva.

“Non mi inviti nemmeno al tuo trapasso, Malfoy?”

Draco si girò lentamente verso di lei, un'espressione crudele dipinta sul volto. In quel momento ad Hermione ricordò molto Sirius quella notte alla Stamberga Strillante quando vide Peter Minus: crudeltà e orrore dipinti sul volto e un ghigno malefico sulle labbra.

“Se solo ti azzardi a venire alla mia dipartita, farò in modo che sia anche la tua. Ade ha riservato un posto speciale per quelli come te, sporca Mezzosangue”.

Detto questo, si girò e continuò a camminare verso Hogwarts.

Sapeva di averla ferita, ma, per la prima volta in questa vita, non gli importava affatto.

 

 

Iridion!

Dimmi, Ultimo Oracolo.

Sono pronto. Ho detto addio a tutti. La mia resa dei conti è finita. Sono libero dal dolore e pronto a venire con te sull'Olimpo.

Pazienza, Draco. Dovrai avere pazienza ancora per un paio di giorni. Quando le stelle saranno allineate e la costellazione del Drago sarà ben venisibile nel cielo, allora diventerai uno di noi.

 

   
 
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