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Autore: SSJD    26/03/2015    5 recensioni
Doveva essere una OS, la prima volta di Pan... Ma dopo ben nove NON prime volte, ne è uscito un racconto a più capitoli che spero possa piacervi...
Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Trunks x Pan'
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“Pan, dobbiamo passare da mia sorella. Devo recuperare le chiavi della casa sulla spiaggia” le dissi una volta in volo.
“Bene! Così saluto anche zio Goten!” mi rispose allegra.
Pochi minuti dopo atterrammo nel giardino della casetta dove Goten e Bra avevano stabilito il loro nido d’amore.
Suonammo il campanello nella speranza di non interrompere nulla e, pochi istanti dopo, venne ad aprirci proprio Goten, vestito con la sua tuta d’allenamento. “Stai uscendo?” gli chiesi stupito del fatto che mi sarei aspettato di tutto, tranne che vederlo in piedi così presto, il sabato mattina.
“No, mi allenavo, con mia moglie. Perché?” mi rispose lui come se fosse la cosa più normale del mondo.
Scossi la testa come per riprendermi da uno strano e inspiegabile sogno e, con un tono di voce che doveva sembrare quello di un idiota, gli dissi:
“No, fammi capire, ti sei sposato da una settimana e passi il sabato mattina a fare allenamento con Bra? È proprio vero che il matrimonio è la tomba del sesso…“TRUUUNKS!” intervenne Pan tirandomi una gomitata nello stomaco.
“Trunks, le vuoi prendere? Tanto il riscaldamento l’ho già fatto. Saranno affari miei cosa faccio il sabato mattina, o no?” mi chiese lui con il tono di uno che se l’era presa.
Fantastico. Ero in piedi da nemmeno due ore e avevo già fatto litigare i miei, innervosire Gohan e ora anche Goten. Ma cosa c’era nell’aria? I miei genitori e quelli di Pan non vedevano l’ora di liberarsi di noi per ‘fare cose’ mentre mia sorella, sposata da una settimana, che quelle stesse cose avrebbe avuto tutto il diritto, nonché il dovere coniugale, di farle, stava passando il sabato mattina ad allenarsi? Non ci stavo capendo più niente, ma intuii, dallo sguardo di Goten, che avevo appena violato la sua privacy e, abbassando lo sguardo gli dissi un timido:
“Scusa”
“Dai entrate. Non state sulla porta. Vado a chiamare Bra” disse lui facendoci un sorriso.
Qualche istante dopo, tornò con mia sorella, che trovai in ottima forma, come sempre. Ci venne incontro e allegramente ci disse:
“Ragazzi! Che sorpresa! Cosa ci fate da queste parti? Scusate se non vi abbraccio, ma sono tutta sudata…”
“Oh, Bra, ma stai benissimo!” le rispose Pan che se la sarebbe voluta coccolare per bene, come facevano loro di solito.
“Grazie, anche voi! State andando da qualche parte?”
“Sì, veramente…Scusate se vi abbiamo disturbato, ma avrei bisogno delle chiavi della casa al mare. Le hai tu per caso? Dimmi di sì, ti prego. Stamattina sono letteralmente scappato di casa…” le chiesi un po’ sconsolato.
“Mamma e papà?”
“Già…”
“Non cambieranno mai…Comunque le chiavi le ho io. Te le vado a prendere! Vieni Pan? Ti faccio vedere la casa!” esclamò allegra mia sorella prendendo Pan per un polso e trascinandola con sé…da qualche parte.
“Sì, ma fate in fretta! Non voglio arrivare troppo tardi!” gridai prima che sparissero entrambe dalla mia vista.
Rimasi da solo con Goten. Quando incrociai il mio sguardo col suo, capii che la mia mattinata, con i sayan di sesso maschile, aveva preso una piega decisamente sbagliata. Menomale che Goku non c’era più, altrimenti avrei finito per far arrabbiare anche lui…in un modo o nell’altro.
“Cosa c’è?” chiesi timidamente.
“Niente” rispose lui con un’indifferenza totale.
“Perché mi guardi così?”
“Lo sai”
“N-no…veramente…”
“E invece sì che lo sai…” insistette lui abbassando lo sguardo.
Capii a cosa si stesse riferendo. Non erano passati nemmeno due anni da quando, io e lui, ci eravamo quasi ammazzati l’un l’altro, per Pan.
“Eddai, Goten...sono passati due anni, non avevamo deciso di metterci una pietra sopra? Ci siamo perdonati a vicenda, ce l'hai ancora con me?" gli chiesi incredulo.
“No, ma lei è mia nipote e ogni volta che sento nella stessa frase ‘tu’, ‘Pan’ e ‘mare’, mi viene un male al cuore che nemmeno te lo immagini. Il fatto di esserci perdonati, affievolisce, in parte, il dolore che provo, ogni volta che ripenso a quel giorno che, purtroppo, non potrò mai dimenticare. Quindi, per favore, non chiedermi se ce l'ho ancora con te, quando sai benissimo, che dovresti essere tu, quello desideroso di...farmela pagare" disse guardandomi con due occhi tristissimi.
“Goten…io…non...
“ECCOCI!” mi interruppe mia sorella che aveva finito il tour della casa ed era tornata allegramente con le chiavi di cui avevo bisogno.
“Grazie zio Goten, la vostra casa è veramente fantastica!” disse Pan abbracciandolo e stampandogli un bacio sulla guancia.
Goten rimase un po’ stupito del gesto d’affetto che, probabilmente, non si aspettava. Lo capii dallo sguardo smarrito che mi rivolse, prima di ricambiare il bacio e di abbracciarla a sua volta.
“Ti voglio bene, Pan” le disse poco prima di lasciarla.
“Anche io, zio Goten…e anche a te, ZIA Bra…eheheh…che ridere…zia Bra…fino a settimana scorsa eri la mia migliore amica e ora sei…mia zia!!! AAHAHAHA…questa sì che è bella! Ma aspetta!? Trunks, ma se io e te ci sposiamo, diventi anche tu il nipote di Goten? E diventi il nipote di tua sorella? O io divento sorella di tua sorella? In quel caso diventerei sorella anche di Goten…e non più sua nipote…Un momento…non posso essere la sorella di Goten…altrimenti sarei anche la sorella di mio padre…e non più sua figlia…e…
“STOOOOOOP! PAN, BLOCCATI! Respira…brava…così…lentamente…ora guardami…ecco…brava…Ora io e te usciamo e lasciamo Bra e Goten al loro allenamento perché abbiamo già disturbato abbastanza e in più facciamo tardi…OK?” le dissi lentissimamente, scandendo ogni singola parola e prendendole il viso tra le mani.
“Ok…” rispose solo lei prima che la lasciassi.
“Scusate il disturbo. Noi andiamo. Buon fine settimana” dissi.
“Ciao! A presto!” disse allegra Pan che sembrava aver ritrovato le sue facoltà mentali.
“Ciao, divertitevi!” rispose allegra Bra.
“Ciao Goten” gli dissi poco prima di uscire, sperando di ottenere il suo saluto.
“Trunks, aspetta!” mi richiamò.
Mi voltai e, avvicinandosi, mi disse sottovoce:
“Trunks, sarai sempre e solo il mio migliore amico e ti vorrò bene per sempre e, sai? Spero tanto che un giorno la sposerai, Pan…è la cosa più bella che un uomo possa fare, nella vita. Svegliarsi al mattino e avere l’amore della tua vita vicino e decidere un sabato mattina di non farci l’amore, perché tanto avrai tutto il resto della giornata, per farlo, è una sensazione bellissima, che mi rende infinitamente felice. Spero che tu lo possa provare, questo fine settimana”
Lo guardai. Dio mio, quanto gli volevo bene. Lo abbracciai e gli sussurrai un ‘grazie’ pieno di affetto e riconoscimento, per quanto mi aveva detto.
Uscii di casa con Pan che mi prese la mano e, allegramente, mi disse:
“Annnndiamo!”





 
   
 
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