Le grandi serate al
Queen of Roses: la Regina tornerà a
ballare?
Il Queen of Roses era
uno di quei posti in cui si può
momentaneamente fuggire dalla realtà, soprattutto dopo che
sul bancone si era
accumulato un sufficiente numero di bicchieri vuoti: la
semi-oscurità velava le
pareti color bordeaux intenso ricoperte di specchietti e quadretti
incorniciati, i quali luccicavano come lustrini riflettendo i fari
della
ribalta. La musica risuonava altissima mischiandosi alle acclamazioni
del
pubblico, che si stringeva sotto il palco in aggetto per gustarsi
l’esibizione,
ed ai tintinni dei bicchieri trasportati dai camerieri. Il locale era
affollato, ovviamente, come ogni sabato sera, ed il baccano generale
mischiato
alle luci era in grado di elevare ad un superiore stadio di coscienza
anche
l’avventore più sobrio.
La favolosa Regina Scarlatta aveva evitato di prendere posto
in un tavolino vicino al palco, come faceva di solito, e si era
appollaiata su
uno sgabello al bancone come una vecchia civetta ad annegare il suo
dolore nei
drink. Il boa di piume grigio-nerastre che portava avvolto alle spalle
aiutava
parecchio ad avvalere la metafora volatile, abbinato ad un completo nel
complesso molto sciatto e triste per i suoi standard. Povera Grell, lei
adorava
quel posto, soprattutto dalla parte del palco: per anni e anni si era
esibita
sotto quei magnifici riflettori. Ma, ora, si sentiva vecchia e
depressa, ed
aspettava con un po’ di malinconia ed invidia
l’esibizione di Maiden.
Nel frattempo, il palco era occupato da una queen
molto
giovane e piuttosto succinta, in perizoma e reggiseno viola stringato e
luccicante, con una parrucca bionda fin troppo cotonata ed un trucco
pesantissimo. Si muoveva in modo volgare sulle note di una canzone pop
moderna,
causando eccessi di eccitazione nel pubblico sottostante.
“Sei mitica Felicia!” urlavano, aggiungendo altri
commenti
non proprio ripetibili.
Grell sospirò: era per colpa di zoccolette come quella se
gli
show delle drag erano considerati robaccia da
locali a luci rosse,
invece che spettacoli divertenti e di una certa dignità
artistica…certo che le
generazioni moderne la classe l’avevano proprio sciacquonata
giù per il
gabinetto!
Finalmente Felicia finì il suo show, e fu annunciato
l’ingresso di Maiden, la vera star della serata.
Le luci si abbassarono, le casse intonarono
“Frozen” di
Madonna e sugli spettatori scese il silenzio. Da dietro le quinte
apparve la
performer, completamente inguainata nel cuoio nero e mascherata, e da
quel
momento il tempo parve fermarsi.
La Regina Scarlatta pensò di aver trovato un degno
successore, mentre applaudiva estasiata a fine esibizione.
“Gorgeus! Amazing! Sei
una vera bomba Maiden!”
esclamò la magnifica Regina Scarlatta mentre raggiungeva i
camerini del Queen
of Roses, affollati di uomini che si truccavano, lottavano con costumi
di scena
e correvano qua e là per la prossima esibizione. Maiden se
ne stava seduta con
eleganza davanti al suo specchio privato, ed accolse il complimento con
un
sorriso compiaciuto.
“Allora, my dear, ti ho
convinta?”
Grell sorrise amaramente e si accomodò accanto a lei,
cercando di capire i suoi connotati al di sotto della maschera e del
pesante
trucco nero.
“Oh tesoro, tu sei una favola, ma non credo di sentirmela di
esibirmi con te.” Cacciò un sospiro
melodrammatico, che attirò l’attenzione di
qualcuna delle giovani queen che popolavano quello
stretto spazio
angusto: era una vera leggenda di Sydney quella regina in lutto!
“Oh non dire così.” replicò
Maiden, slacciandosi il completo
di pelle che stritolava il suo fisico da atleta, e poi aggiunse:
“You breack
my heart.”
Tolse la maschera dalla faccia, si levò le ciglia finte e
poi si girò verso Grell, trapassandola con uno sguardo che
definire penetrante
sarebbe un eufemismo per qualcosa di ben più indecente.
La Regina Scarlatta rimase a bocca spalancata, riconoscendo
all’istante quel viso pallido con occhi da tigre, che mai
e poi mai si
sarebbe immaginata di poter rivedere in un posto come il camerino di un
locale
di spettacoli di drag queen.
“Sebas-chaaaaaaaaaaan! Ma sei proprio
tu!?”
Maiden – Sebastian? – sorrise con nonchalance e
annuì,
ritornando a guardarsi nello specchio per struccarsi.
“Preferisco usare il mio nome d’arte, da queste
parti.
Sorpresa?”
Sorpresa? La Regina Scarlatta non riusciva nemmeno a
chiudere la bocca, con la testa che le scoppiava, per
l’incredulità di ritrovare
il vecchio maggiordomo di casa Phantomhive nelle vesti di una
– bravissima – queen
sull’onda del successo. Semplicemente, non ce la faceva.
“Ma Sebas-chan, cosa ci fai qui? Tu eri
il maschione
più handsome di tutta Londra, ed ora
balli vestito da donna?”
“Well… sai
com’è. Non si può mai sapere dove
conducano i sentieri della vita, e la vita di un Demone è
lunga e noiosa.”
Grell lo osservò mentre sfilava dai piedi gli stivali neri,
con quei favolosi
tacchi a spillo, senza che essi gli avessero minimamente deturpato la
pelle con
calli e vesciche – cosa che a lei capitava
spesso…eh, i dolori del mestiere.
Notò che aveva le unghie dei piedi tinte di nero.
“In ogni caso questa forma non è molto diversa
dalla mia
originale, non posso negare di sentirmi piuttosto a mio agio.”
“Mi stai rovinando l’immagine di uomo sexy che mi
sono
sempre fatta di te, Sebas-chan!”
ribattè Grell piccata, stringendosi nel
suo boa da vecchiarda, non potendo però negare che la vista
di lui che si
levava pezzi di abbigliamento davanti ai suoi occhi le causasse un
certo
aumento di pressione sanguigna. Stupida checca, non era cambiato di una
virgola, era sempre handsome, very hansome!
“Non posso farci nulla my lady.”
rispose Sebastian
ridacchiando “Preferirei comunque che tu mi chiamassi Maiden.
Beh, addio,
allora.”
Maiden fece per alzarsi e andarsene via, ma la Regina
Scarlatta la fermò con uno scatto, generato dal suo antico
radar per maschioni
sexy, che ormai era così collaudato che si attivava anche
nel sub-conscio.
“Aspetta Maiden!”
“Cosa c’è, hai cambiato idea?”
“Ma certo che vengo cazzo. Se sei tu a chiedermelo andrei
fino in capo al mondo.”
Maiden fece il suo sorriso da pantera nera.
“Benissimo, tesoro. Ci vediamo a casa mia domani mattina per
i preparativi.”