Lo so anche oggi sono in ritardo, anzi direi in ritardissimo. Purtroppo è il primo momento libero che ho trovato in tutta la giornata.
Allora prima che vi lasci a questo capitolo voglio avvisarvi che con questo finiamo la saga "Due imprendibili amici" quindi dopodomani ci sarà l'interludio (per chi non lo sapesse è un capitolo di collegamento tra due saghe) e poi tra quattro giorni inizierà la seconda. Ma come al solito non voglio anticiparvi nulla.
Chiedo di nuovo scusa per l'immagine, non è versione Anime come le altre solo perché non ho trovato un'immagine di un aereoporto.
Ringrazio nuovamente tutti i miei lettori che mi seguono Bankotsu che appena lo avviso del nuovo capitolo scappa a leggerlo, Dudi che per non rimanere indietro anche nelle giornate più impegnate riesce sempre a trovare il tempo per recensire e shinichi e ran amore che sebbene è rimasto un po' indietro per problemi personali mi ha detto proprio oggi che cercherà di recuperare il prima possibile.
Buona lettura ^-^
Due imprendibili amici
I saluti
L’anno purtroppo passò in fretta, anche troppo in fretta. Arrivò giugno e dovetti salutare la Terra del Sol Levante e tutti i suoi abitanti, comprese le mie amiche, almeno quelle poche che mi ero fatta lì in quell’anno.
Con il treno andai verso l’aeroporto, accompagnata da Kaito. Per tutto il tragitto rimanemmo in completo silenzio. Solo quando fummo all’interno dell’enorme edificio Kaito si rivolse a me.
«Non partire!» disse.
Avevo sentito dirgli quella frase una decina di volte ormai e più la ripeteva più mi si spezzava il cuore. Eppure sapevo che non potevo fare altrimenti. Il mio posto era in Italia, lì mi aspettava la mia vita e la mia famiglia.
«Mi spiace Kaito, non può funzionare…» gli risposi afflitta.
«Ma perché?»
«Perché devo tornare a casa e perché tu devi stare con Aoko. È lei la tua anima gemella ed è giusto che sia così.» gli diedi un bacio sulla guancia e poi ci separammo.
Scoprii ben presto che le sorprese prima di partire non erano finite. Stavo per mettermi in coda per oltrepassare il metal detector, quando sentii la voce acuta di un bambino chiamarmi.
«Kiaretta!»
Mi voltai e vidi Conan Edogawa venirmi incontro.
«Cosa ci fai qui?» chiesi al bambino, quando mi raggiunse.
«Mi son fatto accompagnare da Kogoro e Ran. Volevo salutarti.»
Sorrisi. Lui e Kaito, sebbene fossero rivali, avevano molte cose in comune: erano leali, sinceri e soprattutto tenevano davvero a ciò che avevano.
Mi abbassai alla sua altezza e gli misi una mano sulla spalla.
«Non ti arrendere mai Kudo! Io l’ho fatto e mi sbagliavo. Se non ti arrenderai davanti a nulla, nemmeno all’inesorabile evidenza, potrai tornare te stesso e ritornare al fianco della tua Ran!»
Lui si voltò indietro verso quella bella ragazza dai capelli castani e gli occhi violetti.
«Grazie, amica mia!» rispose con un altro sorriso.
Dopodiché ci salutammo e neanche un’ora dopo ero sull’aereo che mi avrebbe riportato a casa.