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Autore: MrRaider    27/03/2015    1 recensioni
Dopo la morte di Terzo, Deus ha deciso di sostituirlo con un altro partecipante, e ha scelto l'eroe americano Jack Bauer, che ha da poco salvato Londra da un altro attentato terroristico e che ha accettato di partecipare. Se la caverà Jack? Riuscirà a vincere il Survival Game?
____
"-Credetemi.- disse ora Jack. -Voi non sapete di cosa sono capace. E se qualcuno di voi si metterà sulla mia strada lo ucciderò.-"
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yukiteru Amano, Yuno Gasai
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Indagini

Erano passate due settimane dalla morte di Rei. Da quel momento Jack non aveva fatto altro che prendersi tutta la colpa per ciò che era successo. Si sentiva responsabile per la sua morte, e voleva tornare indietro per aggiustare tutto, per riparare il danno causato. Nonostante ciò, Kasugano lo tranquillizzava, dicendogli che non era stata colpa sua, e che non poteva prevedere che Yuno lo avrebbe ucciso

-Quel che è fatto è fatto, Kasugano.- le aveva detto lui, rassegnandosi.

Keigo si era offerto per insabbiare la sua morte. Con uno stratagemma era riuscito a modificare le indagini, affermando che c’era stato un ladro a casa di Amano e che Gasai, nel tentativo di prenderlo, aveva accidentalmente ferito la madre di Yukiteru. In quanto a Rei, disse che era scomparso da quel giorno.
Solo pochi erano a conoscenza dei veri fatti.
Jack era a casa sua, e guardava il telegiornale. Ma era notte fonda ed era molto stanco, così decise di andare a letto. E gli venne in sogno un suo vecchio ricordo, di tanti anni fa…
 

FLASHBACK

Giorno 1, ore 14:08 del pomeriggio
Jack Bauer a 35 anni

Era da mezzanotte che non restava fermo un attimo. Quel giorno dei terroristi avevano intenzione di assassinare un candidato alle presidenziale, il senatore David Palmer. Perciò era stato chiamato per lavorare alle indagini alla CTU. Allora Jack era il capo dell’organizzazione di Los Angeles. Ma col passare delle ore sua moglie e sua figlia furono rapite dai terroristi, e se Jack non avesse fatto ciò che volevano le avrebbero uccise. Era stato costretto a violare i protocolli, a fermare le indagini e così via per aiutare quei bastardi. E doveva partecipare all’omicidio di Palmer. Un cecchino gli avrebbe sparato durante una sua conferenza stampa alla centrale elettrica e avrebbero poi addossato la colpa a Jack, ma lui era riuscito a togliere una pistola a un agente del posto, scatenando così un putiferio e facendo fuggire il senatore. Gli aveva salvato la vita, e nessuno credeva alla sua storia, ossia che sua moglie e sua figlia erano state rapite. Riuscì a fuggire, e dopo un paio d’ore chiamò la CTU, affermando che sapeva dove tenevano sua moglie e sua figlia. Così riuscì a salvarle, aveva la prova che la sua famiglia era stata davvero rapita, ma nonostante tutto aveva violato i protocolli, e presto lo avrebbero consegnato all’FBI.
Verso l’ora di pranzo Jack si trovava in una stanza chiusa della CTU, da solo. Aveva appena finito l’interrogatorio, e aspettava soltanto che lo portassero dall’FBI. Ma ad un certo punto la porta si aprì, e uscì il suo amico, Toni Almeida: aveva la sua stessa età,  i capelli color nero, ed era il ragazzo di Nina Myers, il braccio destro di Jack.

-Hey Jack.-

-Hey.-

-Ha chiamato Nina: mi ha chiesto di dirti che Teri e Kim stanno bene.-

Lui annuì un po’ e chiese al collega chi sorvegliava il rifugio.

-Paulson e Breeher. Ah, e… Chappelle vuole vederti in sala riunioni.-

Così Jack si alzò e seguì Toni insieme agli agenti di sicurezza nella sala riunioni. Prima però, tra la detenzione e la sala riunioni, passarono per l’enorme stanza principale della CTU: non c’erano finestre, era un edificio completamente chiuso e claustrofobico, nel piano terra si trovavano diverse scrivanie dove lavoravano tutti i dipendenti dell’agenzia, e sopra c’era la stanza del direttore della CTU. Doveva esserci Jack, ma da quando aveva violato i protocolli era stato retrocesso…
Passarono il salone principale ed entrarono nella sala riunioni. Jack si aspettava il suo superiore Chappelle, e invece no. Davanti a lui c’era un uomo molto più alto, in giacca e cravatta, aveva i capelli neri cortissimi ed era di colore. Era il senatore David Palmer. E non aveva una bellissima faccia. Era serissimo.

-Senatore Palmer.-

Il senatore disse all’agente vicino a lui di lasciarli soli e di chiudere la porta. E così, rimasero loro due, Jack e David. Quest’ultimo ordinò a Jack di sedersi . Ed egli lo fece, mentre il senatore rimase in piedi, guardandolo in faccia.

-Voglio sapere per chi lavora.- disse ad un certo punto Palmer, lasciando perplesso Bauer.

-In che senso signore? Non capis…-

-QUI, e adesso! Voglio chiudere la questione.-

-Signore, non so cosa le abbiano detto, ma…-

-So perché mi vuole morto, signor Bauer!-

-Morto, signore?! Non capisco di cosa stia parlando!-

-Kosovo!-

-Kosovo?-

E a quel punto gli tornò in mente la missione di due anni fa, l’operazione Nightfall, che aveva lo scopo di uccidere uno psicopatico che operava in Kosovo. Lui stesso era a capo della squadra scelta per la missione, ma essa non era andata benissimo

-So che mi ritiene responsabile delle perdite che ha subito tra i suoi uomini due anni fa.-

-Lei è al corrente dell’operazione Nightfall?-

-Ho autorizzato io quella missione… So che ha eliminato Victor Drazen e i suoi scagnozzi. E so che ha perso sei uomini nell’operazione.-

-E lei crede che voglia vendicare la loro morte?!-

-Sì, esatto.-

A quel punto Jack si alzò dalla sedia e decise di affrontare il senatore

-Con tutto il rispetto, senatore, oggi ho rischiato la vita per proteggerla! E l’unico responsabile della morte dei miei uomini sono io!-

-E allora cosa ci faceva alla centrale elettrica durante la mia conferenza?!

-STAVO CERCAN…-
Si accorse solo dopo che stava urlando ad un politico così si fermò un attimo a riflettere e a trovare il modo giusto per rispondergli. E in modo pacato rispose.
-La ragione per cui ho cercato di sottrarre l’arma a quell’agente era per tentare di farla uscire illeso da quel posto senza farmi scoprire. I suoi attentatori avevano rapito la mia famiglia. Minacciavano di uccidere mia moglie e mia figlia se non li avessi aiutati nell’attentato.-

In quel momento l’espressione del senatore cambiò: da uno sguardo serio e arrabbiato divenne sorpreso, non si aspettava quella risposta.

-Non le hanno detto niente di tutto questo quando è arrivato qui, vero signore?-

-No…-

Il senatore abbassò lo sguardo e si mise di spalle da Jack. Si sentiva uno stupido: aveva fatto di tutto per parlare faccia a faccia con Bauer e fargli sputare il rospo, e invece gli aveva salvato la vita. Non sapeva proprio cosa dire.

-E’ la verità. Può chiedere conferma a Chappelle.-
 

Ore 14:53

Passarono il resto del tempo in sala riunioni. Cercarono di risalire ai terroristi grazie all’operazione Nightfall. A quanto pare volevano vendicare la morte di Victor Drazen, e volevano uccidere sia Jack che David. Mentre Jack studiava i fogli con tutte le informazioni su quella missione, David parlò al telefono con uno dei suoi agenti. Poi staccò e si rivolse a Jack

-Non posso aspettare, devo andare.-

-Signore, volevo dirle che non mi lasceranno continuare a lavorare qui. Tecnicamente sono ancora agli arresti.-

Ma David gli lasciò un sorriso, e gli disse di seguirlo.
I due uscirono dalla sala riunioni e parlarono con Ryan Chappelle, che era nel salone principale affiancato da una donna.

-Ryan.-

-Sì, senatore?-

-Ho saputo che ha fatto arrestare Jack. Ebbene, la crisi in atto rende nulla qualunque accusa contro di lui. Voglio che sia reintegrato immediatamente-

Ma la donna che affiancava Chappelle si intromise, affermando che non aveva alcun potere per prendere quella decisione. Ryan la zittì e continuò
-Signore, non è possibile soddisfare la sua richiesta. Le accuse contro Bauer sono gravi. Violeremo le norme dell’organizzazione se lo reintegrassimo senza un’udienza.-

Ma a quel punto anche Jack si intromise:

-Ryan, non è necessario reintegrarmi. Non in modo permanente. Senti: nessuno qui ne sa quanto me riguardo a questa situazione. Dammi tempo fino a fine giornata. Poi se lo desideri potrai rimettermi agli arresti.-

Ryan ci pensò un po’. Guardò Jack e Palmer ma alla fine accettò la sua richiesta, a patto che Jack seguisse i suoi ordini. Così se ne andò e Palmer chiese a Bauer di seguirlo nell’ingresso della CTU.

-Il servizio di sicurezza vuole che lasci lo stato. Dicono che non sono al sicuro.-

-Beh, signore, sono dello stesso parere.-

I due si fermarono, e si guardarono in faccia.

-L’unica certezza che abbiamo è che gli uomini di Drazen sono qui, e vogliono noi due, oggi stesso. E sono quasi le tre. Siamo oltre la metà della giornata. Perciò ho intenzione di restare. Facciamoli uscire allo scoperto e sistemiamoli. Altrimenti, io, lei e le nostre famiglie dovremo guardarci le spalle per tutta la vita.-

-Capisco signore. La terrò informato. Sa dove trovarmi.-

Fece per andarsene ma fu fermato dalla voce di Palmer, che lo stava chiamando. Lui si fermò e lo guardò di nuovo

-Mi dispiace averti giudicato male.- e a quel punto gli porse la mano.

Jack lo guardò ma alla fine, con grande rispetto gli strinse la mano, sorridendogli.

-Grazie signore.-

Fu da quel momento che tra i due nacque una grandissima amicizia.
 

FINE FLASHBACK
 

Si risvegliò nel letto della sua stanza dalla luce del sole, proveniente dalla finestra. Di malavoglia decise di alzarsi e di scendere. Si fece una doccia e si cambiò, prendendosi una maglietta grigia e dei jeans. Dopodiche andò a prepararsi il caffè. Mentre beveva sentì il cellulare vibrare. Un messaggio…
Si chiese chi poteva mai essere. Così lo guardò: il messaggio era di Nishijima, il vice di Kurusu.
“Jack. Abbiamo trovato un altro corpo nel parco di Sakurami. Vieni appena puoi…”

Oh no, un altro…

In quegli ultimi giorni qualcosa aveva tenuto impegnato Jack, Kasugano e la polizia: un serial killer. Diverse vittime erano state brutalmente assassinate. I corpi erano dilaniati, come se fossero stati sbranati. E nessuno era riuscito a trovare il responsabile. Nonostante ci lavorasse la polizia, Kasugano, i suoi uomini e specialmente Jack si offrirono per aiutare nelle indagini.
Rispose a Nishijima, dicendogli che stava arrivando. Poi finì di bersi il caffè, andò a farsi una sistematina in bagno e prendendosi gli occhiali da sole uscì di casa a bordo della sua macchina.
Durante il tragitto chiamò Kasugano, dicendole del corpo ritrovato nel parco. Era già informata a riguardo, così chiese a Jack di farle sapere riguardo le indagini.

Verso le 10 di mattina parcheggiò vicino al parco. Sceso dalla macchina si diresse lì vicino, nella scena del crimine. Diversi civili erano già presenti e venivano allontanati dagli agenti.
Jack andò vicino ai poliziotti che, riconoscendolo, lo fecero passare. Si avvicinò al corpo, ricoperto da una tunica bianca. E lì vicino c’era Nishijima.

-Hey Jack.-

-Hey. Anche questo sbranato?-

-Sì. Guarda tu stesso.-

Togliendosi gli occhiali si abbassò e tolse parte della tunica, scoprendo il volto della vittima: era un uomo sui quarant’anni, e tutto il suo viso era ricoperto di graffi e sangue. Scoprì il resto notando gli innumerevoli lividi, i morsi e il braccio destro completamente staccato. Era chiaro che era stato sbranato da una belva.

-Non avete trovato nulla?- chiese a Nishijima, senza togliere gli occhi di dosso dal cadavere.

-No. Niente.-

Mentre Jack studiava il cadavere Nishijima rispose al telefono che stava squillando, ma dopo qualche secondo lo passò a Bauer.

-Jack, è Kurusu. Vuole parlare con te. Dice che è urgente.-

Si alzò, si rimise gli occhiali da sole e prese il cellulare di Nishijima, allontanandosi dalla scena del crimine. Così rispose a Kurusu.

-Keigo.-

-Hey Jack. Hai visto la vittima?-

-Purtroppo sì. Non riesco a credere che non abbiamo trovato nulla. Nessun indizio, niente di niente-

-Veramente ho trovato qualcosa e ho bisogno del tuo aiuto. Per questo mi sto rivolgendo a te.-

Jack si fermò un attimo. Kurusu finalmente aveva trovato qualcosa. Ma perché lo aveva chiesto proprio a lui?

-Ti ascolto.-

-C’è un trafficante di droga che mi deve un favore, un certo Basho Tanaka. Uno dei suoi uomini ha la prova che ci permetterà di scoprire l’assassino. Però ho gli uomini occupati e non posso farmi vedere mentre vado da uno spacciatore, capisci che intendo?-

-Sì. Vuoi che vada io a prendere la prova.-

-Esattamente. Ah, e fai attenzione: si è rintanato in una casa popolare nel quartiere a Ovest della città, ma ha uomini che pattugliano lì vicino, se non erro si trova al quarto piano, ma non credo che per te sarà un problema.-

-Ricevuto. Mi dirigerò sul posto. Ti chiamo appena avrò fatto.-

Finita la chiamata Bauer si avvicinò a Nishijima, restituendogli il telefono e ringraziandolo. Poi lo salutò, augurandogli buona fortuna con le indagini.
Tornò in macchina e dopo averla fatta partire chiamò a Tsubaki.

-Kasugano, sono io.-

-Jack. Sei stato sulla scena del crimine?-

-Sì… un altro sbranato. Come gli altri…-

-Oh mio Dio…-

-Senti, ho delle novità riguardo agli omicidi degli ultimi giorni.-

-Davvero?! Dimmi tutto!-

-Un contatto di Keigo ha la prova che potrà aiutarci a capire chi è il responsabile di questi massacri. Ho bisogno che mandi alcuni uomini a perlustrare l’esterno della casa popolare nel quartiere a Ovest di Sakurami. Dovrò agire da solo ma una pianta dell’edificio mi sarebbe molto utile.-

-Va bene. Mando Takao e Murai.-

-Perfetto, grazie. Torno a casa per prepararmi. Appena te lo dirò prepara il trasmettitore.-

Qualche minuto di macchina e Jack tornò a casa sua, parcheggiando di fronte. Entrò dentro e prese il borsone, mettendoci dentro un trasmettitore (un oggetto piccolissimo, quasi invisibile ad occhio nudo da posizionare nell’orecchio), alcuni caricatori della pistola, cariche C4 e il monocolo. Fatto questo tornò in macchina e partì.

Ci mise in tutto un quarto d’ora ma alla fine arrivò vicino al bersaglio. Parcheggiò a qualche isolato di distanza. Prese il borsone e il trasmettitore che si infilò nell’orecchio destro e scese dalla macchina. Il trasmettitore era collegato ad un altro che aveva con sé Kasugano. Mandò un messaggio a lei, e subito dopo sentì la sua voce nell’orecchio. Appena la sentii iniziò a procedere verso la casa popolare.

-Ci sono.-

-Perfetto. Mi sto avvicinando all’obiettivo, sono a circa un’isolato di distanza. Che mi dici?-

-Il luogo è completamente deserto, a parte due persone. Una pattuglia il piano terra, l’altra il quarto piano, da quella posizione ha una buona visuale dell’esterno. Sono entrambe armate, pistole.-

-Dovrò stordire la prima guardia al piano terra, poi salire senza farmi notare…-

-Per farlo dovrai prendere le scale nella parte ad est. Da lì ci sarà un corridoio nel quarto piano che ti porterà da lui.-

-Ottimo. Resta in contatto.-

Mentre camminava soltanto alcune persone passavano per i marciapiedi, e mano a mano che si avvicinava le persone diminuivano. Rimase solo lui. Il quartiere era messo molto male, doveva essere la zona povera di Sakurami.
Riuscì ad arrivare alla casa popolare. Si appoggiò in un angolo del’edificio, vicino al giardino. Prese il monocolo e lo usò per osservare l’ambiente.

-Ho trovato il primo uomo al piano terra. E anche quello al quarto piano.-

Il primo perlustrava il giardino, l’altro perlustrava il corridoio, dando qualche sguardo all’esterno.

-Sto per iniziare.-

Guardò la sentinella del quarto piano, e appena questa passò da un’altra parte prese la pistola e si avvicinò alla prima guardia. Riuscì ad avvicinarsi dietro di lui, e appena lo prese gli ordinò di dargli la pistola. Lo prese e si allontanò dal giardino. Appena fu sicuro che non lo guardasse nessuno, Jack lo colpì col calcio della pistola nella nuca, e questi cadde a terra, svenuto.
Poi tornò al giardino. La sentinella non era ancora tornata. Così si mosse velocemente verso le scale. Sussurrando passò la mano nell’orecchio:

-Ho confuso la prima guardia. Sto per salire.-

Salì con cautela, per evitare di farsi beccare, puntando la pistola e scrutando ogni angolo.
Arrivò al quarto piano. Mancava poco e c’era soltanto la sentinella che perlustrava il corridoio. Si appoggiò all’angolo e attese che la guardia perlustrasse il punto dove si trovava lui. Prese il diario, il quale gli annotò che l’uomo si sarebbe diretto verso di lui entro 30 secondi.

-Kasugano, chiudi la registrazione.-

Appena ordinò alla sacerdotessa di chiudere rimise il trasmettitore nel borsone, il cellulare in tasca e aspettò. Dopo 30 secondi la sentinella era ormai all’angolo, così Jack uscì da lì dandogli una gomitata in pancia e sbattendolo al muro, mirandogli la testa.

-Butta l’arma a terra.-

Appena lasciò la pistola, Jack lo tolse dal muro puntandogli la pistola alla schiena.

-Portami dal tuo capo.-

L’uomo, che ormai era sotto le sue grinfie, eseguì. Lo portò nella porta 113. Percorsero il corridoio dopo l’entrata e appena si avvicinarono all’altra porta semichiusa Jack circondò il suo ostaggio con un braccio e con l’altro gli puntò la pistola al collo. Appena fu vicino, gli diede un calcio, spalancandola ed entrò in una piccola stanza, dove c’erano almeno cinque uomini. Questi appena videro Jack e il suo ostaggio puntarono le loro armi verso di loro.

-State calmi. Voglio solo parlare.- disse Jack, che aveva ancora il loro uomo in custodia e gli puntava la pistola.

-Cosa vuoi? Della roba?-

-Chi di voi è Basho Tanaka?!-

Alla sua domanda entrò da una porta lì vicino un uomo sulla cinquantina.

-Sono io. E tu chi sei?- domandò.

-Mi manda il commissario Kurusu. Vuole la prova di cui sei in possesso.-

Basho dopo averlo ascoltato fece un cenno ai suoi uomini di abbassare le armi e questi lo fecero in fretta. Contemporaneamente Jack lasciò andare il suo ostaggio

-Vi conviene andare a trovare il vostro amico al piano terra.- disse Jack agli altri presenti.

Basho ordinò a due uomini di uscire per aiutare il loro compagno, così rimasero loro due e qualche uomo di Tanaka.

-Perché non è venuto uno dei suoi uomini?- chiese ancora a Jack.

-Erano occupati, così ha chiesto a una persona di cui si fida.-

-Che guarda caso saresti tu. Dimmi, da quanto tempo lavori per il commissario Kurusu?-

-Non lavoro per lui. Abbiamo una cosa in comune e stiamo collaborando. Ora, dov’è la prova Basho?-

Lui gli fece cenno di seguirlo e i due entrarono in un'altra stanza, dove c’erano un sacco di scatole e buste per la spazzatura, e all’interno Jack intravide mucchi di cocaina ed eroina.

-Sei sicuro di non volere un po’ di questa roba?-

-No, sono qui solo per la prova, per cui non farmi perdere tempo e dammela.-

-Ok, ok. E’ un peccato, la nostra droga è molto buona.-

-Ti rovina e basta. Ne sono consapevole.-

-Che intendi?-

-Non sono affari tuoi.-

Basho andò al suo computer e fece avvicinare Jack. Lui si mise vicino a lui, notando sullo schermo del computer un video del parco.

-L’attentato è accaduto verso le 2 del mattino. Un mio uomo stava concludendo un’affare quando vide quello che era successo. Così ha ripreso tutto.- puntualizzò Tanaka.

Sul video si vide un uomo, la vittima che aveva visto Jack quella mattina, inseguito da un dobermann che lo fece cadere a terra e gli morse il collo, uccidendolo. Il cane continuò a sbranarlo, staccandogli il braccio destro e subito dopo corse via. Poi Basho riavviò il video nel punto in cui il cane fece cadere a terra la sua vittima. Poi zummò verso il cane, ottenendo un primo piano. Poi cominciò a spiegare a Jack.

-Guarda bene: la bocca presenta un’addentatura in acciaio, e ciò permette di uccidere ancora più facilmente le proprie vittime. Solo una persona ha fatto una cosa del genere a questi cani.-

-Chi?-

-Karyuudo Tsukishima.-

-Dove posso trovarlo?-

-Questo è compito tuo. Tieni: ho messo il video in questa pendrive. Prendila pure. E dì a Kurusu che siamo pari.-

Basho a questo punto tolse una pendrive dal pc e la diede a Jack, che ripose nel suo borsone.

Jack fece per andarsene ma si fermò appena sentì un rumore proveniente dal diario. Così lo prese in fretta e furia e lesse:
“10:30 Venti cani stanno arrivando qui.”
“10: 40 Jack Bauer viene sbranato da due cani. DEAD END.”

Jack sbiancò. Gli era stata attivata la DEAD END. La sua prima DEAD END… Ora l’unica che lo preoccupava erano i cani che stavano arrivando.

-Basho! Appena me ne andrò via chiudi la porta a chiave!- disse e subito dopo corse verso l’entrata.

Ma fu bloccato da un uomo che cadde a terra, ricoperto di sangue. Ai suoi piedi c’era un dobermann, con la bocca ricoperta da un rivestimento in acciaio. Il cane ringhiò e assalì Jack, ma lui riuscì a prenderlo e a farlo finire a terra, e prendendo il coltello, lo accoltellò due volte nella pancia.
Aveva ancora 9 minuti e sarebbe arrivata la sua DEAD END, per cui aveva solo due soluzioni: o uccidere tutti i cani o scappare.
Aprì il diario: due cani lo aspettavano all’entrata, a destra. Così corse verso l’entrata e scivolò sul pavimento: mentre scivolava si girò a destra, notando i cani, e grazie alla pistola sparò diversi colpi, uccidendoli.
Riprese il diario: tre cani stavano salendo le scale e si dirigevano dietro di lui.
Si girò e vide appunto altri tre dobermann. Sparò ai primi due cani, e riuscì ad ucciderli, ma appena premette il grilletto verso l’altro non uscì alcun proiettile. Aveva finito i colpi nel caricatore. Appena il cane saltò Jack lo prese e con tutta la sua forza lo lanciò dal balcone e questi cadde all’esterno, nel giardino del piano terra.
Jack si affacciò per vedere il corpo, ma appena pose lo sguardo non vide solo quello: nel giardino c’erano poco più di una decina di cani che ringhiavano ed abbaiavano ininterrottamente. Alcuni rimasero là ad abbaiare ed altri cominciarono a salire le scale.

Era circondato…

Angolo dell'autore
Yay, sono riuscito a pubblicare prima del weekend! Scusate se il capitolo è un pò lunghetto, ci ho messo molto a farlo ma spero che possiate apprezzarlo. Volevo anche dirvi che ogni volta che ci sarà un flashback sulla vita di Jack metterò qualche immagine per far vedere i personaggi di 24 che ci saranno nel flashback (quindi aggiornerò presto anche il capitolo 6)
Sperò che vi sia piaciuto anche questo capitolo e... ci vediamo al prossimo capitolo ;)
-MrRaider

Senatore David Palmer                             Agente della CTU Toni Almeida                   Superiore della CTU Ryan  Senatore David Palmer  
   
 
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