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Autore: Damon Salvatore_Cit    28/03/2015    0 recensioni
[Justin Timberlake]
Questa storia tratta di una giovane ragazza che sogna di diventare la ballerina numero uno al mondo, e nel tentativo di esaudire questo suo sogno maturerà e crescerà anche grazie alle avventure e alle dure prove a cui la metterà davanti la vita. Come la perdita di persone care, l'amore vero, l'inganno, il tradimento, le difficoltà familiari e tanto altro.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 50 Cent, Altri, Justin Timberlake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 41 – Fantasmi Dal Passato


Erano trascorsi due giorni dalla festa in onore di Francis, a casa De Noir e la ballerina era prossima alla partenza per il rientro a Napoli, nei due mesi che precedevano l’inizio delle riprese del film, che l’avrebbero tenuta impegnata per altri tre mesi.
Il suo rientro in America era previsto per il mese di Luglio, ed essendo solo Gennaio, Chenille riteneva opportuno dirle ciò che era venuta a sapere durante la festa da Jay-Z.
La ragazza avrebbe voluto evitare di dirglielo proprio a pochi giorni dalla sua partenza, non voleva rovinarle quei due mesi di vacanza a Napoli, prima che si rimettesse a lavoro come attrice, però Francis era il capo della EmsAndFran e l’avrebbe saputo in ogni caso, e riteneva fosse meglio che fosse stata lei a dirglielo e non qualcun altro.
[…]
- Allora? Perché avevi tutta questa fretta di vedermi? Non ti ho mai vista alla EmsAndFran a quest’ora…
Erano le sei del mattino, e Chenille aveva chiesto a Francis di vedersi in sede lì a Los Angeles per parlarle di questioni importanti, ma un alone di mistero celava su quell’appuntamento e la cosa non poté non insospettire Francis.
Le due amiche erano sole nell’ufficio di Francis, la scuola era deserta e ancora “addormentata”.
Francis indossava i pantaloni di una tuta Adidas di color grigio tortora, con strisce laterali nere, un maglioncino a collo alto nero ed un giubbino di pelle nero sbottonato, con ai piedi delle scarpe da ginnastica nere sempre Adidas.
Portava i lunghi capelli legati in una treccia che racchiudeva i suoi ricci e che le scivolava lungo la schiena.
Era senza trucco, ma Dio era stato così buono con lei da poterle permettere di non doversi truccare per risultare bella anche al naturale.
Chenille invece indossava dei jeans chiari molto aderenti, una magliettina a maniche lunghe bianca, una camicia di jeans coperta da un lungo giubbino di piumino verde oliva e col cappuccio avente della pelliccia lungo il bordo; converse nere, capelli lisci e sciolti lungo le spalle. Un filo di eyeliner nero sulle palpebre, mascara a volontà e del leggero blush di un tono più scuro del suo colore di pelle sulle guance, la rendevano raggiante e riposata anche a quell’ora del mattino.
Francis era poggiata alla scrivania, mentre a braccia incrociate sotto al petto, aspettava che l’amica le dicesse cosa ci facessero lì.
Chenille cominciò ad essere nervosa e muoveva piccoli e lenti passi a destra e a sinistra, mente si toccava il labbro inferiore con due dita, cercando di trovare le parole giuste per cominciare a parlare.
- Allora?
Francis guardava l’amica e dettata dal nervosismo che quell’attesa le scaturisse, sbottò in un sorriso e non ricevendo risposta disse con tono stupito:
- Chenille?!! Insomma mi dici che succede? Sono le sei del mattino, tra due giorni ho un aereo da prendere, e se non ti sbrighi non riuscirò mai a finire tutto ciò che devo finire di fare prima di andarmene…
Chenille fece un sospiro ed arrendendosi a quella pressione, smise di muoversi, alzò lo sguardo verso Francis, sguardo che comunicava tutta la paura che avesse Chenille nel dirle quello che stava per dirle ed assistere poi ad una sua reazione che sperava non fosse troppo dolorosa, sia per sé stessa che per l’amica.
Dopo alcuni secondi passati a guardarla negli occhi, si convinse a parlare e disse:
- Ho due cose da dirti… ma promettimi che dopo che ti avrò detto la prima mi costringerai a dirti anche la seconda… ti consento di prendermi a calci se non volessi più dirtelo.
Francis non aveva la benché minima idea di cosa potesse mai volerle dire l’amica, non riusciva ad immaginare quali fossero quelle due cose, e perché stesse facendo tutte quelle storie.
Accigliando lo sguardo, non mosse un muscolo, e restò a fissarla ancora con le braccia incrociate sotto al petto, intimandola di parlare e anche subito.
Chenille aveva sempre un po’ paura di quello sguardo serio di Francis, così si arrese e cominciò a parlare, facendo un ennesimo respiro profondo:
- L’altra sera, alla festa… ho avuto modo di parlare con Jay-Z. Tu eri a parlare con non so chi, così lui mentre parlavamo di lavoro…
Chenille fece una pausa ed alzò di nuovo lo sguardo verso Fran, che seria, se ne stava in silenzio ad ascoltarla, al ché Chenille continuò:
- Mi…
Sospirò e gettò fuori il sacco senza però avere il coraggio di guardarla, così distolse lo sguardo e gesticolando disse:
- Mi ha detto che Justin sta lavorando ad un nuovo album.
Francis non muoveva più le palpebre ed aveva lo sguardo perso nel vuoto, mentre metabolizzava quella notizia.
Chenille, solo dopo qualche secondo ebbe il coraggio di guardarla, e notando che se ne stesse lì immobile mentre guardava un punto nel vuoto davanti a sé, se ne stupì.
Si aspettava una sua qualche reazione, seppur minima, ma l’amica non battette ciglio e nel vero senso della parola.
Nella testa di Francis cominciarono a riaffiorare mille pensieri, mille ricordi che rivedeva dinnanzi agli occhi persi nel vuoto.
Fu ritrasportata nel 2006 nell’anno in cui tutto ebbe inizio, nel 2007 l’anno che la tenne impegnata col tour di Justin, a quando preparò per lui le coreografie per il suo show, per i suoi video, per quella che lui stesso definì “una nuova era del ballo”.
Adesso, sentendo quella notizia, una fitta le prese allo stomaco, e cominciò ad essere spaventata all’idea che la storia potesse ripetersi… con la sola grande differenza che lei e Justin non stavano più insieme e che la cosa la facesse già soffrire abbastanza restandogli lontana in ogni modo possibile.
Dopo secondi interminabili di un silenzio rimbombante, Francis si schiarì la voce, e con occhi lucidi, tornò a muovere le palpebre lentamente, e disse:
- Ti ha… ti ha detto quando è in programma l’uscita?
Chenille si sorprese di quella domanda, abbassando di nuovo lo sguardo mentre si portava le mani nelle tasche di quel suo giubbino, mosse qualche passo nella sua direzione e le disse:
- Tra un anno… ma… sai meglio di me come vanno queste cose… si lavora in anticipo…
Francis guardava dritto davanti a sé, meditando qualcosa in silenzio, poi spostò finalmente lo sguardo verso Chenille e dopo una manciata di secondi di silenzio, le disse:
- Chenille…
La ragazza alzò lo sguardo e non sapendo cosa aspettarsi, restò in silenzio ad ascoltare:
- …Cercami il numero del suo avvocato!
Chenille sbarrò gli occhi visibilmente sorpresa, e soltanto dopo alcuni attimi disse:
- Che… Che cosa?
- E’ ora che si trovi un'altra crew!
Chenille non impiegò molto a capire cosa avesse in mente l’amica dopo averle sentito dire quella frase.
Francis voleva calarsi nelle sue vesti di avvocato per poter parlare con l’avvocato del cantante e sciogliere quel contratto che lo teneva saldamente legato alla EmsAndFran.
[…]
Passarono due ore, e Chenille si vide costretta a comunicare via Email a tutti gli iscritti della EmsAndFran, che quel giorno la scuola sarebbe stata chiusa per motivi burocratici, senza specificarne il vero motivo.
Non le sembrava il caso di dir loro che la scuola restava chiusa perché Francis era letteralmente diventata un vulcano in piena, che aveva trascorso quelle due ore al telefono cercando di negoziare uno scioglimento di contratto con l’avvocato di Justin; ma dato che la questione cominciava a farsi molto seria, l’avvocato ritenne opportuno poterne parlare di persona, e così Francis gli disse di presentarsi alla sua scuola quello stesso giorno.
La EmsAndFran dunque restò chiusa, e fu popolata unicamente da Chenille e Francis, che le pensava tutte pur di architettare qualcosa che potesse sciogliere quel contratto.
Chenille cercava di aiutarla a ragionare, ma si sa che con gli avvocati, e soprattutto con Francis non è cosa facile.
- Sei stata incollata a quel telefono per ben due ore, non è possibile che non ti abbia detto niente, bella!
Dopo che la telefonata fu terminata, Francis comunicò a Chenille che l’avvocato le avrebbe raggiunte a breve, così quest’ultima non poté non chiederle cosa le avesse detto l’avvocato, ma Francis era troppo nervosa per poter prendere in considerazione l’idea di sedersi e spiegarle cosa stesse succedendo.
Si muoveva frettolosamente per l’intera struttura, andando su e giù per i piani, passando da uno studio e l’altro per cercare dei documenti, mentre Chenille le correva dietro assillandola con le sue mille domande, senza però avere il benché minimo segno di considerazione da parte dell’amica.
- Insomma, Francis! Mi dici cosa cazzo sta succedendo prima che prenda uno sgabello e te lo tiri dietro quella testa dura che hai?
Francis aveva la testa china in uno di quei cassettoni profondi dove teneva tutti i vari documenti della scuola, ed era così concentrata nel cercarne qualcuno, da non riuscire a seguire il discorso dell’amica.
Chenille l’osservava in quella posizione, ed irritata si portò le mani sui fianchi e si passo la lingua sul labbro inferiore, cominciando davvero a perdere la pazienza, ma sapeva bene com’era fatta l’amica, sapeva che avrebbe dovuto sudare sette camicie prima di poter ottenere una qualunque spiegazione da parte sua.
Si lanciò una fugace occhiata intorno, poi tornò a guardarla perdersi in quel cassettone profondo tra i mille documenti, e ancora le chiese:
- Si può sapere cosa stai cercando???
Del tutto inaspettatamente, Francis tirò via la testa da quel cassettone, e gli sferrò contro un calcio, costringendolo a chiudersi con violenza.
La ragazza quasi ringhiò dalla rabbia, sotto lo sguardo sbigottito di Chenille, che cominciò a temerla, ma poi ecco che Francis, dopo un attimo di riflessione passato a fissare nel vuoto ancora incazzata, si sbrigò a raggiungere di nuovo il suo studio.
Chenille ci mise qualche secondo prima di raggiungerla, vederla perdere il controllo di sé stessa ancora una volta per Justin, le faceva male.
In quegli anni aveva sofferto assieme a lei nel vederla ridursi sempre più uno straccio a causa del cantante, e sapeva bene in cosa si trasformasse quando lasciava che la rabbia prendesse il sopravvento su di lei.
Così, visibilmente turbata, raggiunse Francis nel suo studio, e poté notare che avesse tra le mani dei fogli, che si stava affrettando a leggere.
Chenille dopo essere restata sull’uscio della porta, mosse qualche passo in avanti, entrando nella camera portando le braccia incrociate sotto il petto, e con stupore sentì Francis dirle:
- Oggi sarà il giorno in cui Justin Timberlake toglierà le mani da sopra la mia scuola.
Sembrava stesse dicendo quella frase a sé stessa per convincersene, poi continuò sfoggiando un sorrisetto beffardo:
- Eh già! Nuovo album? Nuovo tour? Nuova crew!
La risatina di Francis era spaventosa, stava senz’altro parlando più a sé stessa che a Chenille, che avrebbe volentieri chiamato il 911 se non si fosse trattato della sua Fran.
- E’ ora che i tempi cambino! Vuole dei ballerini? Di certo non avrà noi!
Francis sbattette sul tavolo quel mucchietto di fogli, e per qualche attimo si perse nei suoi pensieri guardando nel vuoto, dopodiché Chenille non trattenne un sospiro e con un tono di voce più calmo e pacato, e forse anche un po’ dispiaciuto, le disse:
- Insomma mi dici che succede, bella …per favore?
Francis a quelle parole, notando anche lei il brusco cambiamento d’umore e di tono dell’amica, (che passava dall’aggressivo barra incazzato a… triste) spostò lo sguardo verso di lei e dopo qualche secondo trascorso a guardarla in silenzio, le rispose:
- Il suo avvocato dice che il contratto non può essere sciolto senza dover pagare la clausola rescissoria… ma questi...
Fran alzò quel mucchietto di fogli per mostrarli a Chenille, e le sfoggiò un sorriso che spruzzava speranza e gioia da tutte le parti, lasciando di stucco Chenille, che cominciava a ben sperare:
- …Questi mi permetteranno di liquidarlo nel giro di mezz’ora senza dover cacciare neppure un misero dollaro!
Fran le sorrise ancora una volta, e riponendo quei fogli sulla scrivania, continuava a guardare Chenille e con gioia le disse:
- Ci siamo, Chenille… oggi finisce l’incubo!
Fran era così sicura di sé stessa, così felice, che Chenille faticava a credere che ciò che le stesse dicendo potesse essere possibile.
Si limitò a guardarla, e anche se vederla sorridere in quel modo, anche se riusciva a percepire quanto l’amica cominciasse ad essere sollevata all’idea di potersi liberare dai vincoli di quel contratto che la tenevano ancora legata a Justin, anche se tutto quello la rendesse in cuor suo felicissima, era troppo scettica per poterci credere.
Sarebbe stato tutto troppo bello, troppo semplice, e non poteva… quel genere di cose non lo era mai.
Quindi andò a sedersi sulla sedia difronte la scrivania della ragazza ed accavallando le gambe, si allungò a prendere quei fogli, ed alzando lo sguardo verso di lei, le disse:
- Ti spiace se li leggo anch’io?
- Fa pure!
Intanto che Chenille guardava quei fogli, Francis si avvicinò alla sua macchinetta del caffè per farsene uno doppio, totalmente presa dalla gioia del momento, riuscendo già a percepire un senso di libertà e di vittoria.
[…]
Nel frangente di tempo in cui Chenille si perse a leggere attentamente quei fogli, Francis totalmente con l’umore migliorato, inviava degli sms col suo cellulare a degli amici.
Era solita inviare (quando lo ricordava) un sms di buongiorno alla sua amica Katy Perry, Nina, ad un altro paio d’amici non impegnati nel mondo dello spettacolo e che a quell’ora del mattino erano a lavoro oppure a qualche lezione all’università.
Si stranì della non risposta da parte di Katy (che di solito era la prima a risponderle), ma diede la colpa ai suoi mille impegni da super-diva, che magari la stavano tenendo occupata.
A gran sorpresa ricevette anche un email da parte di Tomo, l’amico di Shannon e Jared, il ragazzo le faceva sapere quanto stesse amando il video sul suo canale che illustrava il progetto con il loro brano, e dopo le prime email, il ragazzo continuava a risponderle all’email, lasciando Francis molto divertita.
Chenille smise di leggere quei fogli, e soltanto ad allora si accorse che Francis stesse sorridendo nel guardare lo schermo del suo blackberry; perché sorrideva?-si domandò la ragazza, quelle carte le aveva lette attentamente e anche più di una volta, ma non le era sembrato di leggere nulla che le potesse dare la certezza che quel giorno stesso la EmsAndFran si sarebbe potuta liberare dal contratto stipulato con Justin Timberlake, ma invece sembrava che Francis avesse più di una certezza a riguardo.
Se ne stava lì, a ridacchiare e a smessaggiare col suo cellulare, mentre Chenille cominciava ad essere nervosa e poco convinta.
Ad un certo punto, Fran si accorse che Chenille avesse smesso di leggere, così spostò lo sguardo verso di lei, e ancora col cellulare tra le mani, le sorrise e le disse:
- Oh… scusa, ma mi stanno arrivando una valanga di messaggi…
Proprio in quel momento le arrivo un ennesimo messaggio che la distrasse con lo sguardo, e ancora sorridente, parlò all’amica mentre leggeva sullo schermo:
- Sai, mi ha scritto Tomo… il ragazzo della band, ti ricordi di lui, vero? È davvero uno spasso… mi ha scritto per il video ma adesso stiamo parlando di tutt’altro!
Francis ridacchiava mentre Chenille l’ascoltava senza dire una parola:
- In realtà anche la moglie, Vicki, si è unita alla conversazione, ma è lui a scrivere ahahah….ah…ah…
La risatina di Fran andò a scemarsi quando alzò lo sguardo e notò la serietà marcata sul volto di Chenille, così schiarendosi la gola, le disse:
- Cosa c’è?
Chenille non avrebbe voluto che l’amica smettesse di ridere, o che perdesse quel buon umore che stranamente aveva assunto nel giro di pochi minuti, ma proprio non riusciva a capire o a fingere di capire e sperare che tutto andasse bene, oltretutto c’era un avvocato che stava per raggiungerle, e gli incontri tra avvocati non le erano mai piaciuti, soprattutto se uno degli avvocati era Francis che aveva il temperamento che aveva, senza contare il fatto che l’avvocato con cui si sarebbe scontrata, sarebbe stato quello di Justin.
- Scusami, bella, ma io proprio non riesco a capire come fai ad essere così tranquilla…
- Ti riferisci ai documenti?
Francis si alzò dalla sua comoda sedia da studio, e riponendo via il cellulare, oltrepassò la scrivania e si avvicinò a Chenille, per afferrare quei fogli tra le mani:
- Questi fogli dicono che se entrambe le parti riescono a mettersi d’accordo…
- Il contratto potrà sciogliersi, senza che vi sia il versamento di soldi… sì, lo so, l’ho letto…
Francis si strinse nelle spalle ed allargando le braccia, tenendo ancora quei fogli tra le mani, le disse:
- E allora?
- I documenti riesco a capirli… quello che non capisco è come fai ad essere così calma… insomma…
Francis accigliò lo sguardo e restò curiosa e seria ad ascoltare l’amica, ponendo via quei fogli sulla scrivania.
Chenille fece una pausa mentre alzava lo sguardo verso Fran e si chiedesse se fosse o meno il caso di dire quello che le stesse per dire, ma dopo una manciata di secondi, lo fece:
- …Come farai a convincerlo ad accettare di sciogliere questo contratto?
Francis e Chenille si guardarono negli occhi per qualche attimo, Chenille sembrava davvero allarmata e preoccupata per quella situazione, al contrario, invece, Francis era tranquilla e serena, così piegandosi nelle ginocchia, raggiunse l’altezza dell’amica che restava seduta, e prendendole le mani tra le sue, la guardò negli occhi e le disse:
- Non sarà necessario che io lo convinca, Chenille… lo farà e basta.
- Cosa?
Fran abbassò lo sguardo e sorridendo amaramente, disse:
- Davvero credi che sia l’unica che non voglia vederlo? Che non voglia più avere a che fare con lui?
Francis sorrise, ed era bellissima anche quando quel sorriso che la rendeva così bella ed unica, era colmo di tristezza ed amarezza, poi aggiunse, voltandosi in direzione dell’amica:
- Sono trascorsi quasi cinque anni, ed è andato avanti con la sua vita, vive ormai una storia d’amore salda da quattro anni a questa parte e sembra felice… Se io fossi nei suoi panni non avrei alcuna voglia di rivedermi…
Chenille accigliava lo sguardo e stranita da quell’ultima affermazione, la guardava intontita, chiedendosi perché avesse detto una cosa simile, ma soprattutto: chiedendosi il motivo della loro rottura… nessuno ne era a conoscenza, e dopo tutti quegli anni, Francis ancora continuava a tenersi quel peso dentro, senza rivelarlo a nessuno.
Intanto che nella testa di Chenille frullavano tutte quelle cose, Fran continuò dicendo:
- …Non avrebbe alcuna voglia di ricominciare una storia già vista nel passato, dove si lavora per delle coreografie e si affronta un tour insieme. Il suo avvocato al telefono si era impuntato nel dire che per sciogliere il contratto, era necessario pagare la clausola, ma io ho tentato di spiegargli che c’erano dei documenti che affermano che il contratto può essere sciolto tranquillamente se le due parti sono d’accordo.
Fran sorrise a Chenille, stringendole le mani, come se avesse voluto convincerla del fatto che tutto sarebbe andato bene:
- Vedrai che non appena arriverà l’avvocato e vedrà questi documenti, ci dirà che Justin Timberlake avrà bisogno di una nuova crew.
Fran le sorrise ancora una volta, ma Chenille non riusciva a credere che quel sorriso fosse sincero, non quando lei parlasse di Justin, perché sapeva che ne stesse soffrendo da morire, anche se le tentava tutte per nasconderlo.
Volle credere, però, alle sue speranze, volle credere davvero che quel giorno la EmsAndFran e Justin Timberlake si sarebbero divisi per sempre.
[…]
L’avvocato di Justin era un uomo tutto d’un pezzo: bianco, sui cinquant’anni portati divinamente. Capelli brizzolati e gelatinati appena, aspetto molto curato e fisico asciutto. Indossava uno smoking blu con camicia bianca e cravatta a strisce trasversali blu e nera, con avente ben salda nella mano destra una ventiquattrore nera che gli sarà costata un occhio della testa. Scarpe ben lucidate ed eleganti, sorriso sbiancato, e pelle leggermente bronzea come ben ci si aspetta da chi vive in California.
Si chiamava Joseph Tompson, ed arrivò alla EmsAndFran attorno alle nove del mattino.
Una volta giunto nella struttura, la credette chiusa, ma fortunatamente andarono ad aprirgli, prima che potesse andar via.
Francis era una persona che notava ogni cosa, e che nulla le sfuggisse da sotto al naso, e con stranezza, notava che l’uomo si guardasse bene attorno, come se stesse studiando tacitamente l’intera struttura.
La ballerina gli rivolse uno sguardo di sottecchi, ma poi arrivarono nel suo studio accompagnati anche da Chenille, e lo lasciò accomodare.
Anche qui, l’uomo lanciò un’ampia occhiata in giro prima di mettersi a sedere, sotto invito di Francis, che andando a sedersi dietro la scrivania e fingendo di non notarlo, gentilmente gli disse:
- Posso offrirle un Caffè, Mr. Tompson? Oppure preferisce un cappuccino? Un thé? Una cioccolata calda? Mi dica, la prego…
L’avvocato poggiò la sua ventiquattrore sul ripiano della scrivania, ed aggiustandosi la cravatta, le disse con tono cortese:
- La ringrazio signorina EM, sto bene così. Anzi, ne approfitto per scusarmi per averla fatta attendere molto, ma ho incontrato il mio assistito prima di raggiungerla.
Chenille guardò con sguardo sospetto l’uomo, mentre se ne stava in piedi accanto alla scrivania, ma poi spostò lo sguardo verso Francis e non poté far a meno di notare che il sorriso le fosse sparito via dalle labbra.
Fran nel sentire che l’avvocato avesse appena incontrato Justin, ebbe difficoltà nel deglutire, ma nel giro di qualche secondo, riuscì a farsi scivolare di dosso quella notizia irrilevante, e disse:
- Nessun problema, si figuri. Siamo qui per questo… vogliamo risolvere la questione una volta e per tutte.
- A tal proposito… vorrei leggere quei documenti che lei mi ha detto di essere in possesso…
- Oh, ma certo!
Francis si allungò con un braccio, e da un ripiano accanto alla sua scrivania, raccolse i documenti e li porse all’avvocato:
- Come le dicevo a telefono, questo contratto non necessita di alcun pagamento di clausola se le due parti sono di comune accordo nel scioglierlo.
L’avvocato non le rispose, e distratto da quei documenti, si perse nel leggerli, mentre Francis lo guardava impaziente di sentirgli dire qualcosa.
Al ché, sentendosi lo sguardo pesante di Chenille addosso, spostò lo sguardo verso di lei, e restò a guardarla per una manciata di secondi, prima di farle cenno di prendere posto accanto all’avvocato.
Chenille guardò l’uomo leggere, poi si convinse e si mise a sedere, restando in silenzio.
Fran lasciò trascorrere qualche minuto, poi guardando l’avvocato, disse:
- Avvocato, allora? I documenti le confermano ciò che le dicevo?
L’uomo poggiò i fogli sul tavolo e restando ancora a guardarli, incrociò le dita delle mani tra loro, sospirando profondamente inclinando le labbra da un lato:
- Beh… sì, aveva ragione lei, e le chiedo scusa se non le ho creduto subito…
Francis sorrise sotto i baffi, compiaciuta di quelle parole, e soddisfatta di essere riuscita in quell’obbiettivo che fino a poco tempo fa, credeva irraggiungibile e che adesso invece aveva raggiunto con così tanta facilità grazie alla sua astuzia e a qualche documento dimenticato.
- Si figuri, non c’è problema, è lecito che lei voglia assicurarsi del vero, prima di dare inizio alle pratiche dell’annullamento.
- Beh, ecco… a tal proposito…
L’avvocato guardava la ragazza, come se non avesse avuto alcuna buona notizia da darle, e Fran notandolo, fece sparire dalla sua faccia quel sorrisino, e dopo una manciata di secondi trascorsi a guardarlo accigliatamente, l’avvocato aggiunse:
- Non ci sarà alcuna pratica di annullamento, signorina EM.
L’uomo era serio, e sembrava che i documenti appena letti, non avessero fatto alcuna differenza, così da lasciare interdetta Francis.
Chenille sapeva che qualcosa sarebbe andato storto, così preoccupata, lanciò una rapida occhiata a Francis, come per comunicarle un tacito “te l’avevo detto”, ma l’amica aveva occhi solo per l’avvocato.
- Come dice, scusi?
Domandò Francis diventando di colpo super seria, mentre con lo sguardo notava l’avvocato assumere un’espressione amareggiata:
- I documenti che lei mi ha fornito sono autentici, e ancor prima di venir qui, sapevo che stesse dicendo la verità in quanto alla possibilità di sciogliere il contratto senza alcun bisogno di pagare la clausola…
L’uomo fece una piccola pausa, e poi guardandola aggiunse:
- Ma è proprio per questo che ho ritenuto opportuno consultare il mio assistito, prima di raggiungerla…
Francis non capiva dove l’uomo volesse arrivare, così cominciando ad essere nervosa e confusa da quegli enormi giri di parole, socchiudendo rapidamente le palpebre, gli disse:
- Non capisco… cosa vuole dirmi con questo?
L’uomo sospirò e con serietà guardandola le disse:
- Con questo voglio dirle che il signor Timberlake non ha alcuna intenzione di sciogliere il contratto che lo lega alla sua scuola, signorina EM.
Quelle parole furono un macigno pesante che si scagliò addosso a Francis, senza riuscire più a farla respirare.
Fu un fulmine a ciel sereno, fu come se il mondo le fosse appena crollato sotto i piedi, come se tutte le sue speranze di vittoria fossero state buttate al vento in quello stesso istante.
Aveva difficoltà persino a richiudere gli occhi, per lo shock, e senza riuscire a dire una parola per una lunga manciata di secondi.
Tornando a richiudere le palpebre lentamente, con un tono di voce spezzato dalla notizia, gli disse:
- Non può essere vero…
Forse quelle parole non voleva riferirle all’avocato, forse era un pensiero che aveva espresso ad alta voce senza rendersene conto, ma ormai era troppo tardi.
- E invece le garantisco che queste sono le intenzioni del mio assistito, e che quindi… può tenersi questi documenti, non le serviranno a molto, mi spiace…
Mr. Tompson mise una mano sui documenti poggiati sulla scrivania, e li allungò in direzione di Francis per ridarglieli.
- Deve pur esserci un modo per sciogliere questo dannato contratto!
Chenille si intromise prepotentemente nel discorso, e l’avocato, notando che Francis fosse troppo persa nei suoi pensieri, rispose alla ragazza, voltandosi nella sua direzione:
- Sono spiacente, ma purtroppo, alla luce delle volontà del mio assistito, l’unico modo per poter sciogliere il contratto, è pagare la clausola rescissoria… ma…
L’uomo alzò lo sguardo verso Francis, poi guardò ancora una volta Chenille, e poi ancora una volta Francis, per dire:
- …non so quanto sia conveniente per voi fare un passo simile…
Chenille si lasciò prendere dall’orgoglio, e credendo che l’uomo si stesse riferendo alla convenienza di “immagine” ( a cui la scuola avrebbe dovuto tenere un occhio di riguardo gli disse:
- Non ce ne può fregare minimamente della figura che faremo, sciogliendo il contratto con Timberlake. Sa quanti contratti all’anno stipula la nostra compagnia con i vari artisti e quant’altro, in tutto il mondo? Eh? Fatichiamo a tenerli in archivio! Perciò, bello, non credo che sciogliendo un contratto col suo assistito, la scuola subirà qualche danno! Siamo pronti a pagare la cifra, se il signor Timberlake ha deciso così!
L’avvocato apprezzò molto il temperamento virile di Chenille, non voleva assolutamente mettersele contro, ma purtroppo vestiva i panni dell’avvocato, e in quanto tale doveva attenersi alla legge, a i documenti e alle direttive che il suo assistito gli dava.
L’uomo guardando Chenille sbottò in un sorrisino, e disse:
- Purtroppo questo è qualcosa che non ha deciso unicamente il mio assistito, ma…
L’avvocato guardò Francis e notando che non lo rivolgesse lo sguardo, e non parlasse più, aggiunse:
- …ma anche la signorina EM…
Chenille immediatamente guardò Francis, e confusa cercava qualche spiegazione da parte dell’amica, ma Francis abbassò lo sguardo, come se avesse appena ricordato qualcosa, al ché Chenille presa dalla foga del momento, guardò l’avvocato e disse:
- Come sarebbe? Che significa?
L’avvocato accavallò le gambe, e congiungendo le mani la guardò e disse:
- In parole povere, quando nel 2007 fu aperta la prima delle scuole di ballo EmsAndFran, il signor Timberlake e la signorina EM firmarono un contratto che avrebbe legato lei e ogni singolo ballerino delle scuole alle esigenze future del mio assistito, a meno ché il contratto non fosse stato sciolto in due modi: o mettendo entrambi le parti d’accordo per lo scioglimento…
L’uomo portava la conta con le dita di una mano, e prima di aggiungere la seconda, guardò Francis che con sguardo perso guardava un punto nel vuoto:
- …oppure pagando una clausola rescissoria… di settecentocinquanta-cinquemila dollari.
- CHE COSA?
Chenille ebbe quasi un infarto a quelle parole, e non trattenne lo schianto nel sentirgliele dire.
Nel sentire quella cifra, anche Francis si sentì morire.
Aveva dimenticato che la cifra arrivasse così alle stelle, era convinta che si sarebbe arrivati massimo a duecentomila, ma poi, nel corso della spiegazione dell’avvocato a Chenille, aveva ricordato la folle scelta che fece anni addietro quando ancora credeva che niente e nessuno avrebbero potuto dividere lei e Justin, così come niente e nessuno avrebbe adesso diviso Justin e le scuole della EmsAndFran.
[…]
- Non posso credere che stia succedendo!!!
- Che cosa?
- Sto per firmare il mio primo contratto a nome della EmsAndFran! La mia scuola! Sta succedendo, Justin!
Francis era tornata indietro nel tempo, a quando nel settembre del 2007, assieme a Justin, si trovava nello studio legale di quell’avvocato che oggi era venuto a portarle cattive notizie.
Justin e Francis erano ancora follemente innamorati l’uno dell’altro, e Justin nel vedere Francis così emozionata, si sentiva così pieno di gioia e felicità, che anche lui faticava a credere che fosse tutto vero.
Riuscì a vedere una luce brillare nel verde dei suoi occhi, una luce che veniva fuori solo in occasioni rare come quelle.
Il ragazzo non poteva controllare sé stesso quando incrociava quello sguardo, quegli occhi, in generale faticava a controllare sé stesso quando era con lei.
Erano perfetti, quel giorno sembravano possedere il sole per quanto fossero raggianti e felici: Justin indossava un pantalone nero, leggermente largo di cavallo, scarpe nere quasi a mezzo stivaletto, ma molto sportive, indossava una polo color azzurro chiaro che si intonava alla perfezione con il colore dei suoi occhi, viso riposato e splendente, contornato da una leggera barba cresciuta e curata. I capelli li aveva lasciati crescere al naturale, castano scuri leggermente ricci, era davvero la cosa più bella che Francis avesse mai visto, ed aveva la fortuna di averlo tutto per sé.
La ragazza, invece, indossava un leggero vestitino di color lilla, con spalline larghe tre dita, leggermente stretto in vita con una gonna che le scivolava larga lungo le gambe sino a fermarsi all’altezza delle ginocchia. Una di quelle ginocchia era ancora fasciata a causa del piccolo infortunio che aveva subito dopo l’incidente in moto, ma quel giorno era così felice, che non riusciva neanche più a sentire le fitte che quel ginocchio sinistro le procurava.
Ai piedi calzava dei sandali color carne leggermente alti, e portava i capelli legati in una coda alta lasciata ondulata, che le donava un aspetto molto fresco.
Erano così perfetti insieme da sembrare finti, erano l’invidia di ogni coppia esistente sulla faccia della terra, anche quelle più felici, perché non vi era coppia più felice dei due, che si approssimavano a firmare quel contratto tanto desiderato e voluto.
Justin si fece scappare una risatina, mentre l’osservava andare fuori di sé per la gioia.
Entrambi erano seduti nello studio dell’avocato, in attesa di essere ricevuti, e con loro portavano tutti i documenti necessari per poter firmare il contratto.
- Sì, sì, sta succedendo davvero, piccolina…
Justin si allungò verso di lei per scostarle via dal volto una ciocca di capelli, riponendogliela dolcemente dietro ad un orecchio, mentre si perdeva nel verde dei suoi occhi meravigliosi.
Francis gli sorrise a pieni denti, felicissima di ciò che stesse per succedere, e mentre attendeva l’arrivo dell’avvocato, ne approfittò per colmare lo spazio che li divideva per andare a dargli un bacio sulle labbra.
Ogni bacio era un momento di gioia per lei, ogni volta che toccava quelle labbra, se ne innamorava.
Distanziandosi, dopo quel tenero bacio, i due si sorrisero, e Justin riaprendo lentamente gli occhi, se la ritrovò davanti bella come non mai, ed accarezzandole il volto con due dita, le disse:
- Sembri una tenera bambina con questo vestitino e questo sorriso, lo sai?
Francis non poté far a meno di intenerirsi a quella frase, e diventò ancora più dolce, tanto che quasi arrossì:
- Davvero?
- Oh… non farmi la faccia da gattina, sai? Somigli a Randall…
Francis sbottò in una risatina, mentre gli accarezzava i capelli, e proprio in quel momento entrò l’avvocato in tutta fretta:
- Eccomi da voi! Scusate per l’attesa ma sembra che in questo studio non sappiano far nulla senza il mio aiuto…
Mr. Tompson all’epoca era meno brizzolato di adesso, anzi i capelli gli erano quasi tutti neri, il fisico risultava meno massiccio di adesso, ma era sempre magro e slanciato, con un look impeccabile e chiaramente costoso.
- E’ per questo che sono un tuo cliente, Joseph…
L’uomo si lasciò andare ad una risatina compiaciuta alle parole del cantante, mentre si metteva a sedere e dava una rapida occhiata alle carte che gli avevano poggiato sulla scrivania.
Francis sorrideva ed osservava attenta e curiosa quell’uomo mentre si destreggiava nel suo mestiere.
Cominciò a domandarsi come ci si dovesse sentire nell’essere un avvocato a tempo pieno, sicuramente molto stressante; lei vestiva i panni dell’avvocato soltanto quando ne aveva bisogno, e fortunatamente per lei, ciò non capitava spesso, anche perché era ancora alle prime esperienze.
- Dunque, signori… se ho capito bene, volete stipulare un contratto.
- Esattamente.
Esclamò Francis, restando in una postura eretta davvero impeccabile: anche se indossava quel vestitino, ed era graziosa e bellissima, riuscì a farsi prendere in seria considerazione in qualità di avvocato da entrambi i presenti.
- Ho da poco aperto la mia prima scuola di ballo in Italia, e tra qualche mese sarà aperta anche una qui a Los Angeles…
- Ne saranno aperte molte altre in giro per il mondo, Joseph…
Disse con tono fiero Justin, mentre sorrideva soddisfatto dei progetti della sua ragazza, la quale inorgoglita, gli lanciò uno sguardo complice, mascherando subito un fugace sorrisino.
- Si tratterà di una catena di scuole di ballo che saranno di mia proprietà.
- Sì… beh questo l’ho già letto nei documenti… ottimo!
Joseph rispondeva in direzione di Francis, mentre con lo sguardo si perdeva tra le righe di quei fogli.
- Lasciala parlare, Joseph…
L’uomo fu come destato da un sogno, e tornando alla realtà abbassò quei fogli e sorrise in direzione dei due ragazzi, subito dopo aver notato un sorrisino sul viso di Justin:
- Chiedo scusa, ragazzi… ma abbiamo già parlato di cosa sarà questo scuola, no?
Francis si lasciò sfuggire un sorrisino mentre abbassava lo sguardo, e Justin la guardò lasciandosene contagiare.
- Certo, Mr. Tompson, ma volevo ribadirle le mie volontà, in quanto avvocato di me stessa…
- Oh, ma certo! Certo! Che sciocco!
L’uomo mise via i fogli, e distendendosi con la schiena contro lo schienale della sua comoda sedia, restò a guardarla e rivolgendole la sua totale attenzione, aggiunse:
- La prego… continui pure.
Justin si complimentò tacitamente con l’amico, facendogli segno col capo, e sorridendo compiaciuto spostò lo sguardo verso Francis, che accavallando elegantemente le gambe cominciò a parlare con un tono di voce molto più impostato e formale:
- In sostanza, siamo qui oggi per firmare un contratto che legheranno per sempre le scuole della EmsAndFran al signor qui presente Justin Timberlake…
- Per sempre?
Domandò sorpreso l’avvocato, al ché Justin disse:
- Esatto, Joseph… adesso non farmi fare brutte figure davanti l’avvocato, ti prego…
Aveva sempre voglia di scherzare, e Fran non trattenne una piccola e melodiosa risatina, mentre l’avvocato, sorridente disse:
- Ragazzi, e come avete intenzione di rendere questo contratto duraturo per sempre? Insomma i contratti vengono fatti per essere sciolti…
- Non questo, Jo… non abbiamo alcuna intenzione di scioglierlo, perché dovremmo?
Justin parlava al suo avvocato totalmente convinto di ciò che stesse dicendo, e lo era davvero.
Mr. Tompson si strinse nelle spalle e disse:
- Beh… tutto è possibile nella vita… il per sempre per noi avvocati non esiste.
- Ma esiste per noi.
Justin prese per mano Francis, e dopo aver guardato ancora una volta il suo avvocato, si voltò in direzione della ragazza e le sorrise.
Francis gli sorrise teneramente di ricambio, ma poi tornò all’avvocato:
- Avevamo pensato di fissare una clausola rescissoria molto alta… almeno così il contratto sarebbe più difficile da sciogliere e quindi resterebbe per sempre.
- Oh, ma allora dovrà essere una clausola stellare!
Disse l’avvocato sorridendo in direzione dei due ragazzi, al ché Justin disse:
- Che ne dite di centomila dollari?
- Pff…
Francis si voltò a guardarlo con superbia e alzando un sopracciglio gli disse:
- Centomila dollari li farei collaborando solo con Madonna…
- Uooh vola basso, passerotto…
- Scusa, ma non sai pensare ad una cifra più spaventosa?
- Spaventosa quanto la tua modestia, dici?
- La smetti? Guarda che non firmo più niente!
- Questo contratto ti serve, bella! Io sarò il tuo trampolino di lancio!
- Ma se sarò io quella che ti lancerà?
- A sì?
- Sì, e da quella finestra se non stai zitto!
- Ahahahah…
Quel duetto fu interrotto dalla risatina divertita dell’avvocato, che per un attimo si sentì come davanti alla televisione mentre assisteva ad uno show.
- Lo sai, Justin, dovresti portarla con te allo show di Jimmy Fallon e riproporre un siparietto simile…
- Vedi?
Justin indicò l’amico allungando un braccio nella sua direzione, e guardando Francis, le disse:
- Sono io che devo portarti con me… perché non vuoi ammettere di essere una mia sottomessa?
Francis fece roteare gli occhi al cielo, e Justin dovette trattenere una risatina.
- Possiamo tornare a fare le persone serie?
Justin smise di ridacchiare sotto i baffi e schiarendosi la voce con un colpo di tosse, si mise a sedere composto e disse:
- Oh, ma certo. Scusate. Sono serissimo.
- Grazie.
- E’ un piacere.
- Ora sta zitto e lascia parlare gli avvocati.
Justin si mise seduto comodo, lasciandosi scivolare sulla sedia, ed alzò le mani in segno di resa, poggiandole poi lungo i braccioli di quelle comode poltroncine, e con una buffa smorfia, fece segno di star zitto, poi notando lo sguardo divertito di Joseph  ammiccando gli disse sottovoce:
- E’ lei che comanda…
Joseph ridacchiò, ma poi si voltò in direzione di Francis, che le tentò tutte per restare seria, ma dovette mordersi un labbro per poterlo essere:
- Che ne dite di cinquecentomila dollari? Sono senz’altro una bella cifra per un contratto, non trovate?
- Uhm… sì, beh, senza dubbio è una cifra forte…
Rispose l’avocato pensieroso, ma poi Justin esordì e disse:
- Perché non settecentocinquanta-cinquemila?
Fran si voltò a guardarlo e disse:
- Perché proprio settecentocinquanta-cinque?
Justin si strinse nelle spalle, e con semplicità, disse:
- Beh perché sono una cifra più alta di quella che hai proposto tu, e di sicuro sono più difficili da trovare… oppure credi di riuscirci nel giro di una settimana?
Fran finse di pensarci su qualche secondo, ed alzando gli occhi al cielo riflettendo, disse:
- Uhm… forse in due…
Justin sbarrò gli occhi in una buffa smorfia simpatica, e restò senza dir niente, lasciando scoppiare in una risatina Francis, che tornando subito seria, disse mentre guardava l’avvocato:
- Ok… firmiamo questo contratto!
[…]
Che sciocca! Che stupida! Che ingenua!
A distanza di anni, aveva ricordato il momento in cui aveva firmato quel folle contratto, contratto che ora come ora non avrebbe potuto sciogliere, perché non aveva affatto tutti quei soldi…
Justin aveva ragione, erano davvero difficili da trovare settecentocinquanta-cinquemila dollari e forse non li avrebbe mai trovati, erano davvero tanti, troppi!
Ma ora come ora, la cosa che più la turbava, non erano i soldi, ciò che più la straniva in tutta quella storia, erano le volontà di Justin di voler restare a tutti i costi legato alla sua scuola.
Perché? Per quale motivo non si trovava una compagnia di ballo da qualche altra parte? Era pur vero che i ballerini migliori del mondo li avesse lei, ma di certo uno come lui avrebbe potuto trovarne di altrettanto validi anche altrove.
Francis alzò lo sguardo sull’avvocato, e dopo quel tuffo nel passato, adesso le fece male anche rivedere Joseph.
- Non abbiamo tutti quei soldi…
Entrambi sorpresi di sentirla parlare, sia l’avvocato che Chenille, si voltarono a guardare Francis, che aggiunse:
- L’unico modo che abbiamo di sciogliere questo contratto: è quello di convincere il suo assistito a cambiare idea e a riconsiderare l’opportunità di sciogliere il contratto di comune accordo.
Mr. Tompson inclinò le labbra da un lato, e tristemente rispose:
- Sono desolato, ma il signor Timberlake mi ha espressamente chiesto di non permettere lo scioglimento del contratto con le scuole di ballo EmsAndFran, in special modo adesso che si approssima al ritorno con un nuovo lavoro discografico.
Francis alzò gli occhi al cielo, come se volesse chiedere aiuto a qualcuno di più potente di lei, qualcuno che non era solita considerare in momenti di difficoltà, ma quella volta era diversa, adesso c’entrava Justin, e lei non credeva di riuscire a superarlo.
Con occhi lucidi, guardò l’uomo e disse:
- E se i miei ballerini si rifiutassero di lavorare per lui?
Tompson fece un respiro profondo, e pensieroso disse:
- Beh le cose sarebbero sempre a suo sfavore, perché col contratto, lei si impegna nel garantire sempre un corpo di ballo a disposizione del mio assistito, e se dovesse venir meno a tale impegno, il contratto verrebbe violato e quindi subirebbe un processo e tutte le sue conseguenze.
- E’ assurdo!!!
Chenille non conteneva più sé stessa, e non sopportava veder Francis ridotta in quello stato, mentre si dava forza da sola, provando qualunque soluzione pur di non avere più niente a che fare con Justin.
- So bene che lo è, signorina, ma… il contratto parla chiaro… e io faccio solo il mio lavoro.
- Beh il suo lavoro è anche quello di far ragionare i suoi clienti, non crede???
Chenille presa dalla rabbia che provava nei confronti di Justin, sbatté una mano sulla scrivania e guardando male l’avvocato, aggiunse:
- Perché non torna dal suo caro assistito e lo convince a fare la cosa più logica? Eh, bello???
Tompson spostò via dalla tempia, la mano che aveva poggiato stando seduto su quella poltroncina dello studio di Fran, dopodiché si alzò in piedi e guardando Chenille, le disse:
- L’unica cosa logica che entrambi avrebbero potuto fare, anni fa, era quella di non firmare mai un contratto simile.
Francis non disse una parola, perché in cuor suo concordava con l’uomo, e soltanto adesso si rendeva conto di quanto era stata stupida nel farlo.
Chenille non si lasciò intimorire dalla serietà dell’uomo, e così a muso duro gli disse:
- Beh, lei in qualità di avvocato, avrebbe potuto evitare che ciò accadesse anni fa!
- Basta, Chenille!
Francis interruppe quel dibattito tra l’avvocato e l’amica, e dopo averle rivolto uno sguardo rimproverante, guardò l’uomo e disse:
- E’ stato fatto un errore, e si paga sempre per gli errori commessi in passato, non è così?
L’uomo acconsentì col capo, ma era ancora visibilmente irritato per il trattamento che stava ricevendo da parte della giovane amica della ragazza.
Dopo qualche secondo, Fran si arrese apertamente, e gli tese la mano dicendo:
- La ringrazio per essere passato, Mr. Tompson, è stato prezioso.
Tutti i presenti potettero notare lo sguardo vacuo e sofferente di Fran, che le tentava tutte pur di apparire calma e tranquilla, ma dentro di sé era un fiume in piena che soffriva terribilmente per delle scelte prese quando era ancora felice.
Gli occhi le brillavano, ma non dalla gioia, bensì dalla rabbia, rabbia che stava reprimendo, rabbia che provava solo ed unicamente verso sé stessa.
Non avrebbe potuto incolpare nessun altro se non lei, non avrebbe potuto incolpare quell’avvocato così come stava facendo Chenille, non poteva incolpare Justin per non voler cambiare compagnia di ballo proprio a poco tempo dal suo nuovo lavoro discografico dopo sei anni d’assenza dal mondo della musica, non poteva incolpare nessuna divinità, nessun Dio, nessun fato, nessun destino.
L’avvocato si aggiustò la giacca, ed afferrando la sua ventiquattrore guardò Francis dispiaciuto, poi le allungò la mano e stringendogliela in modo molto professionale, le disse:
- Ho semplicemente fatto il mio lavoro.
Chenille a quella frase lo guardò malissimo, e ancora lo rimproverava per non aver aperto la testa a Justin e averci messo dentro un po’ di buon senso, se ne stette in silenzio ad osservare i due salutarsi, poi una volta che l’avvocato lasciò la struttura, sbottò come un vulcano contro Francis.
[…]
- E ti arrendi così? Gliela dai per vinta a lui? Tutti questi anni, tutti questi soldi e questa crescita professionale per niente?
- Io non ce li ho settecentocinquanta-cinquemila dollari, Chenille! Cosa vuoi che faccia? Che vada in fallimento assieme a tutti quanti voi? Hai sentito, no, l’avvocato? Se ci rifiutiamo di collaborare, subiremo un processo che non ci porterà a nulla di buono!
Chenille tacque a quelle parole, non aveva mai preso in considerazione l’idea di fallimento delle scuole EmsAndFran, e solo l’idea la spaventava.
Intanto Francis sembrava essersi rassegnata, e gesticolando, andò ad appoggiarsi alla scrivania, e con sguardo perso verso il basso, continuava parlando:
- Ci tocca collaborare con lui stavolta, ma… verremmo pagati, non è vero?
A quella frase Chenille alzò lo sguardo verso Fran e riusciva già a capire cosa avesse in mente, ma non la interruppe e la lasciò finire:
- A fine di questo lavoro con lui, pagheremo con i suoi stessi soldi, la cifra della clausola e ci libereremo una volta per tutte di lui.
Fran cominciava a convincersi di quelle sue stesse parole, e riflettendo ad alta voce, diceva:
- Sì… andrà così… con i soldi che accumuleremo dalla collaborazione con lui, i soldi di questo film, e di altri miei progetti… beh sì, tutto potrebbe andare a buon fine nel giro di qualche anno…
Chenille sospirò e non resistendo più nel vederla così pensierosa, così triste e sconvolta per tutto ciò che era accaduto, andò ad avvolgerla in un forte abbraccio che non necessitò di parole.
[Canzone consigliata per la scena Red – Take it all Away]
La ragazza aveva ancora un peso nell’animo che non aveva avuto il coraggio di dirle, non dopo quello che era appena successo e mentre la stringeva, si guardava alle sue spalle e con la vocina della coscienza che le ronzava in testa, si convinceva a parlare:
- Ascolta… bella…
Chenille sciolse l’abbraccio e tentò di alzare lo sguardo verso Fran che a sua volta l’oserava incuriosita:
- …C’è quella seconda cosa che devo dirti…
- Ah… già…
Francis incrociò le braccia sotto al petto e la guardò con sguardo serio e corrugato:
- Di che si tratta, Chenille?
Chenille nel guardarla notava che stese assumendo il suo solito sguardo ed atteggiamento da dura, per prepararsi ad una brutta notizia, che inevitabilmente sarebbe stata lei a darle.
- Non vorrei dirtela, credimi che è l’ultima cosa che ti direi… ma dopodomani parti, e potresti venirlo a sapere comunque… anzi sicuramente lo verresti a sapere e ho pensato che sarebbe stato meglio che l’avessi saputo da me piuttosto che dai giornali…
Francis la guardò di sottecchi, e un sorrisino amaro le si formò sul volto, come se avesse appena capito di cosa potesse trattarsi, ed aspettava di ricevere il colpo di grazia col sorriso appena accennato sulle labbra, sotto lo sguardo timoroso di Chenille, la quale fece un respiro profondo e disse:
- L’altra sera… JayZ mi ha detto dell’album, ma… Beyoncé…
La ragazza alzò lo sguardo verso Fran, e notandola concentrata nell’ascoltare ciò che le stesse dicendo, aggiunse:
- …Beyoncé mi ha detto che… a Dicembre a chiesto a Jessica di sposarlo…
Chenille chiuse gli occhi, si rifiutò di vedere la reazione dell’amica, sia che potesse essere violenta, sia che potesse essere tacita e sofferta.
Francis però, aveva avuto un sesto senso che la preparò a quella notizia pochi secondi prima che gliela rivelasse, e nel sentirne la conferma non riuscì a reagire in nessun modo se non in un surreale silenzio.
Si morse lievemente il labbro inferiore, mentre fissava un punto sulla parete opposta e sentiva il cuore andarle in frantumi nel petto, come se fosse stato un bicchiere di cristallo.
Deglutì ed abbassò lo sguardo verso il basso, mentre teneva le mani poggiate sulla scrivania e cercava di non impazzire troppo per il dolore.
Fece dei respiri profondi, ma sembrava che non stesse accumulando neanche un grammo d’aria nei polmoni, come se stesse respirando ma non ci fosse aria attorno a sé.
Doveva andar via da lì, doveva dimenticarsi all’istante di quella notizia se non voleva letteralmente impazzire dal dolore, così si scostò da quella scrivania e allungò un braccio verso l’appendiabiti ed afferrò il suo giubbotto di pelle, poi guardò Chenille e disse:
- Beh, ho altro a cui pensare al momento. Scusa ma devo andare…
Chenille sbarrò gli occhi e guardò Francis spaventata che potesse voler fare una delle sue solite pazzie presa dalla rabbia e dall’essere sconvolta:
- Dove stai andando?
Chenille preoccupata le camminava dietro, ma poi la ragazza di tutta calma, disse:
- …ho ancora un paio di cose da preparare prima della partenza. Ci sentiamo, Chenille!
Fran infilò al volo quel giubbino di pelle e scese le scale in una velocità surreale, che la portò immediatamente fuori dalla struttura della scuola, salì in sella alla sua moto, e dopo aver infilato la chiave nel contatto, diede due colpi di gas che spaventavano sempre Chenille, perché sapeva cosa poteva diventare quella modo sotto la guida di Francis quando era poco lucida e così chiudendo gli occhi, pregò Dio affinché non le succedesse nulla e che non facesse gesti folli.
Il rimbombo del motore della moto di Fran si udirono fino a che non sparì dai pressi della scuola, che era rimasta sola con Chenille, la quale cominciò a piangere per dare libero sfogo a tensione e tristezza che aveva accumulato in quelle ore.
[…]
- Dove può essere andata? Non mi risponde al cellulare, MamaSu!!!
- Sta calma, bambina mia, vedrai che sarà davvero impegnata con i preparativi per la partenza, non mettermi strani pensieri in testa o mi verrà un attacco di panico!
- Ehilà???! Buongiorno?? L’attacco di panico è in corso dentro di me da più di due ore!!!
- Calmati Chenille! Vedrai che Francis ti richiamerà appena può…
- Ma MamaSu, e se ha combinato qualche pazzia delle sue?
- La smetti? Ti ricordo che adesso è una donna matura, non si comporta più da incosciente ormai da anni… diamole un po’ di credito a quella povera ragazza.
MamaSue e Chenille erano in casa loro, erano le quattro del pomeriggio e Chenille non aveva più notizie di Francis da quella stessa mattina, da quando era sparita a bordo della sua moto dopo aver saputo che Justin si sarebbe sposto con Jessica Biel.
Chenille aveva imparato a conoscere Francis anche più di MamaSu in quegli anni, e sapeva che in situazioni simili, l’amica compiva sempre qualche gesto folle dettata dalla rabbia e dall’essere sconvolta, nonostante fosse maturata spaventosamente sotto il punto di vista professionale, restava sempre una ragazza impulsiva e con la testa calda.
- Non dirmi di calmarmi, perché non riuscirò a calmarmi finché non avrò sue notizie!
- Povera piccola…
MamaSu era seduta sul divano e con sguardo perso nel vuoto, si lasciò andare ad alta voce ad una sua riflessione:
- …Scoprire dopo tutti questi anni che quel ragazzo adesso si sposa… e dovrà anche collaborarci insieme durante tutto il tempo che mancherà alle nozze…
Chenille alzò lo sguardo verso la madre e le venne una fitta allo stomaco sentendole dire quelle parole.
Non ci aveva pensato, non aveva pensato al fatto che Francis e Justin avrebbero dovuto collaborare insieme proprio durante il periodo dei preparativi del suo matrimonio con Jessica e adesso che ci pensava, cominciava a starci male lei per prima e non osava immaginare il dolore che avrebbe provato Francis.
- MamaSu! Dobbiamo trovarla, prima che commetta qualche sciocchezza!!!
[…]
Mentre le donne della famiglia De Noir si attivavano per cercare Francis, lei (diversamente da come avevano immaginato) si era rifugiata su una spiaggia di Malibu.
Il clima quel giorno era come il suo umore: grigio e cupo, ma era proprio così che Fran amava fissare le onde del mare sulla spiaggia: un leggero venticello freddo le scompigliava i capelli ancora raccolti in quella treccia, mentre se ne stava seduta sulla sabbia ed abbracciava le gambe al petto, riuscendo a percepire un po’ di freddo.
[Canzone consigliata per la scena Madonna – Frozen]
La spiaggia era popolata da poche persone, e lei se ne stava nella parte in cui c’era solo sabbia, mare e qualche gabbiano.
Le onde del mare erano una di quelle rare cose che riuscivano a calmarla, le bastava guardarle in quel loro moto misterioso di incontrare la terra, per farsi scivolare di dosso ogni malumore che l’affliggeva, anche la notizia che presto quello che continuava a considerare l’uomo della sua vita, si sarebbe sposato con qualcun’altra.
E non era una qualunque, bensì la ragazza che lei un tempo aveva provato a considerare amica, così come lo stesso Justin la considerava quando stava insieme a Francis.
Amica… un’amica che presto sarebbe diventata sua moglie, e col tempo anche la madre dei suoi figli… un’amica che aveva rubato il suo posto al fianco del cantante e dal suo cuore.
Un’amica… solo un’amica…
In quegli anni, aveva segretamente seguito la loro storia d’amore sui tabloid, e poteva notare che Justin fosse davvero felice con Jessica, forse anche più di quando era con lei.
Nel guardare quelle onde del mare, un ricordo le venne alla memoria:
[…]
- Il colore dei tuoi occhi è appena cambiato…
- E’ perché è nuvoloso…
- Sei uno di quelli a cui cambia il colore degli occhi in base al tempo?
- La maggior parte delle persone con gli occhi chiari, lo sono… tu no?
- Nope… i miei occhi sono solo verdi, mi spiace…
- A me non dispiace… non ho mai visto nessuno con degli occhi di un tono di verde come i tuoi…
- A no? Nemmeno uno come te che ha girato il mondo e ha incontrato milioni di persone?
- No, nemmeno uno come me ha visto degli occhi più belli dei tuoi…
I due ragazzi erano all’inizio della loro relazione, e si trovavano nella città di Belfast, nel Regno Unito, durante una tappa del tour di Justin, mentre camminavano lungo le rive di una piccola spiaggetta, con un clima simile a quello che aveva beccato Francis andando sulla spiaggia di Malibu, quel giorno.
- Sei tu a vederli più belli di quelli che sono realmente…
- Non è vero, sono bellissimi, riescono a parlare…
Francis alle parole di Justin, sorrise, e rivolgendogli uno sguardo più dolce, gli disse:
- Questo perché guardano te… se tu fossi stato qualcun altro ed i miei occhi ti avessero guardato, non l’avrebbero fatto allo stesso modo.
Justin poggiò una mano sulla guancia della ragazza e le diede un bacio sulle labbra, racchiudendo gelosamente quelle belle parole che la ragazza gli avesse appena detto.
[…]
Tornando al presente, Francis riusciva quasi ancora a sentire il calore della sua mano sulla guancia, e avrebbe pagato qualsiasi cifra, anche il doppio dei soldi della clausola rescissoria, pur di risentire le mani di Justin sul suo corpo, pur di ricevere ancora una volta un suo bacio, di baciare quelle labbra, di risentire il profumo della sua pelle.
Chiuse gli occhi e cominciò ad immaginare di poterlo ancora sentire, di poter sentire il suo profumo, il suo calore, ma tutto ciò che in realtà sentiva era il gelido freddo che cullava lei e le onde del mare in quella grigia giornata di fine gennaio.
[…]
Francis tornò nel suo appartamento, in tardo pomeriggio, e cercò di concentrarsi unicamente sulla partenza e su tutto ciò che avesse da preparare prima di lasciare gli States. Per tenere muta quella vocina nella sua testa che non faceva altro che ricordarle del matrimonio di Justin, accese la tv su un canale qualunque, e riprese ad impacchettare robe e a riporre dei vestiti nella sua enorme valigia.
“Party all’ultimo grido per la celebre ballerina, attrice, modella e chi più ne ha più ne metta, Francis EM! L’ex di Justin Timberlake, ha celebrato in gran segreto in una casa da sogno a Los Angeles, la sua entrata nel cast stellare del nuovo film de -I pirati dei Caraibi- Sarà forse per questo gran segreto che tra le tante celebrity presenti alla festa, non vi era l’ombra della sua cara amica Katy Perry? Da anni le due ragazze sono molto amiche, eppure…”
Mentre il servizio andava in onda, Francis lo ignorava, continuando a riempire la valigia, ma un lampo le attraversò la mente in quello stesso momento, che le fece ricordare di qualcosa: Katy non c’era alla festa, e non rispondeva alle sue telefonate da tutta la giornata! Quel servizio le aveva aperto la mente, facendole capire che forse era successo qualcosa che non aveva potuto evitare.
Di tutta fretta, lasciò perdere ancora una volta i preparativi per la sua partenza, afferrò il giubbino di pelle, le chiavi della moto ed uscì di casa.
La ballerina si diresse a casa di Katy Perry, sperando di trovarla in casa, ma una volta arrivata lì, non vi era l’ombra della ragazza.
I domestici le comunicarono che era via per dei lavori agli studi fotografici per degli shoots per una compagnia di vestiti; così senza perdersi d’animo, raggiunse anche questi studi fotografici, ma la cantante era appena andata via: sembrava che le sfuggisse via proprio quando ci era più vicina.
Finalmente dopo un’ora o forse più, trascorsa ad inseguire i movimenti della cantante, Francis riuscì a raggiungerla ai piani superiori di un grattacielo di Los Angeles, dove la cantante si sarebbe concessa ad un intervista ad una nota radio locale.
Senza alcun invito, e sfuggendo alle guardie, Francis entrò negli studi spalancando le porte come un uragano, si precipitò verso l’amica, che si stupì nel vederla:
- Katy!!!!
- Oh mio dio, ma è Fran!
- E’ tutto il giorno che cerco di rintracciarti, perché non mi rispondi???!
La speaker radiofonica, e tutti gli altri addetti ai lavori, riconobbero la ballerina, che veniva seguita a ruota dalle guardie, che come al solito faticavano a starle dietro.
Katy, senza scomporsi, la guardava e visibilmente infastidita dalla sua presenza lì, le disse:
- Beh, come puoi vedere, sto lavorando…
Le guardie raggiunsero Francis e provarono a tirarla via:
- La prego, Miss EM, non può stare qui! La prego, ci segua fuori.
- Lasciami per favore!
Disse con pacatezza, Francis, abbassando il tono di voce ed inchiodando una di quelle guardie massicce e robuste che tentavano di tirarla via; poi tornò a guardare Katy e le urlò:
- Non lo sapevo!!! E’ stata una sorpresa!!
Katy la ignorò e distolse lo sguardo da lei, tornando a guardare la speaker, che sembrava molto interessata alla questione.
- Devi credermi, Katy!
- La prego Miss EM, perderò il lavoro…
Francis smanacciava via le prese ferree dell’omone, che veniva affiancato da altri suoi colleghi, al ché Fran gli rispose distrattamente:
- Beh te ne offrirò uno migliore! Lasciami finire, ti prego è una questione importante!
Fran guardò ancora una volta l’uomo cercando di convincerlo, poi tornò a Katy ed urlandole da metri di distanza, le disse:
- Katy, ti prego! Credevo fossi impegnata col tuo lavoro, per questo non ho dato peso alla tua assenza quella sera alla festa!
A quel punto, Katy non accettò più di starsene zitta, e voltandosi in direzione di Francis, la guardò arrabbiata come mai lo era stata con lei e disse:
- E invece ero liberissima! Ma sto troppo sul cazzo alla tua amica Chenille per ricevere un suo invito ad una festa in tuo onore!
Katy scese dallo sgabello su cui era seduta, e dirigendosi a piccoli ed aggressivi passi verso Francis, aggiunse:
- Oppure l’invito si è perso tra i tanti? Cos’è, la mia presenza avrebbe rovinato tutto il suo lavoro? Mh?
Francis si passò una mano tra i capelli, e non trattenne una risatina divertita mentre abbassava lo sguardo e riprendeva fiato.
Katy irritata da quell’atteggiamento dell’amica sbottò in una smorfia offesa e Francis cercò di fermarla dall’andare via:
- Aspetta! Ti prego non andartene! E’ che…
Fran gesticolava e scuoteva il capo ancora sorridendo divertita da quella buffa situazione:
- …sembri un’amichetta delle elementari gelosa….
Katy  non accettava quel paragone, così tornò indietro ed indicò la ragazza con un dito indice rialzato:
- Forse è Chenille una bimbetta delle elementari! Si comporta più da matura sua figlia!
- Smettila, Katy, dai…
Francis sospirò e lentamente smise di sorridere:
- Non te la prendere per una stupida festa, ti prego…
Katy, solo in quel momento alzò lo sguardo verso gli occhi di Fran, e si accorse che fossero gonfi di lacrime, così fu come travolta da una doccia d’acqua fredda dietro la schiena, e dopo una manciata di secondi passati in silenzio a fissarla, le disse ancora incazzata:
- Aspettami nella mia auto, ti raggiungo appena finisco qui…
La cantante le lanciò un ultimo sguardo, poi più seria che mai le diede le spalle e tornò alla sua interista radiofonica.
Francis la guardò andar via, poi si arrese e a capo chino si volto verso quelle guardie, e guardando l’omone che era stato così buono con lei, gli sorrise appena e acconsentendo col capo disse:
- Mi indichi l’uscita per il garage?
- Subito, Miss EM, mi segua, la prego…
L’uomo le fece strada e la condusse nel garage degli studi, dove c’era l’auto blindata della cantante che l’attendeva.
Trascorse un’ora e Katy finalmente fece ritorno in quell’auto, scortata da due guardie del corpo, poi chiese al suo autista di lasciarle sole, e il giovane afroamericano che le faceva da autista, uscì dall’auto per concedersi una sigaretta e lasciarle alla loro privacy,
Francis sospirò ed alzando gli occhi al cielo (notando che l’amica fosse ancora incazzata con lei), con un tono di voce più pacato, le disse:
- Katy… ti prego, devi credermi… non ne sapevo nulla. Ero convinta che non fossi presente alla festa unicamente perché fossi impegnata… non pensavo che Chenille…
Francis assunse un tono di voce più minaccioso, e corrugando lo sguardo fissando un punto nel vuoto disse:
- Appena la incontro, mi sente!!
Katy se ne stette in silenzio tutto il tempo, lasciando che dicesse quello che avesse da dirle, ma sembrava non essere più interessata alla questione, anche se le fece piacere vederla così dispiaciuta per l’accaduto, nonostante fossero dovuti trascorrere due giorni per farla rendere conto della sua assenza alla festa in suo onore.
- Che ti prende?
Le chiese di tutta sorpresa Katy, interrompendo bruscamente i suoi piani di tortura verso Chenille. Capì subito che non si stesse riferendo più alla storia della festa, ma fece finta di nulla e con finto sguardo confuso, le disse:
- Di che parli? Sono venuta a cercarti ovunque per potermi scusare con te…
Katy alzò gli occhi al cielo notando il tentativo di depistaggio dell’amica, poi la inchiodò con lo sguardo, e Francis non ebbe bisogno di chiederle alcun ché per capire che avesse capito che qualcosa in lei non andasse.
Lo sguardo incazzato di Katy, però, non l’aiutò a sentirsi meno male in quel momento, così tolse via la maschera, e lasciò che la guardasse lacrimare dagli occhi mentre fissava un punto nel vuoto fuori da quel grande finestrino scuro:
- Non ho niente…
Katy nel vedere le lacrime nei suoi occhi, immediatamente smise di essere incazzata con lei, e le si avvicinò costringendola a voltarsi verso di lei:
- Ehi! Ehi! Guardami! Che ti prende? Ehi!? Fran?!
Francis alzò lo sguardo verso l’amica forzatamente, e per un attimo le sembrò di rivedere Emma, ma le bastò un battito di ciglia per tornare a vedere Katy in tutta la sua preoccupazione.
- Non voglio che sei arrabbiata con me, Katy… non ora…
Katy la guardò interrogativamente, ma quel tono di voce triste e debole dell’amica le spezzò il cuore e quasi cominciò a commuoversi anche lei, poi le disse:
- Non sono arrabbiata con te, non potrei mai esserlo, sciocca!
Francis abbozzò un sorriso, sollevata, e poi la guardò socchiudendo le palpebre rapidamente, mentre la guardava:
- Davvero?
- Sì! Ma… ti prego dimmi che ti è successo! Questi tuoi occhi mi stanno ammazzando!
Francis si perse con lo sguardo nel vuoto per qualche secondo, poi con voce priva di emozioni disse:
- Sta lavorando ad un nuovo album…
Non vi fu bisogno di nominare il suo nome per lasciare che Katy capisse di chi stesse parlando, e sbarrando gli occhi per lo stupore di quella notizia, la guardò incessantemente, chiedendosi cosa potesse mai provare  in quel momento la sua amica, che continuò dicendo:
- Stamattina il suo avvocato è venuto alla EmsAndFran e ci ha detto che non ha alcuna intenzione di sciogliere il contratto per rinunciare ai miei ballerini, e che se volessi scioglierlo contro le sue volontà, dovrei pagare una clausola rescissoria di settecentocinquanta-cinquemila dollari… ma non arrivo ad una cifra simile, quindi non posso far altro che lasciargli prendere possesso delle mie scuole mentre lavora al suo nuovo album e al…
Francis deglutì prima di poter restare senza fiato, poi aggiunse:
- …al suo matrimonio….
- CHE COSA? SI SPOSA?
Francis si gettò tra le sue braccia e non le rispose, necessitava soltanto di essere abbracciata da qualcuno, mentre attraversava la fase di accettazione di quella notizia che le faceva male fisico anche solo a pensarci.
[…]
Francis, prima di partire in volta di Napoli, e lasciargli gli stati uniti alle spalle per i prossimi cinque mesi di assenza, richiamò (tramite una videochiamata di gruppo su skype) un paio di suoi collaboratori della EmsAndFran delle sedi di Parigi, Germania, New York e Brasile, per dir loro che presto avrebbero ricevuto sue direttive sull’inizio di un nuovo grande progetto lavorativo per un cantante internazionale molto famoso, ma non si espose più del dovuto.
[…]
Giunta a Napoli, Fran rivide molte delle persone che le stavano a cuore e che vivevano oltreoceano; tra cui la sua famiglia: i suoi fratelli, sua madre e persino suo padre.
Alcuni dei suoi più cari amici Napoletani, e calciatori della squadra di calcio di proprietà della sua famiglia, tra cui Paolo Cannavaro ed altri cari ragazzi nonché suoi connazionali Argentini.
Ebbe modo di prendersi cura anche della sua prima vera scuola delle EmsAndFran, aperta nel 2007 proprio nel quartiere della città in cui era nata e cresciuta la sua Emma.
La EmsAndFran, in quei due mesi in cui la ragazza fu in visita nella propria città, conobbe momenti di innovazione, di gloria e divertimento, che erano mancati da qualche anno: si impegnò nell’organizzare flashmob in tutta la città, esibizioni nelle piazze della città, e anche durante qualche evento e spettacolo di artisti che ebbero l’onore di aprire o chiudere i loro spettacoli con un’esibizione dei suoi ballerini. (uno su tutti Alessandro Siani, noto comico Napoletano, nonché amico di lunga data della ragazza).
Francis, però, non ballava più.
Erano due mesi che non si avvicinava più ad una pista da ballo, ma si dedicò unicamente a dare lezioni ai suoi allievi, ad insegnar loro i trucchi per essere impeccabili e bravi così come lo era lei.
Si prese cura della sua creatura napoletana, delle relazioni con la sua famiglia e con i suoi amici napoletani, calciatori, e non, e sembrò riuscire a dimenticare l’intera storia di Justin, prendendosi due mesi di pausa da quella vita caotica che conduceva a Los Angeles, prima di iniziare le riprese del film alle Hawaii.
A Napoli Francis riuscì a ritrovare sé stessa, e anche se sembrava non voler più ballare, in realtà preparava già quella che sarebbe stata la nuova era di Justin Timberlake, ma lo faceva in gran segreto, nelle camere della sua testa.
[…]
C’era molto da raccontare della sua permanenza a Napoli, un episodio su tutti, che avvenne una sera di metà Febbraio, quando Francis fu raggiunta al telefono dal parroco di un orfanotrofio della città:
- Sono lieto di sapere che è ritornata nella nostra città signorina EM, e soprattutto mi rallegra sapere che non si è dimenticata di noi…
- Non potrei mai farlo, padre Leonardo, sa bene quanto sono legata ai vostri bambini…
- Lo so benissimo… ed è proprio per questo che l’ho telefonata…
Una stretta allo stomaco colpì Francis a quelle parole, che solo dopo una manciata di secondi passati in silenzio, riuscì a dire:
- Mi dica, padre Leonardo, l’ascolto…
- Se non è troppo un disturbo per lei, preferirei parlargliene di persona…
Francis si guardò intorno e riflettendo per qualche secondo, dopo attimi di silenzio, disse:
- Ma certo… certo, padre Leonardo. Posso raggiungerla domani, se le fa comodo.
- Sarebbe un immenso onore Signorina EM.
- La prego, padre, mi chiami Francis, o Francesca, se le fa più piacere…
Il parroco sorrise timidamente al telefono, e Fran ne fu dolcemente contagiata, al ché si sentì l’uomo dirle:
- Come vuoi… Francesca!
- Adesso va molto meglio…
Disse in un sorriso la ragazza, poi aggiunse:
- Allora ci vediamo domani mattina?
- Ti aspettiamo con ansia!
- Anch’io non vedo l’ora, padre! Grazie ancora per l’invito e buonanotte.
- Grazie a te, figliola, e serena notte anche a te.
[…]
--- Continua. ---


 
   
 
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