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Autore: Francesca_9    29/03/2015    1 recensioni
Isabella Ferreira è un'aspirante designer di moda, ritornata da poco dall'Europa per godersi la sua vecchia città natale. Catapulta in un disastro economico dell'azienda di famiglia, ovvero la Ferreira Industrial,specializzata nella produzione di gioielli, sarà costretta a soffermarsi in America per aiutare sua madre nel ripristinare l'attività. Così facendo si scontrerà con l'affascinante Dayan Scott, nastro nascente dell'editoria,intendo ad acquistare ,ad ogni costo,quote della Ferreira.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ma io mi chiedo perché ovunque vada le persone che russano mi perseguitano?. Che maledizione mi ha colpito.

"Please fasten your seatbelts, we are about to land. Thank you.'"

Sia lodato il signore. Non c'è la facevo più a subirmi questo concerto live in prima fila. Forse,dovrei svegliarlo. Non mi sembra che l'hostess sia più attiva di lui. 

-Mi scusi... -

Dico smuovendolo un po'. 

-Signore, si svegli. Deve allacciarsi la cintura... Signore. -

-Che succede?. -

Esclama balzando in avanti. 

-Si allacci la cintura stiamo per atterrare. -

-Oh signorina, lei è davvero molto gentile. -La ingrazio. 

-Si figuri. -

Abbozzo un sorriso. 

-Mi dispiace di averla disturbata per tutto il viaggio, suppongo di aver russato. -

Si è scusato!. È la prima persona che lo fa!.

-Se vuole saperlo,era da tempo che non dormivo così a lungo. -

Il modo in cui lo dice mi fa scoppiare in una risata rumorosa, la quale attira l'attenzione di tutto l'aero. 

-Non si preoccupi. Riposare è 
fondamentale. -

Ribatto cercando di non farla sembrare una caricatura. 

Sono davvero dispiaciuta, io se non dormissi sarei più acida di un limone. 

-Magari in un letto comodo e senza che nessuno ti fissi perché stai russando. Come se loro vecchi presbiteri non lo facessero. -

Da dov'è spuntato quest'uomo?. Dorme su un'aereo e insulta i suoi simili da vero ribelle. 

-Sa una cosa?. Ha fatto bene. Essere infastiditi un po' non gli rovinerà 
l'esistenza. -

-Non posso che essere d'accordo ma avrò infastidito anche lei. -

-Oh,non è stato così difficile. Era come avere mio padre accanto a me sul divano. -

-Le sue orecchie sono allenate allora. -

-Esattamente. -

Ribatto ispirando per poi chiudere gli occhi. Ho preso molte volte l'aero ma l'atterraggio è la parte peggiore, mi provoca sempre un vuoto allo stomaco. Sarà che soffro di vertigini ma è imbarazzante piegarsi in due e finire con la testa nel sedile avanti. 

Non appena la vocina ci avverte che l'atterraggio è riuscito, tiro un sospiro di sollievo. 

Meno male, è finita. 

Slaccio la cintura sorridendo al signore accanto a me. 

-Arrivederci. -

Dico cortesemente seguendo gli altri passeggeri verso l'uscita. Nell'attraversare la strada inversa dell'imbarco, vengo colta da un senso di tristezza che prende il sopravvento su di me. Resto ferma ad osservare incantata lo scenario offerto dalle enormi finestre. 

Sette anni. 

È incredibile di come il tempo scorra velocemente. Non mi aspettavo di reagire in questo modo una volta tornata in questa città. 

Un brivido attraversa la mia schiena, non appena inizio a ricordare. Fa così male pensare a quello che è successo. Il dolore è ancora così forte che rende l'accaduto partecipe di un tempo presente e non passato.

Tutto questo è alimento dai sensi di colpa. Ho imparato a non dare per scontato che le persone accanto a me sappiano quanto le voglia bene. Questo mi ha fatto diventare più sciolta nell'esporre i miei sentimenti. Magari se soltanto avessi provato a farlo già tempo fa, il vuoto che mi porto dentro non sarebbe così difficile da affrontare. 

-Signorina va tutto bene?. -

Avverto una voce che fa capolinea nei miei pensieri. 

Mi volto accorgendomi che è il signore dell'aereo.

-Si, grazie. -

Dico allontanandomi con la speranza che i miei occhi lucidi si secchino prima di far scivolare qualche lacrima. 

Sono consapevole che quando una persona viene a mancare bisogna andare avanti ed affrontare la situazione, ormai nulla tornerà più come prima, ma ero sicura che nemmeno Cri volesse rivivere quei momenti. Mi sbagliavo, lui vive qui adesso, è stato forse più maturo di me. 

Persa in questi pensieri e distratta nel rispondere via messaggio mio fratello, non mi accorgo che la mia valigia è già uscita sul rullo. Anzi quando lo faccio è troppo tardi. 

Non è possibile. 

Sono la solita. Sempre con la testa per aria. 

Sbuffo irritata mentre resto ferma ad osservare quel mucchio di borse accasciarsi l'una su l'altra. 

Quando ci vorrà prima che esca di nuovo la mia?. 

In quel lasso di tempo mi soffermo a ipotizzare su ciò che dirò a Cristian non appena ci incontreremo.

Meglio smettere!. 

Pensare a questo mi rende ancora più nervosa. 

Finalmente vedo la mia valigia e mi affretto a riprenderla per poi dirigermi alle scale mobili. Da lì riesco ad intravedere una testa bionda,inconfondibile anche fra tante persone, che si snoda per attirare la mia attenzione. 

Leigh-Anne!. 

Vederla mi fa tornare il sorriso sulle labbra. 

Non mi aspettavo di vederla qui, doveva lavorare. 

Mi ha mentito. Ha usato una scusa per farmi una sorpresa. 

Le corro incontro per abbracciarla, subito dopo aver sceso la scala mobile.

-Oh Biondaa!. -

Gli urlo stringendola in un abbraccio. Bionda è un termine italiano che uso come soprannome per lei, data la sua chioma. 

-Non immagini quanto mi sei mancata!. È da quasi un anno che non ti vedo!. Ma fatti guardare. -

Dice prendendomi la mano per farmi girare su me stessa. 

-Sei cambiata. -

-Vorresti dire che adesso mi vesto meglio?. -

Scoppia in una risata. 

-Non solo. Sembri una di quelle star, successo e bellezza. -

-Tu la mania di ingrandire le cose non l'hai persa. -

-Guarda che sono seria. Cosa hai fatto per avere un fisico così?. -

-Ho digiunato giorni. -

Alla mia affermazione il sorriso sulle sue labbra scompare e lo sguardo diventa trucido. 

-Tu non avrai?... -

Inizio a ridere osservando la sua faccia. 

-Ci caschi sempre. La cucina parigina non è tra quelle che adoro, così ho preferito saltare parecchi pasti. Pensa i crampi allo stomaco erano e sono fissi. Ancora devo saziarmi per tutti quei giorni senza cibo. -

-Puoi stare tranquilla, adesso ci penso io a stuzzicare il tuo palato. Ho intenzione di sperimentare due piatti nuovi e per tua gioia sarai la prima ad assaggiarli. -

-Sei ancora un aiuto chef?. -

-Non proprio. -

Dice con aria sospetta.

-Aspetta!. Cosa stai cercando di insinuare?. -

-Io aprirò una locale tutto mio. -

Annuisce soddisfatta mostrando il

suo splendido sorriso. 

-Leigh-Anne non ci credo!. Sono così contenta per te!. -

Dico soffocandola dalla gioia. Finalmente realizzerà il suo sogno.

-Okay. Okay. Adesso non respiro. -

-Scusami. -

Mi sono lasciata trasportare dall'entusiasmo. Sono diventata molto sentimentale. 

-Bhe, dato che adesso lo sai, stasera potresti restare da me. Potremmo festeggiare con una mega nottata. -

-Niente locali, ti prego. Non mi reggo ancora in piedi. -

Sputo pregandola. 

Io e Leigh-Anne siamo le classiche complici che si conosco dalle scuole e ne hanno passate tante insieme. All'apparenza sembriamo molto tranquille, forse questa è l'unica cosa che ci accomuna perché in verità siamo diverse sia caratterialmente che esteriormente. Lei è seria, responsabile, matura, due occhioni azzurri e capelli corti biondi. 

Io sono la mora,lunatica ed etera bambina. 

Un bel duo diversificato. 

-Tranquilla. Ti rimetterò in sesto io. -

-Su questo non ho dubbi. -

Ribatto ridendo. 

-Andiamo, posi le valigie nel mio appartamento. Dopo ti porto a fare un giro. 

-Ecco...avrei da obbiettare sul giro. Devo parlare urgentemente con mio fratello, così ci siamo dati appuntamento a pranzo. È successo all'improvviso, mi ha risposto poco fa. -

Ammetto gesticolando a mo di spiegazione. 

-Lui è qui?. -

Dice sbalordita. 

-Lunga storia, te la spiego con calma. -

Dico alzando gli occhi al cielo. 

-Non è il tuo argomento preferito. -

Annuisco facendo una smorfia. Chissà come si concluderà questa storia!. 

-Bene andiamo a casa mia, ti sistemi e poi parliamo meglio stasera. -

Sorrido seguendola fuori dall'aeroporto per raggiungere la sua macchina. 

Ennesimo pericolo alla guida!.

---

Mi guardo intorno non appena Leigh-Anne esclama di essere arrivate. 

Blue Eden. 

Un enorme insegna bianca indica il nome del locale dove avevamo appuntamento io e Cri. 

-Lussuoso. -

Affermo impressionata,seguita da un sonoro fischio della bionda. 

-Bene. Allora vado. Grazie per il passaggio,ci vediamo stasera. -

-Se hai bisogno al ritorno... -

-Tranquilla, ti chiamo. -

Dico chiudendo lo sportello e dirigendomi all'interno della struttura. 

La prima cosa che mi colpisce, non appena supero la soglia dell'entrata, è la luce densa accompagnata da una musica in sottofondo davvero carina. Rende l'atmosfera molto rilassante. 

Un ottima scelta.

Anche per l'arredamento. Tavoli in legno chiaro disposti a semicerchio accompagnati da divanetti che a prima vista, sembrano essere davvero comodi. 

Mio fratello si sta trattando bene. 

Rido a quest'affermazione dopo di che mi accomodo ad un posto libero accanto ad una delle vetrate. In quel preciso istante una bruna mi insegue,nel vero senso della parola, per chiedermi con un sorriso quasi fastidioso se vorrei ordinare. 

-No, grazie. Aspetto una persona. -

Affermo senza sembrare troppo innervosita dalla sua presenza inquietate. Prendo il telefono cercando di non guardarla mentre controbatte dicendo un piccolo 'oh'. Che strano!. Cri è in ritardo. 

Bene, bene. Qualcuno ha cambiato le sue abitudini sul serio. 

Inizio a tamburellare le dita sul tavolo, agitata. Questo posto mi mette a disagio. Sembrano tutti 'Mr e Mrs perfetti 2014'. 

Alzo lo sguardo notando mio fratello fare un'entrata trionfante come se avesse raggiunto il podio. 

-Scimmietta. -

Sussurra al mio orecchio, non appena mi raggiunge per stringermi in un abbraccio fortissimo. 

-Cri vai piano che tutti sti muscoli mi spezzano. E non chiamarmi scimmietta, sai che lo odio!. -

Ride allentando la presa. 

Il gusto di infastidirmi non l'ha perso.

-Non fare smorfie sorellina. -

-Come sai che le sto facendo?. -

-Perché non ti piace ne il tuo soprannome,ne i miei capelli. -

-Fortuna che lo sai. Per quanto riguarda i capelli ti stanno bene. -

Ammetto sciogliendo l'abbraccio e guadagnandomi un bacio sulla fronte.

-Dovrei stare attento,sei ancora più bella,qualcuno potrebbe pensare di 
rapinarti. -

-Stupido. -

Ribatto dandogli una pacca sulla spalla. 

-Sei anche più alta. L'aria europea ti ha fatto crescere. -

-Si chiamano tacchi. -

-Non sapevo li utilizzassi. -

-Ehi. Qui chi prende in giro sono io. -

Ride sbottonandosi la giacca per sedersi al mio fianco. 

-Bene se proprio vogliamo parlare, io non ricordavo che indossassi completi eleganti. -

-Esercito la professione di avvocato. Adesso devo essere presentabile. -

Oh. Novità in vista. 

-Anche questo fa parte del tuo essere presentabile?. -

Dico indicandogli il vano. 

-So che non sopporti questi posti ma era l'unico più vicino al mio ultimo appuntamento. -

-Mi stai dicendo che qualcuno si affida a 
te?. -

Metto le mani sugli occhi per fare scena.

-Divertente sorellina. -

Dice facendomi una smorfia. 

-Non fare quella faccia, so che ti è mancato il mio senso dell'umorismo. -

-Mi credi se ti dico che ho vissuto meglio?. -

-No. -

Scoppia in una risata seguito da me. Nel bel mezzo del nostro discorso la bruna torna all'attacco squadrando mio fratello. 

-Mr Ferreira. Cosa vi porto?. -

-Due bistecche non troppo cotte con contorno d'insalata. -

-Da bere?. -

-Acqua,grazie Madison. -

-Subito. -

Appena si allontana inizio a fissare mio fratello. 

-Mr Ferreira. Oh. -

Mi sorride. 

-Ho il mio fascino. -

Parla del suo nuovo taglio di capelli alla Lee Ryan. Soltanto che quest'ultimo è biondo mentre Cri è un castano scuro, in pendant con i suoi occhi. Dimenticavo il fisico abbastanza scolpito. 

Lo sottolineo come se non sapessi di aver un fratello così bello. Il classico fascino mediterraneo. 

-Oh si, ti stava facendo una radiografia. -

Ride come un bambino alla mia affermazione. 

-Ammetto che il tuo umorismo mi è mancato. -

-Lo so. Ma dimmi sei un cliente abituale qui?. -

-Si. È un luogo importante. -

-Addirittura!. Sentiamo questa storia. -

-Qui ho avuto il colloquio con il mio primo e miglior cliente. Da allora vengo spesso,come un rituale. -

-Questo cliente non bada a spese. -

Dico cercando di non accentuare la punta di acidità su questo argomento. 

Per me andava bene vederlo anche in un altro posto meno appariscente e lui questo lo sa. Ma vuole soltanto rendermi partecipe, portandomi qui,della sua nuova vita. 

-Credimi ne ha tutte le possibilità. A cosa serve preoccuparsi delle spese personali quando fai parte di una multinazionale?. -

-Hai davvero fatto un bel colpo. -

Ribatto tornado al suo discorso. 

-Ti prego. Dimmi che non l'hai mandato in fallimento?. -

-Sono un ottimo avvocato. -

Dice sistemandosi la gravata a mo di vanto. 

-Certo Cri. Non montarti la testa. -

-Ci sarà la mia sorellina rompi coglioni a riportarmi sulla terra. -

-Rompi coglioni. Un avvocato che usa certi termini,non andiamo bene. -

Ride alzando le mani. 

-Lavori fisso per lui?. -

Gli chiedo non appena la bruna appoggia l'acqua andando via. 

-Ho svolto alcune cause, in genere collaboro per i vari contratti. Sono in prova se le cose andranno bene mi assumerà. -

-Oh,Oh. Questo vuol dire che dovrò raggiungerti nel tuo 'ufficio' per parlarti?. Spero tu mi faccia entrare senza un appuntamento. -

-Mi dispiace deluderti ma non mi daranno un ufficio, diventerei soltanto l'avvocato dell'azienda. Ma se mai succedesse ti farò entrare di sicuro,a meno che non sia stanco di ascoltarti. -

-Cosa?. -

Mi fingo offesa ma non riesco a trattenere una risata. 

-Scherzo. Dirò al mio capo di non farti entrare, sarà lui a fare il lavoro sporco. -

Dice sfoderando un sorriso malefico. 

-Bene. Ci parlo io con il tuo capo. Com'è che si chiama questo tizio, così mettiamo subito le cose in chiaro, libertà per la mia 
presenza. -

-Magari non è una buona idea. È un uomo abbastanza affascinante meglio farlo stare alla larga dalla mia sorellina. -

-Non far prevalere la tua autorità da fratello maggiore. E poi, anche io ho il mio fascino. -

Ammetto facendogli l'occhiolino. 

-Il fascino dell'esasperazione. Sono sicuro che con la tua lingua lunga Scott si infastidirebbe in 10 secondi. -

EH?. 

Non appena quelle cinque sillabe escono dalla sua bocca resto impietrita. 

"Scott".

Lui lavora per quello?. Non voglio crederci. È impossibile. 

-C'è qualcosa che non va?. -

-Tu lavori per Scott, della Scott's Publication?. -

-Si perché?. -

Ribatte con molta tranquillità bevendo un sorso d'acqua.

-Quindi sei stato tu!. -

Ora capisco il perché di tutte quelle coincidenze...

  
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