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Autore: Ashera_Hiden    29/03/2015    0 recensioni
In ogni parte del mondo esistono persone con poteri incredibili, queste capacità derivano dai Frutti del Diavolo, che se ingeriti donano capacità fuori dal comune, seppur ad un prezzo.
Molti di questi Frutti sono tuttora ignoti, ma quello che li accomuna sono tre semplici dogmi:
1. Chiunque mangi un Frutto del Diavolo perde la capacità di nuotare;
2. Esiste solo un frutto per tipo, e dona un potere unico;
3. Il potere scompare alla morte e non è ereditato dalla discendenza.
Come ogni regola esiste un’eccezione.
Io sono questa eccezione, io sono un Demone nato dal mare.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Marco, Portuguese D. Ace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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10 - 10

“Incubi”
Erano passati alcuni giorni dall’apertura del primo cancello, la ciurma del vecchio Barbabianca si comportava come al solito, tutti tranne Enji: durante le giornate svolgeva le sue mansioni, ma durante la notte il solo pensiero di rischiare di avere gli incubi la tormentava.
“Se continuo così crollerò dalla stanchezza.” Pensava la ragazza al chiarore delle stelle, seduta a poppa della nave.
Ormai tutti erano nelle loro brande.
“Quei incubi non sono affatto normali, se mi addormento rischio la pelle, letteralmente” ripetendosi quella frase tentava di non chiudere gli occhi “Quel luogo ghermisce i cuori e strappa le anime.. perché sono arrivata a questo?! Ho passato un vero inferno in quella terra!”
- Non vai a dormire? - chiese una voce alle sue spalle facendola sobbalzare.
- Ace, ti consiglio di non prendermi alle spalle o.. - lasciò cadere la frase.
- O cosa? - chiese il ragazzo.
- Nulla, sono stanca! - rispose.
- Questo è perché da quando siamo tornati non hai chiuso occhio, di cosa hai paura? -
“Paura?!”
- Ho sempre avuto molti incubi, fin da bambina, anche se incubi non è la parola esatta. -
- Hai provato una bella camomilla o una ninna nanna?! - suggerì Ace con la faccia da pesce lesso.
- Decisamente non tieni alla tua vita! - constatò, disarmata dalla naturalezza del compagno.
“Non potrebbe mai capire.”
- Raccontami. - sussurrò all’orecchio della ragazza mentre si sedeva vicino a lei, Enji arrossi ma il ragazzo non lo notò.
- Che vuoi che ti dica?! I miei incubi sono più reali del tuo buffo cappello! - rispose acidamente, ma lui non si offese, anzi sembrava decisamente preoccupato.
- Cosa vuoi dire? Reali? -
- Gli incubi sono diversi dai sogni, ovviamente, ma io se entro nel regno degli incubi non torno mai incolume. - Ace la lasciò continuare non interrompendola - Is é an talamh na nightmares ar fud an domhain ar an níos faide… cioè.. volevo dire… la terra degli incubi è il mondo dell’Oltre, un mondo oscuro, li esistono davvero i demoni… sono terrificanti… fanno cose terrificanti… capita a tutti di visitarlo almeno una volta ma nessuno ne ha mai memoria, io invece ricordo tutto! -
“Le torture, le privazioni.”
- Non dirmi che lo hai scordato?! - chiese Ace con il viso stupito.
- Scordato? -
- L’unico demone degno di nota sei tu! Perché non gli fai vedere chi comanda, scommetto che li stendi in un colpo! -
Enji era a bocca aperta, non riusciva a capacitarsi di quanto il ragazzo di fronte a lei fosse genialmente idiota.
“Ho sempre subito perché erano spaventosi, non ho mai provato ad affrontarli di petto.. perché non l’ho mai fatto?!”
- Forse hai ragione, dovrei castigarli io! - disse lei con un lieve sorriso.
- Allora vuoi la ninna nanna?! - chiese Ace abbracciandola e portandosela in braccio.
“Calma… è un tuo compagno… ricordati che farlo fuori non è contemplato!!” pensava diventando di tutti i colori.
- Va bene, spero tu non si stonato! -
- Ahahah, come una campana! -
- Per favore… tienimi stretta… non lasciarmi sola. - supplicò con un filo di voce.
- Resterò con te fino al tuo risveglio, ora, dormi. Ninna nanna… … … -
Poco dopo Enji si addormentò entrando così nella terra degli incubi.
 
******
Quando Enji riaprì gli occhi si trovò nella terra degli incubi. Intorno a lei una distesa desolata di terra arrida.
- Ohi ohi ohi, guarda chi è tornata, la piccola Tethra! - disse un mostro alto circa tre metri di fronte a lei, aveva la pelle rossa e due lunghe corna sul capo.
“Mostro!” pensò disgustata ed impaurita allo stesso tempo.
- Non chiam.. - la frase le morì in gola, solo in quel momento si accorse delle spesse catene che le intrappolavano i polsi agganciate al suolo.
“Catene... non può essere…”
- Ohi ohi ohi, credevi che dopo aver aperto il cancello non avremo preso le dovuto precauzioni. Ti scuoierò, proprio come quando eri bambina. -
Enji iniziò a divincolarsi tirando le spesse catene metalliche. Non cedevano di un millimetro.
“Maledizione!! Perché sono qui?!” ripensò alla sua infanzia, alle notti insonni ed alla consapevolezza che non poteva evitare quel tormento.
Il mostro la afferrò per i capelli ed iniziò una incisione a livello della fronte.
- Grida, grida, voglio sentirti gridare a squarcia gola, ahahahah! -
Un urlo straziante sfuggì dalle sue labbra.
Tra una fitta di dolore e quella successiva ricordò la frase di incoraggiamento di Ace.
“Mi dispiace… io non sono affatto chi credi…” le lacrime iniziarono a sgorgare.
- No, non devo arrendermi. - disse Enji con un filo di voce.
- Cosa vedono i miei occhi, un po’ di spina dorsale. E se te la strappassi? - chiese con un ghigno malefico.
“No! Nel mondo reale queste ferite si manifestano! Maledizione! Ci impiegherei troppo a guarire!” il suo sguardo era devastato da lacrime e sangue blu.
“Sangue? Come ho fatto a non capirlo?! Stupida me!!” si disse quasi a rimproverarsi, ma in realtà aveva un filo di complimento.
- Dimmi un po’ Mostro, io sono un’anima qui? - chiese la ragazza alzando la voce.
- Dopo tutti questi anni mi fai una domanda tanto stupida?! Così mi deludi stellina! -
- Rispondi idiota! - gridò.
- Ovviamente! - disse il mostro con un ghigno malefico.
- Se la metti così, allora… - la ragazza concentrò tutte le sue forze.
“Io sono sulla Moby Dick, tra le braccia di Ace, in mezzo all’oceano!”
In un sol colpo spezzò le catene e si liberò dalla presa del gigante, le sue ferite si rigenerarono all’istante ed ora era in piedi di fronte al mostro.
- Come… -
- Lo hai detto tu, idiota di un mostro! Qui c’è solo l’anima? Baggianate! Se fosse così non sarei ricoperta di ferite nel mondo reale. Come ho fatto a non vedere per così tanto tempo?! - alzò lentamente il braccio destro, il mostro indietreggiò involontariamente.
- Hai paura di ‘Karma’? Le catene servivano a bloccarmi il braccio destro vero?! - Una luce demoniaca attraversò gli occhi di Enji.
- Vuoi vedere il mio inferno, ti farò scontare le mie pene moltiplicate cento volte! -
- No… aspettate… - implorò il gigante.
- Non mi dispiace affatto!! - distese il braccio di fronte a se, anche se era da alcuni giorni venuta in possesso di quella abilità non l’aveva ancora neppure provata, pur conoscendola nei minimi dettagli.
- Karma! - disse con voce profonda, il cristallo viola sulla sua spalla iniziò a brillare di una lucente sfumatura lilla - Eochracha! - sospesi di fronte al corpo del mostro, in diversi punti, si formarono cinque cerchi dai disegni complessi.
- Echair Anam! - il cerchio che si era formato al livello della testa iniziò a brillare più intensamente.
- Non fatelo! - implorò il mostro.
- Troppo tardi! - disse stringendo la mano a pugno.
Subito dopo il corpo del nemico si accasciò davanti a lei. Lasciò cadere il braccio destro sul fianco e si avvicinò all’essere.
- Allora! Ti alzi o no?! - disse tirando un sonoro calcio al fianco del demone.
- Ma cosa…? - chiese osservando la ragazza.
- Se ti chiedi se ho sbagliato ad usare ‘Karma’ di garantisco di no. - rispose la ragazza incrociando le braccia.
Una consapevolezza illuminò il gigante.
- Mi hai strappato l’anima?! - chiese sconvolto.
- Ma sei scemo?! - disse quasi ridendo lei - Cosa me ne farei di un’anima come la tua, Dúr! Esatto, sarà questo il tuo nome ora! -
“Dúr, ossia stupido, gli dona.”
- Mia signora, questo post… -
- Risparmia il fiato, l’ho capito poco fa. - Enji si guardava intorno con sguardo atterrito.
“Casinisti! Guarda che disastro!”
- Allora, mettiamo in chiaro le cose. - iniziò puntando i suoi occhi azzurri brillanti in quelli di Dúr - Ti ho promesso il mio inferno e ti assicuro che manterrò la parola, però ora mi servi, quindi sarà meglio che ti cambio i connotati. Sarai il mio infiltrato! - concluse con un ghigno non troppo benevolo.
- Si, mia signora. - rispose il gigante.
- Bene, in piedi! -
Quando demone rosso si posizionò davanti la ragazza si accorse di tremare.
- Non avere paura. - la ragazza sottolineo la parola paura con estrema eccitazione - Sei così grande che saresti una spia fallita. Vediamo… Certo! -
Dúr indietreggiò di un passo.
- Karma - il cristallo si riaccese - Eochair Creatlach! - il corpo del gigante iniziò a rimpicciolirsi ed a cambiare aspetto.
- Ecco, così sei anche più carino! -
- Che vergogna!!! - Dúr era diventato un piccolo camaleonte con due cornini.
- Noi dai… ti… ti… dona! - riuscì a dire tra una risata e l’altra la giovane.
- Mia signora… - ora aveva una voce decisamente stridula - Perché? Dopo tutti i dolori che vi ho fatto passare? -
- Sciocco, proprio per questo. Non sei sempre stato così, mi ricordo che un tempo eri buono, ma poi ti sei arreso, e vederti sprofondare mi ha scatenato una paura folle, credo fosse per quello che non ho mai reagito prima, anche se probabilmente sapevo già la verità. -
- Siete degna del vostro nome, mia signora! -
- Se non fosse così sarebbe un problema, non credi? - la domanda non ricevette risposta.
Entrambe le figure rimasero ad osservare quel paesaggio desertico in silenzio.
- Tornerò presto, tu intanto cerca quelle informazioni. Non deludermi! - concluse la ragazza.
- Agli ordini! - rispose il piccolo camaleonte cornuto.
 
******
……
// - Va bene, spero tu non si stonato! -
- Ahahah, come una campana! -
- Per favore… tienimi stretta… non lasciarmi sola. - supplicò con un filo di voce.
- Resterò con te fino al tuo risveglio, ora, dormi. Ninna nanna… … … -
Poco dopo Enji si addormentò entrando così nella terra degli incubi. //
- Oh, è crollata subito. - Ace ne osservò il volto disteso e rilassato.
“Sembra un angioletto quando dorme.”
Poi l’espressione della ragazza cambiò, una smorfia di dolore la scosse.
- Ehi.. - provò a dondolarla per farla rilassare ma notò un profondo taglio a livello della fronte, sangue blu stava colando sugli occhi e sulle guance.
Ace non poteva credere ai suoi occhi, lentamente la pelle del viso di Enji veniva staccata da una forza invisibile: presto lei iniziò a gridare dal dolore divincolandosi. Il ragazzo non sapeva cosa fare.
“Tienimi stretta, mi ha implorato di non lasciarla. Resisti Enji!!”
- Non mollarla! - una voce lo raggiunse.
- Marco, non l’avrei fatto. Ma cosa le succede? Un incubo? - chiese Ace al giovane che arrivò subito dopo il primo grido.
- Così sembrerebbe.. - rispose la fenice.
- La stanno scuoiando! - disse inorridito Ace.
Il sangue azzurro iniziò a ricoprire il ponte della nave, il corpo di Enji rimase immobile come se fosse bloccato in una morsa.
- Perde troppo sangue, perché non si rigenera? - chiese pugno di fuoco a Marco.
- Aspetta.. le è successo spesso, quando è in questo stato la rigenerazione avviene più lentamente, o addirittura quando si sveglia del tutto. - rispose l'altro con tono avvilito.
- Ma.. - Ace venne interrotto.
- Non ti preoccupare, tu restale vicino, non farla muovere troppo. -
- Perché? - chiese incuriosito.
- Le è capitato di entrare in questa fase spesso, e a volte non è lei che si ferisce. -
Ace lo osserva con sguardo interrogativo.
- È sonnambula! -
- Ah.. -
- Non sai quante volte mi ha sfondato le pareti della cabina, o peggio mi a preso a pugni. - disse con un sorriso, tentando di alleviare la tensione.
- Non stento a crederci. - rispose stringendo più forte il corpo della ragazza.
- I pugni normali non sarebbero un problema, ma quando usa l’Haki,.. cavolo se me la sono vista brutta! - concluse grattandosi il ciuffo biondo.
Un secondo dopo la tensione nel corpo di Enji iniziò a diminuire, il sangue azzurro, ormai sparso sul ponte della nave iniziò a brillare, come il mare che circondava la nave. I due ragazzi osservavano la figura ormai irriconoscibile dalle molteplici ferite, quando in meno di un secondo la rividero integra. Nessuna ferita, nessuna goccia di sangue che sporcava il ponte o i vestiti di Ace, si era rigenerata ad una velocità incredibile, in più il cristallo viola del braccio destro brillava.
- Brava piccoletta! - sussurrò Marco e subito dopo si ritirò.
Poco tempo dopo la ragazza riaprì gli occhi.
- Ben risvegliata, bella addormentata. - Ace la osservò sorridendo.
- A… Ace? Perché… - appena si accorse di essere ancora tra le braccia del ragazzo iniziò a cambiare colore passando dal suo solito candore al viola, virando in fine al rosso scuro - Mettimi giù! - riuscì ad aggiungere.
- Mi hai implorato tu di tenerti stretta, e ora ne voglio approfittare! - disse con un ghigno decisamente poco raccomandabile.
Enji chiuse gli occhi per un secondo.
- Sei carino, ti ringrazio per avermi aiutato. - concluse con un sorriso - ma se non stacchi quelle mani ti assicuro che le rimpiangerai! -
Ace deluso e scioccato la lasciò andare.
- Mi sconvolgi, a vederti sei così bella ma in quanto a personalità.. fai paura. - disse scuotendo la testa.
- Bella? Io? Sei sicuro di vederci bene? - chiese diventando rossa.
- Ci vedo benissimo! Se diventassi più femminile batteresti Lea alla grande! -
Una luce oscura attraversò gli occhi di Enji - E cosa centrerebbe Lea?! -
- No.. aspetta.. -
Un pugno ben assestato gli fece spuntare un bernoccolo sulla testa.
- Cavolo, hai le mani più pesanti del vecchio. - disse Ace massaggiandosi la testa.
- Lo so! Ho un pessimo carattere.. - la ragazza osservava il mare - forse è per tutto quello che ho passato che sono diventata così rigida, scusami! -
- Non ti preoccupare, ti capisco, io ero una vera testa calda un tempo! -
“Lo so!” pensò Enji “mi ricordo il nostro primo incontro di un anno fa, a quanto pare non mi hai riconosciuta.”
- Però, ogni tanto lasciati andare, mi piace vederti spensierata e felice! - concluse abbracciandola.
Subito dopo si ritirò e il Demone rimase sola sul ponte.
“Domani è un altro giorno, forse è giunto il momento di raggiungere quel posto.”
 
******
Un mese prima dell’arrivo di Ace nella ciurma di Barbabianca, in un’isola del Nuovo Mondo.
- Spero sia importante, zio! Qui si gela! - Il Primo Ufficiale di Barbabianca era stato convocato da una persona abbastanza importante, per cui rifiutare sarebbe stato impensabile.
- Allora? Non dirmi che volevi bere insieme perché mi arrabbio, ho un sacco da fare, io! - Enji era in piedi, davanti alla persona che l’aveva chiamata: l’isola su cui si trovavano era caratterizzata da un inverno quasi perenne, e lei camminando sulla neve riusciva ad attutire i sintomi del mal di terra.
Una risata riempi l’aria.
- Non sei affatto cambiata, dimmi come se la passa il vecchio? - L’uomo davanti a lei non era altro che uno dei quattro imperatori, ossia Shanks il Rosso.
- Il solito, grazie! - rispose con tono piatto. - Allora, qual è il problema? -
- Subito al punto, come sempre. Bene, volevo sapere se pensavate di attaccarlo. -
La ragazza sapeva esattamente a cosa si riferisse.
- Perché? Vuoi farlo tu? - chiese inclinando la testa.
- Tutti e quattro vorremmo farlo, ma… -
- Ma? Anche i rivoluzionari ci hanno provato..  - lo incalzò.
- Quel luogo è davvero intricato. -
- Bella, e tu vuoi che ci vada io? Sei scemo o cosa? Io non prendo ordini da te, Rosso! -
Enji ammirava molto Shanks, era uno dei suoi pirati preferiti, ma da li a fare un lavoro per lui ne sarebbe passata di acqua sotto i ponti.
- Vero, e io che speravo in una tua collaborazione. - disse accigliato.
- Collaborazione dici, sei ubriaco? - rispose in modo acido. Subito dopo però cambiò tono. - Perché? - chiese la ragazza.
Lui non rispose ma la fissò negli occhi.
Lei si voltò - Ci penserò, sappi comunque che ti costerà caro un favore dal vecchio. -
- Lo so, ma il favore lo sto chiedendo a te, non a lui! - fece una pausa - Ah, c’è un novellino che vuole sfidare il tuo capitano, si chiama Portuguese D. Ace, sembra un tipo in gamba! -
Enji si fermò di colpo.
- Lo è infatti, Ace pugno di fuoco, non vedo l’ora di vedere quanto sei diventato forte! -
- Lo conosci? - chiese sorpreso.
- Diciamo che ci siamo incrociati tempo fa. Grazie per la dritta, zio, ti farò sapere. -
Con cenno di saluto la ragazza si congedò.

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Eccoci al capitolo 10.. Che incubi ragazzi.. sfortunatamente anche io ne soffro un pochino.. XD
Chissà a quale rivelazione è arrivata Enji? Il mondo delgi incubi non è quello che credeva... 
E il luogo che tutti vorrebbero conquistare è un gran mistero.. nessuno pronuncia il suo nome.. nel prossimo capitolo Enji incontrerà un vecchio amico.. e da li alla conquista del luogo X..

Grazie a tutti quelli che leggono la mia storia.. Spero vi piaccia.. ^^

Baci Hiden ^^
   
 
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