Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Fanny Jumping Sparrow    20/12/2008    1 recensioni
In revisione
Ho provato ad immaginare cosa sia potuto succedere ai personaggi nell'intervallo tra il secondo e il terzo capitolo della saga.
 ...La Perla Nera, la nave conosciuta con terrore fino a qualche anno prima in tutti i Caraibi, si era lentamente inabissata. A nulla erano valsi i tentativi della sua ciurma, forse l’unica ad aver avuto il coraggio e la lucidità di sfidare il kraken delle maree...
– Ma se dovrete sfidare le infestate e arcane coste dei confini della terra, allora vi occorrerà un capitano, uno che conosca bene quelle acque...
- Seguendo le indicazioni delle carte nautiche – rispose semplicemente Barbossa dando nuova speranza ai marinai.
Non tutti però. Will, in particolare, aveva il sentore che si trattasse di un nuovo viaggio pericoloso che non escludeva la possibilità di un fallimento e non si sentiva del tutto pronto a rischiare la vita per un uomo che in fondo lo aveva soltanto ingannato ed era perfino riuscito a derubarlo dell’unico tesoro che aveva: l’amore di Elizabeth...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Joshamee Gibbs, Tia Dalma, Will Turner
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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fanfic cap 3

Capitolo 3: Gettati e ripescati

- Capitan Barbossa: a poppa di tribordo! - furono queste parole a destare Elizabeth la mattina seguente. Le aveva pronunciate Will con una certa eccitazione. La ragazza salì in fretta sul ponte.
- Non vi accontentate di poco, mastro Turner – sentenziò Barbossa scorgendo con il cannocchiale un galeone spagnolo da quattro alberi – Tutti gli uomini sopra coperta! - urlò poi, al che Gibbs si affrettò a richiamare gli altri che ancora dormivano nelle loro brande.
- Signori: abbiamo trovato il nostro pesce da far abboccare – affermò il capitano quando tutti furono giunti sul ponte, indicando con un ampio gesto del braccio il veliero poco lontano.
- Con tutto il rispetto signore: altro che pesce, quella lì è una balena! - sostenne Pintel riferendosi alla grande mole dell'imbarcazione – Andrà a finire che sarà quello lì a mangiare noi! - aggiunse preoccupato.
- Ti sbagli:le balene non mangiano gli uomini e nemmeno i pesci, è un errore comune – lo ammonì Ragetti con aria da saputello.
- Lo dicevo in senso figurato, come dici tu – ribatté il compare infastidito dal vizio di quel pirata di doverlo correggere sempre.
- Non succederà nulla se l'esca che gli prepareremo sarà abbastanza allattante – assicurò Barbossa guardando rapidamente i componenti della ciurma e soffermandosi su Miss Swann.
- Non vi azzardate a mettere nel mezzo Elizabeth! - lo sgridò adirato Will che se ne era accorto.
- Sempre a pensare male voi, eh? - commentò il pirata divertito dal rapido accalorarsi del giovane.
- Cosa volete che faccia, capitano? - si fece avanti la ragazza sfidando la pazienza del fidanzato che la osservava con occhi di fuoco.
- Voglio che torniate a vestirvi da uomo – riferì quello sorridendo – Due donne sono troppe per una barca – concluse facendo ammutolire tutti.
- Esattamente come pensate di agire, signore? - chiese Gibbs.
- Sapete recitare una parte? - domandò quello; tutti si guardarono l'un l'altro senza sapere cosa dire.
- Ho sempre voluto lavorare al teatro o al circo – esordì Ragetti – ma poi... - si interruppe per la torva occhiata del capitano.
- Che dovremmo recitare? - sbottò Pintel.
- Saremo dei poveri pescatori scampati al naufragio della propria imbarcazione e in cerca di un passaggio. Faremo affondare questo battello non appena avremo finito di raccogliere tutto il necessario – spiegò brevemente l'interpellato - Voi due potreste fingere di essere figli miei – propose ai due fidanzati – Perciò vedete di rimettervi quei vestiti che indossavate l'altro giorno – ordinò alla fanciulla.
- Ma non so dove... - protestò quella.
- Li ho presi io – affermò Tia Dalma interrompendola.
- Lei sarà la mia signora – li informò riferendosi alla bruna veggente.
- E noi? - chiese Pintel.
- I miei marinai, cos'altro vorreste fare?! - lo riprese il Capitano.
- Ma allora cosa cambia?!Lo siamo già! - protestò Ragetti.
- Sì, ma farete i marinai di un peschereccio – puntualizzò il capitano lasciandoli comunque delusi. - Avanti, sbrigatevi ora! - comandò.
Mentre tutti si affrettavano alla messa in atto del piano, chi raccogliendo armi e provviste, chi ammainando le vele, chi tenendo d'occhio la nave avvistata, si innalzò un'onda improvvisa che fece rovesciare l'imbarcazione scagliando l'intero equipaggio in acqua.
- La scialuppa!Non dobbiamo perderla! - si affrettò a strillare Barbossa agli uomini cercando di restare a galla. Pintel e Ragetti si diressero con grandi bracciate a recuperarla mentre Will, Cotton, Marty e Gibbs tentavano di afferrare armi e bagagli sballottati dalle onde.
- È l'Olandese Volante! - urlò con terrore Gibbs.
- Dov'è Elizabeth? - domandò preoccupato Will dopo che, nella confusione generale si era infine accorto che non era con loro. Nessuno sapeva rispondergli, essendo inoltre continuamente incalzati dal Capitano che, arrivato alla scialuppa, li incitava ad affrettarsi a raggiungerlo. Will continuava ad urlare il nome della fidanzata e ad immergersi per assicurarsi che non fosse finita a fondo. Cotton e Marty gli lanciarono una cima e lo tirarono verso la barcaccia issandolo a bordo.
- È meglio che restiamo qui – intimò Barbossa agli altri, data la vicinanza dell'Olandese Volante, ma il giovane Turner si tuffò di nuovo in mare.
- Dove credete di andare? - lo richiamò il Capitano.
- Deve essere rimasta a bordo! - rispose lui dirigendosi verso il battello che era rimasto sul pelo dell'acqua, seppur capovolto; non gli importava se quei pirati lo avrebbero abbandonato, lui non avrebbe abbandonato di certo l'amata.
L'Olandese tirò fuori tutti i cannoni che aveva e in pochi minuti del galeone restarono solo fumo e tavole di legno sparse, i cadaveri galleggianti tra le onde.
Nel frattempo Elizabeth aveva tentato con ogni mezzo di uscire dalla cabina ma la porta si era bloccata. Credeva che fosse ormai giunta la fine, rivide in un attimo tutta la sua vita e pensò che probabilmente non sarebbe andata in paradiso. Le lacrime le annebbiarono la vista e prostrarono le sue energie quando sentì dei colpi provenire dall'esterno. Rispose battendo sulla parete. Era sicura che fosse Will. Pochi minuti che le sembrarono interminabili e lo vide dall'oblò con un fucile tra le mani. Capì all'istante quali fossero le sue intenzioni e così gli fece cenno con la testa, allontanandosi dalla porta della cabina. Solo dopo capì anche che sarebbe stato inutile, pensiero che toccò parimenti il ragazzo: non aveva considerato che la polvere bagnata rendeva inutilizzabile quell'arma...
Il tempo passava, non sapeva più cosa fare; provò con l'ormai inseparabile pugnale conficcandolo nella serratura, ma l'acqua rendeva tutto più difficile e il boato dei cannoni dell'Olandese sembrava scandire quegli attimi incitandolo ad essere più veloce. Elizabeth dall'interno provava ugualmente a liberarsi. D'un tratto l'imbarcazione si rovesciò e, senza capire come, il giovane riuscì ad aprire la porta e liberare la fanciulla facendo appena in tempo a lasciare il battello che colò a picco.
Elizabeth, ancora impaurita, lo stringeva con tutte le forse mentre lui con un braccio nuotava per avvicinarsi alla scialuppa: - Grazie – bisbigliò con un filo di voce, lui la guardò senza rispondere, ma con espressione più sollevata.
- Eccoli lì! - urlò con gioia Gibbs quando li vide, e in breve la ciurma mosse i remi verso di loro. Will fece salire per prima lei e poi fu aiutato da Pintel e Ragetti a salire a sua volta. Incrociò lo sguardo di Tia Dalma che gli sorrise abbassando il capo.
- Ci avete fatto prendere uno spavento, bambolina! - affermò Pintel non appena la ragazza si sedette facendola arrossire.
- Mi dispiace – si difese con un po' di vergogna – Mi stavo cambiando...si è rovesciato tutto...Cosa è successo? - domandò al Capitano. Quello non proferì parola ma si voltò verso l'Olandese. Elizabeth si sentì raggelare il sangue nelle vene al ricordo di ciò che avevano passato qualche giorno prima a causa di quella nave maledetta, ma un' altra sagoma all'orizzonte attirò la sua attenzione.
- Dovremo aspettare la prossima nave – asserì il Capitano con stizza.
- Barbossa – anche Will notò qualcosa indicando con il dito un punto. Allora questo afferrò il cannocchiale, si alzò in piedi e restò qualche secondo ad osservare nella direzione indicata.
- Il kraken! - sussurrò con terrore Ragetti ai compagni.
- Batte bandiera inglese – dichiarò il redivivo pirata – E si sta avvicinando all'Olandese, ma non sembra stia per attaccarla.
Appurato che si trattava di una nave, Pintel guardò male il compare sospirando.
- Giusto oggi doveva passare di qua quel dannato Davy Jones! - imprecò Gibbs.
- Dobbiamo avvicinarci – affermò Barbossa.
- Ha ragione – dissero in coro Will ed Elizabeth dopo essersi accorti della reticenza degli altri. A malincuore presero i remi e si apprestarono a ridurre le distanze tra loro e le due navi, evitando, però, di esporsi troppo.
- Se ci vedono ci fanno fuori subito! - constatò Pintel.
- Tanto se non lo faranno loro ci penseranno gli squali – lo incoraggiò il marinaio dall'occhio di legno – Sai quanti ce ne sono in queste acque?E mangiano gli uomini loro! - aggiunse. Le sue parole giunsero alle orecchie della ciurma che , istintivamente, si ritrasse dai fianchi dell'imbarcazione.
- Fermatevi – ordinò Barbossa quando si trovavano ad una distanza che gli consentiva di poter vedere abbastanza chiaramente cosa stesse accadendo tra le due navi. - Chi è quel damerino? - domandò poco dopo aver sbirciato nel cannocchiale.
Will afferrò lo strumento e guardò a sua volta: un uomo elegantemente abbigliato con tanto di parrucca e cappello alla guida di un nutrito gruppo di soldati dal costume nero. Soffermandosi sull'albero maestro notò che accanto alla bandiera britannica ne sventolava un'altra nera con la sigla IEC. Giunse così alla risposta: - È Lord Cutler Beckett – dichiarò passando il cannocchiale ad Elizabeth. È il rappresentante della Compagnia delle Indie Orientali. Ci ha arrestati lui.
- Conosce la storia del forziere!Per questo voleva la bussola di Jack: gli serviva per trovarlo – sostenne la ragazza riconsegnando l'oggetto al Capitano.
- Staranno trovando un accordo,è probabile – osservò Barbossa.
- Cosa facciamo? - intervenne Gibbs, quando le due navi si furono allontanate. L'Olandese si era immersa provocando una nuova ondata che però non li toccò.
- Dobbiamo affrettarci a trovare una nave. Se non fosse per loro due avremmo potuto farci dare un passaggio anche da quello lì – asserì l'uomo riferendosi alla giovane coppia.
- Potevate lasciarci morire allora! - si adirò Will.
- Non fosse stato per noi non avreste neanche saputo di Beckett! - soggiunse Elizabeth parimenti irritata.
- È inutile che continuate ad accusarvi l'un l'altro – si intromise inaspettatamente Tia Dalma – Sono tante le navi che solcano il mare oggigiorno. Dobbiamo solo aspettare – concluse ed allora restarono in silenzio e tesero lo sguardo in ogni direzione attorno in attesa di vele in vista.
Pintel e Ragetti in realtà cominciarono presto a parlottare fra di loro del più e del meno, a bassa voce per evitare di innervosire Barbossa; il quale rimase tutto il tempo attaccato al cannocchiale. Lui, una volta capitano della grandiosa Perla Nera, animata da una ciurma di dannati che incuteva paura al solo nominarla e che aveva saccheggiato i Caraibi in lungo e in largo per un decennio, indisturbata, si trovava ora alla guida di un gruppetto mal assortito che faticava a tenere unito e che non era riuscito a sottomettere completamente al proprio comando. D'altra parte capiva la loro mancanza di fiducia: a turno aveva cercato di ucciderli praticamente tutti e, in quanto a Tia Dalma, le sue intenzioni non erano mai troppo chiare e sapeva che doveva ben guardarsi da lei, nonostante lo avesse aiutato. Tuttavia aveva un'alta considerazione di sé ed era perciò sicuro che avrebbe potuto rendere quegli sfiduciati nuovamente ligi ai suoi ordini; dopotutto erano abituati ad essere comandati. Lo stesso non valeva per quei due ragazzi: da quel poco che era riuscito ad estorcere loro e osservando il loro comportamento, aveva capito che non erano facilmente addomesticabili e gli sembrava che nascondessero qualcosa. Perciò si propose di continuare ad indagare sul loro conto facendo attenzione a non mostrare troppo i suoi dubbi.
Il sole stava calando e presto l'oscurità li avrebbe avvolti; la situazione stava diventando pericolosa perché non avendo alcun tipo di lucerna, rischiavano di venire travolti se una qualche imbarcazione più grande si fosse trovata a passare di lì. Nessuno parlava più da almeno un'ora, si sentivano bruciare gli occhi per essere rimasti a fissare l'orizzonte sforzandosi di scorgervi qualche sagoma di nave, ma la rassegnazione e la stanchezza avevano ormai preso il sopravvento sui loro animi. Iniziavano già a socchiudere le palpebre quando un sussulto improvviso fece sobbalzare la scialuppa. Era stato Gibbs che si era alzato di scatto in piedi:- Ma che ti prende?!Per poco finivamo tutti a mollo! - gli urlò contro Pintel e la scimmia lo imitò.
- Guardate là! - disse con esultanza il marinaio.
Barbossa afferrò il cannocchiale e pronunciò sollevato: - Finalmente! - era un piccolo brigantino.
- Arriveranno in tempo a vederci? - chiese Will avvicinandosi al Capitano. - Si sta facendo buio – aggiunse preoccupato. Già Cotton e Marty avevano iniziato a remare mentre Ragetti agitava le braccia per tentare di farsi notare da quelli dell'equipaggio.
- Allora: lasciate parlare me quando saremo più vicini – si raccomandò Barbossa.
- È un peschereccio – notò Will vedendo che gli uomini a bordo erano intenti a sollevare delle reti – Non saranno più di una decina.
- Questo gioca a nostro favore – affermò il redivivo pirata – Sicuramente non saranno pronti ad attaccarci. Quante armi abbiamo?
- Quattro spade, tre fucili e tre pistole – rispose Gibbs dopo aver controllato.
- Bene! - dichiarò con un'espressione soddisfatta il Capitano, poi spostando gli occhi verso la giovane aristocratica: - Fortuna che siate riuscita a cambiarvi d'abito, ma si capisce comunque che siete una donna. Dovreste coprirvi il volto – le consigliò.
- Ho pensato io a questo – lo informò Tia Dalma porgendo alla ragazza un vecchio cappello di paglia che tirò fuori da una sacca che aveva portato con sé da casa.
- Sei molto preziosa Cali...Tia Dalma – la ringraziò il pirata destando il sospetto del giovane Turner che sia accorse dello strano tentennamento dell'uomo nel pronunciare quel nome correggendosi. Ma erano ormai vicini all'imbarcazione e se volevano che quel piano desse i suoi frutti dovevano restare concentrati e uniti.
- Come vi avevo detto prima fingeremo di essere dei pescatori che hanno perduto la propria barca; voi è meglio che stiate muta Miss Elizabeth, restate al vostro posto anche voi signor Turner. Sarò solo io a prendere la parola. E nascondete le armi per quanto possibile – li ammonì il Capitano togliendosi il cappello piumato.
- Secondo me siamo in troppi – asserì il pirata dall'occhio di legno. - Non ci prenderanno mai a bordo tutti quanti.
- Avete ragione, mastro Ragetti – gli rispose Barbossa sorridendo.
- Grazie, Capitano – fu la risposta di quello con un tono velato d'orgoglio.
- Perciò voi e Pintel salirete dopo, non fatevi vedere – ordinò con voce sarcastica.
- Come?! - protestò Pintel.
- A mollo! - scandì il Capitano spazientito e quelli ubbidirono gettandosi in acqua e nascondendosi dietro la poppa della scialuppa.
- Vi lanciamo una cima, non preoccupatevi! - furono le prime parole dei marinai del peschereccio non appena avvistarono i sette sulla barcaccia. Will e Cotton si affrettarono a raccogliere la corda e a legarla alla punta sporgente della prua.
- Sia ringraziato il cielo! Voi giungete come una miracolosa visione e noi che eravamo ormai preda della disperazione! – esordì Barbossa con una voce che suonava agli altri manifestatamente falsa per la sua esasperata commozione.
- Bene e ...si, vi abbiamo visti e pescati. È il nostro mestiere! - affermò quello che sembrava essere il capo di quella ciurmaglia.
- Siamo anche noi dei pescatori, io sono John, questi sono i miei figli Billy e Dan, e lei è la mia consorte Sandy – la presentò velocemente il pirata meravigliando chi lo seguiva per la sua prontezza di inventiva. - Ah, e gli altri sono i miei compagni, marinai che lavorano con me – aggiunse riferendosi a quelli che non aveva nominato. Furono aiutati a salire a bordo uno per uno
- Siete naufragati, eh? .- domandò quello che aveva parlato prima. Io sono Charlie comunque – affermò stringendo la mano a Barbossa.
È la prima volta che vi capita una cosa del genere? Guarda come sono spaventati i ragazzi! - sghignazzò un uomo dalla pelle cotta dal sole e senza denti, dando una pacca sulla spalla ad Elizabeth che teneva la testa bassa per non farsi vedere in volto dagli sconosciuti.
Will stava per scattare rispondendo con una spinta altrettanto forte a quel marinaio che si era permesso di toccare la fidanzata, ma Gibbs intervenne mettendosi davanti : - Lasciatelo stare il ragazzino, è muto sin dalla nascita, poverino! Ma gli siamo tutti affezionati! - esclamò sospingendo la ragazza verso Will che la cinse con un braccio la spalla lanciando un sorriso forzato agli uomini dell'imbarcazione. Poi notò che Barbossa gli rivolse un rapido sguardo di intesa, abbassando di colpo la testa verso la cintura in cui teneva nascosta la pistola e allora si scostò velocemente da Elizabeth e tirò fuori la sua arma, contemporaneamente al capitano che però fu il primo a fare fuoco verso uno dei pescatori. Pochi secondi dopo Pintel e Ragetti salirono a bordo con le spade e si innescò un combattimento tra pirati e marinai che cercavano di difendersi con le fiocine e gli altri strumenti da pesca. Resesi conto di non poter avere la meglio su quegli abili combattenti il comandante del peschereccio, l'unico a non essere stato ancora disarmato, urlò con paura : - Chi siete? Cosa volete da noi?
- Tutto ciò che avete. Siamo pirati – rispose semplicemente Barbossa.
- E abbiamo una missione da compiere – gli fece eco Will disarmando il marinaio sotto lo sguardo divertito degli altri compagni di viaggio.
- Legateli e portateli via – comandò il maturo filibustiere.
- Una donna! - esclamò stupito uno degli uomini mentre Elizabeth gli stringeva una corda attorno alle braccia assieme a Cotton. - Questo ti fa sentire ancora più umiliato, eh? Razza di screanzato! - lo canzonò la ragazza dandogli poi un calcio con cui si vendicò dalla spinta di prima.
- Qui non c'è il gabbio – asserì Pintel con stupore risalendo da sottocoperta.- Dove li mettiamo signore? -domandò al capitano.
- Dove volete! Basta che mi li togliete di torno! - rispose il filibustiere dirigendosi verso il timone seguito da Will ed Elizabeth, oltre che dalla fida scimmia.
- Ci penso io - si offrì Gibbs afferrando per un braccio uno dei marinai che era annodato con gli altri, e così dicendo li portò insieme ai compagni sottocoperta sistemandoli nella stiva, incurante delle loro proteste.
- Quanto ci vorrà per arrivare a Tortuga? - chiese Will al comandante.
- Non meno di due giorni – fu la sua risposta mentre organizzava gli strumenti di navigazione che era riuscito a portare con sé salvandoli dalle onde.
- Se non altro abbiamo cibo assicurato – osservò Elizabeth guardando le reti da pesca ricolme rimaste sul ponte.
- Già – sostenne Barbossa fermandosi a fissare anche lui le reti – Stasera mangeremo – aggiunse per poi rimettersi a governare il timone. In realtà la cena non fu un gran che, dato che nessuno della ciurma sapeva cucinare e che mancava a bordo qualsiasi tipo di condimento; ognuno mandò giù comunque la propria porzione, almeno per mettere fine al mal di stomaco dovuto al quasi completo digiuno dei giorni precedenti. Dopo mangiato le due donne beneficiarono del “privilegio” di poter occupare loro le uniche due cabine disponibili che dovettero sistemare come meglio poterono; infatti non erano certo adatte a dormirci : piuttosto si trattava di depositi in cui era stata risposto materiale di vario tipo, tazze, piatti , ami, barattoli con esche, bottiglie...

Dopo l'infelice e stupida frase della volta scorsa, ora cancellata ma Dj Kela sa di che parlo, avevo seriamente pensato di non aggiungere contributi personali al capitolo limitandomi a postarlo....
Ma quando mai i pirati sono seri!Allora eccomi qui a ringraziare tutti coloro che leggeranno, e a dirvi che sono aperta a commenti e critiche ( sia positive che negative) e che non intendo lasciare la storia incompleta!
Ciao a tutti, a presto!

   
 
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