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Autore: TheXWriter    02/04/2015    2 recensioni
In un momento imprecisato della storia di The Originals, Caroline arriva a New Orleans per chiedere un aiuto all'ibrido millenario, ha importunato un nemico troppo potente per lei ed ha paura delle conseguenze, ma non rivela tutta la storia a Klaus, il quale non sarà felice di scoprire determinate cose.
Caroline si dovrà destreggiare tra due uomini, che di umano hanno ben poco, ed avremo a che fare con nuovi personaggi, primo tra tutti: Morgan.
Genere: Drammatico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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"Alexander, puoi spiegarmi cosa siamo venuti a fare in Virginia? Ed in questo paesino grande come una fattoria?" sbuffò mentre accendeva una sigaretta. Aveva un aroma particolare, alla vaniglia o qualcosa del genere, e sebbene fossero rivolte ad un pubblico prettamente femminile, quelle sigarette erano le sue preferite da almeno un decennio. 
Il che era strano per lui, che si annoiava facilmente.
"Te l'ho già detto, André. Non c'ero mai stato. L'eternità è un tempo troppo lungo per privarsi di piaceri che altri considerano superflui. Ti basta come risposta? Non farmi ripetere più" sentenziò Alexander mentre posteggiava nella piazza di quel paese sperduto trai boschi.
"Anch'io non ho intenzione di ripetermi. 'André' non è il mio nome" la voce bassa implicava una minaccia più che seria ma Alexander non se ne sarebbe mai curato. In fondo aveva duecento anni più di lui ed un'esperienza nel combattimento corpo a corpo che solo la strada poteva dare.
"E invece lo è, maledizione!" rispose Alexander colpendo con violenza il volante il quale cedette senza sforzi sotto il peso della botta subita.
"Ecco, vedi che mi fai fare?" commentò con un tono già molto più rilassato.
"Anche tu hai cambiato nome dopo la transizione! Ormai tutti mi conoscono così, non capisco perché tu solo ti ostini a chiamarmi come il ragazzo che ero e non sarò mai più!"
Anche se la voce era bassa, sul finire raggiunse una nota rabbiosa che avrebbe fatto tremare un comune essere mortale.
"Il mio nome, io l'ho cambiato solo ed unicamente per me. Tu invece non riesci a dimenticarla e se continui così vivrai un'eternità nella più totale nostalgia. Non riesco ad immaginare agonia peggiore, fratello mio".
Quest'ultimo scese dalla macchina di fretta e furia. Non poteva affrontare quel discorso. Non un'altra volta.
Come se già non vivesse quotidianamente nel ricordo della sua amata, distrutta dal morso di un licantropo, morta tra le sue braccia in preda alle allucinazioni più atroci di quando ancora era umana, ricordando ad entrambi l'inferno che era stata la loro vita prima della transizione. Ricordando ad entrambi come si erano sentiti potenti dopo, pronti ad attraversare l'eternità. Ed invece altri pericoli erano sopraggiunti.
I suoi pensieri vennero interrotti da delle urla di rabbia e frustrazione.
"Caroline, se questo non ti rende felice all-"
"Non ti permettere di fare illazioni sul mio stato d'animo! Tu non sai cosa sto passando! Sembra che le mie due migliori amiche al mondo non lo sappiano!"
"Caroline!"
La ragazza che sembrava essere Caroline spuntò dall'altro lato della piazza, per poi guardarsi in giro -ovviamente non si era accorta dello sguardo di lui- così sparì ad una velocità sovrannaturale.
Bene, bene. Quindi in quella cittadina dimenticata dagli dei, c'erano anche dei vampiri.
Non ci pensò due volte.
Corse immediatamente verso il punto in cui lei era sparita, trovando questa vampira bionda e piagnucolante appoggiata ad un muro.
Lei alzò subito lo sguardo verso di lui, permettendogli la vista di quel meraviglioso paio di occhi chiari. Non che il resto fosse male. Se fosse stata un'altra situazione le avrebbe offerto un drink e non un cleanex.
"Chi sei? Che vuoi?" sputò subito lei.
Dal canto suo, lui la liquidò con una scrollata di spalle, evitando di rispondere alle sue domande.
"Vengo da un tempo in cui se una fanciulla piangeva, era buon uso recarle conforto"
Caroline lo guardò di sottecchi, non doveva essere facile per lei fidarsi. Ma, in fondo, per quale vampiro lo era?
"Beh, nel mio tempo se un ragazza piange preferisce rimanere da sola!"
"Cazzate" mormorò lui sorridendo.
"Come, scusa?"
"Forse ora vi piace raccontarvi la balla che state bene anche senza qualcuno che vi coccoli, ma quante di voi lo credono davvero?"
La vampira fece scattare le sopracciglia verso l'alto. Per la sorpresa e per l'evidente irritazione.
"Tipico maschio stronzo e maschilista! Siete tutti convinti che senza di voi non  si possa vivere!"
"Non è maschilismo. È l'animo umano. Ambo i generi desiderano solo un contatto che li protegga dai demoni della notte".
Caroline incrociò le braccia sotto al seno con sguardo diffidente.
"Quindi anche tu" commentò con aria di sfida alzando un sopracciglio.
"Chiunque, mia dolce bionda. E chiunque dice il contrario, mente".
Caroline poggiò le mani sui fianchi squadrandolo da capo a piedi.
"Quindi? Chi saresti tu?"
Facendo un passo avanti e porgendole la mano si presentò: "il mio nome è Morgan e vorrei alleviare i tuoi dispiaceri".
Lei la strinse reticente: "in realtà preferirei annegarli nell'alcool".

Rebekah non si era limitata a comprarle il top. Aveva aggiunto scarpe, pochette, accessori vari e pure una seduta di trucco e parrucco.
Davanti lo specchio, in paruccheria, Caroline si guardava soddisfatta del suo look*, se questa era la vita di Sandy, beh, non era male.
"E quindi, com'è che ti fai chiamare? Sandy?" Rebekah fece una smorfia al nominare l'alias di Caroline. Nemmeno a quest'ultima faceva impazzire, ma era il primo nome che le era venuto in mente e poi, un nome valeva l'altro: in fondo 'Caroline' mica se l'era scelto.
"Sandy, con chi uscirai stasera? E dove andrai? Non vorremmo che qualcuno ti trovasse nel tavolo accanto al suo proprio nel pieno del divertimento!"
"Rebekah!" la rimproverò Caroline voltandosi "Ti ringrazio per tutto questo" con un cenno indicò i vestiti e i capelli "Ma se mantenere questo segreto con Klaus per te è troppo difficile, vorrei me lo dicessi. Non sono pronta a vederlo e anche se..."
Caroline si interruppe, ma Rebekah la spronò a parlare. Caroline pensava di potersi fidare dell'Originale, in un modo a lei anomalo si era subito sentita vicina all'altra vampira, ma per lei Rebekah avrebbe dovuto rischiare un cedimento nel proprio rapporto col fratello, era più che normale che ci pensasse due volte.
"Anche se sono venuta a New Orleans solo ed esclusivamente per vederlo, ora sento di avere bisogno di una pausa. Per favore, puoi concedermi solo questa notte?"
Le due bionde si guardarono negli occhi per un attimo che a Caroline sembrò infinito ma alla fine l'altra sbuffò e mormorò qualcosa sull'averle già dato la propria parola.

"Marcel!" la voce dell'Ibrido risuonò nei corridoi sino ad arrivare alla camera dove Marcel si stava vestendo. 
Qualche altro minuto e sarebbe uscito per andare a prendere la bionda Sandy.
Non si fidava della ragazza, non si fidava di nessuno che sembrasse aver bisogno di Klaus perché quel nome portava morte e distruzione quasi in automatico, ma era bella. 
Ciò significava che parlare a Rebekah dei suoi piani per la serata non sarebbe stato possibile.
Anche se le avesse solo stretto la mano, il fatto che fosse carina, bionda e vampira avrebbe sicuramente fatto incazzare la sua compagna Originale.
Klaus arrivò sull'uscio della camera, reclamando la sua attenzione: "Marcel, ho bisogno di te dall'altro lato del fiume. Baby Vampiri convinti che nessuno si accorga di una dozzina di morti negli ultimi due mesi". L'Originale stava già andando via quando Marcel gli rispose che ci sarebbe andato l'indomani, sperando che a Klaus andasse bene e semplicemente non commentasse.
Ovviamente, le sue speranze erano vane. Antico stronzo e curioso.
"Oh, e cos'avresti da fare ora di tanto irrimandabile?"
"Ho un incontro con un alfa Alfa di Lafayette che vuole trattare per una libertà di confine".
Klaus non rispose immediatamente, così il vampiro lo guardò nel riflesso dello specchio. Gli occhi dell'ibrido lo stavano squadrando, stretti in uno sguardo che lasciava trapelare la sua totale diffidenza. Certo, sicuramente stava notando gli abiti leggermente più formali del solito.
"Vuoi che venga anch'io?" la domanda lasciava intendere come Klaus sapesse che Marcel proprio non voleva!
"Non penso che la mia ospite sarebbe a suo agio con te"
"Oh, la tua ospite? E mia sorella che ne pensa della tua ospite?" chiese sottolineando il genere.
"Non gliel'ho detto" mormorò Marcel abbottonando l'ultimo bottone della camicia e voltandosi finalmente verso il suo creatore, il quale lo guardava con un ghigno tutt'altro che crudele, anzi: sembrava avesse pena per le sofferenze che gli sarebbero state inflitte se Bekah lo fosse venuta a sapere.
"Nik, ti chiedo di mantenere il sesso di quest'Alfa con Rebekah. Tra me e lei non c'è niente e non c'è motivo per cui Bekah dovrebbe arrabbiarsi anche solo sapendolo, ti pare? Dai, amico. Reggimi il gioco per una sera"
Klaus fece un cenno con la testa, allontanandosi silenziosamente dalla camera di Marcel, il quale però gli sentì chiaramente dire: "Non combinare casini, amico".
 
  
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